Serie TV > Once Upon a Time
Segui la storia  |       
Autore: _ Arya _    03/03/2019    2 recensioni
2018
Killian Jones ha 30 anni e si trova nel periodo più buio della sua vita. Dopo aver viaggiato per 10 anni, l'incidente che ha ridotto in coma sua figlia lo costringe a fermarsi.
Ad un anno dal tragico giorno, chiede un miracolo al magico cerchio di pietre di Drombeg. E qualcosa accade.
1518
Emma Swan, 21 anni, è la figlia dei governatori della contea irlandese di Cork, nonché re e regina della provincia di Munster. Una vera principessa, ma soprattutto un'abile guerriera e una ragazza che sogna l'avventura. Ha grandi aspirazioni e non vuole limitarsi a diventare moglie e madre, come invece accade alle donne della sua epoca.
Dopo aver litigato per l'ennesima volta coi suoi genitori, i quali vogliono convincerla a sposare un principe della provincia di Connacht per salvare il popolo dalla crisi, decide di saltare la cena e fugge per sbollire la rabbia. Raggiunge il cerchio di pietre di Drombeg, dove ciò che accade potrebbe segnare per sempre il suo destino
Genere: Avventura, Romantico, Storico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Killian Jones/Capitan Uncino
Note: AU | Avvertimenti: Contenuti forti, Tematiche delicate
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Answers and new questions




-Lui è il Dottor Viktor Frank Stein... il nostro medico di famiglia! Lo hai conosciuto quando sei arrivato!- lo presentò Emma, dopo averlo salutato con un grande abbraccio.
Il dottore mi sembrò più simpatico dell'ultima volta, forse perché la situazione dell'incontro era completamente diversa rispetto alla prima. Ero piuttosto certo che mi avesse preso per pazzo, o qualcosa del genere...
Mi porse la mano ed io la strinsi salutandolo con un cenno.
-Killian Jones. Anche se lo sapete già.
-Avete un aspetto decisamente migliore rispetto all'ultima volta.
-Preferisco non pensarci! Non è stato uno dei miei giorni migliori.
-Non posso che darvi ragione. Adesso che vi rivedo, sembrate alquanto normale.
Ridemmo tutti e tre, non ebbi proprio nulla da replicare! Cosa doveva aver pensato di un uomo delirante apparso dal nulla?
Di lui, invece, Emma mi aveva parlato molto bene. Era il dottore di fiducia della famiglia reale, pur non abitando proprio a due passi. Qualche anno prima gli avevano proposto di trasferirsi a palazzo, ma pur non avendo famiglia aveva voluto rimanere nella terra dei suoi antenati. Visto il suo lavoro, durante il tempo libero preferiva la vita tranquilla... e Rosscarbery offriva decisamente molta più tranquillità di Cork. Per i consulti più piccoli si rivolgevano ad altri medici, ma erano sempre disposti a spostarsi quando avevano bisogno di lui. Aveva curato ferite di guerra praticamente a tutti e tre, Emma mi aveva accennato di una cicatrice ormai quasi invisibile grazie a lui... ma non l'avevo mai vista. L'unica volta che l'avevo avuta nuda tra le braccia era stato al buio. E non avevo potuto né ammirare, né godere appieno di quel corpo che tanto bramavo... perché avevo dedicato quei momenti esclusivamente al suo piacere. E non ero pentito.
-Vado ad occuparmi dei cavalli, così vi lascio parlare in pace...
-D'accordo Swan. Ma sappi che se rimanessi per me non sarebbe assolutamente un problema...
-Passerò quando ho finito- disse semplicemente con un sorriso, poi si allontanò. Zoppicava molto meno adesso, segno che si fosse davvero trattato di una brutta botta ma niente di più. Quando le avevo cambiato fasciatura, inoltre, avevo notato che la caviglia non fosse quasi più gonfia.
-Dovrei preoccuparmi della camminata della principessa?
-No. Sta bene... è scivolata un paio di giorni fa.
-Capisco. Conoscendola non sono stupito!
-Concordo, anche se voi la conoscete da molto più tempo di me.
-E nonostante ciò, ero convinto sarebbe arrivata al trono da sola! Non certo che l'avrei vista al fianco di un uomo così “presto”, almeno per lei!
-Co... oh!- esclamai, non sapendo bene cosa dire. Ero stato abbastanza attento, per diverse ragioni, a non dare alcun segnale in presenza del dottore. La nostra rimaneva ancora una situazione complicata, che per il momento era meglio rimanesse privata. O almeno, che non uscisse dalle mura del palazzo... non ne avevamo parlato, ma era stato come un tacito accordo.
-No, non sono il fidanzato di Emma. Siamo solo...
-Oh, d'accordo- scosse le spalle, molto poco convincente -Ma sappiate che la principessa nutre un grande affetto per voi... l'ho letto tra le righe della lettera che mi ha inviato per chiedermi di aiutarvi. Comunque non è affar mio, Sir Jones. Non siamo qui per parlare della vostra vita sentimentale!
Annuii, apprezzando molto. Infatti, non era il caso di parlarne... perché se si fosse rivelato anche uno psicanalista, sarebbe stata la fine!
-Voglio tagliare corto. Credo di conoscere una possibile soluzione al vostro problema, anche se dovrei farvi delle domande prima...
-Davvero? Chiedete pure quello che volete!
Fui colto alla sprovvista. Molto.
-Voi siete sicuro al 100% che la ragazza presenti ancora attività cerebrale?
-Sì. Risponde ad alcuni stimoli esterni... muove le pupille con la luce, ad esempio.
O almeno così era, prima che me ne andassi. Ma confidavo che in poco più di un mese non fosse cambiato nulla, che la situazione fosse rimasta invariata. Perché ero sicuro al 100% che avrei in qualche modo avvertito qualsiasi cambiamento, sia positivo che negativo. Me lo sarei sentito dentro.
-Ottimo. Ottimo. Poterla vedere mi aiuterebbe, ma mi fido della vostra parola.
-E'... è seguita da medici, quindi posso dirvelo con certezza.
-Va bene. Vedete Jones, ho incontrato il dottor Jack Hill, e la medicina a cui sta lavorando ha del potenziale. Non vi ha ancora contattato perché purtroppo non è per il momento una soluzione valida, ma credo di sapere come possa diventarlo. Manca un ingrediente principale: il Rubus Noctis. È una pianta altamente letale se viene in contatto diretto col sangue, tuttavia il suo aroma ha una forza incredibile. Se preparato nella giusta maniera, è in grado di amplificare i sensi... risvegliarli. Purtroppo non ho prove concrete perché personalmente non l'ho mai utilizzata, ma ho letto molte testimonianze mediche. Il problema è che il Rubus Noctis in Irlanda è molto raro, in quanto viene esportato, a quanto ne so, soltanto dal Sud Africa.
-Oh.- fu l'unica cosa che riuscii a dire. Fino a quel momento ero stato in trepidazione, avevo quasi permesso alla felicità di invadermi... pur non avendo mai sentito parlare di una pianta del genere! Ma considerando che mi fossi affidato persino a riti sciamani, ero aperto a qualsiasi cosa. Inoltre era una soluzione sensata... in coma i sensi erano assopiti. Se davvero ci fosse stato qualcosa di abbastanza potente da risvegliarli...
Ma in Sud Africa.
Se fossi stato nel mio tempo, non avrei avuto problemi. Avrei prenotato il primo aereo e mi sarei precipitato in cerca di quella fantomatica erba. Ora, però, ero pieno di domande.
Esisteva un modo nel 1518 per raggiungere il Sud Africa? Vi erano navi che facevano quella rotta? Come avrei fatto a salirci ed arrivare a destinazione? E se fossi tornato nella mia epoca? Ma nella mia epoca, nessun medico aveva mai citato il Rubus Noctis. Ammesso che esistesse davvero... se si fosse estinto?
-Capisco di non avervi dato notizie del tutto positive. Ma la miscela del dottor Hill in poche parole è progettata per sprigionare l'essenza dei suoi ingredienti... tra le altre cose si è già procurato l'Ilex Paraguariensis, noto per dare energia. Entrambi siamo positivi nel credere che manchi solamente il Rubus Noctis per completare il medicinale. Quel che posso fare è contattare le drogherie locali, ma temo non porterà a nulla...
-Dovrei andare in Sud Africa.
-In poche parole, temo di sì. Mi rendo conto che si tratti di un'impresa... non dico impossibile, ma molto ardua e difficoltosa. Vi assicuro che continuerò a valutare soluzioni alternative, tuttavia sono quasi certo che nulla sarebbe efficace quanto il Rubus Noctis. Vi ho fatto trascrivere alcune delle documentazioni che lo riguardano, e sembra che in un caso l'erba sia stata usata per risvegliare una persona priva di sensi. In un'altra, da ciò che si pensa fosse esattamente lo stato di coma. È la vostra migliore opportunità... parlatene con la principessa. Potrebbe...
-Parlarmi di cosa?
Concentrato com'ero nelle parole del dottore, non mi ero accorto fosse rientrata. Doveva aver trovato Star e Captain abbastanza tranquilli, se aveva già finito.
-Di portare il vostro “amico” in Sud Africa.
-Cosa?
-A quanto pare lì cresce un'erba che potrebbe aiutarmi con la situazione di Alice... però...
-Ok. Ok. Poi mi spieghi tutto. Ma se dobbiamo andare in Africa... così sia!
-Dobbiamo? Al plurale?
-Pensi sia così fuori di testa da lasciarti andare da solo in un t... in una terra che non conosci?! Per carità, chissà che fine faresti.
-Grazie per la fiducia, eh!
-Sono solo realista. Grazie Dottore!- esclamò poi, rivolta a Stein -Sapevo che avreste avuto una soluzione... siete sempre il migliore!
-Siete sempre troppo gentile, Emma. Mi piacerebbe poter fare di più! Ho provato a provare a procurarmi quell'erba prima del nostro incontro ma pare sia davvero introvabile qui. Jones vi spiegherà tutto...
-Non vi preoccupate. Se bisogna andare in Africa... beh, sapete che se mi metto in testa qualcosa, la porto sempre a termine.
-Lo so bene, cara! Ora scusatemi, ma devo proprio andare...
-Lasciate che vi offra qualcosa, prima!
-Vi ringrazio, ma sarà per la prossima volta. C'è un'epidemia di influenza tra i bambini a Rosscarbery, il lavoro chiama.
-Oh... è grave?
-No, per fortuna... i piccoletti hanno le migliori difese immunitarie! Ma i sintomi non sono piacevoli, quindi spero di riuscire ad alleviarne il più possibile.
-Certo, capisco. In questo caso, arrivederci... e spero a presto!
-Arrivederci! Mi spiace non fermarmi di più... ah, per la caviglia fate un paio di impacchi con aceto bianco e tenetela alzata mentre dormite. Tempo un paio di giorni e sarà come nuova!
-Grazie, lo farò!
Detto questo lo salutò con un altro abbraccio ed io con una stretta di mano: non poteva davvero immaginare quanto gli fossi grato. Se poi avesse funzionato... gli sarei stato debitore a vita! Certo, sarebbe stata una vera e propria impresa... ma non mi sarei tirato indietro. Avrei letteralmente percorso l'oceano a nuoto, se avessi dovuto, ma avrei portato ad Alice quella medicina contenente il Rubus Noctis. A qualsiasi costo.
Il fatto stesso di avere finalmente una reale opzione mi aveva ricaricato di energie... e l'ottimismo era tornato. “Vedrai, piccola mia. Farò in modo di darti la vita che meriti, costi quel che costi.”
Un piccolo crampo allo stomaco mi ricordò che lasciare quest'epoca non sarebbe stato emotivamente facile... ma lo repressi. Non potevo permettermi di fare pensieri del genere, era la vita di mia figlia che c'era in ballo. Doveva essere la mia priorità.
-Killian...
Mi prese alla sprovvista abbracciandomi da dietro, o forse fui colto di sorpresa a causa dei miei pensieri che mi avevano isolato dal resto del mondo. Ma l'effetto fu immediato e mi rilassai... ancora non avevo realizzato quanto effettivamente si fosse sciolta nei miei confronti.
-Sì?
-Non stavo scherzando, prima. Farò in modo che si organizzi una delle nostre navi e andremo in Sud Africa...
-Swan, so cos'hai detto ma non posso chiederti di venire con me...
-Io voglio venire. Lo ammetto, è un po' perché si tratta comunque di un'avventura... ma è soprattutto perché... perché dopo te ne andrai. Giustamente. Ma così avremo modo di passare del tempo insieme. Per raggiungere quelle zone ci vuole circa un mese e mezzo, quindi 3 mesi tra andata e ritorno. E penso valga la pena non sprecarli.
Mi sciolsi dalla sua stretta, per potermi voltare a guardarla negli occhi. Nonostante tutto, non c'era segno di tristezza: solo risolutezza. Anche questo mi faceva impazzire di lei, non si tirava mai giù. In questo, era decisamente molto più forte di me.
-Allora, Emma, volentieri. Sarò più che felice di averti accanto.
-Lo so!- esclamò, ed il suo chiaro intento di farci sciogliere in risata funzionò alla grande. Poi la catturai tra le braccia e la baciai con trasporto, atto che non tardò a ricambiare. Aveva ragione, valeva davvero la pena godersi quelli che probabilmente sarebbero stati gli ultimi mesi insieme. In più avrei soddisfatto uno dei suoi sogni, quello di viaggiare, vedere una terra diversa... anche se per poco, anche se in circostanze particolari. Il suo entusiasmo era evidente, ma il mio non era da meno. Ed ero stufo anche dei miei sensi di colpa, perché nonostante tutto era giusto che continuassi a vivere la mia vita. Alice stessa lo avrebbe voluto. Perché era giusto così, perché vivere nella depressione non avrebbe portato a nulla, se non ad autodistruzione. E come avrei fatto a lottare per mia figlia ed occuparmi di lei, se io stesso ero a pezzi?
Viaggiare nel tempo, aveva innegabilmente avuto degli enormi benefici anche su di me. Mi aveva ricordato chi fossi, mi aveva ricordato cosa volesse dire vivere... amare...
Iniziavo a pensare che quel miracolo avesse più di un solo scopo.
-Domani sarà il caso di tornare- disse Emma -Comunicherò i fatti ai miei genitori, così potremo iniziare a preparare la partenza...
-A proposito... ce l'hai ancora con loro?
-No...- sospirò, sciogliendo la stretta ma lasciando che le sue mani scivolassero nelle mie; -Col senno di poi, no. Lo so che per loro non è stato semplice, e so che in fondo le loro motivazioni sono valide... per quanto mi costi ammetterlo, è vero che ci sono donne che potrebbero approfittarne, se bastasse un'accusa. Così come l'esecuzione pubblica... non amano questo tipo di “spettacoli”, hanno abolito il patibolo non appena sono saliti al trono. Mi rendo conto di essere troppo coinvolta nella questione per vederci lucidamente. È solo che... chiunque, al mio posto, vorrebbe vederli soffrire per ciò che hanno fatto. Ho avuto gli incubi...
-Io... io non lo sapevo.
-Lo so. Non ne ho mai voluto parlare, perché poi ti saresti preoccupato e non c'era bisogno. È normale fare brutti sogni dopo eventi traumatici, immagino tu lo sappia più di tutti.
-Sì, è così. Però, devo proprio chiedertelo. La notte in cui siamo arrivati... tu... me lo avresti detto se avessi fatto qualcosa che non volevi, non è vero?
Non ne avevamo più parlato, e nonostante fossero passati due giorni, sembrava molto di più. Forse perché era stata una situazione quasi inverosimile, un “segreto della notte”... non sapevo nemmeno io come definirlo. Perché, dopo, non ci eravamo più avvicinati a quel tipo di intimità. Nonostante i baci, nonostante le carezze... non ci eravamo più avvicinati a superare quella barriera.
-Sì.- annuì, ma senza riuscire a celare un lieve rossore nelle guance; -E' vero che è stato tutto... improvviso. Ma non hai fatto nulla che io non volessi... e come ti ho detto, ero pronta anche a molto di più. Non me ne sarei mai pentita, non con te. Spero di averti tolto ogni dubbio.
-Lo hai fatto.- annuii, a cuore più leggero.
Non sapevo se avremmo mai ripetuto l'esperienza, se davvero ci saremmo spinti oltre, o se sarebbe rimasto il nostro piccolo segreto... mi sarebbe andato bene in qualsiasi caso. Non che non la desiderassi, non che non volessi goderne ancora, e di più... anzi. Ma ero convinto, che i momenti non andassero sempre creati... semplicemente, arrivavano nel momento giusto.
-Ad ogni modo, sono pronta ad affrontarli a cuore più leggero ora. Solo una cosa “piccola” non sono sicura di riuscire a perdonare mio padre... il fatto che non abbia lasciato che fossi io a far giustizia!
-Emma, nemmeno io sarei felice di vedere mia figlia tagliare genitali! Sarebbe uno spettacolo raccapricciante per chiunque, uomini e donne. E poi vorrei essere io a punire chi le ha fatto del male... mettendomi nei suoi panni, lo capisco.
-Ti odio quando hai ragione!
-Lo so, dolcezza.
La giovane, dopo essersi guardata intorno, afferrò uno dei cuscini della poltrona e me lo tirò addosso. Preso alla sprovvista non riuscii a scansarmi e mi beccò in piena faccia!
-Ah vuoi la guerra Swan?!
-Ho più esperienza di te, non hai speranze!
-Questo lo vedremo!
Si mise a correre ridendo quando mi vide recuperare da terra il cuscino, ma non riuscii a fare due passi prima che cadesse a terra con un lamento. Maledizione!
Mi precipitai subito a soccorrerla, sperando che quel gioco da bambini ritardati non avesse peggiorato lo stato della sua caviglia... ma feci appena in tempo ad avvicinarmi che mi tirò per un braccio ridendo. Non perse nemmeno un secondo che mi fu addosso, a cavalcioni.
-Stai... bene?
-Non è niente! Piuttosto tu, non so se starai tanto bene tra un attimo... soffri il solletico?
-Co...? Emma. Non ci provare!
Ma ovviamente fu proprio ciò che sperava di sentire, e non perse tempo prima di iniziare a solleticarmi i fianchi, stringendoli tra le gambe per non farmi sfuggire alla presa.
E ridemmo, ridemmo entrambi come bambini. Mi dimenavo e ridevo, pianificando già la mia vendetta quando fossi riuscito a ribaltare le posizioni.
Emma Swan mi faceva bene, e qualunque cosa fosse successa, avrebbe sempre fatto parte di me. Non avrei mai potuto amare un'altra donna come amavo lei.

 

***


-Verrei nel tuo secolo solo per indossare i pantaloni!- si lamentò Emma, dopo la seconda ora e mezza di cavalcata. Avevamo attraversato dei prati con erba alta per accorciare la strada, ma come risultato l'orlo del suo vestito era logoro – e più di una volta si era impigliato. Proprio non potevo darle torto!
-Fattene cucire su misura. Magari sarai tu a portare la moda a Cork!
-Come no! Le ragazze di qui muoiono dalla voglia di essere “mascoline”!
-Mmh, un pantalone giusto mette in risalto le forme femminili meglio di qualsiasi vestito, credimi! Tu staresti benissimo in jeans...
-Cosa?
-E'... un pantalone in una stoffa particolare. Blu di solito, abbastanza elastico... una volta si portava anche largo, ora perlopiù le ragazze lo portano attillato. E siccome ho avuto modo di notare che tu hai tutto al posto giusto, Swan...
-Ti rendi conto di essere un maniaco, vero?
-Ti rendi conto di esserti volontariamente concessa a me, vero? Direi che siamo pari.
La ragazza alzò gli occhi al cielo e sbuffò, accelerando il passo per superarmi. Mi concessi di ridere un po' sotto i baffi prima di raggiungerla: provocarla continuava ad essere divertente e efficace.
Certo che col senno di poi, pensai che a chiunque si sarebbero rizzati i capelli nello scoprire che la principesse – immaritata – avesse condiviso il letto con un uomo, anche solo per dormire. Figuriamoci il resto! I suoi genitori, poi... speravo non lo scoprissero mai, perché non ero certo che suo padre mi avrebbe lasciato intatto.
Ma dopo quella prima imprevista notte, ci era venuto naturale condividere la camera. Prima di partire non avevo dato molto peso alla cosa, chissà se lei ci aveva pensato? Chissà se era stata preparata una seconda stanza per me? Non mi ero neanche preso la briga di chiederlo.
-Nella mia epoca, non ci sarebbe nulla di scandaloso sai? È una cosa... normalissima. A dire il vero, sono rari i casi in cui gli sposi arrivano illibati al matrimonio... poi tanti scelgono di convivere e non sposarsi. O prima di trovare un partner a vita, c'è chi ne cambia... parecchi.
-E... e fa tutto... con tutti?!
-Beh, insomma, non sempre. Ma spesso sì.
-Ma è... disgustoso! Voglio dire, concedersi con tanta facilità a... chiunque!
-Magari in quel momento pensi sia la persona giusta.
-Hai pensato che quella sgualdrina alla locanda fosse la persona giusta?- finalmente si voltò, ma solo per fulminarmi con lo sguardo.
Colpa mia. Me lo meritavo, me l'ero cercata!
-No... è... che...
-Tranquillo. Qui solo le donne per mantenere alta la reputazione devono rimanere pure! Gli uomini non sanno tenerlo nei pantaloni e non sono mai stati in grado di farlo, suppongo.
Mi punse sul vivo, e non seppi come rispondere. In fondo... aveva ragione. Forse qualcosa di buono c'era, nelle usanze di un tempo. L'idea di conservarsi per la persona amata, la persona con la quale si intendeva trascorrere il resto della propria vita...
In fondo, quando il sentimento era forte e reale, non c'era ragione per cui dovesse mancare l'intesa sessuale.
Ed io stesso ero colpevole di ciò che aveva detto. Non soltanto con Eloise... parecchie donne erano state nel mio letto o io nel loro: col senno di poi, davvero non ne andavo fiero.
-Hai ragione.
-Lo so. E con me non hai voluto fare nulla.
Lo disse con una certa nonchalance, ma non mi guardava più. Aveva di nuovo lo sguardo fisso sulla strada, e qualcosa mi fece pensare che fosse quasi... offesa? Gelosa?
Che situazione. Perché diavolo ero stato così stupido da aprire quell'argomento?! Ovviamente non avevo immaginato che avrebbe potuto prendere una piega simile, però ero stato stupido.
-E' diverso, Swan.
-E come?
-Beh, per prima cosa... so che per te ha un certo peso, e non... io lo so che hai detto che non te ne saresti pentita, e ti credo. Però...
-Però cosa, Killian?
Al che accelerai il passo per superarla e con Captain mi parai davanti a lei, costringendola a fermarsi. Questa questione dovevo metterla in chiaro, perché non volevo che dubitasse dei miei sentimenti. Avevamo fatto tanti passi avanti, mi sarei odiato se per quello stupido discorso avessi riportato le cose indietro.
-Seconda cosa, e si ricollega alla prima...- iniziai, fissando lo sguardo dritto nel suo; -Tengo troppo a te. Sembra strano, ma è più facile con qualcuno a cui non sei legato emotivamente, perché... sì, può sembrare brutto, ma non ti importa del le conseguenze. Ma quando una persona è davvero importante per te, allora vuoi che sia tutto perfetto... per lei. Che sia un bel momento, un bel ricordo. Se non andasse come pensavi e speravi e quindi te ne pentissi, nonostante ciò che hai detto? Sicuramente hai delle aspettative, è normale...
Per alcuni attimi rimase ferma a guardarmi, le labbra strette, senza dire una parola. Speravo di essere stato abbastanza chiaro, anche se mi sembrava assurdo aver dovuto fare un discorso simile. Stentavo quasi a riconoscermi! Ed avevo appena rivelato anche a me stesso, di avere anch'io delle incertezze. L'incertezza di non essere abbastanza per lei.
-Killian, è... Io... mi dispiace. Per averti giudicato. Non è giusto...
-No invece, involontariamente mi hai fatto notare una cosa... giusta. È vero, è una tradizione esagerata, un po' troppo rigida e crudele con chi non la rispetta. Ma l'idea in sé non è sbagliata!
-Se non mi fosse complicato al momento, ti bacerei. Conservo per dopo.
-Volentieri- sorrisi -E giusto per chiarire, sei l'unica donna con cui vorrei fare l'amore!
-Ok, ok, non serviva chiarire!- farfugliò, praticamente scarlatta in viso. Ovviamente il mio intento era stato quello, perché in qualche modo avevo alleggerito la tensione.
Mi sarebbe stato da lezione, così avrei iniziato a pensare un po' di più prima di parlare!
Ora che la faccenda era risolta, tornammo sulla nostra strada concedendoci un po' di galoppo più veloce per affrettarci a tornare. Visto il cielo non era da escludere che il maltempo potesse tornare, quindi sarebbe stato meglio essere a Blarney, o almeno nelle vicinanze di Cork per poter cercare riparo. Sarebbe stato un vero peccato concludere quella piccola “vacanza” con un malanno!


-Vostra Altezza! Sir Jones. Non è possibile entrare in città, temo.
-Henry... cosa dici?
-Dopo i disordini di ieri non è sicuro per voi.
-Disordini? Quali disordini?
-Io... non credo di essere la persona più giusta per parlarvene.
-Ma...
-Io e Sir Branson vi scorteremo fino a palazzo, per sicurezza.
Mi guardai intorno, ed effettivamente oltre alle due giovani guardie, ce ne erano altre due all'ingresso di Cork. Cosa diavolo stava succedendo? Anche Emma sembrava confusa quanto me, vista la sua espressione. Disordini... una rivolta, forse? Per cosa? E perché non avevamo sentito nulla?
Per quanto mi sforzassi, non riuscivo a ricordare di grosse rivolte a Munster durante quell'anno...
-Ma non è necessario, siamo armati.
-Mi spiace principessa, temo rimanga un rischio per la Vostra sicurezza.
-Beh, d'accordo... se proprio insistete ma...
-Non dovreste dire alla principessa perché?
-Sono certo che il re e la regina sapranno darle risposte più esaustive, Sir Jones. Dal punto di vista più... adatto.
-Henry, avanti. Si tratta di me, perché tanta formalità?
-Perché... ah, d'accordo. Beh... il nord sta diventando una minaccia potente, sembra abbia accolto delle grandi flotte di inglesi ad Ulster. Se decidessero di attaccare... insomma, il popolo vuole un'alleanza solida. Munster e Leinster hanno bisogno di Connaught. Prima che sia troppo tardi. E gira voce che abbiate rifiutato la proposta di matrimonio... ma non sono affari miei. Come dicevo, dovete parlarne coi vostri genitori e sapranno sicuramente spiegarvi meglio.



 

Angolo dell'autrice;
Ciao! Scusate il ritardo, ma questa settimana non ho avuto giorno off da lavoro ^^" per fortuna questo capitolo era mezzo pronto... domani e lunedì che sono libera, continuerò a scrivere anche l'altra!
Ma venendo a noi: Killian ha finalmente ottenuto risposte concrete, una soluzione reale che potrebbe davvero salvare la vita di Alice. Non sarà un'impresa facile, viste le "tecnologie" di un tempo... ma è disposto a tutto, così come Emma non solo lo aiuterà, ma andrà con lui. Come dice lei, potrebbe essere l'unica occasione per passare del tempo insieme... perché al ritorno, lui potrebbe dover partire subito. Chissà. Comunque, se riusciranno ad organizzare l'impresa, avranno diversi mesi di viaggio insieme e questa prospettiva non dispiace a nessuno dei due.
Ma forse non sarà così semplice, visti i disordini tra i cittadini, di cui erano completamente all'oscuro... Emma sperava di tornare con meno problemi, e invece...
Vedremo cosa succederà ora. Questo capitolo dovrei postarlo il prossimo weekend, perché è (l'ultimo) quasi pronto che ho ^^"
Vabbé, la smetto di blaterare. A presto, un abbraccio! :*

P.S.
Siccome sono malata ho avuto un'idea che mi piace anche per un'altra ff... (colpa dei 1000 film e serie che vedo)... ma non posso postarne 3 in contemporanea ahahha ç_ç
   
 
Leggi le 2 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > Once Upon a Time / Vai alla pagina dell'autore: _ Arya _