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Autore: AranelInFantasy80    02/03/2019    1 recensioni
Thor e Loki, dopo essersi ritrovati, continuano il loro esilio su Midgard, imparando a vivere alla maniera degli Umani. I mesi trascorrono, così la loro vita, finché una sera...
Genere: Angst, Drammatico, Erotico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Loki, Thor
Note: AU, Lemon, OOC | Avvertimenti: Incest
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(Suggested song: “Into eternity” - Thor The Dark World Soundtrack)

EPILOGO

Quel mattino il sole sembrava non avere la minima voglia di sorgere, come se, colto da un'insolita nostalgia, volesse restare aggrappato agli ultimi frammenti di notte.
Oppure era semplicemente la sua sensazione, mentre osservava, rapito, le sfumature di luce mutare sulla pelle chiara della schiena di Loki, disteso al suo fianco.
Suo fratello dormiva. Esausto. I lineamenti del volto rilassati, il respiro profondo, assenza completa di ansia, un sorriso impercettibile sulle labbra.

Era da molto tempo che non lo vedeva così, realmente quieto, realmente sereno. O forse, non l'aveva mai visto in quel modo, se non quando erano dei bambini molto piccoli.
Gli scostò con delicatezza una ciocca di capelli che gli era ricaduta sul volto. Non voleva perdersi neppure un istante dell'espressione dipinta sul suo viso.

Lo trovò bello. Indescrivibilmente bello. E la potente emozione che avvertì nel cuore quasi gli provocò paura.

Ma non c'era più alcun senso, né motivo per volerla scacciare. Ormai erano andati ben troppo oltre la paura stessa.

Aveva amato colui che aveva da sempre chiamato 'fratello', benché in verità, Loki, non lo fosse. Avevano consumato un rapporto carnale e in esso le loro anime si erano fuse insieme. E quella fusione pareva aver colmato ogni distanza, perché era soltanto la distanza fra loro a provocare dolore. Aveva perso del tutto la testa per lui.

Eppure non provava vergogna, nulla da cui nascondersi, nessuna menzogna da dover architettare, nessuno a cui rendere conto. Non c'era niente di sbagliato in ciò che avevano fatto, non nei baci che si erano scambiati, non nelle parole dolci e oscene che si erano sussurrati all'orecchio, non nelle loro dita intrecciate e nella sconvolgente consapevolezza di sprofondare l'uno nel corpo dell'altro, la folle speranza di non poter più riemergere e restare così uniti, allacciati per sempre.

“Ti amo, Loki...” ripeté il dio del Tuono, quasi più per testare che effetto gli facessero quelle parole così umane che per dirle al giovane, del resto ancora addormentato. Quelle parole, quell'affermazione di non ritorno che gli aveva ansimato sulle labbra, mentre si liberava in lui.

Prese a sfiorare con la punta delle dita la sua schiena, ne tastò senza fretta la consistenza della pelle, il suo tepore e, trattenendo il respiro, scese più in basso, raggiungendo le rotondità perfette delle sue natiche, nascoste dal lenzuolo.

Thor si morse le labbra e al solo ricordo di quanto era accaduto, del modo in cui l'aveva preso ed era stato dentro di lui, un brivido lo percorse come una lingua di fuoco e, inevitabilmente, si tese di nuovo.

Aveva avuto diverse donne, tante donne e per Jane Foster aveva provato un sentimento che forse si avvicinava all'affetto profondo. Ma l'amore, quell'amore che ti toglie l'aria e diventa pensiero ossessivo e ti fa vagare affamato e assetato per lande sconosciute, quell'amore che ti confonde e t'illude, che è la causa di tutti i tuoi sbagli e si acquieta, si fa pago soltanto nel momento in cui l'oggetto del tuo sentire è finalmente lì con te, tra le tue braccia... oh no, quel tipo di amore, il principe degli Dei non l'aveva mai provato. Non fino a quel momento. Tanto meno per un altro uomo. Ed era sconvolgente. Meraviglioso e sconvolgente al tempo stesso.

Thor non credeva che avrebbe mai potuto desiderare qualcuno fino a tal punto. Lanciò un'occhiata al giovane disteso accanto a sé.

Sospirò. Perché quel qualcuno era proprio suo...

“Fratello...”

A quel richiamo il dio sussultò, preso in contropiede e istintivamente scostò la sua mano, nascondendola sotto il proprio cuscino, come un bambino che l'aveva appena combinata grossa.

Guardò Loki e vide che si stava svegliando, muovendosi e stiracchiandosi tra le lenzuola.

I suoi occhi verdi l'intercettarono e per Thor non fu facile sorreggere quello sguardo, lo sconcerto, l'emozione e l' innegabile imbarazzo che quel risveglio comportava.

Ma l'altro sorrise e quel sorriso parve sciogliere, almeno per un momento, quella tensione.

“Mmh, ma che buon profumo di caffè!” Commentò e solo allora Thor si rese conto della tazza fumante che aveva abbandonato poco prima sul pianale di legno accanto al letto. “Hai finalmente imparato a usare il marchingegno!”
“Sì beh, dopo tutto questo tempo su Midgard se non avessi imparato qualcosa sarebbe stato preoccupante!”

Il fratello gli lanciò un'occhiata sorniona e si allungò per prendere la tazza.

“Ho.. ho pensato che ti potesse andare quella roba quando ti saresti svegliato.” Ribadì Thor, grattandosi la nuca, cercando di dissimulare la sua agitazione.

Loki lo guardò ancora, con aria divertita e si tirò su a sedere, sistemandosi un cuscino dietro la schiena. Si portò la tazza alle labbra, ma prima di bere, prese un respiro profondo e chiuse gli occhi.

“E' una delle mie abitudini preferite,” mormorò “da quando sono quaggiù, s'intende. Anche se devo ammettere che mi mancano i nostri nettari,” aggiunse, perdendosi per un istante nei ricordi “la dolcezza di quei sapori... capaci di inebriarti...”

Thor si allungò su di lui e, in modo del tutto inatteso, lo baciò sulle labbra, rubandogli quelle ultime parole.

“E questo sarebbe per...?” Commentò l'altro, assecondando quel bacio. Riaprì gli occhi, tornando a indulgere su di lui.

“Perdonami.” Si affrettò a difendersi il fratello, ma non ebbe il tempo di allontanarsi abbastanza che venne riacciuffato e arrestato lì, sull'orlo di quell'esitazione.

“E questo sarebbe per...?” Ripeté il dio dell'Inganno, maliardo, per nulla intenzionato a lasciarlo andar via.

Thor scosse la testa e fu costretto ad abbassare gli occhi. Si sentiva teso, nervoso, la mente tempestata dalle immagini di ciò che era esploso nella notte, il corpo ancora scosso da brividi inopportuni e la vicinanza di Loki che, come un sortilegio, sembrava spogliarlo di tutte le sue sicurezze... così difficile da sostenere.

“Per... tutto quello che dici,” si fece coraggio “per come ti muovi, per come mi parli, per come... mi stai guardando adesso.” Mormorò infine, non riuscendo a celare l'imbarazzante calore che avvampò sul suo volto.

Al che, il più giovane poggiò la tazza col caffé e gli si fece più vicino, sfiorandolo col proprio respiro.

“Perché non lo fai ancora?” Gli sussurrò all'orecchio

“C..cosa?”

“Oh, per gli Dei...” mormorò, iniziando a succhiargli indolentemente il lobo “ma devo implorarti ogni volta per avere un bacio da te... signore di... Midgard?”

Il dio del Tuono gli prese il mento tra le dita e lo trasse a sé, non sapendo se baciarlo o se colpirlo. Loki sapeva perfettamente come stuzzicare i suoi punti deboli e certo, farglisi così vicino e parlargli in quel modo, appellarlo con quelle parole... solo gli Dei sapevano quanto fossero in grado di farlo vacillare. Come un povero sciocco!

Ma non oppose ulteriore resistenza. Non aveva più alcun senso farlo. Sfiorò le labbra dell'altro con le proprie, trattenendole e rilasciandole, per poi riprenderle ancora e presto, suo malgrado, quel bacio tornò ad essere bisogno profondo, necessario respiro.

Quando avvertì che sarebbe mancato poco per perdere nuovamente il controllo... cosa che Loki, da come gli si muoveva addosso, non avrebbe disdegnato affatto, raccolse tutta la forza di cui era capace e scostò gentilmente il fratello da sé, facendosi pugnalare da uno sguardo di pura frustrazione.

“Lu..Luke Hallstrøm non deve conquistare il mondo oggi?” Balbettò, cercando disperato una qualche via di fuga.

“Oggi il mondo può aspettare.” Ribatté l'altro che, per tutta risposta, con un movimento rapido, si spostò, mettendosi a cavalcioni sui di lui.

“Oh, Loki...!”

“Vuoi davvero rimproverarmi?” Mormorò il più giovane, fingendosi sorpreso “Fino a tal punto ce l'hai con me?”

Thor lo guardò con scoramento e solo in quell'istante si rese conto quanto fosse impossibile, da sempre, negargli qualcosa.

Sentì la sua mano impalmargli la nuca e spingerlo nuovamente giù, dentro la sua bocca.

Cedette ancora. Inevitabile poter fare il contrario!

Quando il dio dell'Inganno si metteva in testa qualcosa, si faceva caparbio e pretenzioso, così alla fine riusciva ad ottenere sempre ciò che voleva. Un tempo sarebbero finiti per azzuffarsi, per litigare e combattere, ma in quel momento bastava anche un piccolo gesto, un movimento accennato, i loro corpi a sfiorarsi che tutto si traduceva in eccitazione, fiamma incendiaria.

Thor era di nuovo duro e ovviamente Loki non era da meno. La voglia di prenderlo ancora si fece impellente, ma al contempo sapeva che presto sarebbe stato anche il suo turno e l'idea di sentire il fratello dentro di sé gli fece quasi perdere il senno.

Si scostò bruscamente da lui e gli bloccò il volto, tenendolo lontano con una mano. Lo guardò, a lungo, troppo. Aveva le labbra rosse e bagnate del loro assaggiarsi, le teneva dischiuse, leggermente imbronciate, senza dubbio infastidito per quella nuova interruzione, e quella dannata espressione di smarrimento nei suoi occhi... Era bello. Era perfetto. Un frutto maturo nato solo per essere colto, per venire divorato.

“Da quanto tempo hai atteso tutto questo?” Gli domandò d'un tratto, voce innegabilmente arrochita da quel desiderio.

Loki non rispose. Si limitò a sorridergli, letale.

Il dio del Tuono lo riavvicinò a sé, bruscamente, esattamente come lo aveva allontanato.

“Perché anch'io credo di aver aspettato troppo, un tempo eccessivamente lento.” Disse.

Al che l'espressione negli occhi dell'altro mutò inaspettatamente e per un istante un'ombra attraversò il suo volto.

“Non... prenderti gioco di me.” Mormorò, come improvvisamente intimorito.

Thor corrugò la fronte e, sebbene la dolcezza di quella paura gli fece tremare il cuore, risolse di sedarla con un altro bacio.

“Non l'ho mai fatto, né sarei capace di farlo, lo sai.”

“A differenza di qualcun' altro, non è vero?”

“Non l'ho detto...”

“Avevo solo paura...” si confessò infine, e in modo del tutto inaspettato, il più giovane. “Ho sempre avuto una gran paura... di... tutto questo.”

Restò a guardarlo paralizzato per un lungo momento.

Decisamente non si aspettava una tale rivelazione. Fece fatica a riprendersi, non solo da quelle parole, ma dal modo in cui l'altro le stava esprimendo, dal modo in cui gli stava confidando quell'emozione che mai, in vita loro si erano permessi di condividere.

Lo carezzò, dolcemente. Protettivo. Lo carezzò e non disse nulla. Perché non c'era altro da fare.

Tutto ciò che cerchi è al di là della paura.”

Gli aveva detto Madre, una volta e lui, come sempre, non aveva prestato attenzione a quelle parole. Come sempre, lui non aveva prestato attenzione a molte cose.

Lasciò scivolare quei capelli neri tra le sue dita e trasse nuovamente il fratello contro di sé, nel suo abbraccio.

“Mentire... ingannarti... illuderti... era il mio unico modo per difendermi da... te, per proteggermi da tutto ciò che sei sempre stato in grado di provocarmi.” Aggiunse Loki, dopo un momento.

“Non ce n'è più bisogno, ora non dovrai più farlo.”

Al che l'altro si scostò e lo guardò sconcertato.

“Non dovrò più farlo?” Esclamò “Oh, ti sbagli, ora... beh ora, avrò più che mai bisogno di difendermi!”

Thor lo fissò con aria perplessa.

“Smetti!” Disse il dio dell'Inganno.

“Di fare cosa?”

“Di fissarmi in quel modo!”
“Quale modo?”

“Come un maniaco!”

“Un mani-che??”

“Lascia stare!”

“No, aspetta, cosa lascia stare!? Che cos'è un maniàco?”

Loki fece fatica a trattenere una risata e lo squadrò con fare supponente.

“Un maniaco...” iniziò “è uno che è ossessionato da qualcuno o da qualcosa, capisci?” S'interruppe, davanti alla sua faccia perplessa. Ma lentamente l'ilarità cedette il posto a una rinnovata, sorniona dolcezza “Sei ossessionato da me, fratello?”

Thor fece per pensarci un attimo su, poi comprese che quella parola, maniàco, in effetti, poteva descrivere appieno ciò che provava per lui.

“Potrei rischiare di diventarlo.” Disse infine, indugiando a lungo nei suoi occhi.

Il dio dell'Inganno, per tutta risposta, gli prese il volto tra le mani e lo baciò teneramente.

“Bene, perché io lo sono già.” Mormorò “Ma... maniaco non è la parola giusta per descriverci, credimi. In essa c'è... troppo dolore.” Aggiunse.

Ancora un bacio. Assenza di fretta. Silenzio. Il mondo a sorgere fuori dai vetri.

“Mi dispiace per tutto il male che ti ho fatto,” riprese Thor, “mi dispiace per tutte le volte che non mi sono accorto dei tuoi bisogni, mi dispiace per la mia arroganza che mi ha reso cieco e mi ha fatto rischiare troppe volte di... perdere tutto questo.” Una carezza “Forse non sarò un maniaco, ma sì, sono ossessionato da te, Loki e se solo potessi rimediare a...”

“Sei qui adesso.” L'interruppe il fratello, poggiandogli un dito sulle labbra “Sei qui adesso ed è tutto ciò che conta.” Gli scostò una ciocca di capelli biondi dalla fronte “Non lasciarmi più solo.”

 

Non ci fu più bisogno d'altro. Non furono necessarie ulteriori parole, né promesse, né intenzioni.

Il giorno incedette, il sole invase la stanza, rotolando sui loro corpi nudi. Le ore passarono e loro rimasero lì, abbracciati, allacciati, per un tempo infinito, un tempo scandito dai ritmi dei loro respiri e dal battito quieto dei loro cuori, ad ascoltarsi, a conoscersi e a riconoscersi dopo un lungo e infinito distacco.

E non esistettero più confini, né origini, né nulla che potesse renderli diversi e lontani. Non ci furono più forme dietro le quali nascondersi, né abiti fittizi da indossare, né passato, né futuro. Caddero le maschere, caddero le finzioni, scomparve il volto di Luke Hallstrøm e lenta, svanì via l'immagine di Jane Foster. Di Odino e di Asgard non restò che il ricordo. La voce di Madre come un canto, una dolce eco a proteggere la loro unione, qualcosa che la Regina degli Dei, forse, aveva sempre saputo e, benevola, da uno degli altri infiniti mondi ancora sconosciuti, ora sorrideva.

Ogni cerchio si era chiuso. Ogni cosa aveva fatto il suo corso.

Di tutto quello restarono unicamente loro, quell' abbraccio, il minuscolo spazio che li stava accogliendo, quel letto sfatto, il volto di Midgard fuori, S. Francisco e la sua vita furente che rinasceva ad un nuovo giorno. I loro corpi di Uomini, i loro spiriti di Dei. Insieme.

 

“Fallo di nuovo, ti prego.” Gli sussurrò Thor, d'un tratto, dolcemente.

“Che cosa?” Chiese Loki, sorpreso.

“Questa... questa tua espressione, questa cosa che leggo ora sul tuo viso.”
“Di cosa stai parlando?”

Thor sorrise.

“Ecco, l'hai fatta di nuovo, non smettere...” I suoi occhi si riempirono di emozione “E' questa la cosa, è questa la cosa che sto cercando da sempre e che per sempre vorrei poter vedere sul tuo volto.”

Una luce attraversò lo sguardo del giovane e fu allora che comprese.

“Perché, fratello, cos'è che vedi?”

Thor lo strinse a sé e si guardarono per un lungo, interminabile istante.

“Vedo te, Loki.” Disse infine “Vedo te per come sei davvero. Senza inganni, senza difese, senza più illusioni... oltre la maschera.”

FINE

***

NdA: In realtààààààà... siccome mi è praticamente impossibile staccarmi da questi due, ci sono a seguire due piccole appendici a concludere questa vicenda! *.*
Come sempre, buona lettura!^^

Con Amore,
Aranel

***

   
 
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