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Autore: BellaLuna    02/03/2019    1 recensioni
Raccolta di storie incentrate sulla coppia Bulma/Vegeta ambientate in diversi Universi Alternativi.
#1: CardCaptorSakura!AU: "La verità era che Bulma avrebbe volentieri ceduto il suo ruolo di cattura carte a Vegeta, e grazie tante!"
#2: Avatar, theLastAirBender!AU: Vegeta, principe dei dominatori del fuoco, scopre che esiste qualcosa di più forte dell'odio per cui valga la pena combattere.
#3: LOST!AU: "Forse, semplicemente, il destino di Vegeta era sempre stato quello di salvarla dalla catastrofe, come il suo quello di salvare lui da se stesso."
#4: Victoria!AU: "Bulma sapeva già come sarebbe andata a finire. Vegeta l'avrebbe guardata e non avrebbe visto nient'altro che una corona. Non avrebbe mai visto una donna, non avrebbe mai visto lei."
#5: TheVampireDiaries!AU
#6: LaBellaAddormentataNelBosco!AU
#7: FullMetalAlchemistBrotherwood!AU
#8: DragonTrainer!AU
#9: GossipGirl!AU
#10: TeenWolf!AU
#11: SKAM!AU
#12: YourName!AU
#13: Mulan!AU
#14: L'IncantesimoDelLago!AU
#15: StrangerThings!AU
[Il Capitolo Uno, il Capitolo Quattro e il Capitolo Quattordici di questa Raccolta partecipano alla "Seasons Die One After Another Challenge Edition!" di Laila_Dahl sul forum di Efp.]
Genere: Avventura, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Bulma, Goku, Vegeta | Coppie: Bulma/Vegeta
Note: AU, Raccolta | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Capitolo Due: Avatar,The Last AirBender!AU


La notizia del ritorno dell’Avatar aveva preso a circolare sempre più frequentemente e alla fine era giunta anche al Polo Nord, dritta al Palazzo di Ghiaccio di Freezer.
Non vi erano più dubbi al riguardo, in qualche modo, a causa di qualche strano caso, incidente, errore di percorso, l’Avatar - il guerriero leggendario - era ancora vivo.
Vegeta aveva represso un sorriso soddisfatto - che gli sarebbe sicuramente costato giorni all’interno di qualche cella di isolamento frigorifero e numerose frustrate – e posizionato alla destra dei sempre più sconcertanti Dodoria e Zarbon, continuò ad ascoltare il resoconto della squadra speciale Ginyu.
<< Pare che stavolta l’Avatar sia stato avvistato nell’Isola di Kyoshi, e secondo alcuni dei nostri soldati sopravvissuti alla ribellione il ragazzo era in compagnia di una giovane Dominatrice della Terra e un giovane Dominatore dell’Aria, purtroppo non siamo riusciti a catturarli.>>
“Questo è abbastanza ovvio, Gis.” dovette rimangiarsi la battutina acida che gli bruciava sulla punta della lingua, addestrato da quando era bambino a reprime la sua insolenza di fronte il tiranno “Ti conviene non aprire a vanvera la bocca se vuoi tenere la testa sul collo.”
<< Mi state dicendo che un nostro intero battaglione di Dominatori Dell’acqua bene addestrati si sono fatti prendere in giro da un gruppo di mocciosi? >> l’espressione di Freezer era più glaciale delle stalagmiti che adornavano il suo alto e imponente scranno di ghiaccio.
E nonostante le temperature sotto lo zero, a Vegeta sembrò comunque di veder sudare freddo tutti e cinque componenti della squadra speciale e... oh, quanto era dolce il sapore della vendetta.
<< Non hanno agito da soli, mio signore! >> squittì Guldo, non osando alzare lo sguardo verso Freezer, anche se così non si accorse del segno di tacere rivoltagli dal proprio Capitano.
“Oh-oh... le cose si stanno facendo proprio interessanti oggi, non è vero ragazzi?”
 << Hanno sobillato i Dominatori della Terra che alla fine si sono ribellati, e in poco tempo hanno messo fuori combattimento tutte le nostre guardie, sabotato le vie di comunicazione e fatto letteralmente a pezzi la miniera >>.
<< Le miniere sono campi di prigionia della massima sicurezza, entrare e operare indisturbati è impossibile. Come hanno fatto a infiltrarsi lì dentro senza che nessuno se ne accorgesse? >> domandò Zarbon, l’aria serafica di sempre che iniziava a incrinarsi, il peso della rabbia di Freezer troppo vicino a lui.
Di nuovo, Vegeta abbassò lo sguardo con espressione soddisfatta.
Vedere Freezer fremere di rabbia a quel modo – anche se non direttamente per causa sua – era comunque una scena indimenticabile, assolutamente epica.
Ginyu inghiottì amaro e scansò gli occhi del suo signore prima di continuare il resoconto << Pare che sia stata la Dominatrice della Terra, signore. >>
<< E come ci sarebbe riuscita, questa fantomatica ragazzina, a radere al suolo un intero campo di concentramento? >>
“Sempre a dare spettacolo, come al solito se non fa le cose in grande non è mai contenta, quella Bulma.”
<< I soldati sopravvissuti dicono che la ragazza usasse un Dominio particolare, lo hanno definito Dominio del Metallo, mio signore.>>
“Un’altra cosa che è sfuggita al tuo serrato controllo eh, Freezer?”   
<< Abbiamo aggiornamenti suoi loro movimenti? >>
<< No, signore, sappiamo solo che si spostano in volo.>>
Le narici di Freezer si dilatarono di rabbia, le mani afferrarono le braccia dello scranno così forte da scheggiare il ghiaccio spesso.
A Vegeta sarebbe piaciuto tantissimo, vedere quelle mani stringersi intorno ai colli flaccidi di Dodoria e Zarbon, ma ora stava fantasticando troppo, una cosa per volta.
<< Ma bene! >> affermò allora, e la luce che brillava nei suoi occhi non prometteva nulla di buono << Quindi, non solo vi siete fatti sfuggire l’Avatar sotto al naso, dopo aver distrutto una delle nostre basi più attive, ma adesso mi state pure dicendo che avete perso le sue tracce per via di qualche trucchetto da fenomeni da baraccone dei Dominatori dell’aria. Ho capito bene, capitano? >>
Ginyu si portò sull’attenti, sbattendo il tacco dello stivale a terra in segno d’assenso.
“Quell’idiota...”
<< Benissimo, mio signore.>>
<< Bene... >>
Vegeta fu il primo ad avvertirlo, forse perché era stato quello che in quella stanza era stato torturato più volte in quel determinato modo.
Il gelo divenne più intenso dentro la sala del trono - sembrò invadergli le ossa, mordergli la carne, ustionargli la pelle - e poi i membri della squadra speciale crollarono in ginocchio uno dopo l’altro, gli occhi sbarrati, le mani strette intorno alla gola mentre Freezer – alzatosi dal suo trono di ghiaccio – avanzava tranquillo verso di loro.
A vederlo, braccia incrociate dietro la schiena e spalle perfettamente immobili, nessuno avrebbe mai detto che stava usando un qualche dominio.
La luna doveva essere piena come una sfera quella notte, perché non sembrava nemmeno che il tiranno si stesse sforzando più di tanto per soffocare i membri della squadra speciale dominando il loro stesso sangue.
Se gli Dei fossero stati giusti, non avrebbero mai permesso che un simile potere cadesse nelle mani di mostri come Freezer, ma gli dei Dei non erano giusti e Vegeta aveva imparato a caro prezzo questa lezione.
Aveva nevicato sui mari caldi della Nazione del Fuoco la notte dell’attacco al Palazzo Reale, quando Freezer aveva dichiarato guerra alla sua gente, invadendo le loro acque con al seguito il suo esercito di Dominatori dell’Acqua.
Il fiordo si era ghiacciato, intrappolando e devastando le navi ancorate al porto, mentre la tempesta di neve aveva impedito alle loro mongolfiere e ai loro dirigibili di decollare.
Freezer non aveva lasciato loro alcuna via di fuga, li aveva intrappolati dentro i loro confini e aveva scatenato su di lui tutta la devastazione degli inverni gelidi del Nord.
Forse si sarebbero anche potuti salvare - i Dominatori del Fuoco erano da sempre stati considerati dei guerrieri formidabili, i più forti al mondo- se solo suo padre non fosse stato così sciocco da rischiare tutto per il suo orgoglio.
L’Agni Kai era la tradizione più antica e sacra della loro cultura, cosa di cui Freezer era ovviamente a conoscenza, così come di certo era a conoscenza dello smisurato orgoglio del Signore del Fuoco.
Lo aveva sfidato davanti ad entrambi gli eserciti schierati, una sfida all’ultimo sangue, e il Signore del Fuoco – sicuro del suo trionfo - aveva accettato.
Vegeta aveva sette anni quando aveva visto perire suo padre davanti agli occhi, la Luna Piena alta nel cielo, Freezer che non si era nemmeno dovuto sporcare le mani a dominare un po’ d’acqua e ghiaccio.
Il cranio di sua maestà era esploso come un melone colpito con un bastone nel punto giusto.
Lo sfidante straniero lo aveva ucciso dall’interno, dominando il suo sangue e facendogli implodere gli organi stretti dalla sua presa glaciale.
<< Adesso >> aveva proclamato trionfo, il viso pallido rivolto verso la Luna, le braccia spalancate << Sono io il vostro nuovo Signore.>>
Nessuno aveva fatto nulla per fermarlo, nessuno poteva.
L’Agni Kai era sacro e Freezer aveva vinto lealmente.
Ai loro occhi non sembrava più nemmeno un uomo, e da quel giorno cominciarono a circolare voci sul fatto che in realtà fosse un Demone di Ghiaccio, sputato fuori dall’oscurità degli abissi, per punire gli uomini dei loro peccati.
Ma Freezer non era un demonio, così come non era un Dio onnisciente, e questo era stato chiaro quando poco tempo dopo la morte del Signore del Fuoco, la profezia era stata annunciata – il vecchio Avatar Dominatore della Terra era morto, il nuovo Avatar era dunque nato proprio fra i dominatori del Fuoco – e Freezer aveva perso la testa, aveva fatto uccidere prima tutti i neonati, poi, non contento, aveva deciso che in fondo il pianeta poteva anche far a meno di tutti i dominatori del fuoco.
Lui solo, fra i suoi fratelli, era stato risparmiato, privato tuttavia del suo titolo e del suo onore, sfregiato pubblicamente come un segno di sottomissione di ogni abitante ancora in vita della Nazione del Fuoco.
Il messaggio che Freezer aveva voluto lanciare al suo popolo era stato chiaro: “se posso fare queste cose al vostro principe, pensate a che cosa sarei capace di fare a tutti voi.”  
 
Dopo quel giorno, ogni volta che si guardava allo specchio e vedeva il segno della sua sconfitta deturpargli il viso - un onta, un marchio che non avrebbe mai più potuto cancellare, strapparsi via dalla pelle - Vegeta si era ripromesso che in un modo o nell’altro un giorno avrebbe avuto la sua vendetta, che avrebbe fatto rimpiangere amaramente a Freezer il momento in cui aveva deciso di risparmiarlo, il giorno in cui aveva deciso di sottovalutare la forza del suo odio.
Anno dopo anno, aveva sopportato ogni genere di tortura, ubbidendo agli incarichi più umilianti, piegandosi ai suoi voleri, uccidendo per lui, sanguinando per lui, costretto a strisciare ai piedi del suo scranno di ghiaccio.  
Fino a quando, un giorno di sei mesi fa, non era arrivato alla base uno dei infiltrati nel Regno della Terra degli uomini di Freezer.
Per tanti anni il Re della Terra si era sentito invulnerabile, protetto fra le alte e possenti mura della sua capitale, Ba Sing Se, senza mai sospettare che la serpe si celava nel suo seno.
Grazie al tradimento dell’avaro Gelo e del suo gruppo di spie, i Dai Li, Freezer aveva messo in ginocchio ancora un'altra porzione di mondo, ma nemmeno il tiranno di ghiaccio sembrava essere in grado di prevedere tutto.
A quanto pare, aiutata da alcuni fedeli alla corona reale, la legittima erede al trono era riuscita a scappare prima della sua esecuzione, usando i tunnel di cristallo della città vecchia.
 A Vegeta era stato assegnato il compito di ritrovarla e riportarla da Gelo, ma gli eventi avevano preso una piega molto particolare una volta che fu arrivato nel Regno della Terra.
Infatti, non fu lui a trovare la ragazza ma fu lei a trovare lui, e per una ragione precisa.
Bulma Brief, ultima erede in vita al Trono del Regno della Terra, l’aveva denominata - con l’ironia pungente che tanto la caratterizzava - “La chiamata dell’Avatar”.
In sua compagnia, infatti, vi era un giovanissimo dominatore, di undici anni circa, dai tratti somatici tipici di chi era nato nella Nazione del Fuoco, occhi e capelli scuri come carbone.
<< Ti avevo visto arrivare... >> gli aveva rivelato il ragazzino con fare esuberante << Gli Spiriti mi avevano avvertito che ci saremmo incontrati presto. >>
<< Chi diavolo sei tu, moccioso? >>
<< Lui è Son Goku. >> gli aveva risposto Bulma in tono sferzante << E’ l’Avatar.>>
 Vegeta aveva fissato entrambi incredulo, prima di scoppiare a ridere loro in faccia.
<< L’ultimo Avatar di cui ho sentito parlare è morto pochi giorni dopo aver emesso il primo vagito. Non esiste nessun Avatar. È solo una leggenda.>>
A quel punto Bulma aveva sbuffato seccata << Dovevi proprio dirlo, non è vero? Ora gli hai fornito l’occasione giusta per fare spettacolo.>>
Prima che potesse comprendere a cosa si riferisse, Goku aveva già iniziato a dominare– anche se in maniera elementare – sia l’aria che il fuoco.
<< Ci credi adesso? >>
 
***

Il Tempio dell'Ovest dei Nomadi dell’Aria appariva come una sorta di castello al rovescio.
Vegeta aveva messo poco tempo a raggiungerlo, e nella solitudine del viaggio non aveva fatto altro che pensare all’espressione adirata di Freezer, e a quel pizzico di terrore che gli aveva letto negli occhi alla notizia che sì, la leggenda era vera, l’avatar era veramente tornato.
Ad attenderlo nel loro ritrovo segreto c’era Crillin, maestro del dominio dell’aria dell’avatar, poco più grande di Goku stesso.
Tra loro non correva esattamente buon sangue, ma la cosa, ai fini della loro missione, non aveva molta importanza e così cercavano quando potevano di ignorarsi a vicenda.
<< Dov’è Goku? >> gli chiese, non notando la presenza del ragazzino da nessuna parte.
Crillin, intento a sistemare le nuove scorte di cibo che aveva portato loro a bordo del suo dirigibile, si limitò a scrollare le spalle.
<< Lo sai com’è fatto. Di tanto in tanto salta sulla sua Nuvola Speedy e solo gli Dei sanno dove va a cacciarsi.>>
<< Si può sapere che cosa avete combinate alle Miniere di Kyoshi? Pensavo dovesse essere solo una missione di reclutamento e invece avete combinato un putiferio.>>
<< Le cose ci sono sfuggite di mano, ecco. Ma dovresti parlarne meglio con Bulma, visto che è lei che è andata in escandescenza. Ti avverto prima però, da quando siamo rientrati è davvero di pessimo umore.>>
Rimuginando, Vegeta si ritrovò suo malgrado ad attraversare i corridoi del Tempio diretto verso la stanza della ragazza.
Il comportamento di Bulma era strano, di norma, infatti, sebbene fosse una tipa impulsiva e un inguaribile testa calda, cercava sempre di rispettare i piani alla lettera. Soprattutto se erano i suoi piani, e tutti dovevano solo inchinarsi di fronte alla sua genialità.
Ripensò a una vecchia conversazione che avevano avuto qualche giorno dopo il loro primo incontro.
“Goku dice che aiutarlo a risvegliare lo Stato leggendario dell’Avatar e sconfiggere Freezer è il tuo destino. Ma ricordati sempre che il mio è quello di accertarmi che tu non commetta cazzate, chiaro?”
A quanto pareva però, adesso doveva essere proprio lui a ricordargli il suo posto.
Bussò due volte e la voce seccata della ragazza rispose << Non voglio vedere nessuno.>>
<< Sono io. >>
La sua peculiare chioma turchina sbucò fuori dall’uscio della porta pochi istanti dopo, prendendolo per mano e trascinandolo dentro la stanza per poi richiudere la porta.
Lo stupiva sempre, la familiarità con cui Bulma lo trattava, il modo in cui entrava e usciva dai suoi spazi nella maniera più disinvolta possibile.
All’inizio, quando l’idea di fare l’infiltrato alla base di Freezer era sbocciata nella mente della giovane e Vegeta aveva accettato ben più che volentieri pur di rompere le uova nel paniere del demone di ghiaccio, tutta quella confidenza l’aveva infastidito.
Bulma era fastidiosa.
Vegeta poteva capire l’astio che leggeva negli occhi di Crillin, e persino lo strano legame che da subito aveva legato lui e Goku, ma ciò che provava per Bulma era ancora oggi un mistero.
Per tanto tempo si era sentito come l’intruso della loro piccola gang, solo il soldatino al servizio di Freezer che passava loro le informazione, fino a quando Bulma una sera non gli aveva confessato << Dovresti smetterla adesso. Sta diventando troppo pericoloso per te, secondo me è arrivato il momento che resti insieme a noi e basta.>>
<< Quante volte ti ho detto di non darmi ordini, Bulma? Sono molto più forte di quello che credi.>>
<< Non lo capisci che mi preoccupo per te, stupido?! >> nel dirlo aveva afferrato il suo viso fra le mani e poi lo aveva baciato.
Vegeta l’aveva detestata ancora di più dopo quel giorno. Perché ora aveva qualcosa da perdere, ora inchinarsi di fronte allo scranno di Freezer, fingersi la sua fedele bestiola da tiro era diventato sempre più complicato, sempre più difficile.
Ma perché alle donne piaceva così tanto complicare le cose?
Soli nella sua stanza, Bulma lo invitò a sedersi sul letto insieme a lei, spalla contro spalla.
Dall’ultima volta che l’aveva vista i capelli le erano cresciuti ancora, e ora le cadevano sciolti come una cascata azzurra sulle spalle minute.
Quando era ritornato a palazzo, sei mesi fa, dalla missione che Gelo e Freezer gli avevano affidato, l’unica cosa che aveva riportato loro della Principessa del Regno della Terra era stato il suo sigillo reale e ciocche dei suoi capelli, oltre al corpo carbonizzato di una ragazza morta di febbre che avevano trovato in un villaggio e che le assomigliava.
Né Freezer né Gelo avevano sospettato nulla, e Vegeta aveva così dato il via alla sua nuova missione di spionaggio.
<< Che cosa è successo alla base? >>
<< Freezer mi ha ordinato di scovare l’Avatar.>>
<< Si fida di te a tal punto? >>
<< Non si fida di nessuno. Figurarsi di me. Mi ha messo subito Dodoria alle calcagna, ma seminare quel ciccione è stata semplice. >>
<< Sei troppo imprudente.>>
<< Hai pure il coraggio di dirlo dopo quello che hai combinato alle miniere di Kyoshi? Sul serio Bulma, c’era davvero bisogno di farle saltare in aria? Ti hanno pure vista usare il tuo dominio, quindi ora sanno che sei una Dominatrice del Metallo ed è un miracolo che nessuno ti abbia riconosciuto, mi dici per quale cavolo ti motivo hai compromesso l’intera missione? >>
Il cuore iniziò a pompargli più forte nelle vene quando sentì la fronte della ragazza appoggiarsi al suo petto.
<< Ho fatto quello che una vera principessa dovrebbe fare per il suo popolo. Ho ridato loro speranza. Le ribellioni si fondano sulla speranza, non lo sai? >>
<< Tu sei pazza da legare.>>
Vegeta percepì il suo sorriso sulla pelle, le sue labbra piegate sul suo collo, la sua nuca appoggiata al suo mento.
Bulma profumava di casa, qualcosa che Vegeta aveva sempre pensato di aver perduto tanto tempo fa insieme a ciò che restava del suo nome e di tutta la sua stirpe.
Si chinò a baciarla, ma lei allungò una mano verso la sua cicatrice, accarezzandola piano, dal sopracciglio sinistro ormai inesistente, fino a quel che era rimasto del suo orecchio.
Era stato Freezer, con il suo dominio del sangue, a costringerlo a autoimporsi quella maledizione, quel marchio di disonore sulla pelle, piegandolo ad usare il suo stesso dominio del fuoco contro se stesso.
<< Ti fa ancora male? >> gli chiese, in quel tono sorprendentemente dolce che sapeva tirar fuori di tanto in tanto.
Sì, la cicatrice aveva fatto male per tanto tempo, aveva devastato non solo il suo volto, ma anche l’animo del principe bambino che era stato una volta e per tanto tempo Vegeta aveva pensato che niente – nemmeno la sua tanto agognata vendetta – avrebbe mai potuto guarirlo da quella ferita.
Finchè Bulma, che portava sulla pelle le sue stesse ferite – l’assassinio di suo padre, la caduta del suo regno, l’umiliazione della sconfitta – non gli aveva mostrato che c’erano altri modi oltre all’odio con cui certe cicatrici se non cancellare si potevano almeno dimenticare.
Lei la chiamava speranza.
  
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