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Autore: paige95    04/03/2019    5 recensioni
Una scommessa, il cui esito per noi è noto … ed infondo lo era già anche per loro, o perlomeno Ron ci sperava.
Genere: Commedia, Sentimentale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Hermione Granger, Ron Weasley, Rose Weasley | Coppie: Ron/Hermione
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
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Un gioco pericoloso … ma per chi?



 
Era decisamente tardi. L’imbrunire stava scendendo sulla graziosa villetta a schiera, dove i coniugi Weasley avevano deciso di convivere probabilmente per il resto della loro vita. L’ora era veramente molto tarda, quando Ron fece finalmente scattare la serratura di casa propria. Lui per primo, da svariate ore ormai, desiderava solo rimettere piede tra quelle mura e abbandonarsi tra le braccia di Morfeo sul suo morbido materasso. Come al solito, la sua giornata di lavoro al Ministero era stata quanto di più stressante potesse esistere. Beata sua moglie, che, ormai al termine della sua seconda gravidanza, poteva tranquillamente beneficiare di un po’ di tranquillità nel tiepido calore di quella dimora. Eh già, la invidiava, perché, a parte l’evidente stato fisico, poteva evitare l’immensa confusione del Ministero e, anche se era il Ministro della Magia e doveva comunque amministrare ogni genere di affare, non era a diretto contatto con quel luogo, che provocava a Ron una grande emicrania ogni volta che usciva da lì. Aprì delicatamente la porta e scorse subito che il soggiorno era totalmente al buio. Afferrò la bacchetta e con un Lumos sussurrato cercò di fendere quelle fitte tenebre. Stava iniziando a presupporre che sua moglie e la piccola Rose, una bambinetta di poco meno di due anni, fossero già sotto le lenzuola. Quando entrò, ignorò totalmente il profumo di stufato che sentiva provenire dalla cucina. Hermione doveva essersi premurata di lasciargli la cena in caldo, ma lui era troppo stanco e il picchiettio alla testa vinceva sui crampi allo stomaco. Fece mezzo passo verso le scale, deciso più che mai sulla propria destinazione. Dovette però inchiodare poco dopo sul posto, quando si accorse che, a pochi centimetri dai suoi piedi, la figlia lo fissava immobile dal basso verso l’alto. Le avvicinò la punta della bacchetta illuminata per poterla scrutare meglio, ma il buio non aveva certo aiutato per scongiurare l’impatto, ciò che lo aveva favorito furono solo i suoi riflessi pronti e la sua ottima vista.
 
“Rose! Per poco non ti venivo addosso e chi la sentiva poi tua madre, se ti avessi fatto cadere?? Ma tu non dovresti essere a nanna a quest’ora?”
 
Ron continuava a fissare la piccola perplesso, senza capire per quale ragione, oltre a quella bambina che girava per casa indisturbata, non ci fosse anima viva e nemmeno il più piccolo rumore della presenza di sua moglie. Era decisamente strano che Hermione lasciasse scorrazzare la figlia a quell'ora senza il minimo controllo. Iniziò a preoccuparsi e sperò con tutto il cuore non fosse successo nulla di grave.
 
"Tesoro, dov'è la mamma?"
 
La bambina, dopo averlo guardato inizialmente un po' titubante, si voltò verso le scale alle sue spalle e lasciò al padre l’onere di interpretare. Ron seguì con lo sguardo l’indice della piccola e illuminò quel punto con la bacchetta.
 
"È di sopra?"
 
Allungò la mano libera alla piccola e lei l’afferrò subito.
 
"Mi accompagni da lei?"
 
Salirono la scala un gradino alla volta. Ron illuminava il percorso alla bambina e stava ben attento a guidarla per evitare che inciampasse. Al piano superiore trovarono un fascio di luce provenire dalla stanza matrimoniale e una volta superata la scala, Ron accelerò il passo insieme a Rose per accertarsi che sua moglie stesse bene. Si affacciò dalla porta e scorse Hermione sul letto, sdraiata su un fianco, impegnata a dormire nella posizione più scomoda che ci potesse essere: la testa era sorretta da un bracco e da un pugno e davanti a lei c’era un libro aperto, probabilmente con una lettura lasciata a metà. Nonostante non fosse comodissima, notò quanto fosse rilassata e non ci fosse alcun motivo di preoccuparsi. Sorrise nel vederla così poco irrequieta e innocua, quella gravidanza, se possibile, la stava rendendo ancora più irascibile. Si schiarì la voce per annunciare la sua presenza e subito Hermione si ridestò di soprassalto dal suo sonno, facendo persino volare in parte con quello scatto davanti agli occhi i capelli scombinati.
 
"Rose!"
 
Gridò spaventata il nome della figlia, forse inconsciamente si sentiva colpevole di averla irresponsabilmente trascurata in quelle poche ore di riposo. Ron ne ebbe la conferma, sua moglie aveva decisamente la tensione alle stelle in quel periodo.
 
 
"E' qui"
 
Rispose pacatamente ai suoi timori e lei, sentendo la voce del marito, si voltò verso la porta confusa. Scostandosi i capelli dagli occhi, fece scivolare lo sguardo sulla figlia che teneva ancora stretta la mano in quella del padre. Il cuore della giovane mamma si decise a placare quei tormentati battiti, non appena vide la sua bambina al sicuro tra le braccia del suo papà.
 
"Ron. Quando sei tornato?"
 
"Proprio ora"
 
Rose iniziò a tirare Ron in direzione della madre e con le braccine alzate nella sua direzione lo supplicava di aiutarla a salire sul letto. Lui la accontentò e la fece accomodare accanto ad Hermione. Lei strinse la sua bambina a sé e iniziò ad accarezzarle i lunghi boccoli vermigli, forse per farsi perdonare di averla lasciata sola senza un controllo per così tanto tempo, quando avrebbe solo dovuto aiutarla a scivolare serenamente nel mondo dei sogni.
 
"Non stavo dormendo. Ti stavo aspettando, leggendo un libro"
 
"Nessuno lo ha insinuato. Io invece un sonnellino lo farei volentieri"
 
Si tolse svogliatamente la giacca della divisa da Auror, lanciandola sul letto con non curanza e ciò irritò sua moglie. La ignorò, come ogni volta che aveva la malsana idea di mettere in disordine la camera, o, meglio, lasciare anche solo un capo d’abbigliamento fuori posto. Non si prese nemmeno il disturbo di togliersi le scarpe e si sdraiò finalmente con grande sollievo per la sua emicrania. Non trascorse molto tempo, prima che la voce squillante di Hermione invadesse nuovamente quelle pareti.
 
"Ronald!"
 
"Sìsì, ho capito"
 
Tenendo gli occhi ben serrati, si tolse scocciato le scarpe e le lanciò senza alcun contegno ai piedi del letto. Hermione alzò seccata gli occhi al cielo, ma proseguì nella sua lettura silenziosa, anche se, dal fatto che non ricordasse a quale capoverso fosse arrivata, iniziava a credere di aver dormito più del dovuto. Rose sfuggì tacitamente alle carezze della madre che era concentrata su quel libro, per attraversare il letto e dirigersi a gattoni verso Ron. Ondeggiò un po’ tra le morbide coperte, rischiando più volte di inciampare con i piedi tra le pieghe delle lenzuola, ma riuscì, anche se instabile, a non ribaltarsi e a raggiungere incolume la sua meta. Probabilmente sperò fosse sufficiente che la sentisse arrivare per aprire gli occhi, invece il suo papà continuava ad ignorarla, così per attirare la sua attenzione gli tirò una decisa manata all’altezza dell’addome. Riconobbe subito la piccola mano della figlia e stavolta avvertì chiaramente la sua presenza.
 
"Ahia, Rose!"
 
Socchiuse le palpebre e la vide battere le mani, soddisfatta dell'effetto sortito. Ron invece non sembrava essere particolarmente felice e si rivolse irritato alla moglie.
 
"Ma chi le ha insegnato a picchiarmi?!"
 
"Non saprei"
 
Hermione, che aveva seguito tutta la scena con la coda dell’occhio, cercò di soffocare un sorriso, ma quella risposta non lo entusiasmò, anzi lo rese particolarmente sarcastico.
 
"Molto divertente"
 
Nonostante ciò, però, Rose non colse affatto il chiaro fastidio del padre e non demorse, ma infondo come avrebbe potuto? Lei iniziava a divertirsi sul serio nel dare piccoli colpetti a Ron sul fianco, trovando quel gioco particolarmente divertente e per nulla sbagliato. Non sapeva come fermarla, le sue parole non sembravano sortire l’effetto sperato, così la prese di peso e la sollevò sopra di lui, allontanandola prudentemente dalla fonte del suo svago. Forse, sospeso nel vuoto, quel piccolo terremoto si sarebbe placato e non avrebbe fatto danni.
 
"Adesso ti faccio vedere io come ci si diverte"
 
Si dilettò a farla volare come fosse un areoplanino e la bambina, dopo un iniziale attimo di spaesamento, iniziò a mostrare il suo divertimento, lanciando piccoli gridolini entusiasti. Ron, non soddisfatto, rese quel gioco più accattivante, simulando anche finte cadute che non sfuggirono affatto alla moglie. Non considerò minimamente il tono minaccioso della ragazza e continuò a lasciare e a riprendere la piccola, fingendo che le sfuggisse per davvero dalle mani. Hermione si rivolse a lui con un’inquietante pacatezza, mentre continuava a leggere.
 
"Ron, se la fai cadere, raccomanda la tua anima a Merlino"
 
"Ma come posso far cadere mia figlia?!"
 
Non si lasciò intimorire dalle minacce della moglie e continuò a divertirsi con Rose, rendendo quel gioco sempre più pericoloso e lasciandola sospesa nel vuoto per un lasso di tempo maggiore. Si aggiudicò un'occhiataccia da parte di Hermione per la malsana idea di averla ignorata e anzi di aver temerariamente sfidato lei e la sua pazienza. Non se la sentì di rischiare oltre, altrimenti a farsi male alla fine sarebbe quasi sicuramente stato lui.
 
"Va bene, Rosie, papà adesso è stanco, mi fanno male le braccia"
 
L’adagiò delicatamente sul letto accanto a sua madre, riportando la figlia alla triste realtà, infatti la bambina rimase palesemente delusa. Ron però la ignorò e richiuse gli occhi, non aveva alcuna voglia di litigare con sua moglie, specie in quei giorni, in cui sembrava perdere inesorabilmente ogni discussione con lei, su ogni sorta di argomento. Rose invece era più audace, non temeva affatto di sfidare l’autorità della madre, e si avvicinò nuovamente al padre per riprendere quel divertente gioco, ma la verità era che la sua tenera età non le consentiva di capire il motivo di quella proibizione e forse nemmeno la proibizione in sé. Non le fu consentito però di fare molti metri, perché Hermione la bloccò, afferrandola per il bordo della tutina e obbligandola ad indietreggiare. La bambina ci tentò un paio di volte, ma la madre la fermava sempre, così per la frustrazione scoppiò a piangere. Non erano decisamente le intenzioni di Hermione, anzi ci rimase male persino lei. Alzò confusa gli occhi dalle pagine del libro e tentò di calmarla abbracciandola, ma lei non sembrava volersi calmare. Le accarezzò le guance asciugandole le lacrime, le lasciò qualche bacio tra la sua folta chioma, ma quella disperazione non accennava a placarsi.
 
"Amore, non piangere, non è successo niente, non sono arrabbiata"
 
Non riusciva a tranquillizzarla in alcun modo e intuì quasi subito il motivo che aveva scatenato nella figlia tutta quella tristezza. Voleva semplicemente continuare quel gioco con il padre e lei, da madre protettiva, glielo stava impedendo. Hermione aveva solo una soluzione quindi per far cessare quel pianto e a malincuore non ebbe altra scelta che voltarsi verso il marito. Lo chiamò infastidita per essere stato preferito dalla figlia e dover ammettere di aver avuto una pessima idea a sgridarlo.
 
"Ron"
 
Non la ascoltava o forse gliela stava semplicemente facendo pagare. Era più probabile che quella fosse una vendetta in piena regola per averlo ripreso, perché le parve di notare sul volto del ragazzo un mezzo sorrisetto beffardo.
 
"Ronald, per l'amor del cielo! So che non stai già dormendo"
 
Lui continuava ad ignorarla e a fingere di non sentirla ed anche la bambina non accennava a smettere di piangere disperata. Quella confusione, tra le grida della figlia e l’indifferenza del marito, la stava esasperando. Rose, prendendo alla sprovvista la giovane, riuscì finalmente a sfuggire alla presa della madre e si avvicinò decisa al padre, tirandogli stavolta uno schiaffetto in piena guancia per provare nuovamente a svegliarlo. Non gli fece male, ma lui spalancò subito offeso gli occhi sui lacrimoni che erano rimasti sul visino della piccola, nonostante un sorriso avesse lasciato spazio ad una ritrovata allegria. L’umore di Rose non fu l’unico a migliorare, anche quello di Hermione migliorò notevolmente, anzi stava chiaramente scoppiando a ridere, l’idea della bambina era stata in grado di sciogliere in lei la tensione.
 
"Ops, non sono riuscita a tenerla, scusa"
 
"E' un pericolo pubblico questa bambina, quando sarà più grande dovrò arrestarla ... insieme a sua madre"
 
Hermione non trattenne più le risa e lui non gradì affatto quell’evidente presa in giro. Per sfortuna di sua moglie, però, era pieno di risorse e a sua volta sul suo viso si dipinse un nuovo sorriso furbo, spegnendo di rimando quello della consorte. Sussurrò alla figlia quel tanto che bastò per farsi comprendere anche dalla ragazza, la quale si spaventò a quelle parole.
 
"Rosie, perché invece non cambiamo gioco? Ad esempio, non so, fare solletico alla mamma? Cosa ne dici, ti piace?"
 
"Nono, non potete, sono incinta!"
 
La vittima in questione tentò di ribellarsi, ma fu totalmente inutile, perché Rose si era già lanciata alla carica addosso alla madre. Hermione riusciva a malapena a parare le sue piccole e veloci manine, non era affatto semplice sedare la vivacità di sua figlia, anzi l’energia della tenera età di Rose e le sue condizioni fisiche non consentivano alla ragazza di difendersi meglio. Tentò e sperò che le parole sortissero un effetto più soddisfacente.
 
"Rose, ci sarebbe il tuo fratellino, non vorrai fargli male, voglio sperare"
 
Ron lasciò Hermione sbrogliare da sola quella matassa e richiuse finalmente gli occhi con un sorriso spensierato sulle labbra. Si voltò persino dalla parte opposta del letto, affinché quella piccola lotta tra mamma e figlia non disturbasse più il suo tanto agognato riposo.
 
"Bene, ora che Rose sembra essersi tranquillizzata, me ne torno al mio sonnellino"
 
"Non vorrai lasciarmi ... Ronald! Rose, basta! Appena riesco a liberarmi, vedrai quante te ne arrivano, Ron"
 
Quelle minacce non ebbero bisogno di molto tempo per concretizzarsi, sentì infatti pochi secondi dopo qualcuno avvicinarsi a lui e dal peso sulle lenzuola capì che non poteva trattarmi di nuovo sua figlia. Avvertì un braccio in avvicinamento proprio indirizzato al volto, ma lui riuscì fortunatamente ad intercettarlo appena in tempo, nonostante la posizione che aveva assunto lo avesse messo in difficoltà, lasciandola palesemente delusa. Non le diede modo di ribellarsi a quella presa, ruotò verso di lei e la attirò semplicemente a sé per porgerle un leggero bacio sulle labbra. Nonostante la dolcezza impiegata, non la trovò affatto favorevole, anzi si divincolò sprezzante da lui.
 
"Ronald, c'è la bambina! Possibile che non ne combini mai una giusta?!"
 
Stavolta sembrava essersi offeso davvero, ma non per il gesto stizzito della moglie, quanto piuttosto per quelle parole. Per replicare a quelle accuse, indicò prontamente un punto ben preciso alle spalle della moglie.
 
"Stai scherzando, vero? E il fiore dietro di te, di chi sarebbe il merito?"
 
Rose era rimasta nella stanza con loro e, nonostante l’entusiasmo per i giochi fatti scorresse ancora nelle sue vene, decise di non fare ulteriore confusione e si coricò tranquilla e prona accanto ai suoi genitori. La bambina, colta dalla stanchezza, sembrava essere pronta a lasciarsi cullare tra le invitanti braccia del dio del sonno. Hermione si girò proprio verso il punto che il marito le aveva indicato, provò tanta tenerezza per quella piccola, ma proprio non riusciva per una rara volta nella sua vita a dare ragione a quel ragazzo. Incrociò le braccia al petto e assunse la sua solita posa di chi la sapeva lunga.
 
"Mio ovviamente! L'ho portata nove mesi in grembo e per fortuna da te ha ereditato ben poco"
 
Non riusciva a rimanere serio davanti al gesto stizzoso di Hermione e nemmeno lei sembrava essere in grado di soffocare un sincero sorriso. Provarono entrambi però a mantenere una certa dose di compostezza, proprio per favorire il riposo della figlia. Ron si limitò ad abbassare lo sguardo sul ventre della moglie per poter mettere finalmente la parola fine a quella discussione, nonostante fosse solo appena cominciata. Mancavano ancora pochissimi mesi al parto e lui non voleva rischiare di perdere la vita per mano della consorte proprio in quel breve lasso di tempo, in cui avrebbe dovuto cercare di resistere alla sua giustificata irritabilità, o almeno così tutti gli avevano sempre detto quando lei si ritrovava in quello stato. Con il tono più dolce che riuscisse ad impiegare tentò di acquietarla con qualche innocua considerazione, a cui sperò vivamente che Hermione non avrebbe saputo resistere, qualunque padre infondo desiderava che una parte di sé fosse ritrovata nei propri figli.
 
"Così mi offendi, tesoro. Per fortuna ho ancora la speranza di Hugo"
 
"Facciamo una scommessa, Weasley. Se quando nascerà, assomiglierà a te, allora avrai carta bianca sulla sua educazione, ma se dovesse assomigliare a me, allora … ti avverto, ti tengo a vista su qualsiasi gioco che fai con tuo figlio, anzi su qualsiasi oggetto che muovi o frase che pronunci davanti a lui. Intesi?"
 
"Rose mi assomiglia, perché non potrebbe capitare di nuovo? E poi, da quando riponi così tanta fiducia in me, tanto da affidarmi la totale educazione del piccolo?"
 
"Infatti ripongo fiducia in lui, non in te e spero che almeno stavolta il nostro secondogenito somigli alla sua mamma"
 
Non sapeva ancora Hermione che sarebbero stati in grossi guai, perché il futuro piccolo di casa Weasley sarebbe stato un degno membro di una delle più stimate e amate famiglie Purosangue di tutta l’Inghilterra Magica.


 
 
Ciao a tutti, cari lettori e care lettrici!
 
È solo un semplicissimo spaccato di vita quotidiana che mi è balenato per la mente. Spero tanto vi sia piaciuto e che vi abbia strappato un piccolo sorriso 😊
 
Ringrazio di cuore chi ha dedicato un po’ del suo tempo a leggere questa OS e in modo particolare HarryPotter394, Shanley, Longriffiths, Inzaghina e MagiaOscura <3 Vi consiglio di passare sui loro profili, perché, che siate fan del mondo di Harry Potter o di Dragon Ball, troverete in tutti casi delle storie meravigliose 😊
 
Baci
-Vale
   
 
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