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Autore: alessandroago_94    28/02/2019    3 recensioni
Altra raccolta di componimenti poetici molto semplici.
Genere: Generale, Poesia | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Il voler naufragare

IL VOLER NAUFRAGARE

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Tutto questo morire dentro.

Questo voler naufragare, a tutti i costi.

Nel sangue e con le ossa rotte,

aggrapparsi rabbiosamente all’inganno visivo,

non ce la faranno a farmi perdere il senso

di un orientamento che non sa di vita,

che non segue una rotta

che mi lascia rollare senza sosta

su questa distesa di acqua sporca

dove la plastica galleggia

ahimè, galleggia.

 

Ed io galleggio con essa;

galleggio per inerzia, non c’è un domani

che la sorte possa offrirmi, perché in fondo

sono il naufrago che non desidera

i soccorsi,

sono il naufrago che cerca l’isola deserta

dove vivere di cocco e di Natura.

 

Sono disidratato, ma non importa;

ai miei occhi appare solo la visione lontana

del giorno in cui, deridendomi, mi hai accusato

di non avere neanche lo spirito di sopravvivenza.

Purtroppo ce l’ho, ma non è come tu immagini.

La mia è quella voglia perversa

di lasciarsi coccolare da quei demoni che vivono dentro,

nel cuore e nella mente,

nel buio degli angoli

dove non cammina mai la gente.

 

Non seguo una trama, non ho binari,

la vita è com’è e l’accetto come me la vendono ogni dì,

nella mia deriva costante.

 

Alla faccia dei ghiacciai sciolti dell’Artico

la notte qui resta bianca di brina

con il giorno che è vento rabbioso

che sferza questa mia povera pelle arrossata

dalle intemperie e dall’addiaccio.

 

Ecco qual è il vero problema, la base di tutto!

È che non ho la testa.

Non è vero che non ho spirito di iniziativa,

di sopravvivenza,

ma solo che non so ragionare.

Se lo sapessi fare

avrei devastato questo mondo fatto di quadri

e di ritratti vecchi e coperti dalla patina

della polvere dei secoli e del nuovo millennio.

 

Se avessi avuto il dono di una mente geniale

avrei devastato l’idea di essere umano,

l’idea di Dio;

avrei reso l’Umano un Dio,

robotica che si mischia con la materia dell’anima,

meccanismi che non si inceppano nel tempo

che non lasciano solo orme fugaci

intrappolate nel rapido scorrere di un momento.

 

Se avessi una buona mente

non mi sarei limitato a restare scintilla fugace

dopo oltre un quarto di secolo di vita;

lo studio filosofico dei concetti,

la tua cattiveria bigotta

non mi aiuteranno.

 

È tutto questo sudiciume che cerco di levarmi di dosso,

la noia stessa di chi mi ha generato.

La polvere della materia di cui sono composto.

Non ho la testa per affrontare tutto questo,

allora Dio mi lasci alla deriva,

io non pongo più alcuna sfida.

Confido nell’atollo deserto

senza fari né riflettori,

dove l’alba è un dono quotidiano

e la notte è una culla naturale.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

NOTA DELL’AUTORE

 

 

 

Altra poesia un pochino drammatica, interpretatela voi come preferite ^^ grazie ancora e di tutto.

   
 
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