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Autore: Yurha    05/03/2019    1 recensioni
Il Natale era ormai alle porte nella città di New York.
Tutto si trasformò, infondendo un'atmosfera di gioia e festa in ogni suo abitante ma, sfortunatamente, un serial killer chiamato dalla polizia 'lo Strangolatore' fece la sua comparsa in una notte di inizio Dicembre, esattamente come un predatore in cerca delle sue prede indifese.
I Detective Lupo e Bernard, insieme ai Procuratori Cutter e Rubirosa, riusciranno a catturarlo prima che mieta altre vite e prima della Magica Notte dell'Avvento?
Genere: Mistero, Sentimentale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Mike Cutter
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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CAPITOLO 33

Un fastidioso rumore la svegliò di colpo.
Sospirò con il cuore a mille. “No, dai.. Non adesso..” pensò passandosi una mano sul volto.
Dopo che si prese qualche secondo per convincersi, si mise seduta in mezzo al letto.
Il suo cellulare continuava a suonare incessantemente.
Girò la testa e guardò il comodino. “Magari è Graham. Sarà meglio rispondere.” pensò allungando una mano.
«Pronto..?» rispose con voce assonnata, guardando verso la porta-finestra della sua camera da letto.
A giudicare dal lieve chiarore tendente al rosa del cielo, dovevano essere più o meno le cinque del mattino.
«Ciao, sono io.»
Sentendo la voce di Mike, si riprese dal sonno di colpo. «Mike! È successo qualcosa?» chiese preoccupata.
«No, tranquilla, è tutto a posto. Scusami per averti svegliata.» rispose sentendosi in colpa per non averla fata dormire un pò di più.
«No, no.. Non scusarti, ero già sveglia. Stavo andando a preparare la colazione.»
«Bugiarda.»
Sentendo la sua risposta, Connie se lo immaginò con un sorriso divertito.
«Okay, beccata.. Ora posso confessarti che io e il mio letto siamo segretamente innamorati, ma, evidentemente, tu non sei d’accordo con ciò. Ti piace questa versione?» scherzò, ritrovandosi poi a sorridere.
«Mhm.. Si, molto meglio.» rispose ridendo sommessamente.
«Sai, sei stranamente troppo allegro stamattina e di solito quando sei così è perchè ti frulla qualcosa in mente.» disse giusto poco prima di sbadigliare.
«Questa volta tu ha beccato me.. Ho avuto un’idea geniale che mi ha tenuto sveglio per tutta la notte e non appena ho visto l’orario, sono saltato giù dal letto e tu ho chiamata per riferirtela.» rispose ancora tutto allegro.
Lei rise. «Quale onore..» “È di ottimo umore oggi.. Beato lui..”
Connie si mise seduta a bordo del letto, con i piedi appoggiati sulla morbida moquette. «Spiegami questa tua ‘idea geniale’.»
«Posso provare con assoluta certezza che lo Strangolatore è effettivamente Carl Regan e che tutte le scarpe ritrovate nella sua proprietà non sono una montatura.» affermò, facendo una pausa per constatare quale fosse stata la reazione di Connie.
«Stupendo!» esclamò. «Come? Ora sono davvero curiosa.» disse ancora, contenta che almeno per una volta, la notte avesse portato consiglio.
«Devo avvertirti che qui c’è una fregatura.»
“Oh-oh..” pensò immediatamente ma poi sorrise. «Che problema c’è, in fondo in ogni cosa buona c’è sotto una fregatura, no?» rispose, volendo essere ottimista.
«Già, ma sfortunatamente il mio piano prevede che una buona parte dovrai recitarla tu e la fregatura sarà per te.» spiegò Mike, sapendo cosa avesse potuto pensare Connie se non l’avesse avvertita in tempo.
In fondo, avere le spalle coperte non guasta mai..
«D’accordo, mi prenderò la fregatura. Dimmi cosa devo fare e lo farò.» rispose incerta, conoscendo i colpi di testa di Mike.
«Mi spiace, il mio piano non prevede che tu lo sappia.»
Connie aggrottò la fronte. «Come sarebbe a dire?! Mi chiami tutto allegro, dicendo che hai un’idea geniale, mi fai venire la curiosità e poi non spieghi nulla?»
«Bhè, per farla breve, perchè funzioni ho bisogno della tua genuina sorpresa.» spiegò ancora. «Ah, prima che mi dimentichi.. Questa mattina non sarò in ufficio, devo sbrigare delle commissioni urgenti, quindi ho bisogno di sapere se accetti o meno.»
«Se parti così, non sono convinta che la tua idea geniale mi piaccia molto..»
«Sta a te, Connie. Facciamo così: se accetti, mi troverai al 27° Distretto alle undici in punto alle sale interrogatori.» rispose semplicemente. «Ti prometto che questa volta non ti svenderò.» continuò, poi fece un’accenno di pausa. «Non come l’altra volta, almeno..»
Connie non rispose subito.
Socchiuse gli occhi e sospirò, sentendosi per l’ennesima volta il mezzo con cui Mike poteva fare ogni cosa avesse voluto.
«Cosa vorresti dire con ciò?» chiese, volendo capire meglio.
«Il mio piano prevede la tua genuina sorpresa e l’uso della tua apparenza.» rispose lui alla veloce, senza mezzi termini.
«Vorresti usare la mia profonda conoscenza del Pilates o la mia dote nella corsa?» chiese con tono leggermente alterato.
Mike potè percepire chiaramente che non prese molto bene la sua proposta. «Connie, se il mio piano funziona, e so per certo che funzionerà, faremo l’arresto più grosso delle nostre carriere.. Ed il merito sarà tutto tuo.» disse lui cercando di convincerla. «E sono sicuro che andrà tutto alla grande. Tu ti fidi di me e del mio giudizio, giusto?» chiese poi, ma realizzò solo dopo quanto pesassero le sue parole. «Okay, scusami. Non pensare all’ultima frase, è stata un pò esagerata..»
«No, hai perfettamente ragione e si, io mi fido di te e del tuo giudizio.»
Ma Connie non riuscì ad immaginare quale potesse essere il piano. «Lo sappiamo entrambi che lo farò.» rispose in fine. «Però, una volta fatto, mi dovrai come minimo una grossa tazza di cioccolata calda con triplo marshmallow abbrustolito.. Nel caso dovessi farti perdonare qualcosa..»
Lo sentì chiaramente ridere. «Okay, andata.» rispose accettando. “Coraggiosa e bellissima Consuela Rubirosa.. Tu non sai quanto rendi quest’uomo felice.” pensò, rivivendo in un’istante i loro tre anni insieme con al seguito tutte le loro pazzie. «Grazie Connie, per fidarti ad occhi chiusi e per essere sempre con me.» disse ancora dolcemente.
«Ecco cosa mi merito per essere innamorata della tua cioccolata calda..» disse lei, immaginandosi ancora Mike sorridere. «Non ti serve nient’altro, capo?»
«Un’ultima cosa.» rispose lui con tono dolce. «Volevo solo dirti che ieri sera, nell’ufficio del Dr. Trevor.. Bhè.. È stata una cosa bellissima.»
Connie sorrise ripensando alla situazione in cui per caso si trovarono e ripensando anche alla voce di lui al suo orecchio.
«Dici il sonnellino?»
«Anche..» rispose gentilmente. «E non ricordo l’ultima volta in cui ho dormito così bene.»
Sorrise mentre si appoggio con un braccio sul materasso e facendo dondolare i piedi giù dal letto. «Già, neanch’io e sai una cosa? Questa notte è stata anche più piacevole, con un bel sogno a seguito.»
«Davvero? Dài, racconta.» disse interessato.
«Bhè.. Ho sognato di essere in mezzo alle montagne, in una tempesta di neve. Per caso ho notato una l’ingresso di una caverna. Appena entrata, l’ho subito trovata gelida e notali che lì, sul fondo, giaceva sdraiato un orso bruno che mi guardava con occhi docili e dolci. Io avevo freddo e sapevo che certamente quell’orso non mi avrebbe fatto nulla, perciò mi avvicinai e mi raggomitolai contro di lui, in cambio, lui mi avvolse con la sua zampa, facendomi sdraiare sotto la sua testa. Lo trovai deliziosamente caldo e comodo, tanto che ci addormentammo insieme..» raccontò lei sorridendo.
Dopo qualche istante di silenzio, Mike parlò. «..Molto divertente signorina Rubirosa..»

  
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