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Autore: Dreamer47    03/03/2019    1 recensioni
Seguito di Heartbeat: ambientato all'inizio della sesta stagione.
Dal testo:
"Un po’ stordito aprì gli occhi trovandosi disteso su di un divano a lui sconosciuto: mise a fuoco la stanza intorno a se, non riconoscendola, finché una figura comparve e si diresse nella sua direzione.
“Sei sveglio finalmente, raggio di sole!” Scherzò una voce femminile a lui davvero familiare, sedendosi.
“Hailey?” Biascicò il ragazzo ancora molto confuso, passandosi una mano sul viso e sedendosi. “Dove mi trovo?”.
“Al sicuro” disse una voce ancora più familiare di quella della ragazza davanti a se. “Ciao Dean”.
Il ragazzo alzò lo sguardo, chiedendosi se fosse solo un sogno o se fosse la realtà, ma quando incrociò il suo sguardo, si riprese del tutto e sgranò gli occhi.
“Sam..?!” Chiese scosso, alternando lo sguardo incredulo fra i due.
[...]
Dean sentí gli occhi pizzicare ed il suo cuore esplodere di felicità.
Fece un balzo in avanti e si avvicinò velocemente al fratello, stringendolo tra le braccia. Come poteva essere tornato? Quando era uscito dalla gabbia?
Lasciò le domande per dopo, si strinse al suo fratellino godendosi il momento, mentre la felicità si impossessò di lui e si lasciò invadere da un senso di pace.
Genere: Drammatico, Erotico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Bobby, Castiel, Dean Winchester, Nuovo personaggio, Sam Winchester
Note: Lemon, Missing Moments, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Sesta stagione, Più stagioni
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Family don't end with blood'
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Note dell'autrice: 
Salve ragazzi, buona domenica!
Mi dispiace molto per queste lunghe assenze, ma ci sarete abituati con me! Ho avuto davvero poco tempo per concentrarmi sulla scrittura, fra università e vari impegni, ma sono piena di idee e sto cercando di convogliare tutti i miei impegni!
Spero di aggiornare molto, molto presto!
Grazie mille a chi continua a leggere la storia con pazienza!
Buona giornata e buona lettura!
Alla prossima!




Capitolo 6 (Parte II).
I'll wait for you because you bring the sun.


L'odore sgradevole e rivoltante arrivò dritto alle loro narici, che storsero il naso per il disgusto da quando si erano calati all'interno del tombino, tranne in un unico momento; Katherine ancora non riusciva a credere di essersi lasciata andare in quella maniera con Dean per una seconda volta, ma doveva ammettere che ciò che era appena successo l'aveva mandata in confusione.
Era così dannatamente felice, ma allo stesso tempo così spaventata e piena di paure: paura di soffrire ancora, di non farcela ad andare avanti. Ma la felicità occupava il suo cuore più dei timori e dei dubbi.
Il modo in cui la stringeva, in cui la voleva, era qualcosa di nuovo, persino per loro che avevano passato ben due lunghi anni insieme; Katherine si morse il labbro e deglutì a fatica ripensando a ciò che avesse provato fra le sue braccia, e continuò a caminare all'interno di quei lunghi corridioi freddi e umidi, seguendo il ragazzo che stava davanti a lei con la torcia in una mano e la pistola nell'altra.
Forse abbiamo sbagliato luogo, pensò Dean continuando a farsi strada e scuotendo la testa, non riuscendo a capire quante volte fossero passati da quell'esatto punto, data la somiglianza di ogni compartimento.
"Cos'è quello?" chiese la ragazza aggrottando le sopracciglia e indicando con la luce della sua torcia un borsone posto in un angolo, attirando l'attenzione dell'uomo.
“Forse ci sono davvero dei draghi" disse Dean sfoderando il suo migliore  sorriso e sgranando gli occhi per la sorpresa.
Si abbassò silenziosamente e mostrò il contenuto del borsone alla ragazza: oro, tanto, tantissimo oro di ogni tipo. Chiuse istintivamente il borsone e lo portò con sè quando riprese a camminare, nonostante i rimproveri della cacciatrice, che però sotto sotto se la rideva perchè nessun altro avrebbe mai fatto un gesto del genere. Nessuno a parte Dean.
Delle urla strazianti giunsero alle loro orecchie, chiedendo a chiunque fosse appena entrato nelle fogne di dar loro una mano; i due cacciatori corsero velocemente in direzione delle voci, trovando almeno cinque ragazze intrappolate in una cella posta sotto di loro.
Provarono ad aprirla, cercando di sollevare la grata, ma con sorpresa la trovarono saldata e un dubbio si insinuò nelle loro menti: cos'erano in grado di fare questi draghi?
Katherine si sentì sollevare a mezz'aria dalla cintura dei pantaloni e sbattere con estrema violenza e forza contro la parete in cemento armato di quel tratto di fogna, sentendo il respiro mancare per qualche secondo; immediatamente Dean afferrò dal suo borsone la mezza spada presa dalla dottoressa e lo colpì con violenza con un pugno dritto in faccia, per poi ferirlo sul braccio con l'arma appuntita e notando come la sua pelle fumasse a contatto con la lama e quanto gli facesse male.
Il drago sotto forma umana si infuriò ancora di più e si avventò contro il cacciatore con estrema forza, colpendolo in viso e facendo finire la spada nella grata sotto di lui; lo afferrò dalla giacca e prese a colpirlo sempre di più, fino a fargli sanguinare il naso e poi lo gettò a terrò con un sorriso sulle labbra, fissandolo mentre la sua mano prese ad emanare fumo fino a diventare completamente rossa come il fuoco.
Katherine trovò la forza per rialzarsi e si avvicinò al punto in cui il drago aveva fatto finire la spada, chinandosi per prenderla; silenziosamente gli si avvicinò  alle spalle e lo colpì in pieno petto con la lama, ferendolo a morte e sentendolo urlare, fino a prendere fuoco ed accasciarsi a terra ormai privo di vita.
La ragazza guardò l'uomo ancora a terra con il viso sanguinante e gli sorrise schiacciandogli l'occhio, quando lo vide scattare verso di lei con occhi sgranati: proprio sotto i suoi occhi vide un secondo drago sotto forma umana materializzarsi davanti a loro e cercare di aggredirla con i suoi lunghi artigli, ma Dean fu veloce e le si parò davanti.
Tutto ciò che riuscì ad avvertire fu profondo dolore e bruciore al suo braccio sinistro, notando come fosse profondamente squarciato all'altezza dell'attaccatura con la scapola.
La ragazza non perse tempo e con uno scatto piantò la spada in pieno petto anche al secondo drago, che urlò dal dolore per poi prendere fuoco anche lui e perdere la vita, oltre che lo scontro; con velocita lasciò andare la spada a terra e si diressa verso il cacciatore malandato e sanguinante, che la rassicurò, dicendole di liberare le ragazze e tornare al motel.
Katherine si affrettò a sradicare la grata che rinchiudeva le giovani terrorizzate e ancora urlanti, da cui si fece seguire mentre prese sotto braccio Dean e lo aiutò a camminare fino ad arrivare al primo tombino utile per ritornare in superficie.
Chiamò in fretta la polizia e intimò alle ragazze di rimanere lì, dato che a breve sarebbero arrivati i veri agenti e dei medici che le avrebbero aiutate e riportate a casa sane e salve; trascinò Dean fino alla macchina, per poi mettersi alla guida e tornare in fretta al motel, dove lo avrebbe  curato e ricucito.
In pochi minuti, in cui aveva controllato scrupolosamente che il ragazzo fosse sveglio e che non farneticasse, arrivarono alla loro stanza e Katherine lo piazzò sul letto con velocità e corse a prendere il Kit di pronto soccorso, contenente disinfettannte, aghi, garze sterili, cicatrizzanti, antibioitici e antinfiammatori. Tutto ciò che Dean aveva sempre ripudiato, utilizzando metodi sempre più rozzi.
"Prima tu.." sussurrò il cacciatore seduto sul bordo del letto, cercando di nascondere il dolore che provasse dietro ad una smorfia e provando a tirarsi su, ma la ragazza gli mise una mano sul petto e lo costrinse a stare giù.
"Non fare lo stupido.." sussurrò Katherine aiutandolo a togliere la giacca e la camicia lacerate dagli artigli del drago.
Si insinuò fra le cosce dell'uomo per accedere meglio alla ferita, prese il disinfettante e ne versò poco sulla grossa ferita ancora sanguinante, che sicuramente avrebbe lasciato una bella cicatrice sulla sua pelle, e la tamponò leggermente con le garze, notando dalla faccia del ragazzo quanto facesse male.
"Perché ti sei messo in mezzo ?" chiese Katherien sospirando e scuotendo la testa in segno di dapprovazione, inserendo l'ago nei bordi della sua carne e prendendo a ricucire la grossa ferita.
"Non potevo permettere che quel drago ti facesse del male.." sussurrò Dean con un filo di voce, stringendo il pugno per cercare di sfogare il dolore.
La ragazza si fermò per un momento, alzando lo sguardo e lo guardò dritto negli occhi non trovando le parole giuste da dire dopo una frase come quella; sorrise dolcemente, sfiorandogli lentamente la guancia, per poi tornare a concentrarsi sulla ferita e finire di ricucirla.
"Ti ringrazio per essere venuta con me.." continuò il ragazzo sorridendole, posandole con delicatezza una mano sul fianco e carezzandolo lentamente, senza malizia.
"Non ti avrei lasciato andare da solo" rispose Katherine sorridendo e tagliando il filo che aveva appena usato per ricucirlo, non disturbandosi affatto del tocco del cacciatore.
Prese dalla valigetta delle garze pulite e le inumidì con il disinfettante, e lentamente le passò sui tagli sul viso: all'altezza dello zigomo destro e del sopracciglio sinistro, potendo sentire perfettamente lo sguardo insistente puntato sui suoi occhi, ma volutamente si soffermò sulle sue ferite.
Quando finì, gettò tutte le garze in un angolo e gli diede degli antidolorifi per il braccio, oltre che i soliti antibiotici per evitare che la ferita degenerasse; quando fece per andare via, Dean la bloccò dal braccio, fermandola e sollevando la manica destra della sua maglietta, notando un taglio poco profondo ma bisognoso di essere ripulito.
"Non è nulla, riposati" disse la ragazza cercando di liberarsi dalla morsa, ma Dean la costrinse a sedersi accanto a lui e a porgerle il bracciò.
"Adesso sono tornato e a queste cose ci penso io" disse in tono quasi arrabbiato e rude, come se si fosse stancato di ripetere ogni giorno la stessa cosa. "Quindi piantala e abituati!".
La ragazza sorrise, come se Dean avesse appena detto la frase più dolce, e lo osservò alle prese con la pulizia della ferita e così smise di protestare, lasciandosi condurre dal suo tocco leggero; non aveva mai potuto credere che un omone come lui potesse avere una  delicatatezza come quella. Uccideva ogni giorno mostri e strane creature, eppure quando si trattava di ricucirla o di sistemarle qualche arto in seguito ad una battaglia, Dean si distingueva per il suo estremo garbo.
"Grazie.." sussurrò Katherine imbarazzata, coprendo il braccio con la manica della sua maglia. 
Il cacciatore, seppure indolenzito, si abbassò a terra sotto gli occhi increduli della donna, inginocchiandosi e poggiando i gomiti sulle sue cosce, bloccandola con i suoi occhi come solo lui sapeva fare.
"Spero davvero che tornerai a fidarti di me presto, perchè.. questo.. mi uccide" disse serrando la mangibola e sfiorandole il viso con il dorso della sua mano.
Katherine rimase in silenzio e guardò il suo volto con ancora delle righe di sangue secco, un sorriso quasi spento, ma degli occhi che esprimevano fiducia e amore verso di lei; ricordò con un sorriso la prima volta che lo avesse visto, con quel sorriso sghembo e quello scudo di ironia che aveva eretto per difendersi dal mondo esterno, scudo che nascondeva le sue insucurezze, i suoi dolori, le sue paure, scudo che lei aveva cominciato a sgretolare giorno dopo giorno, fino ad arrivare a conoscere ed ammirare la parte più bella e fragile di lui.
Come in quel momento. Aveva abbassato le sue difese permettendole di vedere quanto soffrisse e quanto avesse sofferto a lasciarla andare quella notte di tanti anni prima, e lei non poteva più ignorarlo.
Con delicatezza avvicinò il suo volto a quello del ragazzo e posò le sue labbra sulle sue, regalandogli un bacio diverso da quelli che si erano scambiati negli ultimi giorni; era qualcosa di differente, superiore.
Fu un bacio più intenso, più dolce e lento, che servì per rispondere alle sue paure e ai suoi dubbi. Lo amava ancora e lo sapeva bene. Non avrebbe mai smesso di farlo.
Lentamente si staccò e con delicatezza appoggiò la fronte contro quella del ragazzo, che riprese fiato e le carezzò la schiena, spingendola verso di sè.
"Perchè l'hai fatto? Mi era sembrato di capire che..".
"Perchè sono stati mesi difficili, quando torneremo Sam si sveglierà e tu.." sussurrò la ragazza fissandolo negli occhi e permettendogli di vedere tutto l'amore che nutrisse per lui. "..tu ti sei sacrificato per me stasera e saresti potuto morire. Grazie Dean".
Lui sorrise e la baciò a fior di labbra almeno dieci volte, sentendo il suo cuore impazzire dalla felicità, stringendo la sua mano ed abbracciandola forte, inalando il suo profumo e desiderando di non allontanarla mai più.
"Adesso ti va se riposamo un po'? Abbiamo un lungo viaggio da fare e vorrei almeno riposare fino all'alba.." sussurò Katherine sorridendo e mordendosi il labbro inferiore, permettendo a se stessa di provare dopo così tanto tempo quel grande amore che non sarebbe mai più andato via dalla sua vita.
Dean sorrise e nonostante i dolori, la sollevò con il braccio sano, mentre con l'altro scostò le coperte e la fece entrare nel grande letto, per poi sdraiarsi accanto a lei e facendola accucciare sul suo petto, fasciato da una magliettina nera a mezze maniche.
Chiusero gli occhi e dopo quasi due anni si addormentarono con la consapevolezza che tutto nella loro vita stesse riprendendo il posto giusto. 


17:15.
Questo era l'orario che indicava lo schermo del suo telefono che giaceva sul bracciolo del divano su cui stava ancora seduta; non si era mai sentita male in quel modo in tutta la sua vita.
Nemmeno quando aveva scoperto di essere stata abbandonata dai suoi genitori, nemmeno quando Gabriel la lasciò dopo aver vissuto con lei per ben quattro anni; nulla fu come quel momento. Non sapere cosa aspettare.
Aspettare. Non era mai stata brava a farlo.
Hailey non era mai stata molto paziente nella sua vita, in nessuna circostanza: non aveva aspettato l'età consentita per bere una birra, nè quella giusta per guidare un'auto o per fare sesso.
Aveva bruciato molte tappe, forse nel tentativo di riempire quel buco che sentiva all'interno di se stessa: vuoto dovuto all'abbandono di Philips e Claire.  
Hailey non aveva mai saputo cosa volesse dire avere due genitori, abbracciare il propio padre o confidarsi con la propria madre sulla prima cotta presa  a scuola; come avrebbe potuto? 
Il college del Consiglio le aveva dato tanto, le aveva insegnato a vivere in questo mondo pieno di mostri e l'aveva preparata ad affrontare ogni essere demoniaco sulla terra, istruendola a dovere seppellendola sotto a cumuli e cumuli di libri, leggende e profezie.
L'aveva trasformata nella perfetta Cacciatrice, distaccata dagli affetti materiali, impavida e piena di coraggio e forza per proteggere gli umani dagli imminenti pericoli.
Il Consiglio le aveva dato davvero tanto, ma non aveva mai costituito per lei una famiglia.
Famiglia
Hailey non sapeva neanche cosa fosse. O almeno non lo sapeva finchè non aveva conosciuto Bela, sua sorella minore.
Nonostante fosse molto esuberante, del tutto fuori dagli schemi, vendicativa e molto stronza, Hailey le aveva voluto bene dal primo momento in cui l'aveva vista. Non era la normalità conoscere una sorella in quella maniera, ma oggigiorno cos'è la normalità?
Con Bela provò una sensazione di familiarità, come se l'avesse sempre conosciuta, così come quando aveva visto sua sorella Katherine, stesa sul pavimento a 17 anni, quando era stata morsa da un vampiro.
Più di tutti, Katherine le aveva insegnato cosa fosse una famiglia, così come Sam, Dean e Bobby; il maggiore dei Winchester era diventato il fratello che non aveva mai avuto, si era legata a lui da subito, e sapeva che per Dean fosse lo stesso dai suoi comportamenti verso di lei; identificava Bobby con la figura paterna più prossima che avesse e doveva ammettere che non era male avere qualcuno che si preoccupava per lei, che badasse a lei, che le preparasse di mangiare quando se ne stava chiusa in se stessa come in quel momento. Nessuno aveva provato a mettersi in contatto con lei, a provare ad ascoltarla e a parlarle nel modo in cui solo un genitore farebbe.
E Sam. 
La sua intenzione non era avere una storia seria con lui, voleva solo del buon sesso dato che era stata attratta da lui dal primo secondo che lo aveva visto e sapendo che avesse appena chiuso la sua storia con Katherine; sapeva quanto quei due si fossero amati, non era stupida, ne tantomeno cieca, e sapeva che non sarebbe stato facile per entrambi dimenticare, ed Hailey non voleva mettersi in mezzo.
Voleva semplicemente divertirsi per un pò di tempo e poi andare via per la sua strada, come aveva sempre fatto dopo Gabriel, quando aveva giurato che non avrebbe provato mai più sentimenti per nessuno.
Ma inevitabilmente Sam riuscì a fare breccia nel suo cuore con i suoi modi da finto ragazzo ribelle, che sottosotto nascondevano un uomo buono, dolce e bisognoso di guarire le sue ferite, esattemente come lei.
Insieme avevano affrontato così tante situazioni, si erano disperati quando le cose andavano male, ma avevano anche gioito insieme quando la vita cominciò a migliorare; almeno fino a quando quel giorni di due anni fa Sam aveva deciso senza interperlarla o dirle addio di gettarsi nella gabbia insieme a Lucifero e Michele.
Per un lungo periodo lo aveva odiato, recriminandogli di non avergli detto la verità e di averle mentito; ogni notte lo sognava, riviveva notte dopo notte quei momenti così terribili di quando lo vide per l'ultima volta.
"Ce l'ho in pugno!".
Il suo sorriso malinconico. L'ultimo saluto. L'ultimo sguardo. Le ultime parole. Il salto.
Ogni notte provava a salvarlo, ma il finale era sempre lo stesso.
Finchè un giorno notò uno strano caso di sparizione in Nebraska: persone che sparivano ciclicamente nei decenni e decise di recarsi lì per indagare senza Katherine, che era appena stata lasciata da Dean senza una ragione.
La notte dopo essere arrivata in quella città era uscita dalla sua camera di motel per cercare quelle persone scomparse, o almeno le loro carcasse, e si recò nel bosco, imbracciando la sua pistola e la torcia; voleva scoprire la verità per massacrare quel mostro.
E poi non capì immediatamente quel che successe.
Vide degli uomini  arrivare su un furgone e scendere con armi e torce, e li sentì mettersi d'accordo per chi dovesse perquisire il bosco, finchè un uomo pelato sulla sessantina diede gli ordini precisi e ognuno si mise a lavoro.
Cacciatori? si chiese la ragazza adattandosi perfettamente al buio, spegnendo la sua torcia.
Li seguì silenziosamente, almeno quattro o cinque uomini e una donna, che parlavano fra di loro di quanto fosse strano per loro tornare a quella vita.
Hailey ricordava perfettamente la brezza che quella sera le solleticò il viso e le fece venire la pelle d'oca sulla schiena, fin quando si sentì osservata; forse qualcuno di quei uomini l'aveva vista e la stava osservando, così si accucciò dietro un albero, ma uno scriccgiolio provenne dalle sue spalle, paralizzandola e facendole sgranare gli occhi.
Con velocità strinse forte la sua pistola e si girò di scatto, colpendo l'uomo che aveva alle spalle in pieno volto, ma il cacciatore la bloccò presto, colpendola alle braccia e facendole perdere la pistola dalle mani; passarono ad un corpo a corpo sempre più violento, fin quando il ragazzo la fece cadere a terra fra le foglie e i rami secchi, e si mise a cavalcioni su di lei.
Fu quello il momento in cui gli occhi di Hailey si riempirono di lacrime incontrollate e si fermò, smetttendo di colpirlo o cercare di divincolarsi dalla presa del ragazzo: i suoi occhi le mostravano Sam.
Era impazzita? Stava delirando? Era un sogno? Era ancora a letto e i suoi incubi stavano cambiando?
"Sam?!". La sua voce uscì come una supplica: sperava che fosse reale, che non sarebbe svanito via o che non fosse un mutaforma.
"Non volevo che lo scoprissi così..".

Il rombo del motore dell'Impala la riportò al presente, sentendo le voci di sua sorella e Dean provenire dall'esterno; per Hailey era un miracolo che quei due fossero ancora vivi e che non si fossero uccisi a vicenda durante il viaggio, ma sapeva che prima o poi sarebbero tornati insieme. 
Vide entrare Katherine con uno zigomo livido e con l'aria stanca di chi avesse trascorso le ultime 11 ore chiusa in un'auto, mentre Dean entrò per ultimo, arrancando e serrando la mandibola per il dolore.
"Che è successo?" chiese Bobby sgranando gli occhi e fissando il ragazzo con aria preoccupata, alzandosi dalla poltrona.
"I draghi sono dei figli di puttana" rispose Dean chiudendosi la porta alle spalle e dirigendosi a grandi passi verso il divano su cui si sedette con poca grazia e si voltò a guardare la ragazza accanto a lui. "Sam?".
"Stiamo ancora aspettando.." sussurrò Hailey guardandolo di rimando e accennando un sorriso. "Non sembri messo troppo bene".
Dean fece spallucce e spostò lo sguardo su Katherine che scaricò i bagagli sul pavimento polveroso e si appoggiò allo stipite della porta.
"Ti abbiamo portato un souvenir" sussurrò Katherine sorridendo dolcemente, estraendo dalla sua borsa un libro che avevano trovato nella fogna dei draghi e porgendolo a Bobby. "Non siamo riusciti a capire cosa ci sia scritto".
L'uomo sorrise appena e lo prese dalle mani della giovane, sfogliandolo e sollevando un sopracciglio; si diresse silenziosamente verso il tavolo del salotto e si sedette, per poi versarsi in un bicchiere dello Scotch e cominciare a leggere seriamente il libro.
I tre ragazzi si guardarono per qualche secondo e Katherine prese dal frigo tre birre, che aprì e le porse anche a sua sorella e a Dean, che accettarono e scambiarono quattro chiacchere; era inutile ormai nascondere la loro preoccupazione, il loro dolore e il loro forte desiderio di 
conoscere lo stato di salute mentale del giovane che giaceva ancora al piano di sotto.
Katherine e Dean raccontarono ad Hailey tutti i dettagli sulla caccia, e il ragazzo le mostrò il bottino di guerra che non aveva mollato nonostante sanguinasse e avesse bisogno urgentemente di punti: orologi, collane, bracciali d'oro presi ai draghi.
Risero per un pò, sorseggiando la birra e facendo finta che andasse tutto bene, finchè una voce li fece voltare tutti in un'unica direzione: l'ingresso della cantina.
"Ragazzi..". 
Sam.
Il minore dei Winchester si era appena svegliato e adesso tava di fronte a tutti i presenti, guardandoli con aria quasi sbalordita, come se fosse stranito di trovarsi lì in quel preciso momento.


Con incredulità ed estrema felicità, Dean scattò in direzione del fratello e lo strinse forte, dimenticandosi del dolore al braccio ed emettendo un gemito di dolore: la felicità traboccò dal suo cuore, ed era tanto che non si sentiva così.
Il suo fratellino stava davanti a lui e lo teneva stretto fra le braccia, in un abbraccio goffo ma che trasmetteva tutto l’amore profondo e incancellabile che provasse per lui.
Emise un altro gemito, stringendo leggermente di meno e Sam sciolse l’abbraccio posando delicatamente una mano sulla spalla sana del fratello, fissandolo con un sorriso grande sulle labbra, sentendosi anche lui felice di essere tornato e di rivedere ancora una volta la sua famiglia.
“Sam..” sussurrò Hailey con voce rotta e incredula, tenendosi stretta al bracciolo del divano, mentre un nodo prese a stringerle forte la gola e a stritolarle il petto.
Il minore dei Winchester spostò lo sguardo sulla ragazza e cambiò espressione, quasi commuovendosi e incurvando le labbra verso il basso, mentre il labbro inferiore prese a tremare leggermente e i suoi occhi si imperlavano di uno strato di lacrime; entrambi si mossero contemporaneamente e Sam la raggiunse con due falcate, prendendola immediatamente fra le braccia.
La sollevò da terra come se fosse una piuma, stringendola forte dai fianchi e chiudendo gli occhi, gustandosi il momento; la donna ricambiò la stretta, stringendogli le braccia al collo e sentendo delle lacrime sfuggire al suo controllo.
“Hailey..” sussurrò lasciando la presa e permettendo alla ragazza di posare i piedi per terra.
Le mise le mani sul viso, catturandoli e guardandola con tutto l’amore che avesse, baciandola delicatamente sulle labbra e sorridendole teneramente: i loro cuori battevano all’impazzata, aspettavano quel momento da tanto, troppo tempo.
“Ragazzo..”.
La voce proveniente da dietro di lui lo fece voltare di scatto e vide gli altri due membri della sua famiglia fissarlo con le lacrime agli occhi; senza pensarci troppo, sciolse la presa su Hailey, che si rifugiò vicino a Dean e si aggrappò al suo braccio come una bambina.
Sam raggiunse Bobby e Katherine con velocità e li strinse a se in un unico abbraccio, sentendoli ricambiare la stretta e chiudendo gli occhi per qualche secondo, prima che una serie di flash invasero prepotentemente la sua mente: la lotta interiore con Lucifero, quella reale con Michele e ciò che era accaduto ai suoi amici.
“Bobby, ho visto Lucifero ucciderti, eri morto..” sussurrò sciogliendo l’abbraccio e dandogli un leggero colpo sul petto, guardandolo con incredulità, alternando lo sguardo fra lui e Katherine.
“È stato Castiel a riportarmi indietro” rispose l’uomo sorridendo, dandogli una pacca sulla spalla.
“Cass è vivo?” Chiede il ragazzo appena tornata sgranando gli occhi e sorridendo, allargando le braccia e voltandosi all’interno del salone, guardando anche gli altri.
“Si lui sta bene! Ma tu come stai?!” Chiese Dean avvicinandosi e passandosi una mano velocemente sul viso.
“Qual è l’ultima cosa che ricordi?” Chiede Katherine aggrottando le sopracciglia.
“Il salto nella gabbia e poi mi sono svegliato nella panic room” rispose Sam facendo spallucce.
“Davvero non ricordi altro?” Chiese Hailey deglutendo a fatica.
“È un bene che non ricordi l’inferno..” disse Dean annuendo e sorridendo.
“Quanto sono stato via?” Chiese Sam aggrottando le sopracciglia, rendendosi conto di non sapere neanche in che giorno, mese o anno si trovassero.
“Quasi due anni” rispose Bobby sospirando, tornando alla scrivania e bevendo ancora un po’ di Scotch.
“Come sono tornato ?!” Chiede guardandolo con aria interrogativa e accusatoria. “Che avete fatto?”.
Velocemente il maggiore dei Winchester, le due sorelle e Bobby si scambiarono un’occhiata fugace e Dean mise su la sua faccia da poker sorridendo forse fin troppo e fece spallucce.
“È tutto a posto, abbiamo fatto un accordo con Morte e..”.
“Morte il cavaliere ?!” Chiede Sam gramando gli occhi e spalancando la bocca.
“Si, è stato gentile e ci doveva un favore quindi..” sussurrò Katherine sorridendo e giocando nervosamente con le sue mani, distogliendo lo sguardo ed appoggiandosi con i fianchi al tavolo del salone.
Il minore dei fratelli lesse il suo linguaggio del corpo senza troppa fatica, conoscendola bene, e intuì immediatamente che non gli stessero dicendo tutta la verità; specialmente perché Bobby continuò a tracannare il contenuto del suo bicchiere ed Hailey annuiva più del solito.
“Dovrei sapere altro, vero?” Chiede Sam sollevando un sopracciglio e facendo qualche passo verso di loro, mettendo entrambe le mani sui propri fianchi e studiando ancora i loro volti.
“Cosa?! No, nulla davvero Sam!” Esclamò Hailey annuendo, avvicinandosi e sfiorandogli il petto con delicatezza. “Sai cosa? Sarei affamato, ti faccio un panino”.
La ragazza si dileguò alle sue spalle, dirigendosi in cucina e mordendosi le labbra, dettaglio che non sfuggì al ragazzo che li continuò a fissare con il suo sguardo interrogativo; la minore delle Collins seguì con un sorriso la sorella, distogliendo lo sguardo da Sam e dirigendosi in cucina con la scusa di aiutarla a preparare la cena.
Si accostò al top della cucina e con la coda dell’occhio controllò che nessuno dei presenti le stesse guardando, così si avvicinò ancora alla sorella.
“Lo scoprirà prima o poi, non è uno stupido” bisbigliò la minore tagliando nervosamente una cipolla, non guardando Hailey e continuando a far finta che tutto andasse bene.
“Per ora lo lasceremo stare” rispose la maggiore scuotendo la testa, prendendo dal frigo della carne comprata da poco e mettendola su una grossa padella.
“Quando si renderà contro che non gli abbiamo detto la verità non sarà un bel momento” rispose Katherine scuotendo la testa e sentendo dei passi avvicinarsi dietro di lei, mentre la sorella lasciò la stanza lasciandole preparare la cena da sola.
Katherine sbuffò e prese a pelare sei o sette patata, che tagliò a cubetti e li mise nella stessa padella in cui sua sorella aveva  messo la carne, quando notò dopo qualche secondo la figura di Dean appoggiato allo stipite della porta con lo sguardo fisso su di lei; la ragazza si voltò appena e lo guardò per pochi secondi, per poi tornare a concentrarsi sulla preparazione della cena.
“Vuoi aiutarmi?” chiese Katherine sorridendo appena, cercando delle spezie nei ripiani della cucina.
“Sai che non sono bravo in cucina.." sussurrò il giovane appoggiandosi al top accanto a lei ed incrociando le braccia al petto, continuando a fissarla.
“Allora va da Sam, è giusto che tu stia un po’ con lui”.
“Se manco per qualche momento lui continuerà a stare bene”.
Katherine lo guardò ancora una volta e sorrise sinceramente, lasciando che l’allegria contagiasse anche i suoi occhi, e prese a riflettere su quell’unico, grande e super importante dettaglio: Sam stava bene. La sua anima era intatta e lui stava di nuovo bene, era tornato da loro.
Distolse lo sguardo e prese ad affettare due carote, che sistemò all’interno della padella insieme alla carne; aprì il frigo ed afferrò una delle salse che adoravano usare, salsa di soia, e ricoprì tutti gli ingredienti, per poi accendere il gas e lasciare che la cena si cucinasse.
Coprì la padella con un grande coperchio in vetro e si voltò, appoggiando i fianchi al top e tornando a guardare Dean.
“Voglio godermi Sam..” sussurrò la ragazza facendo spallucce, fissando conn un'espressione un pò più dura del solito. “Sono molto stanca, non voglio parlare, non voglio pensare a.. noi. Voglio solo stare con lui, sapere come sta, cosa ricorda davvero”.
Dean sorrise ed annuì, avvicinandosi alla ragazza e allungando un braccio verso di lei, facendole segno di andare con lui; le passò il braccio sulle spalle e Katherine lo lasciò fare nonostante si sentisse un po’ a disagio. Si guardarono per qualche breve secondo, con il viso a pochi centimetri e le labbra molto vicini, e ad entrambi sembrò di tornare a molti anni prima, quando il sentimento che li univa stava per nascere mentre lei stava ancora con Sam.
Dean sospirò e le baciò teneramente la tempia, mentre la ragazza gli passò un braccio attorno alla vita e appoggiò delicatamente la testa sulla sua spalla.
Raggiunsero gli altri nel salone e trovarono Sam intento a parlare con Hailey e Bobby di cosa ricordasse, di come si sentisse, e dopo tanto tempo si scambiarono una breve ma intensa occhiata, e non gli servì parlare per spiegarsi: la loro famiglia stava bene. Ancora una volta.
 
  
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