Serie TV > Il Trono di Spade/Game of Thrones
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Autore: kia17    28/02/2019    0 recensioni
Dopo 4 lunghi anni lontano da casa, Robb aveva deciso di tornare a casa, ma non si aspettava di certo che le cose finissero in quel modo o che per lo meno fosse lui a dirlo a suo padre.
Genere: Generale, Slice of life, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Eddard Stark, Jon Snow, Robb Stark
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Quando Ned entrò nella stanza, Robb stava dormendo tranquillo nel letto. Il ragazzo era attaccato al monitor che suonava calmo e gli avevano lasciato la maschera dell’ossigeno. Lord Stark prese una sedia e si sedette accanto al figlio dove aspettò che si svegliasse.
Mentre aspettava si mise a fissare il ragazzo. Era ancora bianco e le occhiaie si vedevano ancora meglio. Dall’ultima volta i suoi ricci mori erano stati tagliati ma aveva tenuto la leggera barba che faceva impazzire Cat. Era più magro e alto rispetto a 4 anni fa.
Quando Robb si riprese si sentì subito stanco e sfinito. Aprì piano gli occhi e si ritrovò suo padre che lo guardava apprensivo.
Ned gli prese la mano e gli accarezzò i capelli sorridendogli dolcemente.
“Te l’hanno detto vero?” chiese facendo fatica a parlare e guardando tristemente suo padre.
“Si… Perché non me l’hai detto o chiamato? Avrei potuto fare qualcosa. Essere lì almeno.” Disse l’uomo.
“Mi dispiace.”  Rispose prendendo un bel respiro. “Pensavo che non ti importasse…”
“Oh Robb… Non pensare mai più una cosa del genere. Tu sei mio figlio e io mi preoccuperò sempre per te.” Disse dolcemente “Perché sei venuto questa sera?”
“Cosa ti hanno detto?”
“Che ti serve un cuore nuovo.”
“Beh, sono tornato per dirtelo e perché lo so che tanto non lo troveranno mai in tempo, quindi volevo passare quel poco che mi restava con la mia famiglia… Dire addio ai miei fratelli, come si deve questa volta.” Mentre lo diceva gli occhi di Robb iniziarono a riempirsi di lacrime che caddero sulle guance. Ned d’istinto lo abbracciò e cercò di consolarlo.
Se qualcuno gli avesse chiesto come si aspettava il ritorno del ragazzo probabilmente questo sarebbe stato l’ultimo dei motivi o probabilmente nemmeno ci sarebbe stato sulla lista. Ma ora era qui e aveva bisogno di aiuto e della sua famiglia e lui gli avrebbe dato tutto ciò di cui aveva bisogno.
 
Eddard tornò a casa  due giorni dopo a prendere dei vestiti puliti lasciando che Robb si riposasse. Aprì la porta e subito fu assalito dai figli più piccoli: Arya, Bran e Rickon.
La ragazza aveva i capelli mori sulle spalle e una ciocca dei quali era tinta di rosso. I suoi grandi occhi grigi stavano fissando il padre. Indossava una maglia nera e dei jeans strappati. Arya aveva ormai 16 anni ma si vestiva allo stesso modo da quando era una bambina. Bran era seduto sulla sedia a rotelle. Era caduto arrampicandosi su una parete quando aveva 9 anni. Era successo un mese prima della morte di Cat. Il ragazzino si era chiuso in se stesso odiandosi per quello che era: uno storpio. Non poteva più camminare, correre o arrampicarsi e questa cosa la odiava terribilmente. Era impossibile parlare con lui. Era diventato scontroso e antipatico con tutti, ma ora era tornato il ragazzo allegro e spensierato di un tempo. Al contrario Rickon era diventato una piccola peste incontrollabile che faceva impazzire tutti quanti.
“Dove sei stato?” chiese la ragazza.
“Perché non sei tornato a casa?” chiese Bran.
“Un secondo. Fatemi entrare in casa e lasciatemi respirare.” Disse scompigliando i capelli di Rickon che lo stava guardando curioso.
“Ned sei tu?” domandò una voce che proveniva dal salotto.
“Si Ben. Grazie per aver badato ai ragazzi.” Disse, entrando nel grande salotto.
C’erano due divano posti uno di fronte all’altro in pelle occupati da Jon e Sansa. In mezzo c’era un tavolino. La vecchia poltrona di Ned era posta di fronte ad esso ed era occupata da Benjen Stark, con in mano il giornale.
Il ragazzo aveva la stessa età di Robb. Capelli marroni e occhi grigio scuro, quasi neri. Indossava la felpa dei pompieri in cui lavorava insieme allo zio e stava scrivendo un messaggio con il telefono. Sansa aveva i capelli rossi della madre e i tipi occhi azzurri dei Tully che avevano ereditato tutti tranne Arya. Lei stava leggendo un grosso libro che chiuse appena il padre entrò nella stanza. Benjen invece abbassò il giornale e guardò il fratello.
“Nessun problema, ma dove sei stato? Quando hai chiamato l’altra sera sei stato un po' vago.” Domandò il Ben.
“Sedetevi. Devo parlarvi.” Disse serio Eddard, sedendosi accanto a giovane Snow che gli aveva lasciato il posto.
“Cosa succede papà?” chiese Sansa.
“Due giorni fa vostro fratello, Robb, è venuto a trovarmi in ufficio.” Iniziò l’uomo.
“Davvero!? Ma dov’è adesso?” chiese Arya interrompendolo.
“Non l’avrai mandato via?” chiese Bran.
“Qualcosa non va?” domandò allora Jon, vedendo il volto scuro e serio dello zio.
“È in ospedale adesso. Sono rimasto con lui e per questo non sono tornato.”
“Sta male?” domandò Ben.
“Purtroppo si. Robb ha un problema di cuore…”
“Cosa? Aspetta, il cuore di Robb  è malato?” domandò Sansa sconvolta.
“Si… molto malato purtroppo. Ha iniziato a stare male un’ anno fa. Lo hanno operato ma non hanno risolto molto e ora ha bisogno di un cuore nuovo. Il problema è che i dottori dicono che hanno solo 2-3 mesi per trovarlo.” Disse Eddard abbassando lo sguardo.
I ragazzi e Benjen erano sconvolti a sentire la notizia.
“Perché è tornato solo adesso?” chiese Jon.
“Ha detto che sa che non troveranno un cuore in tempo e quindi voleva dirvi addio come si deve.”
“Possiamo andare da lui?” chiese Arya.
“Certo. Volevo chiedervi proprio questo. Solo che dovete andarci piano. Quando è venuto in ufficio è stato male e ora sta riposando, ma è ancora molto stanco quindi cercate di non affaticarlo troppo ok?”
“Promesso!” dissero i ragazzi.
 
Quando i giovani Stark arrivarono dal fratello quest’ultimo stava giocando con il cibo che dall’aspetto non doveva essere stato molto buono.
“Ehi, come stai?” chiese Ned.
“Insomma. Meglio di ieri.” Disse Robb cercando di sorridere.
“Ho una sorpresa per te.” Disse l’uomo facendo segno ai ragazzi di entrare. Uno dopo l’altro abbracciarono e salutarono il fratello. Arya si sedette infondo al letto, Sansa nella poltrona accanto al padre e Rickon sulle ginocchia di Ned. Benjen e Jon entrarono dopo. L’uomo salutò il nipote mentre il giovane era rimasto in disparte.
“Come stai?” chiese Ben.
“Meglio. Voi?” rispose mettendosi comodo.
“Noi stiamo bene.” affermò Sansa.
“Ci sei mancato.” Disse Arya sorridendo.
“Anche voi.”
“Cos’hai fatto in questi anni?” domandò Rickon.
“Niente di incredibile. Ho finito la scuola e l’università.”
“Ma hai 21 anni. Te ne manca ancora uno.” Disse Sansa.
“Mi sono laureato un anno prima. Tra una cosa e l’altra.”
“Tutto qui? Pensavo avessi fatto altro.” Disse Arya scontenta.
“Ho fondato una band e con i piccoli concerti che facevamo mi pagavo l’affitto. Questo ti piace, piccoletta?”
“Davvero?” dissero lei e Bran.
“Per la gioia di papà, sì. I ragazzi sono ancora là.”
“Dove sono le tue cose?” chiese Benjen.
“Probabilmente ancora nel mio appartamento. Ho portato con me solo la mia borsa con il mio PC e un altro paio di cose. Perché?” rispose sempre sorridendo.
“Pensavo che visto che resterai qui, potremmo andare a prendere la tua roba, se a te va bene. Io e Jon domani siamo liberi.” Rispose Ben indicando il ragazzo.
“Non preoccuparti. Le mie cose arriveranno da sole.”
“Camminano?” chiese Jon sarcastico.
“Dany li porta quando torna a casa. Comunque ciao anche a te.”
“Volevi anche che ti saltassi addosso per abbracciarti tutto contento come loro?” disse Jon arrabbiato.
“No, ma almeno salutarmi. 4 anni che non ci vediamo e mi saluti così.”
“Non ti ho chiesto io di andartene. Io volevo che tu restassi.”
“Non puoi essere arrabbiato con me perché me ne sono andato. Lo sai benissimo che se avessi potuto sarei rimasto.”
“Nessuno ti ha costretto e io non farò l’ipocrita facendo finta che non sia successo nulla come tutti quanti.” Urlò Jon.
“Pensi che noi non siamo arrabbiati? È ovvio che lo siamo, ma non vogliamo sprecare tutto il tempo ad esserlo.” Gli rispose Sansa.
I ragazzi iniziarono a urlarsi contro mentre Ned e Benjen cercavano di calmarli. Robb li guardava con le lacrime agli occhi. Possibile che i suoi fratelli lo odiassero tanto dopo 4 anni? Se n’era dovuto andare ma questo non vuol dire che lui volesse farlo. Se n’era andato perché non riusciva più a resistere con tutti che gli davano contro incolpandolo per la morte di sua madre. Pure i suoi zii lo odiavano. Lui passava tutto il tempo a sentirsi in colpa fino a scoppiare e per evitare di far del male a se e alla sua famiglia aveva deciso di andare via.
Ned aveva notato il fatto che Robb aveva abbassato la testa, cosa che faceva ogni volta che si sentiva in colpa o Cat lo sgridava.
“Tutto bene? Ti senti male?” chiese al figlio, che gli annuì “Ora basta! Di queste cose andate a parlarne fuori!” gridò indicando la porta. Ben li portò fuori lasciando il fratello e il nipote da soli.
“Devo chiamare qualcuno?” chiese allungandogli un fazzoletto.
“No” mugugnò il giovane.
“Che succede?” domandò sedendosi accanto al figlio.
“Non pensavo ce l’avessero ancora con me. Io…”
“Robb, loro non ce l’hanno con te. Ti vogliono bene altrimenti non sarebbero qui. È solo che non sanno perché te ne sei andato e allora pensano che tu li abbia abbandonati.” Disse Ned dolcemente.
“Ma tu sai perché giusto?” chiese Robb.
“Stavi per scoppiare. Si vedeva che non riuscivi più a sopportare la situazione.”
“Posso entrare?” chiese Arya dalla porta. “Prometto che sto buona buona.”
Robb e Ned si guardarono prima che il ragazzo facesse segno alla sorella di sedersi accanto a lui.
“Cosa succede di là?” chiese Ned.
“Urlano, si arrabbiano e urlano.” spiegò sedendosi sul letto.
“Forse è il caso che vada di là.” Disse l’uomo “Arya tu resta pure qui. Se ti dice che sta male chiama qualcuno o premi il bottone li dietro ok?”
“Sì” disse la piccola.
“Fate i bravi.” Disse lasciandoli.
“Fidati.” risposero i due.
“Quindi… la tua band?” chiese Arya.
“Non c’è niente da dire. Ci stiamo solo  divertendo.” Rispose Robb “Ti vuoi stendere?”
“Mi faccio piccola” disse la ragazzi accomodandosi accanto al fratello “Dai non può essere tutto qui.” Continuò poi.
“Abbiamo inciso un disco, ma questo non devi dirlo a nessuno. Soprattutto a papà. Adesso dovrei scrivere nuove canzoni per il prossimo ma io e i ragazzi abbiamo detto al nostro agente che abbiamo bisogno di tempo… visto come sono messo.”
“Loro lo sanno?”
“Si. Sono i miei migliori amici non potevo mentirgli, anche perché viviamo praticamente insieme.”
“Perché con noi hai aspettato?” domandò curiosa.
“Pensavo di cavarmela da solo e di non dovervi disturbare per una sciocchezza, ma ovviamente non è andata così. Ho sistemato tutto quello che avevo in sospeso per poter tornare qui senza aver altro da dover fare. Ovviamente sarei voluto tornare prima ma ho avuto, appunto, molto da fare. Domani dovrei andare a ritirare la mia laurea e invece sono qui.”
“Economia?”
“Sì, almeno faccio contento papà.”
“Come si chiama il disco?” chiese Arya cambiando discorso vedendo come il fratello era diventato serio.
“One… Abbiamo una grande fantasia.” Disse Robb mettendosi a ridere.
“Posso sentirlo?”
“Te lo mando domani. Devo cercarlo sul pc. Invece ti andrebbe di vedere un film?” chiese.
“Volentieri. Devo prenderti il pc?” il ragazzo annuì così lei scese dal letto, prese il computer che era dentro la borsa sulla poltrona in fondo alla stanza e lo diede al fratello, per poi accomodarsi accanto a lui e guardare un film.
Quando Ned tornò da loro li trovò addormentati l’uno accanto all’altro. Robb aveva il braccio sotto Arya e gli stringeva la mano mentre la ragazza era accoccolata sul fratello.
Eddard la svegliò delicatamente.
“Ary tesoro… svegliati devi andare a casa.” Disse scuotendola.
“Mmm… papà? Che ore sono?” chiese mezza addormentata.
“Mezzanotte e mezza.” Disse dandole una mano a scendere dal letto senza svegliare il ragazzo.
“Tu vieni o resti qui?” chiese la giovane.
“Io resto. Qualcuno deve stare qui con Robb nel caso stesse male.” Rispose Ned.
“Posso tornare domani?”
“Certamente. Così gli tieni compagnia.”
 
Il giorno seguente Benjen diede il cambio al fratello badando al nipote che dormì fino a metà mattina. Poi Robb iniziò a stare male così Ben fu costretto a chiamare Ned che rimase accanto al figlio tutto il giorno. Il dolore al petto piano piano si era attenuato ma il ragazzo faceva ancora fatica a respirare così i dottori gli avevano lasciato la maschera per l’ossigeno. Ned badava al ragazzo ma era comunque molto preoccupato per lui. Ogni volta che lo vedeva stare male pensava a quello che aveva passato da solo e di come lui non fosse li per stargli vicino, fargli forza e aiutarlo. Pensava all’operazione che aveva subito e al fatto che se non ce l’avesse fatto lui non lo avrebbe più rivisto.
Ned accarezzava i capelli del ragazzo mentre lui riposava. All’uomo venne in mente quando il suo bambino da neonato dormiva e lui se ne stava ore a guardarlo e gli accarezzava la guanciotta o i pochi capelli che aveva allora facendo arrabbiare Cat perché non lo lasciava stare. Ma la verità è che Ned non lo avrebbe mai lasciato. Avrebbe voluto guardarlo dormire o giocare tutto il giorno. Lo stesso avrebbe voluto fare con tutti gli altri figli che sono venuti in seguito e soprattutto non avrebbe voluto vederli crescere.
Quando era morta Cat e lui aveva visto il ragazzo soffrire tanto aveva cercato di aiutarlo ma non c’era riuscito e Robb se n’era andato. Questo all’inizio lo aveva fatto arrabbiare visto come era avvenuta la cosa, ma poi se ne pentì subito e a volte se ne dava la colpa. Si incolpava del fatto che non fosse stato in grado di aiutarlo e proteggerlo da tutti quelli che lo incolpavano della tragedia.
Ora suo figlio era tornato e lui non si sarebbe lasciato sfuggire l’occasione di occuparsi di lui. Tuttavia vederlo stare tanto male lo preoccupava molto. Lui non era mai stato male e nessuno della sua famiglia aveva mai sofferto di problemi di cuore per cui lui non sapeva cosa aspettarsi o cosa doveva fare. Una cosa la sapeva però: sarebbe stato vicino al figlio. Così avrebbe capito cosa serviva al ragazzo e cosa doveva fare.
Il petto faceva soffrire molto il ragazzo. Aveva iniziato a dargli il tormento poco dopo che si era svegliato e dopo ore non era ancora passato anche se si era attenuato con le medicine. Tuttavia faceva molto fatica a respirare dato che ogni respiro gli sembrava come ricevere una coltellata.
“Come va? Meglio?” domandò Ned.
Robb scosse la testa. Il giovane sapeva benissimo che questo preoccupava il padre ma lui non riusciva a farci niente. Quel dolore era quasi insopportabile.
Il giovane Stark guardò Eddard e si intristì nel vederlo tanto preoccupato.
“Forse dovrei chiamare Will perché ti dia qualcosa di più forte.” Disse alzandosi dalla sedia.
“No… La… Lascia stare.” Disse Robb “Will dovrebbe... venire tra poco e poi vedrà lui… se darmi qualcosa di più forte o no.”
“Va bene. Ma tu cerca di respirare e resistere.”
Quando Will arrivò visitò con cura il ragazzo e decise di darmi degli antidolorifici e altri medicinali più forti per far star meglio il ragazzo. Fortunatamente questo riuscì a dare sollievo al giovane che poté finalmente respirare in maniera normale e il suo petto finì di fargli male. Senza altre sofferenza, Robb riuscì a riposare tranquillamente. Ned rimase con il figlio per tutto il giorno.
 
Arya era felicissima di poter tornare a far visita al fratello. Aveva dato il tormento a Jon perché l’accompagnasse in ospedale e il ragazzo esasperato alla fine aveva detto di sì.
Arrivata si diresse subito verso la stanza di Robb, ma sulla strada incontrò il padre con un caffè in mano.
“Arya, che fai qui?” domandò l’uomo.
“Sono venuta a trovare Robb. Hai detto che potevo.” Rispose lei sorridendo.
“Mi dispiace tanto tesoro, ma Robb non sta molto bene. Quindi credo sia il caso di lasciarlo riposare un po'.”
“Posso salutarlo? Poi me ne vado promesso.” Pregò Arya.
“Sta dormendo adesso.”
“Oh… Ok.” Disse tristemente.
“Come sei venuta qui?” domandò Ned.
“Mi ha portata Jon. Mi ha lasciata qui prima di andare da Ygritte.”
“Chiama tua sorella così ti viene a prendere. Nel frattempo puoi aspettare in camera.”
Arya chiamò Sansa per farsi venire a prendere e poi seguì il padre nella camera del fratello. Come gli aveva detto Ned, Robb stava riposando ma si vedeva che non stava bene. Lei si sedette accanto al letto e gli prese la mano. Si stupì nel sentirla fredda e la cosa non le piacque affatto.
Quando Sansa arrivò a prendere la sorella si intristì nel vedere il fratello.
“Ary, andiamo?” chiese mettendole una mano sulla spalla.
“Ok…” disse alzandosi e dando un bacio sulla fronte a Robb. “Ciao papà e ricordati di dirgli che lo saluto.”
“Certo tesoro. Domani ti mando un messaggio se puoi venire così eviti di fare un viaggio a vuoto.” Disse l’uomo.
“Possiamo venire anche noi? Bran e Rickon continuano a chiedere quando possono tornare.” Disse Sansa.
“Va bene, ma questa volta non mettetevi ad urlare come l’ultima volta. Lui si sente ancora in colpa e farglielo sentire ancora di più…”
“Tranquillo papà. Noi staremo buoni e tranquilli.” Disse Arya guardando la sorella che concordò con lei.
 
Nel tragitto verso casa, Arya continuava a pensare a come la mano di Robb fosse terribilmente fredda e il suo viso fosse pallido. Lei non pensava che suo fratello stesse tanto male. Ieri, quando era andata a trovarlo con i fratelli, lui stava ridendo e non sembrava affatto che stesse soffrendo o altro. Invece oggi era pallido e malaticcio. ‘Possibile che avesse mentito a tutti per non farli preoccupare? Era tornato per passare del tempo con la sua famiglia e ora gli mentiva? Come poteva farlo?’ Continuava a pensare Arya.
Sansa, notando il silenzio della sorella che di solito le dava sempre il tormento, chiese se stava bene.
“È tutto ok Ary? Sei silenziosa. È per via di Robb?”
Arya annuì.
“Tranquilla, capita che stia male. Ma sono sicura che domani starà benissimo.” Disse la rossa entrando nel vialetto di casa.
“E se stesse ancora male?” chiese preoccupata la ragazza più giovane.
“Arya, a nostro fratello capita di stare male e più passa il tempo e più frequentemente succederà dato che lui diventerà sempre più debole. Quindi non ti devi spaventare se magari lo vedi come oggi.” Disse Sansa.
“Non è quello. Cioè si… solo che gli ho preso la mano oggi ed era fredda e mi sono un po'… come dire… spaventata.” Disse Arya.
“Capisco… ma come ti ho detto non ti devi preoccupare.”
“Secondo te gli troveranno un cuore nuovo?” domandò all’improvviso la più giovane delle sorelle “Io non voglio perderlo. Non adesso che è tornato.” Continuò prima di scoppiare a piangere e venire abbracciata da Sansa.
“Oh Ary. Non so cosa succederà, ma sinceramente spero che trovino un modo per farlo stare meglio. Nessuno di noi vuole perderlo. Nemmeno Jon anche se non sembra. Robb è nostro fratello e fa parte della famiglia. Del branco. E come dice sempre papà: quando un componente del branco ha bisogno di aiuto, gli altri lupi gli danno una mano. Ed è quello che faremo noi: staremo sempre con lui e lo faremmo stare meglio. Fino alla fine, qualunque cosa accada. Nel bene e nel male. E se non dovesse andare bene sono certa che lui sarà comunque sempre con noi come la mamma. Capito sorellina.”
“Mi piace il tuo piano. Faremmo stare bene Robb qualunque cosa accada.” Concordò la piccola sorridendo.
  
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