Cap. 8: Sapere è potere... a volte.
Era decisamente sconvolto: o si era
rammollito, o gli era capitato di
incontrare i due esemplari più scaltri tra
tutti i leporidi della città. Non che in
centro ce ne fossero molti, intendiamoci,
ma per incastrare così facilmente una volpe
(ex) truffatrice come lui, ce ne voleva! E se
la prima poteva essere stata una piacevole
sorpresa, il secondo lo aveva
destabilizzato non poco, era tentato di
rimettere in dubbio tutte le scelte fatte
nella sua scalmanata vita, forse anche
complice il fatto che l'età cominciava ad
avere il suo peso: era forse arrivato
al punto da non riuscire a tenere testa
all'ultimo arrivato?
Alla fine decise di non deprimersi, non
poteva darla vinta a quella palla di pelo
che aveva ancora i baffi da latte! Iniziò
subito ad indagare su di lui, e grazie alle
sue vecchie conoscenze, senza contare che
la città non era piena di leporidi e che per un
tipo come lui era difficile passare
inosservato, riuscì a scoprire dove
abitava: era un buon inizio.
Il suo obiettivo era semplice: scopire
più cose possibili sul suo conto. Viste le
informazioni che aveva dimostrato di avere su di lui,
molto probabilmente non era un cittadino
qualsiasi, avrebbe dovuto trovare qualcosa
di scottante con facilità.
Iniziò quindi a pedinarlo nel tempo libero,
mettendo a frutto le sue capacità dovute
in parte agli insegnamenti ricevuti quando
lavorava per Mister Big, e in parte
all'addestramento dell'Accademia di
polizia (e questo senza contare gli
allenamenti speciali di Carotina):
una combinazione a dir poco
eccezionale, i mammiferi migliori di lui
si potevano contare sulle dita di una
zampa.
Con sua immensa frustrazione nei primi
cinque giorni Marty non mostrò alcun
comportamento anomalo, anche se in
compenso scoprì che lavoro facesse:
ironicamente, faceva consegne a domicilio
per la catena Bug-Burga, specializzata nel
soddisfare i bisogni alimentari dei
predatori. Non gli sembrava possibile,
sembrava condurre una vita normalissima,
e la cosa lo stava mandando ai matti:
aveva anche provato a far ricerche nel
database della polizia, ma risultava
completamente incensurato, non aveva
mai preso nemmeno una multa.
Il sesto giorno, finalmente qualcosa di
vagamente sospetto: sulle dieci di sera
lo vide entrare in un locale
di periferia, uno di quei posti in cui
la maggior parte dei clienti sono persone
qualsiasi, ma che vengono usati come punto
di scambio per gli affari minori che devono
passare completamente inosservati; il
coniglio ne era uscito nel giro di dieci
minuti, con una busta di carta in mano
col logo del locale.
Qualcosa di interessante, era ora!
Continuando a seguirlo, mentre si dirigeva
a piedi nuovamente in direzione del centro,
si sorprese del quartiere dove erano finiti:
Judy abitava a solo un paio di isolati da
lì.
Sotto il suo attento sguardo, Marty mise
il pacchetto a terra davanti alla serranda
chiusa di un negozietto ortofrutticolo,
diede una
bussata veloce sul ferro e si allontanò.
Dopo una manciata di secondi, vide qualcuno,
un animale di grossa stazza,
alzare temporaneamente le
protezioni dell'ingresso, giusto il tempo
di prendere il pacchetto.
"Toh, quindi nel tempo libero facciamo
i galoppini eh?" pensò, mentre cominciava
a ripercorrere mentalmente tutti i suoi
vecchi lavoretti.
Ne era sicuro: non l'aveva mai
incontrato né aveva mai sentito parlare
di lui nei vecchi giri, e questo gli
suonava molto strano. In compenso, gli
si era accesa una lampadina: doveva
assolutamente fare quattro chiacchiere
con Andrew, l'alce che gli aveva
preparato il ciondolo per Judy.
Sarebbe andato a trovarlo appena
possibile il giorno seguente.
"Onestamente non saprei Nick..."
"Pensaci bene Andrew. È importante."
"Vedi, è che per procurarmi le pietre
che mi servivano, ho sparso la voce
in giro, spiegando cosa mi serviva e
perchè. Certo, non ho specificato che
era per te, ma possono averlo saputo
tutti come nessuno."
"Dannazione! Dovevi proprio dire a mezza
Zootropolis di quel fottuto ciondolo?"
esclamò Nicholas in un attimo di
frustrazione.
"Beh, per avere le pietre più adatte
allo scopo, a volte fa comodo a tutti
avere più dettagli... Però fammi capire,
qual è il problema?"
"Il problema è che c'è qualcuno che sa
del ciondolo, sa che era per me e per
cosa mi serviva, mi sta tenendo per
le palle per questo, ed io non ho
neanche la più pallida idea di come
ne sia a conoscenza, ecco qual è il
fottuto problema!" quasi gridò, perdendo
per un attimo il controllo.
Tirò un profondo sospiro cercando di
calmarsi.
"Chi ti ha consegnato le
pietre? Si trattava di un coniglio per
caso?"
"Non ne ho idea, era una consegna di
basso livello, sai come funziona:
persone in cerca di un guadagno extra
quasi onesto che evitano di farsi vedere
da chiunque, mollano il pacco e spariscono."
"Già, già... Avrebbe potuto essere
chiunque, ma..." rispose quasi rimuginando
tra sé e sé "sono abbastanza convinto
di sapere chi era." aggiunse con un
sorriso.
"Sei sicuro di non aver detto a nessuno
che era per me?"
"Certo, lo sai che sto sempre attento
a tenere i miei clienti anonimi."
Dopo aver salutato il suo vecchio amico
per lasciarlo al suo lavoro, si fece una
lunga passeggiata a piedi verso casa,
evitando di prendere i mezzi pubblici:
aveva bisogno di pensare, e camminare
lo aiutava sempre.
Marty sapeva che la collana era stata
commissionata da lui, ma le informazioni
che Andrew aveva diffuso comprendevano
solo che il ciondolo era destinato ad
una coniglietta: inoltre quel fottuto
coniglio evidentemente lavoricchiava
come fattorino, sia nel campo legale
che nell'illegale.
Questo poteva spiegare come mai nessuno
lo conosceva nel suo vecchio ambiente:
molti di quei galoppini lavoravano
nel totale anonimato a vantaggio di
tutte le parti, sotto garanzia di
qualcuno fidato, che solitamente si
guardava bene dallo spifferare informazioni
al riguardo, erano le regole del gioco.
D'altro canto, se aveva consegnato lui
le pietre all'alce dagli zoccoli d'oro,
doveva sapere cos'erano e a cosa sarebbero
servite. Come le aveva collegate a lui?
A questo punto l'unica spiegazione plausibile,
per quanto strana, era che Marty lo aveva
seguito e lo aveva visto ritirare il
gioiello, facendo due più due.
In questo caso, c'era da dubitare che
avesse troppe informazioni sul suo conto,
forse aveva usato quella storia come
specchietto per le allodole per farlo
sentire in trappola.
Sì, più ci pensava e più sembrava avere
senso. Sorrise beffardo, aprendo la
porta di casa: era giunto il momento di
rendergli pan per focaccia, e cominciare
a forzare la mano.
Finito il turno di lavoro, si decise
finalmente a tirare fuori l'argomento.
"Carotina, tu per caso sai che lavoro
fa Marty?" le chiese con una punta di
sadismo.
"Certo, me l'ha detto: fa le consegne per
Bug-Burga... Ma perché me lo chiedi?"
rispose vagamente sospettosa.
"... e dell'altro lavoro ti ha detto
niente?"
"Aspetta, vuoi dire che ha due lavori?"
"Eh già..." disse pregustandosi il
seguito della conversazione e le sue
conseguenze per il coniglio.
"Oh..." un paio di secondi di silenzio "Ma
tu come fai a saperlo?"
"Beh, diciamo che l'ho scoperto..."
"Come?" chiese lei in maniera vagamente
fredda. Un campanello d'allarme che alla
volpe, persa ad immaginarsi il suo
rivale in situazioni problematiche varie,
sfuggì del tutto.
"Semplice, l'ho seguito per qualche
giorno, non per vantarmi ma sai che sono
un maestro in questo, e ho scoperto che"
sventuratamente per lui, non riuscì nemmeno
a finire la frase.
"TU COSA?" sputò tra i denti serrati Judy.
Spiazzato, il canide si rese improvvisamente
conto che la cosa non sarebbe andata
proprio come aveva pianificato, e si
mise sulla difensiva.
"Asp..."
"Aspetta un cazzo! TE LO AVEVO DETTO!
Non UNA, ma ben DUE volte! Ti avevo
proibito categoricamente di metterti in
mezzo in qualsiasi modo, e tu cosa CAZZO
fai? Ti metti a pedinare il mio fidanzato!"
"Eh... S-si, ma..." preso totalmente in
contropiede, aveva quasi iniziato a
balbettare.
"MA NIENTE! Questa volta mi hai estremamente
deluso, Nick!" lo interruppe arrabbiata
come non l'aveva mai vista "Forse non
ti rendi neanche conto di quanto!" concluse
allontanandosi.
Non era decisamente andata come si
aspettava. Il giorno dopo non l'aveva
vista al lavoro, e non aveva risposto né
alle sue chiamate né ai suoi messaggi.
Questo giro l'aveva fatta decisamente
arrabbiare.
In seguito era venuto a sapere che si
era presa due settimane di ferie
(chissà come aveva convinto il vecchio
bufalo a dargliele), ed era convinto
fosse andata da qualche altra parte,
perchè anche piantonando casa sua non
era mai riuscito ad incontrarla.
Angolo autore
Ok, questo capitolo è stato abbastanza
un parto rispetto agli altri: avevo un
paio di particolari che non ero sicuro
di come approcciare ed incastrare tra loro.
Ho finito col riscriverne buona parte più
volte.
In compenso ormai la linea è tracciata,
e i successivi capitoli dovrebbero essere
meno dolorosi: ormai ci stiamo avvicinando
alla fine, come una short che si rispetti.
Onestamente un poco mi dispiace la cosa,
questa è una storia su cui ho riflettuto
per molto tempo, e fa un po' strano vederla
finire in così breve tempo, ma d'altro canto
allungare il brodo non avrebbe senso.
Detto questo, ringrazio tutti quelli
che sono arrivati fino a qui, nella
speranza che vi stia veramente piacendo.
Nel prossimo capitolo arriveremo al
presente, e i vari pezzi cominceranno
finalmente a collidere formando il quadro
finale.