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Autore: StellaViva95    04/03/2019    1 recensioni
Alessia ha 24 anni, studia Ingegneria Gestionale, ed è fan dei Queen da sempre. Stefania, la sua migliore amica, lavora in biblioteca e scopre un modo per viaggiare nel tempo. Così decidono di tornare negli anni 70 e cercare di salvare Freddie Mercury dal suo destino. Ci riusciranno?
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Freddie Mercury, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Voce narrante: Freddie

Sono passati dieci giorni da quella sera e io e Alessia non ci siamo più visti né sentiti. Lei non mi ha telefonato, ma è comprensibile, dato che le ho dato il numero di casa mia e di Mary. Io, invece, ho deciso di prendermi qualche giorno per pensare a questo turbinio di emozioni che mi assale… E anche per trovare un modo per chiudere definitivamente la mia storia con Mary. Brian ha ragione: non ha senso continuare se nella mia testa e nel mio cuore c’è qualcun altro. Ma, nonostante io abbia la certezza di non amarla più, per me Mary Austin rimane una persona importante. Infondo sei anni insieme non sono quel che si potrebbe definire un periodo breve. Fa parte della mia quotidianità e vorrei cercare di mantenere un’amicizia con lei.
Mentre penso a tutto ciò, non mi accorgo di Roger, che mi sta chiamando dall’altra parte dello studio.
“Fred! Ci sei?”, mi chiede urlando
“Si si, scusatemi… dove eravamo rimasti?”, chiedo ritornando alla realtà
“Siamo rimasti che tu dovresti parlare con Mary Austin una volta per tutte, Fred!”, risponde Brian scocciato
Gli ho raccontato del bacio tra me e Alessia e, anche considerando ciò che mi aveva già detto prima sulla questione, capisco che, nonostante il tono duro, sta cercando di spingermi a parlare con Mary solo ed esclusivamente per il mio bene.
“Si… Hai ragione, Bri… Scusate ragazzi… Continuiamo a provare…”
Oggi proviamo ancora You’re My Best Friend e rivediamo i cori di Bohemian Rhapsody. Quest’ultima secondo me è la canzone più bella che abbiamo scritto finora e speriamo di poterla far uscire come primo singolo, anche se sarà difficile, dato che dura ben 5 minuti e 54 secondi.
Due ore dopo arrivo a casa. Stasera per la prima volta dopo un bel po’ di giorni io e Mary ci incrociamo in cucina.
“Che ci fai qui a quest’ora? Non esci stasera?”, mi chiede seccata, appoggiandosi con la schiena allo stipite della porta della cucina
“No… Senti Mary… Forse è il caso che parliamo io e te…”, le dico cercando di essere il più calmo possibile
“E cosa dovremmo dirci, Freddie? È quasi un mese che esci praticamente ogni sera! Pensi che io sia stupida e che mi beva la scusa delle prove?”
“A parte che proviamo moltissime ore al giorno…”
“Eh certo… Sono arrivati i nuovi Rolling Stones!”, mi interrompe lei bruscamente
Questa frase mi ferisce. Le è sempre piaciuta la nostra musica e ha sempre rispettato sia noi che le nostre canzoni.
“Questo non dovevi dirlo…”, dico io con disprezzo e tristezza
“Oh, poverino… Prima si scopa la gente a destra e a manca, riempiendomi di corna, e poi si scandalizza perché distruggo i suoi sogni di gloria con una battuta!” “Sei crudele, Mary… E poi, mi dispiace dirtelo, ma non ho scopato a destra e a manca… Sono molto confuso ultimamente e, se proprio vuoi saperlo, l’unica volta che ti ho tradita sono stato con un uomo…”, le dico come se fosse la cosa più normale del mondo
Lei ad un tratto fa un’espressione strana. Sembra quasi sollevata e va a sedersi su una sedia in cucina. Io la seguo.
“Oh Fred…”, dice con la testa fra le mani
“Mi dispiace… non so cosa mi succede… non sono gay, ma non sono nemmeno etero… ma il punto non è questo… il punto è che, anche se ti voglio un mondo di bene, non ti amo più, Mary…”
Lei scuote la testa e si volta verso di me.
“Non ti devi scusare, Fred… Io ho capito la tua lotta interiore fin dal primo giorno che ti ho conosciuto… Solo che pensavo che alla fine avessi scelto me…” Rimango in silenzio. È incredibile. Io non me ne sono mai reso conto, ma lei già sapeva che ero bisessuale.
“Comunque non sono arrabbiata con te… Sono solo… dispiaciuta…”, dice iniziando a piangere Io le vado vicino e la abbraccio. In questo momento mi sento uno stronzo per non averle raccontato di Alessia, ma credo che, anche se lei non fosse entrata nella mia vita, al di là di tutto avrei dovuto farle questo discorso sulla mia sessualità e soprattutto l’avrei lasciata né più né meno.
“Ti voglio bene, Mary…”
“Anche io, Fred… mi dispiace di averti trattato male in questi giorni… pensavo…”
Io la zittisco mettendole un dito sulle labbra.
“Sssh… tranquilla… va bene così…”
Restiamo abbracciati ancora un po’, lei seduta sulla sedia e io in ginocchio davanti a lei. Poi, quando mi rendo conto che si è calmata, mi alzo.
“Fred, se per te non è un problema, vorrei rimanere sola stasera… E nei primi tempi preferirei non vederti né sentirti…”
“Va bene… Vado a dormire da Brian o da Roger… Poi nei prossimi giorni mi cercherò un appartamento…”
“Sei sicuro che non sia un problema?”, mi chiede lei con la voce ancora rotta dal pianto
“No, tranquilla…”
Le do un bacio sulla guancia, prendo dei vestiti di ricambio e me ne vado.

Una volta fuori dal portone del condominio, mi accendo una sigaretta e inizio a camminare senza meta. È ora di cena e per le strade di Londra non c’è nessuno. Soltanto qualche cane randagio in cerca di cibo e le luminarie accese. In lontananza vedo una delle tante cabine telefoniche rosse, che ci invidiano in tutto il mondo, e decido di chiamarla…
“Pronto, qui è il Convitto Liberty…”
“Si, buonasera… ascolti io dovrei parlare con la signorina Ferrari…”
“Lei è quello del bigliettino?”, mi fa la donna all’altro capo della cornetta
“Si…”, le rispondo io
“Gliela passo…”
“Grazie mille… buona serata”
“A lei…”
“Si pronto”, finalmente sento la sua voce
“Ciao Ale…”
“Ciao Freddie…”
“Come stai?”
“Io bene… tu piuttosto… che fine hai fatto?”
“Avevo… avevo bisogno di mettere a posto un po’ di cose…”
“Ok…”
La sento lontana. Dev’essere arrabbiata perché non mi sono più fatto sentire.
“Io e Mary Austin ci siamo lasciati…”
“Mi dispiace”, mi risponde fredda Io non so cos’altro dire.
“Scusami Freddie… Ma ora devo andare… Ci sentiamo…”
“No aspetta!”
“Che c’è?”, mi chiede scocciata
“Ho avuto bisogno di stare solo e mi scuso per non averti più chiamata… Ma… ci tengo a dirti che per me non sei una qualunque… Non possiamo vederci uno dei prossimi giorni?”
Lei aspetta un po’ e poi sospira.
“Va bene… Fatti sentire tu…”
Riattacca senza nemmeno salutarmi e io rimango immobile ad ascoltare il tu-tu-tu del telefono. In quel momento inizia anche a piovere. Ormai sono lontano da casa e decido di chiamare un taxi. Andrò a recuperare l’auto domattina.
“Non ti sei fatto vedere né sentire per dieci giorni e cosa ti aspetti? Che sia lì pronta ad accoglierti a braccia aperte?”, mi dice Roger sarcastico
Prima di venire qui sono passato da Brian, ma lui e Christine stavano litigando. Perciò ho girato i tacchi e me ne sono andato. Fa tanto la paternale a me, ma poi anche lui è in serie difficoltà a lasciarla. È anche vero che tra lui e Stefania non è ancora successo nulla, ma il discorso, secondo il quale se non stai bene con qualcuno dovresti lasciarlo, vale tanto per me quanto per lui.
“Rog, lo so che ho sbagliato… Però sai quanto ero confuso!”
“Io oserei dire quanto SEI confuso…”, mi corregge lui
“Hai ragione…”, annuisco io
Qualche giorno dopo la sera del ristorante ho raccontato anche a lui delle mie scoperte sul mio orientamento sessuale e, fortunatamente, anche per lui va tutto bene.
“Secondo me dovresti vivertela più tranquillamente… Capisco che essere stato a letto con un uomo e in generale essere attratto dagli uomini ti faccia pensare che con Alessia tu non possa essere veramente felice… Però quando sei con lei non mi sembra che tu ti faccia grandi domande esistenziali… Forse semplicemente la persona della tua vita è una donna ed è lei…”
“Rog, hai la febbre?”, metto la mia mano sulla sua fronte e fingo che scotti
“Quando fai troppo il serio mi preoccupi…”
Scoppiamo a ridere entrambi.
“Ok, allora smetto subito! Che mi dici di Brian e Stefania? Sarà già arrivato fino alle mutande il nostro ricciolone?”
“Ma quanto sei scemo? Ora ti riconosco! Comunque non si sono nemmeno baciati che io sappia… vanno a rilento quei due…”
“Mi sa che dovremo cercare di svegliarlo nei prossimi giorni!”
“Concordo…”
Drin-drin.
“Aspetti qualcuno? O meglio, qualcuna?”, gli chiedo io, mentre lui va ad aprire
“Buonasera mister May… qual buon vento?”
Brian entra in casa senza troppi convenevoli e si siede sul divano.
“Ragazzi, io non la sopporto più!”, dice sconsolato stendendosi sul divano
“No ma fai pure, Bri… Fai come se fossi in casa tua!”, lo prende in giro Roger
“Rog, non mi rompere i coglioni, ok?”
“Ok…”
“Quindi l’hai lasciata?”, gli chiedo io
“No…”
Io alzo gli occhi al cielo.
“Cristo Bri! Ma quanto ci vuole? Io con Mary il coraggio l’ho trovato… e io e lei non litigavamo come voi due…”
“Ci hai sentiti?”, mi chiede stupito
“Si… sono passato da te prima di venire qua… Ma poi ho pensato che non sarebbe stato molto divertente essere il bersaglio di un piatto o di qualche soprammobile!”
“Ma quindi tu sei qui perché hai lasciato Mary?”
“Yess… E non sai quanto mi senta sollevato!”
“Oooh!!”, dice contrariato Roger
“A parte che Alessia è incazzata nera con te, tutto una favola… vero Fred?”, scherza poi
“Beh, però una parte della missione è completata!”, gli faccio notare io
“Si, però per te è più facile… sai benissimo che, a parte il nostro caro vecchio Rog, qui siamo tutti incapaci di stare soli… E per te, che con Alessia già qualcosa hai combinato, è molto più facile…Almeno sai che prima o poi cadrà ai tuoi piedi!”, si intromette Brian
“Bri, dove sono finite tutte le belle parole di settimana scorsa? Anche tu dovresti lasciarla, con o senza Stefania di mezzo!”
“Giusto, Fred! Ma poi, che cazzo di problemi vi fate? Sono sicuro che il disco sfonderà e tutte le pollastre ci vorranno nei loro letti! Non resterete soli ancora per molto!”
“Rog!”, lo ammoniamo entrambi
“Che ho detto?”, chiede lui facendo lo gnorri
Scuotiamo la testa e lo invitiamo a preparare qualcosa per cena. Anche se è difficile avere appetito pensando ad Alessia arrabbiata con me.
  
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