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Autore: DarkYuna    28/02/2019    1 recensioni
(Seconda parte di "Ricama il mattino con i fili della notte")
Dal nono capitolo:
"La luce opalescente del giorno vicino alla morte si riverbera suggestiva nei suoi occhi
e le iridi trasparenti albeggiano su un cuore che si strugge, nella forza tragica,
di un amore non corrisposto.".
Genere: Malinconico, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Chris Evans, Nuovo personaggio, Sebastian Stan
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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6.








 
A volte accade... accade che, nel credere con tutta te stessa in un sogno di zucchero filato, l'amara delusione al fiele è un boccone che resta statico in gola e ti soffoca negli effetti devastatori della propria utopia scriteriata. Più abbiamo auspicato e più sarà abissale il dispiacere.
Accade, è vero, e tu vorresti smettere di volerci provare ancora e ancora, magari sarà la volta buona ti convinci, magari accade il miracolo, ma intanto ti spezzi dentro e i frammenti si disseminano nel vento e non sei più tu e non ti riconosci e ti arrabbi e ti avvilisci e piangi fino a prosciugarti, però tutto resta invariato e soffri di più, perché ti sforzi, combatti e prosegui imperterrita, fino a quando ti sbricioli definitivamente e non sei più in grado di ricomporti.
 
 
Dovrei odiare Sebastian, coerentemente è quello l'atteggiamento da adottare verso qualcuno che ti ha presa in giro sin dall'inizio, con un vergognoso obiettivo celato da un sorriso attraente. E invece no, perché non faccio altro che pensare a quello stesso sorriso che è stato in grado di prendermi il cuore come mai prima d'ora. Ho visto cose in quel sorriso, che forse erano solo nella mia mente, ho visto ciò che volevo vedere e non la realtà.
 
 
Ho trascorso un Natale da schifo, l'umore sotto terra, non ero in vena di risate, canti festivi, regali ed ogni cosa di felice ci possa essere in questo periodo. Che sto male, se ne sono accorte anche le pietre.
Sebastian mi ha chiamata più volte per gli auguri e per sapere come stavo... ho mentito, sto mentendo a tutti, è sorprendentemente così facile che è come bere un bicchier d'acqua.
Io non so cosa mi abbia fatto, so solo che quando sono uscita da quella camera d'albergo non ero più la ragazza di sempre. Ora sono una sconosciuta perfino per me stessa.
Adesso che... adesso.
 
 
Adesso sono qui, davanti alla libreria chiusa, piove a dirotto ed ho dimenticato l'ombrello come sempre, sono fradicia dalla testa ai piedi, tuttavia sono ferma sul marciapiede, tra il via vai concitato delle persone e lascio che la pioggia mi sussurri parole che non hanno vocaboli, ma sono composte da suoni che nessuno ascolta più.
Non credo di essere tra le poche elette che meritavano un amore vero, quello con la "A" maiuscola, che dura per sempre e che non sfiorisce mai, però non mi spiego perché io abbia avuto la magnifica possibilità di conoscere l'uomo che abitava i miei sogni più rosei e di essere divisi da un gelido muro di fredda imperturbabilità.
 
 
D'un tratto non sento più il temporale, apro allarmata gli occhi e vedo un grosso ombrello blu ripararmi. Il proprietario di quell'ombrello è Chris Evans... Chris Evans è qui, proprio qui a venti centimetri da me e mi sta cordialmente evitando di prendere una polmonite. 
Ha un mite sorriso luminoso, la dolcezza ritratta in un viso buono e generoso. I capelli castani chiari sono umidi e pettinati all'indietro, un velo accennato di barba, e da vicino è più alto e fisicamente più nerboruto di quanto pensassi.
 
 
<< Deduco che tu stia risparmiando sulla bolletta dell'acqua, facendo direttamente la doccia sotto la pioggia? >>.
 
 
Devo metterci tutta la mia buona volontà per non scoppiare a ridere, perché sono sul serio emozionata. È la prima volta che lo incontro di persona e che mi rivolge la parola... con il senno di poi, studio minuziosamente ciò che provo e l'entusiasmo si sgonfia come un palloncino difettoso: non sento niente.  
<< C-cos cosa? >>.
 
 
Aggrotta appena le sopracciglia, le iridi sono un pezzo d'arte.
<< Elaine, giusto? Hai un'aria sconvolta, tutto bene? >>, si preoccupa onesto, non ha secondi fini. Se perfino uno sconosciuto se ne è accorto, allora c'è davvero qualcosa che non va.
 
 
Annuisco e fingo un sorriso da premio Oscar.
Sebastian Stan è un suo amico, non posso andare a sfogarmi proprio con lui, non l'ho fatto con nessuno fino ad oggi ed è meglio così. Si intrometterebbero troppe persone e si creerebbe un caos inutile, poi il passo sarebbe breve per giornalisti e fotografi... a me va bene così, sono io che ho chiesto questo e non mi tirerò di certo indietro.
<< Ho solo dimenticato l'ombrello. >>, inganno per il bene di tutti. Rovisto in fretta nella borsa alla ricerca delle chiavi del negozio, avrei dovuto già aprire e sono in ritardo. Non voglio che lo venga a sapere Andria ed abbia dei ripensamenti sulla mia condotta, fino ad oggi irreprensibile. << Ti serviva qualcosa? >>.
 
 
<< Mia moglie ha dimenticato il cellulare, ero nei paraggi e sono passato a riprenderlo. >>. Pronuncia fieramente "mia moglie", riesco a percepire il portentoso amore che prova per lei, nutro un briciolo d'invidia, per ciò che io posso solo immaginare.
 
 
Anastasiya mi ha fatto leggere un articolo che li riguardava, un brutto episodio accaduto anni fa, dove Andria è rimasta vittima di un tentativo di rapimento ai danni di Chris Evans finito molto male. Lui le ha donato il suo sangue, per tenerla in vita.
Il suo sangue!
Non conosco azione altrettanto incredibile che possa comparare un gesto del genere. È il tipo d'amore che anelavo per me stessa, ma il principe azzurro si è innamorato di un'altra principessa.
 
 
<< Oh sì, l'ho messo accanto al computer, in attesa che tornasse. >>. Gli faccio strada all'interno della libreria, riaccendo gli interruttori e il riscaldamento, mentre prendo un asciugamano dal piccolo bagno sul retro per tamponare i capelli.
Recupero il cellulare, lo consegno nelle mani di Chris Evans, che prosegue bonario a guardarmi.
 
 
<< Sicura di stare bene? >>. È quel tipo di persona che aiuterebbe chiunque a qualsiasi costo, non gli importerebbe chi o quale sia il suo problema, sarebbe capace di sobbarcarsi i dilemmi degli altri per risolverli.
Ed è assurdo, anzi di più, paradossale, perché è proprio con lui che decido di aprirmi, né con mia nonna, né con Anastasiya, ma con Chris Evans.
 
 
Siedo stanca sulla sedia, dietro al bancone, la maschera di finta compostezza viene via con facilità e solo ora mi rendo conto quanto sia pesante indossarla. Sevizio il tessuto spugnoso dell'asciugamano.
Mi stringo nelle spalle, il nodo in gola diventa un cappio mortale e le lacrime esplodono senza che possa far altro che lasciarle scorrere.
 
 
Chris è sorpreso dalla reazione fragorosa, a passo spedito aggira il mobile che ci divide e mi abbraccia caloroso. Non lo fa perché vuole altro, non lo fa con cattive intenzioni, non è Sebastian, lui è Chris Evans e lo fa per darmi davvero supporto morale.
<< Oh mi dispiace. >>, dice frenetico, accarezzando gentile la schiena, senza sapere di preciso per cos'è che gli dispiace. << È qualcosa di grave? Posso fare qualcosa per risolverlo? >>.
 
 
 
Scuoto la testa, i singhiozzi mi riempiono la bocca, devo metterci tutta la buona volontà per articolare frasi di senso compiuto.
<< N-no, sono solo una stupida. Nessuno può fare qualcosa per me... nessuno. Sono l'unica artefice dei miei casini. >>.
 
 
Mi scosta leggermente, ma sono ancora stretta a lui, le sue dita asciugano gentili i lucciconi bollenti ed il sorriso è come un sole estivo ai primi bagliori mattinieri.
<< Problemi di cuore? >>, ipotizza con il tono più delizioso possibile. Non mi sta giudicando, mi sta offrendo una spalla su cui piangere.  
 
 
<< Io sono un problema vivente, perché sono andata ad innamorarmi di qualcuno che non prova lo stesso per me! >>, frigno, preda della disperazione. << Ed io... i-io... credo di essere innamorata, ma non una semplice cotta passeggera, quel tipo di infatuazione che è più amore, che una semplice sbandata... ero c-certa che ci fosse qualcosa, che sentisse qualcosa, anche di piccolo, per me, ma poi, poi... ha fatto una cosa, ed io ho capito che non è questo che vuole da me, non è il mio cuore. >>, confesso tutto, non ho filtri, non so il perché tra tutti ho deciso che proprio lui fosse la persona giusta, è probabile che la spiegazione risieda nel fatto che il mio cervello lo colleghi a Sebastian.
 
 
La mimica cambia, è preoccupato da ciò che gli ho appena rivelato.
<< Ti ha mancato di rispetto o... qualcosa di peggio? Ti ha fatto del male fisicamente? >>. Ha l'aria di qualcuno che agirebbe in prima persona per preservarmi da una violenza corporea.
 
 
Scuoto energicamente.
<< N-no... ma non è il mio cuore che vuole. >>, provo a spiegare, senza scendere in dettagli intimi e Chris Evans intuisce al volo.
 
 
 
Sospira dispiaciuto ed è autentico, non riuscirebbe a mentire nemmeno se volesse. Sta per dire qualcosa per aiutarmi, quando un movimento cattura la nostra attenzione e ci voltiamo entrambi verso la persona che è appena entrata nella libreria.
Con un brivido di puro terrore, tra le lacrime e la vista annebbiata, distinguo il volto adirato di Sebastian.   
Chiunque avrebbe travisato la realtà al suo posto, anche se fosse arrivata Andria, sarebbe accaduto. Sono tra le braccia di Chris Evans, è molto vicino a me, c'è un clima quasi intimo, mi sta accarezzando premuroso il viso ed ha un'espressione tenera, pensare male è naturale.
 
 
Balzo all'indietro maldestra e la mia reazione improvvisa ed inconfutabile, induce Chris a giungere nuovamente all'unica soluzione possibile. Gli occhi prendono consapevolezza, vedo anche dell'altro che non riesco a penetrare, qualcosa che va oltre me, anche se mi comprende, è un episodio che accomuna il loro passato.
<< Grazie per il cellulare di Andria, Elaine... continueremo la nostra chiacchierata un'altra volta. >>, promette, il tono è aspro, ma non per colpa mia. << Mi ha fatto piacere conoscerti. >>. C'è un silenzio sinistro e la tensione si può tagliare a fette.
 
 
<< Anche a me. >>, balbetto talmente in imbarazzo che incespico nelle vocali.
 
 
Fa un cenno con la mano verso di me e, sotto il mio sguardo scioccato se ne va dal negozio, non prima di aver lanciato un'occhiata in cagnesco a Sebastian. Credevo fossero amici, allora perché questo comportamento?
Per la prima volta, da quando frequento Sebastian, ho paura di restare sola con lui, ha l'espressione dura, furente e cattiva, da questo non ne scaturirà niente di buono.
 
 
Schiocca la lingua al palato, ha un sorriso maligno e risentito, infila le mani nelle tasche del cappotto e cammina a rilento verso di me.
<< Che dire... ti consoli in fretta. >>, accusa disgustato, usando tutta la crudeltà di cui è capace. Poggia le mani sul bancone, le iridi sono pugnali acuminati con cui mi frugano nel profondo. << Con un uomo sposato per giunta. Se non fossi stato io il primo, avrei seriamente creduto di essere l'ultimo di una corposa lista. >>. È denigratorio, disumano e feroce, un fuoco corvino vibra in lui e rischia di incendiare viva anche me.
 
 
Fuori controllo lo schiaffeggio risentita e capisco ciò che ho fatto solo dopo che le impronte delle mie dita si ritraggono sul viso bellissimo.
 
 
Serra la bocca, gli occhi sono lava fluida, scorgo una furia cieca in lui, è la calma glaciale prima della tempesta e, quando scatta rabbioso, raggiungendomi letale dietro il bancone, non ho altre vie di scampo: sono in trappola.
Mi afferra prepotente per i polsi impedendomi di reagire, li stringe così tanto da farmi lacrimare dal dolore, poi spinge implacabile verso lo stanzino sul retro, mi schiaccia con il peso massiccio contro il muro e non posso fare altro che arrendermi alla sua forza. Blocca le braccia al di sopra della mia testa con una mano, con l'altra strattona violento i miei pantaloni, poi l'intimo e le dita si intrufolano di prepotenza tra le pieghe del mio sesso, stuzzicando osceno.  
 
 
<< È questo che vuoi, vero? >>, sibila adirato, soggetto ad una gelosia che non credevo possibile, la scorgo nelle parole, nel viso furibondo e dal comportamento spietato. È certo di umiliarmi, offendermi come donna, ma la risposta spontanea del mio corpo confuta ogni sua teoria, poiché, lì dove continua a provocare abile, si inumidisce in fretta di un fluido denso che non può essere frainteso: sono eccitata.
 
 
Appare stupefatto da quel che sta succedendo, si aspettava di tutto, ma non questo. L'indice ed il medio scivolano dentro di me, spezzandomi il respiro, è un gioco brutale ad uscire ed entrare con un ritmo serrato, poi le sfila del tutto e le succhia con voracità crescente, la lingua si attarda dove il mio piacere è più abbondante sulle dita. Afferra brusco l'attaccatura dei miei capelli per attirarmi a sé e baciarmi con rabbia bestiale, c'è una passione infuocata, mista ad un'ira fatale.
Potrebbe entrare chiunque in negozio e vederci, questo non fa altro che rendere il momento maggiormente proibito e pericoloso.
Si toglie di fretta la giacca ed il maglione con una cupidigia irrefrenabile, ha sete di me, vuole saziarsi profondamente della carne e non si fermerà fino a quando non spegnerà la brama smodata. Non ha riguardi, non ci va piano, non mi sta rispettando come persona, non sta avendo cura del fatto che questa è ancora la mia prima volta, agisce per fini egoistici, cancellando ciò che di più inviolato c'è in me.
 
 
Mi obbliga quasi a stendermi sull'angusto tavolino che c'è nella stanzetta, scalciando via i pantaloni... stavolta è lui che mi spoglia senza nessuna dolcezza.
Non muovo un muscolo, l'agitazione si legge a caratteri cubitali sul mio viso. Le mani morbide afferrano di prepotenza il seno, con uno strattone tira giù anche i suoi boxer e l'erezione è più voluminosa di quanto ricordassi, l'agguanta di getto e senza alcuna premura, penetra svelto dentro di me.
Non parlo mai, non so cosa sento di preciso, ancora male impregnato da smania selvaggia, ho chiara solo l'idea che è questo che voglio, che lo voglio da lui e da nessun altro e che lo voglio sempre, continuamente, solo per me. È per questo che non piango, che non urlo, che ho smesso di oppormi, perché sono più che consenziente.
 
 
Facciamo sesso spietato, collerico, ad ogni colpo si impone di entrare sempre più in profondità, voglio sentire dolore e godimento in questo modo, ogni parte di me deve sapere di lui, voglio morire mentre ricevo piacere da lui e gliene elargisco altrettanto altro.
Indirizzo la sua mano tra le mie cosce oscenamente spalancate, nella parte più sensibile, Sebastian non se lo fa ripetere due volte e torna a stimolarmi da dove si era fermato, per giungere all'apice in fretta. Massaggia intensamente, si ferma per qualche breve momento e riprendere con maggiore foga, è la via giusta per portarmi al paradiso.
Pratica questo giochetto ancora, ancora e ancora, soffia su un fuoco letale, fino a quando avverto montare l'orgasmo di una furia cieca. È feroce, di un impeto sconquassante, inizia dal basso e conflagra verso l'alto, compromettendo totalmente il corpo e bloccando il cervello.
Lui resiste fino a quando non si accerta che io abbia goduto del suo corpo, poi cede alla pressione sfibrante e viene dentro di me più e più volte liberandosi, alla fine si abbandona esausto.
 
 
Il respiro torna lentamente regolare, ho il cuore che batte all'unisono con il suo e, nel silenzio pigro della quiete dopo la tempesta, assimilo realmente quanto io sia innamorata di Sebastian e di quanto sia deleterio il rapporto con lui.   
Chiudo gli occhi, il cuore mi fa male, è gonfio di spasmi, sento così tanta afflizione che non riesco più a gestirla. Sto soffrendo, soffrendo molto, soffrendo troppo. Un singhiozzo mi scardina la gabbia toracica, le lacrime scivolano mute sul viso.
 
 
Sebastian si sposta lesto, il vuoto mi piomba addosso come un macigno che mi schiaccia i polmoni. Sono più che certa che si stia rivestendo, perché in fondo non siamo altro che questo, non siamo altro che carne e passione, l'ho chiesto io dopotutto, invece di arrabbiarmi ho accettato di essere usata, invece di urlare e respingerlo, gli ho permesso di scopare il mio corpo senza pietà. D'un tratto avverto le braccia scivolare sotto di me e con forza obbligare a mettermi seduta, per stringermi protettivo al torace caldo.
 
 
Rabbrividisco per il vigore che provo nel suo tenere i frammenti di me che stanno crollando, non mi sta semplicemente abbracciando, sta sfiorando la mia anima. Ha fatto lo stesso quando mi ha respinta il giorno che gli ho chiesto di frequentarci.
 
 
<< Questo... questo deve finire, Elaine. Non è un gioco che puoi sostenere, non è per te. >>, sussurra con un tono mesto e quasi ci credo sul serio che gli dispiaccia. Lambisce i miei capelli e strofina il viso sulla mia fronte, per placare la mareggiata.
 
 
<< Per me non è mai stato un gioco. >>, singhiozzo involontaria. << Però posso farcela. >>. Sciolgo brusca l'abbraccio, asciugo rabbiosa le lacrime e faccio un sopruso su me stessa, per un sorriso che sa di bugie e mestizia. Sta cercando di scaricarmi, non di lasciarmi, perché non siamo mai stati una coppia e non lo saremo mai. Scarichi una persona sgradevole, lasci una persona che hai amato.
 
 
Le iridi di laguna intravedono un particolare sul mio viso che non lo fa retrocedere di una virgola dalla sua irreversibile decisione.
<< Guardati... dopo solo due settimane che mi conosci, stai cadendo a pezzi. >>. Non mi sta disprezzando, sta solo riportando la realtà dei fatti.
 
 
<< Non deve importanti! >>, replico accalorata. Se vuole usarmi che si accomodi, ma almeno che non faccia finta che gli interessi.
 
 
La mascella si contrae, ha di nuovo una mimica gelida, annuisce più ad un suo pensiero che a me. Si volta a raccogliere i vestiti, non mi degna più di uno sguardo e, prima di andarsene, parla un'ultima volta.
<< Non mi importa infatti, è per questo che finisce qui. Ero passato per dirti che le riprese del film sono cessate: sono in partenza per New York. >>.  









Note:
Beh, che caratteraccio che ha Sebastian! Però d'altronde, non riesce a fare altrimenti... forse, in qualche modo, gli importa di Elaine, ecco perché alla fine la lascia... anche se, non in una maniera giusta. 
Ci tenevo a dare una parte anche Chris (alias Stellina), è sempre il dolce principe azzurro, in contrato con Sebastan, che è l'oscuro lupo famelico. Tra loro due non corre più buon sangue da parecchio e l'ascia di guerra non è mai stata sotterrata. 

Avrei voluto approfondire le descrizioni dell'incontro tra Elaine e Sebastian, ma poi avrei dovuto cambiare il raiting, invece lo volevo mantenere così. 

 

La storia può presentare errori ortografici.



Un abbraccio.
DarkYuna. 

 
  
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