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Autore: Najara    04/03/2019    7 recensioni
“Lena Luthor.” La donna tese la mano e lei arrossì un po’, prendendogliela.
“Kara… ehm… Kara Danvers.” Si presentò a sua volta, arrossendo di nuovo, era davvero bella e la guardava dritto negli occhi, con sicurezza, ma anche con leggero divertimento.
“Bene, questa è una presentazione migliore di quella precedente.” Commentò Lena sorridendo.
Una commedia romantica targata SuperCorp!
Genere: Commedia, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: FemSlash | Personaggi: Kara Danvers, Lena Luthor
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Dieci giorni prima

 

Dieci giorni prima

Ufficio del CatCo Magazine

 

Quello era il giorno giusto, lo avrebbe fatto, avrebbe raccolto tutto il suo coraggio e avrebbe chiesto a Cat Grant di darle una possibilità.

Kara prese un profondo respiro, poi un secondo. Lanciò uno sguardo verso l’ufficio della fondatrice e direttrice del CatCo Magazine ed esitò. Non sembrava di buon umore.

“Oggi o mai più.” Mormorò tra sé e sé. Eve nel vederla impettita e decisa alzò i due pollici verso di lei in un evidente e silenzioso sostegno.

Kara annuì ed entrò nell’ufficio della donna.

“Ehm… miss Grant?” Chiamò.

Kiera, cosa c’è? Non dirmi che il mio terapeuta ha annullato la seduta, perché ho disperatamente bisogno di dirgli quanto detesto quel nuovo ristorante sulla quarta, e non comunicarmi che un altro dei miei giornalisti è scappato in India con l’insegnante di Yoga, perché una mi basta.” La donna continuava a scrivere sul suo portatile.

“No. Io…” Si interruppe.

“Su, su, non ho tempo da perdere.” La incitò Cat.

“Volevo chiederle se fosse possibile… ehm… cambiare indirizzo di carriera all’interno della CatCo.” Le mani della donna si bloccarono sulla tastiera e Cat alzò gli occhi che si fissarono su di lei.

Siobhan si affacciò all’ufficio proprio in quel momento.

“Mister Lord la sta aspettando in sala conferenze.” Lanciò a Kara un’occhiata soddisfatta e uscì di nuovo. Kara sentì la rabbia affiorare, come sempre, ma la tenne a bada, non era il momento di indugiare nel suo odio per quella fastidiosa donna con la quale condivideva il compito di segretaria di miss Grant.

“Seguimi.” Le disse Cat, sorprendendola. “Parla chiaro e in fretta.” Precisò, mentre si avviava verso la sala conferenze.

“Ho riflettuto sul mio futuro, lavorare per voi mi ha insegnato moltissimo, ma sento che potrei fare di più… e ho pensato che mi piacerebbe farlo da giornalista.” Dirlo ad alta voce, a Cat, fu liberatorio. Erano settimane che si tormentava sul suo futuro e finalmente aveva fatto il primo passo verso un possibile cambiamento.

Cat aprì la porta della sala conferenze e Maxwell Lord si alzò, sorridendole. Kara si portò le mani al volto, sistemandosi gli occhiali, agitata, non era da Cat ritardare una risposta. La donna invece si avvicinò all’uomo e gli sorrise.

“Sei puntuale.” Lo salutò.

“Come sempre.” Precisò lui.

“Sono da te tra un istante.” Disse allora la donna e poi si voltò verso di lei, la mano sul fianco. “Va bene. La mia ragazza ‘come fare’ è appena volata oltreoceano con l’insegnante di yoga, quindi tu la sostituirai.” Kara spalancò la bocca e poi la richiuse, desiderava più di ogni cosa essere una giornalista, ma fare quegli sciocchi articoli della rubrica ‘come fare’ non rientrava in nessun modo nel suo sogno.

“Miss Grant… pensavo di potermi occupare di soggetti di attualità, politica, economia…” Osò precisare.

“Ma a me serve una ragazza ‘come fare’.” Le rispose Cat alzando un sopracciglio.

Kara esitò, non era prudente insistere con miss Grant, ma non aveva intenzione di cedere, si trattava del suo sogno. Aprì la bocca, ma la donna alzò un dito, fermandola.

“Ti occuperai dell’articolo ‘come fare’ di questo mese, sarà un test, se ti dimostrerai capace di eseguire un buon lavoro anche in qualcosa che è opposto alle tue aspirazioni e al tuo carattere ti permetterò di passare al tipo di giornalismo che ti interessa.”

Kara conosceva miss Grant da troppo tempo per non capire che quella era la sua ultima parola e dopo tutto non era un’offerta che poteva essere rifiutata. Sorrise e annuì, ottenendo in cambio un secco cenno della testa.

“Posso sapere di cosa tratterà questo mese il vostro ‘come fare’?” Intervenne Maxwell, con aria divertita. “La mia segretaria ne va matta e sarà divertente dirle che conosco il soggetto in anteprima.”

Miss Grant inclinò la testa davanti all’espressione dell’uomo, poi alzò le spalle, cedendo alla richiesta.

“Come farsi lasciare in 10 giorni.”

 

***

 

Dieci giorni prima

Galà delle Lord’s Industries

 

Lena sorseggiò con distrazione il suo cocktail, non era buono, ma tutto in quella festa era mediocre, quanto mediocre era Maxwell. L’uomo sembrò leggerle nella mente perché le si avvicinò con un ampio sorriso divertito sulle labbra.

“Lena Luthor! Che piacere vederti.”

“Non condivido il tuo entusiasmo, sono venuta solo perché hai detto alla mia segretaria che avremmo potuto trovare un accordo.” Era infastidita dai modi dell’uomo, ma soprattutto da come si era lanciato sulla Luthor Corporation all’incarcerazione di Lex. Suo fratello doveva pagare, ma l’agire di Lord era stato degno di un avvoltoio.

“Un accordo. Sì… ma prima, perché non mi racconti come stai? Come va la tua vita? Ho sentito che con Jack le cose non hanno funzionato.” Lena era consapevole che l’uomo la stesse volutamente provocando, ma sentì lo stesso il bisogno di colpirlo. Non lo fece, sua madre le aveva insegnato a nascondere ogni emozione quando si trattava di affari e con Maxwell si trattava sempre di affari.

“Tuo fratello era rapidissimo a trovare un’altra donna… ho saputo che anche tu condividi questa sua… passione, speriamo l’unica.” Aggiunse, nel notare che lei non reagiva alla sua provocazione.

“Vedo che sono qui sono per divertirti. Buona serata, Max, ti lascio ai tuoi ospiti e al tuo scadente party.” Posò su di un vassoio il cocktail appena toccato e si diresse verso la porta.

Proprio in quel momento una ragazza si girò rapida e si scontrò contro di lei.

“Oh! Scusi!” Era già rossa in volto, ma arrossì ancora di più quando alzò lo sguardo su di lei.

“Non importa.” Assicurò, colpita dagli occhi azzurri della giovane, nascosti dietro a degli occhiali che ora lei si stava sistemando meglio sul naso.

“Lena!” La chiamò Maxwell, che doveva averla seguita. Lena distolse lo sguardo dalla giovane e proseguì tra la folla intenzionata ad andarsene.

“Lena, aspetta, ho una proposta da farti.” Si voltò, ormai era alla porta, ma Lord aveva un tono sicuro.

“Quale proposta?” Chiese, senza nascondere l’ostilità che provava.

“Entrambi vogliamo mettere le mani sulla FlyStar.”

“La FlyStar è stata creata da Lex, apparteneva alla Luthor Corporation e apparterà alla mia L-Corp, che tu lo voglia o no.” Affermò decisa, non aveva nessuna intenzione di cedere su quel punto. Portare l’uomo tra le stelle era stato il grande sogno di Lex, l’unico che non si era corrotto nel tempo.

“Eppure io posseggo il 50% delle sue azioni.” Le ricordò Lord, un sorriso sulle labbra. “E non le cederò, ma il fatto che tu possegga l’altro 50% rende l’azienda… ingestibile.” Sintetizzò l’uomo. Come se Lena non ne fosse a conoscenza, era lì, quella sera, perché sperava che l’uomo avesse deciso di cedere e di venderle la sua metà o quanto meno una quota sufficiente da renderla maggioritaria.

“Stai dicendo ovvietà.” Gli fece notare e il sorriso dell’uomo si allargò ancora.

“Possiamo scontrarci in tribunale per il suo possesso, possiamo lottare tra noi due fino a quando le nostre aziende non si distruggeranno l’un l’altra…”

“Non cederò la mia metà.” Chiarì per l’ennesima volta.

“Lo so, ma questa sera mi sento… in vena di giochi.” Lena inarcò un sopracciglio. Si era aspettata molte cose, di certo non questa.

“Giochi?” Chiese. Lord era un uomo particolare, ma di certo non uno che giocava, non con i suoi milioni.

“I Luthor sono senza cuore e temo che tu non sia diversa, la FlyStar necessita di amore per crescere e prosperare. Provami che mi sbaglio e ti cederò la mia metà dell’azienda, senza chiederti un solo centesimo in cambio.”

Questa secca e decisa affermazione la spiazzò. Lord era bravo, doveva ammetterlo, succedeva raramente che lei fosse così tanto destabilizzata.

“Come?” Chiese, conscia che stava cadendo nella sua rete, ma anche curiosa di capire cosa stesse effettivamente architettando.

“Un gioco: scelgo qualcuno in questa stanza, qualcuno di single e adatto a te e tu dovrai farlo innamorare.”

“Questa cosa è assurda.” Dichiarò lei. Ma incrociò le braccia, senza andarsene, come avrebbe dovuto fare. “Cosa ti fa credere che io accetti un accordo che tu potresti aver truccato? Sceglierai tu la persona coinvolta, potrebbe essere stata pagata.”

“Hai la mia parola!” Dichiarò l’uomo, fingendosi offeso dalla sua insinuazione.

“La tua parola?” Disse lei, scettica, anche se doveva ammetterlo, Lord aveva molti difetti, ma aveva sempre mantenuto la parola data.

“E un giudice imparziale.” Di nuovo lei corrugò la fronte, doveva ammetterlo, l’idea di ottenere la FlyStar per intera senza spendere un centesimo era allettante.

“Dov’è il tranello?” Chiese e Maxwell sorrise.

“Avrai dieci giorni, se la persona da me scelta non sarà innamorata di te… io avrò la tua metà della FlyStar senza pagare un centesimo.”

“Questa tua proposta è assurda.” Disse, eppure l’idea stava prendendo forma nella sua mente. Far innamorare qualcuno era ingiusto e disonesto, ma non le avrebbe fatto del male e quando fosse giunto il momento avrebbe reso l’addio il più delicato possibile. Dieci giorni per far innamorare qualcuno… era possibile?

L’uomo sorrise e fece un cenno. Una donna gli si avvicinò subito e tese a Lena un tablet.

Lei lesse in fretta, il contratto era semplice, poche righe che l’uomo le aveva appena riassunto.

Scosse la testa, ma non restituì il contratto.

“Come ti è venuta in mente una simile assurda idea?”

“Mi annoiavo.” Rispose pronto l’uomo, stringendosi nelle spalle. “Ci stai?” Aggiunse poi, fissandola. “O hai paura di perdere?”

Lena inclinò la testa.

“Lo sai che non sono mio fratello, vero? Le sfide non mi hanno mai sfiorata.”

“Tuo fratello non è mai stato capace di avere un vero amore, solo donne di una notte. Saprai fare di meglio?”

Un’altra sfida. La stava provocando, lo sapeva.

“Dimmi, chi sarebbe il giudice imparziale?” Domandò e gli occhi di Lord brillarono. Si guardò attorno e poi puntò il dito verso una donna che stava chiacchierando dall’altra parte della stanza.

Cat Grant?” Chiese Lena, perplessa dalla scelta. Di certo non era una donna che si poteva influenzare in un senso o nell’altro. Un buon giudice.

“L’unica e inimitabile.” Annuì lui. “Ovviamente non dovrà essere al corrente del nostro accordo e non dovrà esserlo neppure la persona scelta.” La guardò. “Allora, sigliamo l’affare?” Incalzò.

Lena lesse ancora una volta il contratto poi sbuffò.

“Posso chiedere chi sceglierai prima di firmare?”

“Temi che ti proponga un vecchio uomo d’affari senza cuore?” Domandò lui, gli occhi che brillavano.

“Lo farai?” Insistette lei.

Forse quello che stava cercando era solo una via d’uscita da quella situazione. La sua morale combatteva con il suo senso degli affari. Un Luthor non avrebbe esitato, anche solo per quello lei avrebbe dovuto dire di no… ma la FlyStar aveva un posto speciale nel suo cuore. Lex gliel’aveva illustrata quando lei era solo una bambina impaurita in una grande casa troppo vuota con una madre fredda e un padre assente. Ricordava ancora il fratello, ormai grande, che le disegnava astronavi e le chiedeva di scegliere i colori e il nome. FlyStar… quello il primo nome che aveva scelto.

Firmò e riconsegnò il tablet, le mani che scottavano all’idea di ciò che aveva fatto.

“Lei.” Lena sbatté gli occhi sorpresa e puntò lo sguardo su Maxwell.

“Come?” Chiese, confusa.

“Ho scelto lei.” Lena seguì lo sguardo dell’uomo e si ritrovò a posare gli occhi su di una giovane ragazza dai capelli biondi, che, in quel momento, si stava infilando in bocca una quantità spropositata di cibo ad una velocità quanto meno sconsigliabile.

“Una donna?” Chiese e l’uomo si strinse nelle spalle.

“Nessuno ha parlato di una persona di genere maschile.”

“Questo è il tuo piano? Pensi che, in qualche modo, questo mi fermerà?”

Maxwell ora sorrideva apertamente.

“Oh, no, so bene che Jack non ha mai avuto nessuna possibilità con te.” Lena strinse i pugni a quella frecciatina, ma decise che era inutile controbattere.

“Avevamo detto adatta a me. Sembra decisamente etero.” Malgrado le sue parole, non poté fare a meno di ammirare la figura snella della ragazza e non aveva dimenticato i suoi occhi blu e il modo adorabile che aveva di arrossire. Strinse le labbra, bloccando sul nascere pensieri sciocchi, stava parlando di affari.

“Guardala.” Disse allora Lord, indicandole con mento la giovane che, ora, si avvicinò ad una donna in un evidente e alquanto maldestro tentativo di seduzione.

“Molto bene.” Lena aveva alzato un sopracciglio davanti a quella scena, non perché ne fosse infastidita, certo che no. Sarebbe stato facile, ridicolmente facile.

“Ci vediamo tra dieci giorni al party per i donatori del National City’s Museum.”

“Prepara i contratti per la FlyStar.” Le disse lei, poi si avvicinò ad un cameriere, prese un bicchiere e ne trangugiò in un colpo solo il pessimo champagne.

Lo avrebbe fatto per l’unica cosa buona creata da Lex, lo avrebbe fatto per il fratello che aveva amato.

 

 

 

 

Note: Finalmente abbiamo le risposte che cercavamo! Questo flashforward ci riporta indietro di dieci giorni e ci svela ogni cosa. Lo so che voi volevate sapere cosa si sarebbero dette Kara e Lena dopo la brusca interruzione del capitolo precedente, ma… dovevamo pur capire cosa stava succedendo, no?

Fatemi sapere cosa ne pensate!

  
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