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Autore: BellaLuna    01/03/2019    3 recensioni
Raccolta di storie incentrate sulla coppia Bulma/Vegeta ambientate in diversi Universi Alternativi.
#1: CardCaptorSakura!AU: "La verità era che Bulma avrebbe volentieri ceduto il suo ruolo di cattura carte a Vegeta, e grazie tante!"
#2: Avatar, theLastAirBender!AU: Vegeta, principe dei dominatori del fuoco, scopre che esiste qualcosa di più forte dell'odio per cui valga la pena combattere.
#3: LOST!AU: "Forse, semplicemente, il destino di Vegeta era sempre stato quello di salvarla dalla catastrofe, come il suo quello di salvare lui da se stesso."
#4: Victoria!AU: "Bulma sapeva già come sarebbe andata a finire. Vegeta l'avrebbe guardata e non avrebbe visto nient'altro che una corona. Non avrebbe mai visto una donna, non avrebbe mai visto lei."
#5: TheVampireDiaries!AU
#6: LaBellaAddormentataNelBosco!AU
#7: FullMetalAlchemistBrotherwood!AU
#8: DragonTrainer!AU
#9: GossipGirl!AU
#10: TeenWolf!AU
#11: SKAM!AU
#12: YourName!AU
#13: Mulan!AU
#14: L'IncantesimoDelLago!AU
#15: StrangerThings!AU
[Il Capitolo Uno, il Capitolo Quattro e il Capitolo Quattordici di questa Raccolta partecipano alla "Seasons Die One After Another Challenge Edition!" di Laila_Dahl sul forum di Efp.]
Genere: Avventura, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Bulma, Goku, Vegeta | Coppie: Bulma/Vegeta
Note: AU, Raccolta | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Capitolo Uno: CardCaptorSakura!AU




Bulma era felicemente immersa nel mondo dei sogni, quando sentì la voce squillante di Goku urlare a squarciagola – come se fosse perfettamente normale avere in casa un pupazzo a forma di scimmia parlante! – le sue due parole ormai più detestate in assoluto, che da circa due mesi a quella parte si erano conquistate la top ten, riuscendo persino a piazzarsi davanti a parole comunemente odiate da tutti come “Lunedì”, “Disconnesso” e “Foruncolo”.
 << Allarme carta! Allarme carta! Allarme carta! >>
Gettando un’occhiata sbieca verso la sveglia – le due meno un quarto del mattino, accidenti a loro! – aveva masticato fra i denti digrignati appellativi davvero poco carini rivolti al piccolo custode delle carte, e si era sbattuta invece il cuscino in faccia, provando a ignorarlo bellamente.
“Il mostro di oggi aspetterà...” pensò, cercando di ricordare il bel sogno che stava facendo, su di lei che vinceva il premio Nobel per avere inventato una qualche specie di macchina del tempo “Tanto non è che può andare da un’altra parte comunque...”
Ma Goku non sembrava essere del suo stesso parere, perché totalmente ignaro del suo bisogno fisiologico di riposo notturno, cominciò a tirarla per i capelli, strappandole di mano persino l’amato cuscino.
<< Hai sentito quello che ti ho detto, B? >> aveva pure preso a usare nomignoli per mitigare il suo malumore, quella scimmietta pestifera << Abbiamo un codice rosso: allarme Carta! C’è un altro mostro in circolazione che dobbiamo catturare, su forza, alzati! >>
Bulma provò a scacciarlo via come si fa con un insetto particolarmente fastidioso << Vacci da solo! Non vedi che sto dormendo? >>
<< E che ci vado a fare da solo? Sei tu la cattura carte! >>
Come se avesse avuto bisogno che lui glielo ricordasse.
Fino a due mesi prima la sua vita poteva dirsi perfettamente identica e noiosa a quella di qualsiasi altra ragazza di quattordici anni presente sul pianeta Terra: scuola, amici, famiglia, routine.
Ma le cose erano cambiate drasticamente quando – per sbaglio – aveva avuto la brillante idea di salire su in soffitta e lì aveva trovato un vecchio libro di suo padre che, per qualche strana e ridicola ragione, aveva iniziato a illuminarsi non appena l’aveva preso in mano e... sfidava lei, chiunque fosse stato al suo posto, a non aprirlo dopo aver visto una cosa del genere!
La cosa però si era rivelata essere davvero, davvero, davvero, una pessima idea.
Dal libro era venuto fuori Goku, una specie di Peluche a forma di scimmia volante – tipo mago di Oz – che vaneggiava di essere un grande guerriero trasformato in quella forma da un potente mago cattivo di nome Babidi che l’aveva maledetto a rimanere il Custode delle Carte fino a quando quest’ultime non avessero avuto un nuovo padrone e – sul serio, qual era il problema di questo Bibidi...Bobidi... Buu...?
Mostri, carte, maledizioni... tutto le si era scagliato contro all’improvviso e Goku le aveva riferito che adesso spettava a lei - la nuova cattura carte appunto - rimettere a posto le cose e grazie tante!
Non solo era un lavoro faticoso e nemmeno retribuito ma non le spettava nemmeno un briciolo di gloria!
Insomma, si spaccava la schiena per salvare il mondo ma nessuno avrebbe dovuto sapere dei suoi poteri sennò grandi sciagure, cataclismi, apocalissi o così le aveva detto Goku.
Sul serio, che cosa aveva mai fatto di male nelle sue vite precedenti per meritarsi una cosa del genere?
Aveva forse preso a schiaffi una qualche divinità che adesso la stava punendo a quel modo perfido?
<< Buuulmaa! Dobbiamo andare! >> tornò a incalzarla la voce petulante di Goku, che adesso aveva pure iniziato a tirarle via le coperte di dosso.
“Grazie tante, universo. In un’altra vita precedente devo essere stata davvero una pessima persona per meritarmi questo.”
C’erano poche cose nella sua vita che la infastidivano particolarmente – le ore di educazione domestica, le doppie punte, un esperimento fallito – ma nulla era paragonabile a tutte quelle notti che era stata costretta a sgattaiolare fuori di casa alle ore più improbabili, perché l’ennesimo mostriciattolo - che non aveva nulla di meglio da fare che combinare disastri in giro- aveva deciso proprio quel momento, fra le tante ore del giorno a disposizione, per romperle le scatole.
Come se non avesse di meglio da fare!
(Tipo dormire.)
Una volta buttata giù dal letto da un esuberante ed esagitato Goku, infilò le ciabatte e la vestaglia da camera, conficcando nelle tasche le carte che era già riuscita a raccogliere non senza portarsi a casa anche qualche contusione e qualche trauma.
Si era quasi – e il quasi era un dettaglio molto importante! – presa una sbandata assurda per un ragazzo bellissimo, Zarbon, che alla fine invece si era rivelato essere un lucertolone disgustoso.
A ripensarci, sentiva ancora le viscere che le si contorcevano per il disgusto.
Babidi non doveva stare molto bene di mente. Quale altro mago, sennò, avrebbe creato dei mostri che poi non sarebbe riuscito a controllare e allora per farlo li avrebbe sigillati dentro delle carte da gioco? Boh. Tutta quella storia non aveva il minimo senso e grazie alla sua inesauribile fortuna sfacciata, c’era proprio finita in mezzo. Grandi urrà per Bulma.
<< Dove si và? >> chiese a Goku, che era fra i due quello che riusciva a percepire meglio l’aura dei mostri delle carte.
<< Al vecchio Luna Park, pochi isolati da qui.>>
<< Bene. Andiamo. Prima lo catturiamo, primo potrò ritornare a letto! Che seccatura! >>
Quella notte uscire di casa non si rilevò essere un problema, sia suo padre che sua sorella maggiore erano fuori, e nessuno dei vicini si era mai posto troppe domande vedendo uscire di notte una quattordicenne in pigiama.
Infilate le scarpe da ginnastica, Bulma si chiuse la porta di casa alle spalle e iniziò a seguire lungo il viale dei ciliegi in fiore, - simbolo che la primavera era finalmente arrivata -, Goku che svolazzava in aria con la sua faccia pelosa e la sua coda da scimmietta, continuando a ripetere tutto entusiasta “Allarme carta! Allarme carta!” tanto che Bulma dovette reprimere l’impulso di afferrarlo e scagliarlo contro il muro.
La ragazza non riusciva a capire che cosa ci fosse di così divertente nel dover correre alle due di notte dietro un insopportabile mostro, che con ogni probabilità avrebbe rischiato di ucciderli tutti.
Forse, quando era stato trasformato in un pupazzo di peluche dal mago Babidi, oltre al corpo a Goku gli si era rimpicciolito pure il cervello. Le probabilità che fosse andata davvero così erano molto alte, visto che il custode delle carte non sapeva pensare ad altro che a mangiare e cacciarsi nei guai.
Nel buio della città dell’ovest, Bulma percorse le strade fino al vecchio luna park più addormentata che sveglia, ringraziando che non ci fosse un’anima viva in giro pronta a riprenderla o a chiedersi che cosa ci facesse una ragazzina fuori di casa a quell’ora e accompagnata da un pupazzo svolazzante e chiacchierone.
Arrivati al cancello dell’entrata si accorse subito che qualcosa non andava.
Il luna park sembrava aperto al pubblico, e c’era nell’aria un forte odore di zucchero filato e mele caramellate.
Ma Bulma ricordava bene che il posto era stato dichiarato inagibile molto tempo prima, l’ultima volta che ci aveva messo piede dentro era stato poco prima della morte di sua madre, quando faceva ancora le elementari.
<< Entriamo! Entriamo! >> si esaltò ancora di più Goku sentendo odore di cibo, tirandola per la manica della vestaglia, pronto a sfrecciare verso l’ennesimo pericolo.
Bulma, scettro alla mano e buona dose di coraggio racimolata nemmeno lei sapeva dove, stava per seguirlo quando sentì una seconda presenza piombarle alle spalle.
<< Siete in ritardo. >>
Sobbalzando ed emettendo uno squittio davvero poco elegante, si girò indietro notando a pochi passi di distanza la figura arrogante – e perfettamente in ordine, niente pigiama, niente capelli sparati da tutte le parti, accidenti a lui! - del principino delle scocciature.
Già era difficile sopportare la boria di Vegeta durante il giorno, quando entrambi erano costretti a fingere di essere due adolescenti normali. Ma farlo alle due di notte, con indosso una vestaglia da camera e senza nemmeno aver preso un sorso di caffè era decisamente troppo.
Cosa poteva esserci di peggio?
<< Bella mise.>>
Bulma abbassò lo sguardo sul suo abbagliamento, notando i coniglietti rosa e gli arcobaleni che adornavano il suo pigiama primaverile e si sentì sprofondare dall’imbarazzo.
Ecco cosa poteva esserci di peggio: i suoi commenti odiosi!
Arrossendo, provò a non pensare alle pessime condizione in cui dovevano essere i suoi capelli, o la sua faccia, mentre era al quanto certa che il principe perfettino – che stava persino in tenuta di combattimento, sul serio, ma c’andava a dormire vestito così? Qual era il suo problema? - fosse perfino riuscito a lavarsi i denti prima di uscire di casa.
<< Non è divertente.>> gli rispose, desiderando togliergli quel ghigno sprezzante dalla faccia a suon di cazzotti.
Il ragazzo la fissò con una luce diabolica negli occhi scuri e Bulma pensò che fosse sul punto di tirar fuori il cellulare e scattarle qualche foto imbarazzante per poi ricattarla a vita – qualcosa che lei, ecco, avrebbe fatto sicuramente. Ma dubitava che Vegeta avesse mai indossato qualcosa di imbarazzante in vita sua e comunque chi era lui per giudicare, giusto? – invece iniziò ad avanzare con aria super sicura d sè verso l’entrata del luna park, precedendola.
<< Allora, vieni o no? >>
Con il fumo che quasi le usciva fuori dalla narici, Bulma lo seguì, intanto che Goku – quel traditore! - svolazzava felicemente intorno alle loro teste.
<< Che bello, Vegeta, ci sei anche tu! >>
“Che bello un corno! Ma perché deve sempre saltare fuori? Non poteva restarsene a casa?!”
<< Sta zitto, Kakaroth.>> Vegeta chiamava Goku con il suo nome originale, e non quello che Bulma aveva dato al pupazzo trovato, insieme al maledetto libro del mago, nella soffitta di casa sua.
Anche Vegeta era un cattura carte.
Anzi, a differenza di Bulma – che la cattura carte non la voleva fare proprio per niente e... perché proprio a me, oh mondo crudele? -  lui si era addestrato tutta la vita per quel momento, il momento in cui le carte di Babidi si sarebbero liberate e lui avrebbe così avuto l’occasione di impadronirsi del loro potere e diventare in tal modo il mago più potente di sempre. E tanti urrà megalomani per Vegeta!
All’inizio, quando si era presentato nella sua scuola, nella sua stessa classe, tutto trionfo e impettito – io sono il grande Vegeta blablabla - Bulma aveva anche pensato di cedergli volentieri tutto l’occorrente: scettro, libro, carte appena catturate e... grazie tante e arrivederci, è stato un piacere, ma anche no!
Se non l’aveva fatto – accettando così di rinunciare all’unica occasione che aveva per ritornare a una vita normale – era stato proprio per l’atteggiamento arrogante di Vegeta.
La sua era ormai diventata una questione di principio. Vegeta pensava davvero di essere migliore di lei in tutto - mister io discendo da una stirpe di maghi super potenti e tu invece non sei nessuno gnègnègnè - e così, perché nessuno poteva minare al suo amor proprio, specialmente non l’ultimo arrivato da chissà dove, Bulma aveva giurato a se stessa di dargli più filo da torcere possibile, scagliarlo giù dal suo piedistallo dorato e dimostrargli che pur senza la sua super spada leggendaria, e la tenuta figa da combattimento, e tutta la serie di tecniche e incantesimi che conosceva a memoria, lei sarebbe comunque riuscita a batterlo e tiè!
Insomma, non avrebbe permesso a un ragazzino presuntuoso di metterle i piedi in testa a quel modo, perciò fra loro era una sorta di guerra aperta.
Una sfida che avrebbe avuto un solo vincitore e un solo perdente.
Avrebbe dimostrato a quel principino e a quei mostri da strapazzo di che pasta era fatta, e che se la stavano sottovalutando solo perché era una ragazza si sbagliavano di grosso.
<< Hai già capito con che mostro abbiamo a che fare stavolta? >> sentì Goku chiedere al ragazzo, intanto che tutti e tre seguivano la musichetta del carosello che portava nella piazza centrale del luna park.
L’odore di dolci adesso era così forte da diventare nauseante.
Tra l’altro, tra una bancarella di dolciumi e un’altra, Bulma intravide un sacco di statue di omini di marzapane, realizzati così bene da apparire quasi vere.
Si avvicinò a quella che mostrava una coppia di giovani innamorati a braccetto mentre osservavano un banco con il tiro a segno, e sfiorò con l’indice l’orecchino della ragazza.
La statua pareva calda.
<< Cosa diavolo è? >> bisbigliò, più a se stessa che ai compagni di avventura.
Vegeta le si avvicinò e le infilò in mano un paio di stecche di cioccolato a forma di due bambini dell’asilo, grembiule e cappellino coordinati.
Bulma lo guardò storta << Grazie, ma non ho fame.>>
Senza alcuna ragione vide Vegeta far ruotare gli occhi scocciato << Ma sei scema? Guarda che quelle sono persone vere.>>
Per la sorpresa, Bulma gettò le due barrette a terra e Vegeta scoppiò nella sua classica risata sghignazzante da principe del male << Ecco, li hai fatti cadere, ora sono morti.>>
<< Ti odio.>>
<< Aaah, ho capito tutto! >> sopraggiunse la vocina squillante di Goku alle loro spalle << Si tratta di Majin Buu.>>
<< Chi diavolo è Majin Buu? >> domandò Bulma, chinata a terra a raccogliere le due barrette di cioccolata.
Sperò che i due bambini non fossero morti veramente, e le depose ai piedi della statua dei due giovani.
<< E’ una carta buona. >> rispose con il suo solito entusiasmo Goku, mentre Vegeta lo fissava male a braccia incrociate
<< Trasforma tutto ciò che vuole in dolci. Vedi? >> e le indicò alcuni alberi che sembravano fatti di stecche di liquirizia.
Bulma afferrò il pupazzo per il collo, indicandogli la statua alle sue spalle << E tu questa me la chiami una carta buona?! Si può sapere cosa diavolo ci fa con le persone dopo averle trasformate in dolciumi? >>
Goku evitò volutamente di incrociare il suo sguardo furioso << Beh… ecco... dipende... >>
<< Dipende? >>
<< Di solito, se ha fame, se li mangia.>>
A quel punto, Bulma fu seriamente sul punto di staccare la testa di pezza a Goku e vedere se il custode delle carte fosse comunque riuscito a dire scemenze, ma Vegeta glielo strappò fra le mani, prima che fosse troppo tardi.
<< AHIO! Ma che avete tutti sta sera da strattonarmi a questo modo! >> si lamentò, sotto lo scrutinio corrucciato di Vegeta.
<< Chiudi il becco, Kakaroth, e dicci come facciamo a fermarlo. >> il tono del ragazzo era quello imperioso e professionale che Bulma aveva sentito suo padre usare spesso durante le sue conferenze all’università.
Vegeta prendeva tutta quella questione veramente tanto sul serio, e dacchè lo conosceva – un mese circa - Bulma non ricordava di averlo mai visto sorridere o divertirsi o passare del tempo insieme ai loro coetanei.
Per lo più si limitava a starsene in disparte, sempre solo e con quell’aria seria, cupa e tormentata che aveva già conquistato un mucchio di ragazze.
“Pfft. Noioso. Non è affascinante proprio per niente.”
<< Cercate di non farlo arrabbiare. >> tornò a spiegare loro Goku << Di solito è un giocherellone, ma se si arrabbia sono guai seri.>>
A quel punto, Bulma riprese la palla in balzo, facendo roteare il suo scettro come un bastone da majorette.
<< Sentito, Vegeta? Non dobbiamo fare alterare quel mostro per nessun motivo e, visto e considerato che hai un pessimo carattere e che riusciresti a far imbestialire anche un santo, non fiatare e tieni la tua spada magica nel fodero, ok? >>
Bulma aveva pensato di averlo colto sul vivo, e un altro punto per lei!
E invece l’espressione di Vegeta si era fatta ancora più mefistofelica, gli occhi accesi dal rinnovato fuoco della loro sfida.
<< Sta tranquilla, ragazza arcobaleno, ho tutta l’intenzione di godermi la scena di quel mostro che ti trasforma in un coniglio di cioccolata della Lindt.>>
Le dita le prudevano dalla voglia di schiaffeggiarlo << Come se avessi bisogno del tuo modesto aiuto.>>
<< Disse la ragazza in pigiama.>>
In uno slancio di maturità e con le guance rosse e gonfie per l’imbarazzo, Bulma si ritrovò a pestare un piede per terra << Questo non c’entra niente! >>
Presi dai loro soliti battibecchi, nessuno dei due si accorse della figura che avanzava alle loro spalle, finchè Goku non li richiamò all’attenzione << Ehm... ragazzi...? >>
<< Che c’è?! >> saltarono su in contemporanea, continuando a guardarsi in cagnesco.
Il custode delle carte puntò il dito giusto a qualche metro da loro, ai piedi dell’ingresso della casa degli specchi, dove un mostro rosa e paffuto, vestito da lottatore di wrestling, faceva l’equilibrista su un pallone gigante dello stesso colore di una BigBabol.
<< E uno, due e tre! E uno, due e tre! >> ripeteva Buu, provando a stare in piedi prima su un piede e poi sull’altro, saltellando tutto contento mentre continuava a portarsi manciate di caramelle in bocca.
Bulma guardò sconcertata nella direzione del ragazzo, come se avesse improvvisamente paura di avere le allucinazioni << E’ rosa! >>
<< Me ne sono accorto.>>
<< Quel mago Babidi doveva essere più idiota di voi due messi insieme! >> sbottò, portandosi entrambe le mani fra i capelli spettinati << Perché creare un mostro rosa ciccione che pensa solo a mangiare, se il tuo scopo è conquistare il mondo? Non ha senso! >>
Vegeta rivolse uno sguardo schifato in direzione del mostro << In confronto a lui, adesso persino la squadra speciale Ginyu mi sembra quasi seria.>>
<< Che si fa? >> scrollò le spalle Bulma, ancora scioccata dall’aspetto del mostro << Spargiamo in giro molliche di pane e lo attiriamo dentro una casa fatta di zucchero? >>
<< Quale casa di zucchero? >> chiese Goku, visto che tutto quel parlare di dolci aveva risvegliato il suo sempre vispo appetito.
La mano di Bulma incontrò la sua fronte << Era una battuta, Goku.>>
<< Prova con la carta dell’energia sferica. >> propose Vegeta, puntando poi il dito verso il centro della piazza << Io lo distraggo, e lo porto al centro del parco, dove c’è quella enorme fontana di cioccolato e tu gli spari la sfera.>>
Era un buon piano, ma Bulma sarebbe morta prima di ammetterlo ad alta voce.
<< Piano, piano... e da quando tu dai gli ordini e io eseguo? >>
Vegeta sorrise di nuovo in quel suo modo ultra odioso << Da quando nessuno prenderebbe sul serio le tue idee vestita a quel modo, sei persino più imbarazzante di lui.>>
<< Ti ammazzo! >>
Forse gli aveva urlato contro un po’ troppo forte, perché Majin Buu fermò la sua filastrocca e guardò dritto nella loro direzione << Guarda! Degli amici sono venuti a giocare con Buu. Correte o vi trasformo tutti in delle caramelleee! >>
Ignorando le sue precedenti raccomandazioni, Vegeta richiamò la sua spada magica, per poi rimbeccarla << Bella mossa! Ora viene verso di noi! >>
Bulma gli fece la linguaccia, per poi estrarre dal mazzo la carta dell’energia sferica << Io preparo la sfera, tu lo distrai, ci vediamo alla fontana.>> ricordò a Vegeta, che in tutta risposta gli ringhiò contro << Non c’è bisogno che me lo ricordi, scema! Quello è il mio piano.>>
Prima che un’altra lite scoppiasse fra i due, Goku si trascinò via Bulma, aiutandola a scansare i proiettili mentine che Majin Buu le stava tirando contro per fermarla e poi anche i rami degli alberi liquirizia che cercavano di arpionarla per le caviglie.
<< Ehy ciccione, perché non te la vedi con me! >> con il solito atteggiamento da sbruffone, Vegeta si piazzò davanti al mostro rosa che, dopo l’insulto ricevuto, cominciò letteralmente a fumare di rabbia.
<< Sei cattivo! Io non sono un ciccione! >> gridò MaJin Buu, per poi trasformare uno dei banchi dei dolci in un enorme fetta di torta con la panna e scagliarla verso Vegeta che la mancò per un pelo.
<< E addio al piano “non facciamo arrabbiare il mostro rosa...” >> borbottò sotto voce Bulma, mentre Goku scuoteva la testa rassegnato.
Molte torte in faccia dopo, e un tuffo dentro la fontana di cioccolato da parte di Vegeta – e perché non aveva mai con sé il suo benedetto cellulare quando serviva sul serio, oh mondo crudele? – Buu era finalmente stato catturato.
Visto che era stata Bulma a lanciare la sfera, la carta era scivolata dritta fra le sue dita, ma la ragazza, mentre uno schifato Vegeta cercava di togliersi le fragoline di bosco dai capelli dopo che quella fetta di torta alla panna gigante lo aveva colpito in pieno, facendolo scivolare proprio dentro la fontana, decise in un altro modo.
<< Toh. >> affermò, porgendo a Vegeta la carta appena catturata << Questo mostro te lo tieni tu.>>
Gli occhi scuri di Vegeta la fissarono come se fosse improvvisamente impazzita – e Bulma dovette fare uno sforzo immenso per non scoppiare a ridergli in faccia, perché aveva della glassa spalmata su tutto il viso e la sua espressione invece era così seria e carina.
 << Perché la stai dando a me? >>
La ragazza si ritrovò a fare spallucce << Perché il piano era tuo. E poi la scena di te che cadi dritto dritto sulla fontana di cioccolata, mentre vieni colpito da una fetta di torte gigante è stata epica. Valeva la pena di essere corsa fin qui alle due di notte vestita in modo ridicolo.>>
<< Qual è il trucco? >>
Il problema di Vegeta – anzi, uno dei tanti problemi di Vegeta – era che non riusciva mai a fidarsi di nessuno.
Non è che Bulma non avesse provato a diventare sua amica, non era certo competitiva fino al punto di arrivare a detestarlo davvero come invece sembrava star facendo Vegeta che, a parte i momenti della ricerca e della cattura delle carte, fuggiva al solo vederla come se solo la sua presenza, la sua stessa esistenza gli facesse saltare i nervi.
Lui proprio non ci riusciva a comportarsi come un essere umano decente. Era sospettoso e paranoico e, davvero, perché nonostante tutto lei continuasse a essere gentile con lui non lo aveva ancora capito!
 Forse, stava passando troppo tempo in compagnia di Goku. Sì, senza dubbio doveva essere quella la spiegazione di tutti i suoi mali.
Per tanto, roteando con esasperazione gli occhi al cielo, Bulma gli rispose: << Nessun trucco, scemo. Prendi questa benedetta carta e facciamola finita. Magari, ecco, evita di dire in giro la faccenda del pigiama con gli unicorni.>>
A quel punto, nonostante la sua fronte fosse ancora aggrottata in maniera perplessa, Vegeta le sfilò fra le dita la carta.
Bulma rabbrividì, ma erano quasi le tre di notte, e aveva sonno, e faceva freddo, quindi non sprecò più di un secondo a ragionare su quella bizzarra sensazione alla bocca dello stomaco che l’aveva appena fatta arrossire.
La faccia di Vegeta era ancora sporca di glassa, e i suoi vestiti erano un disastro di cioccolato fuso, e nei suoi capelli c’erano ancora tracce di panna, ma comunque il ghigno diabolico era ritornato a ornargli le labbra.
A Bulma parve quasi rassicurante ormai... quasi familiare.
Forse Vegeta un po’ di cuore ce l’aveva dopotutto...
<< Non prometto niente.>>
Appunto, forse.
  
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