Isabel
non considera importante la fuga di Sophie, tanto da manifestare il suo
disappunto verso quello che crede fortemente sia un capriccio da non
assecondare.
“Dovremmo
lasciare che torni autonomamente a casa. Vuole solo attirare
l’attenzione per
ricevere ciò che vuole e che non può
avere” – brontola la fanciulla.
Le
sue parole vengono presto udite dal marito che, infastidito, risponde
– “Ciò
che non può avere? A cosa ti riferisci? Immaginavo sapessi
il motivo del suo
comportamento. Adesso mi racconti ogni cosa”
“Niente.
Lei mi ha detto di volere che tu stia con Anna e di lasciare me e il
bambino
soli a noi stessi. Le ho ribadito che non era possibile e che tu non
ami più la
sua mamma. Arrabbiata, si è chiusa in camera e da quel
momento in poi è
accaduto quanto sappiamo” – spiega, mentendo
spudoratamente.
“Davvero
desidera che io e Anna torniamo insieme?” – domanda
Kristoff, colpito da tale
pensiero. In fondo lui e sua figlia hanno lo stesso sogno.
“Si,
ma tu rimarrai al mio fianco. Giusto? Lo hai promesso”
“Senti
Isa, forse sarebbe bene chiarire la situazione” – a
quel punto è bene essere
sinceri, pensa Bjorgman.
Ovviamente
tali parole vengono capite al volo da Isabel. Quello è
proprio l’inizio del
discorso “lasciamoci, però cresciamo il bambino da
amici”.
Perciò
mette in scena l’ennesimo teatrino per evitare di essere
scaricata dal coniuge.
“Non
mi sento molto bene. Mi gira la testa” – finge,
aggrappandosi al braccio del
consorte.
“Aspetta,
siediti qui. Ti prendo dell’acqua” –
afferma il giovane, preoccupato.
Dopotutto
vuole tutelare la salute di suo figlio.
Le
avvicina un bicchiere e ne versa all’interno la bevanda.
“Ti
sei ripresa?” - domanda
poi, ansioso di
dover toccare l’argomento “fine
matrimonio”.
“E’
meglio se rimango a palazzo. Mettermi alle ricerche di Sophie in questo
stato
può essere pericoloso”
Vederla
tesa per la gravidanza, spinge Kris a mettere da parte, per
l’ennesima volta, i
suoi sentimenti reali. Così evita altre parole e asseconda
la richiesta della
consorte.
“Certo.
Per qualunque cosa, usa il campanello e suonalo più forte
che puoi per chiamare
a te la servitù.”
“Impari in fretta come si abita a palazzo”
– puntualizza Isa, stupita dal
comportamento del marito.
“Idunn
ha precisato alcune delle loro attitudini e ammetto di averle
immediatamente
apprese! Non sono di sicuro il nostro pane quotidiano, visto che
dobbiamo sgobbare
dalla mattina alla sera. Però se per qualche giorno posso
sentirmi un re, perché
no?!” – spiega lui, sorridendo.
Poi
afferra lo zaino e si avvia all’uscita.
“No
ti prego, non andartene” – lo supplica la donna,
bloccandolo sull’uscio della
porta.
“Mia
figlia è chissà dove. Devo trovarla. Idunn e i
miei genitori, assieme a qualche
soldato, mi attendono fuori dai cancelli. Meglio
affrettarmi””
“Se
dovesse accadere qualcosa al piccolo? Se dovessi sentirmi male mentre
sei via?”
“Non
accadrà niente. Stai serena. Hai tante di quelle domestiche
pronte a darti una
mano, vedrai che sarò di ritorno in serata”
L’evidente
disinteresse di Bjorgman, irrita Isabel che dà inizio
all’ennesimo battibecco,
causando perdita di tempo e rallentamento nelle ricerche di Sophie.
“Ecco,
vedi come fai? Mi consideri sempre seconda a qualcosa o a qualcuno.
Sophie
scappa, io mi sento poco bene per via della gravidanza, ma nella tua
testa è
sempre la piccola ad avere priorità”
“Vuoi
ricominciare con queste fandonie? Non mi va di litigare, ti prego. Si
tratta di
una bambina di quasi sei anni, andata non si sa da quale parte del
regno.
Presto diventerà buio e i pericoli aumenteranno.
Perciò puoi non pensare chissà
cosa e ragionare da adulta, da mamma magari! Basta con questi paragoni
tra te e
lei.”
“Sei
tu il colpevole di queste mie insicurezze, Kristoff. Lo so che quando
sei con
me, pensi esclusivamente ad Anna. Anche
nell’intimità ...è sempre stato
così” –
tuona la fanciulla, esasperata.
“Lo
vedi come sei? Adesso cosa c’entra Anna?”
“Lei è la causa delle nostre tensioni. Mi avevi
promesso che avresti pensato
esclusivamente a me e il bambino. Ora mi ignori. Per questo ho tutte le
ragioni
del mondo per arrabbiarmi con un marito che mi ha solo usata, che mi ha
sposata
per cancellare ricordi dolorosi dalla mente. Se non ti sto bene, come
mai, anni
fa, mi hai voluta in sposa? Anche all’epoca avevo i miei
pregi e difetti. Quindi
ho ragione a dire che mi hai presa in moglie per dimenticare la
principessa”
La
discussione continua ancora e ancora.
Lei
lo attacca e lui si difende. Kristoff vorrebbe mollarla,
però il timore di
qualche malore della donna lo angoscia. Avrebbe fatto quanto richiesto
dal suo
cuore innamorato, a tempo debito.
Fortunatamente
è l’arrivo di Samuel a chiudere la litigata.
“Insomma
figliolo, sbrigati! Non abbiamo molto tempo” – lo
rimprovera per il notevole
ritardo.
“Scusa
papà. Sono pronto, andiamo pure” –
così dicendo, ignora la moglie e fila via.
Isabel,
invece, non si è sentita mai così umiliata in
vita sua.
Scarica
la sua rabbia e tristezza in un lungo e disperato pianto.
I
suoi singhiozzi vengono uditi anche dalla servitù che si
preoccupa.
Alcune
sue ex colleghe, amiche quando prestava servizio a palazzo, la
conducono in
cucina per distrarla e raccontarle gossip di paese.
Inutili
i loro tentativi. La donna ha nella mente un solo pensiero: Kristoff
Bjorgman,
l’uomo che ama e che non la ricambia e non l’ha mai
fatto.
Le
ore passano e la futura mamma decide di rincasare, per stare da sola.
Ed è nel
momento in cui si appresta ad uscire dai cancelli, Isa fa un incontro
insolito.
“Vai
già via?” – le domanda un giovane dai
capelli biondi e gli occhi verdi. Indossa
un’uniforme reale e sembra molto preoccupato per la ragazza.
“Cosa
vuoi da me, Oscar?”
“Voglio
vederti serena. Perché non accetti la situazione? Kristoff
non ti amerà mai,
non sei stanca di doverlo pregare per ricevere amore?”
“Zitto, non è affare tuo. E poi… come
sai questi fatti? Mi spii adesso?”
Oscar Reed è uno dei soldati di palazzo, noto per
frequentare spesso le cucine
e divertirsi con le domestiche. Un playboy vero e proprio. Peccato che
abbia
rinunciato alle spasimanti perché innamorato di una donna in
particolare.
“Sai
bene che non posso fare altrimenti. In fondo me lo
devi…”
“Io
non ti devo proprio niente. Anzi se non la pianti di seguirmi, lo
racconterò a
mio marito”
“E
lui riderà beato” – commenta, con
ilarità, il ragazzo.
“Piantala.
Abbiamo dormito insieme una sola volta e non ricadrò nello
stesso errore” – riprende
a camminare, raggiungendo la piazza in un battibaleno.
Oscar
invece non sembra darle pace e continua a seguirla.
“Perché
non molli tutto e vieni via con me? Ti darei l’amore che
meriti”
Tale
affermazione immobilizza Isabel per alcuni istanti.
Lentamente
si volta verso Reed e, con disprezzo, dice -
“Non lo voglio questo amore, lo capisci o
no?”
“Non
eri di questo parere quando, qualche mese fa, hai trascorso
un’intera giornata
nella mia camera da letto”
“Come
ti permetti? Credi che io possa sentirmi minacciata da te? pensi di
avere un
controllo sulla mia persona soltanto perché ho ceduto ad un
momento di disperazione.
Ti ricordo che ne hai approfittato, bello mio”
“Già
e chissà come ora sei addirittura incinta. Sii sincera,
Isabel. Quel figlio non
è di Kristoff”
“Cosa?
Tu sei pazzo” – replica, turbata, lei.
“No.
Io sono realista. Sappi che non mi arrenderò fino a quando
non ammetterai la
verità. Non puoi permetterti di attaccare tuo marito per un
amore che tenta di
celare se tu sei stata la prima a tradirlo” –
ripete Oscar.
Quelle
parole toccano il cuore di Isabel che, arrabbiata e in lacrime, scappa
via.
Corre
senza sosta, preda dei pensieri che turbano la sua mente.
Il
senso di colpa la devasta e l’ansia di essere scoperta la
manda in crisi.
Ma
è proprio quando si trova davanti la porta della sua umile
casa che un forte
dolore addominale la costringe a sedersi.
Piegata
in due dal dolore, perde i sensi.
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“Cosa
ci fate voi due qui? è pericoloso. Siete venuti da
soli?” – domanda Elsa,
scioccata.
“Zia,
io voglio rimanere con te. non mi piace abitare ad Arendelle”
– risponde
Sophie, avvinghiata alla giovane parente.
“Olaf,
hai portato tu Sophie fino alla montagna del Nord?”
“No!
Ha fatto tutto da sola. Ho imparato a conoscerla ed è
impossibile farle
cambiare idea”
“Un
po' come Anna!” – commenta ridacchiando Lisa
– “E come te, Elsa. Che siete
sorelle non ci sono ormai più dubbi”
“Spero
che lei riesca ad accettarmi così come sono”
“Lo
farà. La conosco troppo bene. Ha sempre sognato una sorella
con cui condividere
tutto. Adesso il suo desiderio si è realizzato”
Sophie,
abbracciata alla parente, si sente finalmente a casa e tra le sue
braccia
crolla in un lungo sonno ristoratore.
Lisa
la avvolge con il cappotto che indossava prima di raggiungere Elsa
sulla montagna
del Nord. Le accarezza dolcemente il viso e dice –
“Lei sarà la chiave della nostra
felicità”
“Cosa vuoi dire?” – domanda la giovane.