APPENDIX 1
 

“Fratello? Non ti sembrano strane quelle nuvole?”

“Sì, singolari, direi... Sembrano quasi un...”

“Vortice.”

“Si sta avvicinando, non ti pare?”

“Sempre di più, in effetti.”

“Sta puntando verso di noi.”
“Già...”

“Credi che... sia il caso di allontanarci?”

“Tu che dici?”
 

I due si guardarono, perplessi. Sollevarono il naso verso l'alto e di colpo il cielo si squarciò. Una maestosa luce l'invase, accecandoli. Il Golden Bridge risplendette d'oro e di infinite sfumature. L'acqua s'ingrossò e il sole sfiorò con dolcezza, sul crinale di un'onda, la luna. Per un istante fu notte e fu giorno.

Poi quella luce si affievolì e la nebbia che li aveva avvolti si diradò, sfumando nei colori dell'arcobaleno.

Infine una sagoma d'uomo comparve nel centro esatto di essa, avanzando lentamente verso di loro.

I due si guardarono ancora e insieme esclamarono con stupore:

“Padre?!”

Il Re degli Dei si manifestò e li sondò con cipiglio severo. Poi, incrociate le braccia al petto, sospirò profondamente e scosse la testa.

“Finalmente!” Esordì, sotto lo sguardo attonito e intimorito dei suoi due figli.

Thor si fece vicino al fratello, come a volerlo proteggere da qualunque cosa potesse accadere.

“Felice di rivedervi, Padre.” Disse, guardandolo con aria grave.

“Io un po' meno...” sussurrò Loki, da dietro le sue spalle.

“A cosa dobbiamo la vostra visita?”

Odino sollevò gli occhi al cielo ed aprì le braccia verso di loro.

“Suvvia figli miei, non l'avete compreso? Sono venuto per riportarvi a casa.”

I due si guardarono ancora più in agitazione di prima.

“Noi non andiamo da nessuna parte, se non insieme.” Soggiunse immediatamente Thor , parandosi ancora davanti al fratello.

Ma l'altro lo picchettò su una spalla, attirando la sua attenzione.

“Cosa c'è?”

“Ha appena... ha appena parlato al plurale.” Puntualizzò Loki.

Il Re degli Dei gli si fece vicino, sorridendo benevolo.

“So che ora possiate avere paura, ma i vostri giorni su Midgard sono terminati ormai. Sono venuto per portarvi un dono, le parole di una Profezia: “Essa racconta di un tempo in cui il trono di Asgard non sarebbe stato più uno. Due, i Re. Grandi. Potenti. Per sempre legati. Alleati e fratelli. Con essi, i Nove Mondi tutti conosceranno un tempo di Pace. Il sole riscalderà la terra, la neve addolcirà i ghiacci e non vi saranno più suoli aridi e riarsi, ma ricolmi di frutti. Cesserà ogni oscurità e ogni dolore. Svaniranno guerre, distacchi e separazioni.”

“Che cosa significa...?” Mormorò Loki, dopo un momento.

Odino sorrise e poggiò le sue mani sulle spalle dei suoi due figli.

“Significa che tutto ciò che è accaduto era destino che accadesse, anche le scelte che io stesso ho dovuto prendere. Significa che sono venuto a dirvi che i miei giorni stanno finendo e il mio viaggio è giunto alla sua conclusione. E voi, amati figli miei, sarete entrambi gli eredi di questo grande Cosmo, siederete insieme sul trono di Asgard, alla stessa maniera, uguali, senza distinzione alcuna.”

Carezzò con dita tremanti i loro volti, tornati ad essere improvvisamente bambini. Sorrise ancora.

“Vostra Madre mi attende sulle sponde dorate del Valhalla. Che possiate governare con equità, con rispetto, con saggezza e con l'amore che io porto per voi, quello stesso amore che avete scoperto risiedere nei vostri cuori.”

Quindi, afferrate le loro mani e stretti gli uni agli altri, si portarono al centro del ponte e sotto gli sguardi increduli dei Mortali, guardarono in alto verso il cielo.

Il vortice arcobaleno li colse e li risucchiò, riportandoli infine a casa.
 

Il Bifrost li avvolse e li inghiottì portandoli infine via con sé, riconducendo i Re degli Dei sulla via di casa.