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Autore: Myriru    28/02/2019    2 recensioni
«Ho bisogno di te...»
«Sono qui»
Versailles no bara incontra Orpheus no mado: dalla loro unione si  mescolano gli avvenimenti della Rivoluzione Francese con la psicologia/filosofia dei personagg di Orpheus. Spero vi piaccia! ^-^
Genere: Erotico, Romantico, Storico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: André Grandier, Bernard Chatelet, Nuovo Personaggio, Oscar François de Jarjayes, Rosalie Lamorlière
Note: Lime, OOC, What if? | Avvertimenti: Triangolo
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- Questa storia fa parte della serie 'Insieme per sempre'
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«Ieri l'ho incontrato... »
Ammise Oscar, intenta ad aiutare Rosalie con il bucato, mentre osservava l’acqua riscaldarsi sul piccolo fuoco nel cortile. Rosalie si girò a guardarla, mentre posava i panni sporchi vicino al lavatoio.
«Chi? »
Chiese senza capire, cercò lo sguardo di Oscar ma le sembrò distante.
«Alexandre... »
«Non parlavi più di lui da molto tempo... »
«Già... »
Oscar abbassò lo sguardo. Prese la tinozza d’acqua calda e aiutò Rosalie a lavare le camicie dei tre uomini, con una cura e attenzione meticolosa. Restarono in silenzio per alcuni secondi, ma la curiosità stava divorando la povera Rosalie.
«Com'è stato incontrarlo dopo tanto tempo? Ne sei innamorata, vero?»
Rosalie strigliò la spazzola sulla camicia di André, ancora insanguinata. Oscar ricordò quando Bernard portò André a casa, svenuto, con i panni bruciati e il braccio sanguinante. Per fortuna le fiamme non avevano deturpato il suo bel volto, e la schiena non sembrava notevolmente compromessa. Avvertì una stretta al cuore e rimase per alcuni secondi immobile, con il sapone di Marsiglia tra le mani e una camicia nell’altra.
«Non lo so... ma di una cosa sono certa Rosalie: io... io ho messo da parte alcuni sentimenti »
Rosalie la guardò per alcuni istanti dritto negli occhi, ma non disse nulla a riguardo e le fu grata per questo. Continuarono a lavare i panni in silenzio, li risciacquarono rapidamente e li stesero ad asciugare, godendosi poi un po’ di meritato riposo dopo la lunga fatica.
«Buongiorno.... »
Oscar sussultò, cercò di non dare a vedere quanto l’improvviso arrivo di André l’avesse destabilizzata. Il giorno prima Rosalie aveva preso alcuni panni dalla camera dell’uomo, visto che oramai si era quasi insidiato a casa Chatelet. André sorrise alle due donne, indugiando lo sguardo su Oscar, tentando di capire le sue emozioni, tentando di decifrare i suoi pensieri.
«André! Come mai sei sceso? Lo sai che sei ancora convalescente? »
«Sì nonnina, me lo ricordo! Ma non ce la facevo più a stare rinchiuso in quelle quattro mura, avevo bisogno di prendere aria »
Disse sincero, accennando una debole risata mentre passava una mano sul braccio fasciato. Oscar sorrise, al suono della risata di André, anche se ne avvertì una certa tristezza.
«Forse è meglio che rientri, non mi sento molto bene »
Disse Oscar, lasciando soli i due, senza osare guardare André negli occhi.
 
///@///
 
«Sembri stanca... non stai dormendo molto ultimamente... »
Oscar accese un paio di candele e le poggiò sul comodino vicino il letto. André era seduto sul bordo del letto e la osservava rapito. Dopo aver finito, si sedette accanto a lui.
«Non preoccuparti per me.... piuttosto preoccupati per la tua di salute! Ti è appena salita la febbre e sembra anche alt »
Costatò la donna, poggiando il dorso della mano prima sulla fronte dell’uomo, poi sulle guance rosse.
«Non dovevi uscire stamattina, il dottore ha detto che non devi fare sforzi »
«Mi sono impossessato del tuo letto... »
La sua voce era roca e sensuale, i capelli neri cadevano morbidi sul volto e sul collo, il suo sguardo era dolce e l'iride le ricordò il colore dell'ossidiana, con alcuni riflessi verde scuro ed erano bellissimi. Rimase ammaliata dal suo sguardo, e il solo pensare di dover terminare quel contatto la spaventava a morte.
«Non fa niente, l'ho fatto con piacere »
André sorrise. Ultimamente aveva fatto di tutto per non lasciarlo solo e doveva ammettere che era felice di poter stare solo con lei. Lei era sempre dolce e premurosa con lui e anche dopo quel bacio.... lei era rimasta.
«Grazie, per esserti presa cura di me.... »
Le disse alla fine, dopo essersi steso nel letto distrutto. Oscar restò seduta sul bordo, cercò di non interrompere quel contatto visivo tra  di loro.
«Non devi ringraziarmi André, l’ho fatto con piacere... si è fatto tardi, buonanotte»
Oscar fece per andarsene ma André la fermò, prendendole il polso. Oscar gemette, sentendo la mano grande dell’uomo stringerle delicatamente il polso.
«Non andartene, rimani qui stanotte »
André sembrava così sicuro delle sue parole, come faceva ad esserlo? Si stupì anche lui di tanta serietà nella sua voce e della sua semplicità.
«André io... »
«Ti prego... »
Oscar esitò imbarazzata da quella improvvisa richiesta. Oscar restò immobile per alcuni istanti, immersa nei suoi pensieri. Alla fine, cosa c’era di male? Proprio nulla, erano due persone adulte e non sarebbe accaduto nulla, forse.
Si avvicinò lentamente a lui, notevolmente imbarazzata, ma il dolce sorriso di André sulle labbra la convinse ancora di più. Si trattava solo di una notte… e di dormire…no? Un pensiero impudico attraversò la mente di André per una manciata di secondi, per poi spegnersi del tutto quando potete abbracciarla sotto le coperte. Lo spazio era ristretto per due persone, eppure André aveva fatto in modo che, nonostante la sua altezza e il resto, Oscar potesse poggiare la testa sul cuscino e potesse riposare su una superficie morbida che non fosse una sedia e un tavolo. L’aveva scoperta quella stessa mattina, si era svegliato forse prima di tutti e, nell’andare in cucina l’aveva trovata addormentata, con le braccia conserte poggiate sul tavolo, a riposare. Era questo che, oltre all’irrefrenabile voglia di tenerla di nuovo tra le braccia, che l’aveva spinto a chiederle di dormire con lui. La sua reazione all’inizio l’aveva turbato, aveva accettato senza neanche una piega, ma il rossore del suo volto aveva tradito le sue emozioni. Ne sorrise. Strinse il corpo della donna al suo, addormentandosi beato, respirando il suo profumo. Oscar poggiò il capo sul suo petto e chiuse gli occhi, lasciandosi cullare dai battiti del suo cuore.
 
///@///
 
Aprì gli occhi lentamente, cercando di ricordare dove fosse. Oscar si mosse leggermente, i primi raggi del sole illuminavano debolmente la camera e creavano un'atmosfera quasi surreale. Si stropicciò gli occhi con una mano, accoccolandosi tra le braccia dell’uomo. Alzò solo un po’ il volto verso di lui, curiosa di vederlo dormire. Il volto rilassato, le lunghe ciglia scure, le labbra leggermente socchiuse, libero dalla ciocca di capelli che nascondeva al mondo una grande cicatrice che gli marcava il volto, dallo zigomo sinistro fino al sopracciglio. Fu tentata di accarezzargli il volto, ma ebbe paura di svegliarlo e di dover sentire il suo sguardo su di sé. Sentì la sua stretta farsi più salda e ne fu felice, in qualche modo. Ora i loro volti erano vicinissimi, se si fosse avvicinata un po’ di più avrebbe unito le loro labbra un’altra volta, e la tentazione fu forte.
“Ma cosa sarà mai, un bacio rubato? Lui non lo saprà mai, e sarà una questione di secondi… non se ne renderà conto”
Si disse Oscar prima di allungarsi verso di lui. André avvertì vagamente quel bacio leggero e pensò che un risveglio migliore di quello non potesse esistere. Era davvero lei o era un semplice sogno? Le labbra di lei erano così morbide…
Al principio, fu un bacio lento, soffice e delicato,  ma lui piegò la testa, rispondendo a quel bacio, sorprendendola.
Oscar sgranò gli occhi incredula e stupita. André la guardò a sua volta, calmo, pronto ad un suo rifiuto, che non arrivò.
Si lasciò andare tra le sue braccia, lui la fece stendere supina e continuò a baciarla. Come gli erano mancate le sue labbra! Oscar prese il suo volto tra le mani, avvicinandolo a suo. Come poteva sentire un così grande trasporto per lui, mentre con Alexandre non aveva provato nulla di lontanamente simile? Gli morse il labbro, dolcemente, e lo sentì ridere. Rise anche lei. André si allontanò dalle sue labbra e scese lungo il suo collo. La sentì rabbrividire, mentre le lasciava baci umidi sul collo. Oscar gli accarezzò la nuca, e giocò con i suoi capelli.
"Non sono così pazzo da dirti di no"
Le sbottonò la camicia, facendola scivolare dalle spalle , ma le sue labbra lo attiravano, rese rosse e morbide a furia dei baci che si erano scambiati. Si chinò di nuovo, verso il petto della donna, ma una fitta lancinante alla spalla lo fermò.
«André...! »
Disse allarmata, chiusa tra il suo corpo e il materasso non riusciva a muoversi. André fece una smorfia di dolore, che tentò in tutti i modi di nasconderle.
«Va tutto bene.... ora mi passa.... va tutto bene... »
Poggiò il capo sul suo petto, tremando. Oscar lo strinse a sé, lo sentì rilassarsi tra le sue braccia e, quando fu certa che si fosse addormentato di nuovo, liberò alcune piccole lacrime silenziose.
   
 
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