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Autore: Ily18    20/07/2009    1 recensioni
Questa è una rivisitazione dell'episodio 15 dell'ottava serie, per cui per chi non l'ha visto è spoiler. Tutto inizia esattamente come nell'episodio: Lois è appena tornata da Star City e Clark si è dimenticato di andare a prenderla. In seguito lei e il mondo sapranno il suo segreto, causandogli vari problemi e lui sarà costretto a riportare tutto alla normalità. Ma cosa sarebbe successo se si fosse dimostrato un po' più coraggioso e avesse detto a Lois anche l'altro grande segreto che si tiene dentro?
Genere: Generale, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Clark Kent, Lois Lane
Note: Alternate Universe (AU), What if? (E se ...) | Avvertimenti: Spoiler!
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A/N: Ciao a tutti ed eccoci finalmente all'aggiornamento della settimana ^^
Dato che la storia dovrebbe essere formata da un bel po' ci capitoli, ho deciso che l'aggiornamento lo farò ogni lunedì (sperando che la vena creativa sia dalla mia parte, eheheh).
Prima di tutto, ringrazio di cuore Cosmopolitan e ShikamaruxIno per le vostre recensioni! Mi prendo qualche riga per rispondervi velocemente:
@ Cosmo: Grazie mille, sei sempre mega puntuale quando si tratta di leggere e recensire le mie storie, sei veramente la lettrice che tutti vorrebbero avere! :)
E hai ragione, ci sono stati troppi episodi di questa ottava stagione che sarebbero dovuti finire in maniera decisamente diversa! Ma vabeh, speriamo di rifarci con la stagione 9! :P
E per quanto riguarda il colpo di scena immediato nel primo capitolo, diciamo che se avessi voluto vedere un bacio Clois in quell'episodio, quel momento sarebbe stato perfetto! La pioggia era così romantica e la tensione che c'era tra i due in quella scena penso che li avrebbe portati a finire la discussione in soli due modi: a) quello che abbiamo visto nel tf. b) quello che ho scritto io XD

@ ShikamaruxIno: Grazie mille, i tuoi complimenti mi fanno veramente piacere e sono contenta che la storia ti stia piacendo. Spero continuerai a seguirla :)

E ora, prima di lasciarvi alla lettura, vorrei darvi un piccolo chiarimento su quello che state per leggere.
Ho deciso di dividere il secondo capitolo in due parti, una sotto il POV di Lois e l'altra sotto il POV di Clark.
Quella che leggerete ora, è la parte dedicata a Lois ed è una specie di scena tagliata o aggiuntiva, chiamatela come più vi piace. ^^



Ancora non riusciva a credere di trovarsi in quella situazione.
Il suo corpo aderiva perfettamente a quello di Clark e poteva sentire su di sé tutto il calore che emanava.
Le sue forti, grandi mani la stringevano forte a lui, quasi volesse impedirle di scappare.

E infine, le sue labbra sulle sue, il suo dolce sapore di caffè che le riempiva i sensi e si mischiava con il forte odore di pioggia che li circondava.

Avrebbe voluto lasciarsi andare del tutto a quel bacio che si era immaginata più e più volte in quelle notti insonni in cui le capitava di pensare a Clark, ma non poteva abbandonarsi così facilmente a lui. Non dopo che lui aveva preferito Lana a lei, non dopo che le aveva spezzato il cuore in quel modo, non dopo che si era dimenticato di lei.
Raccolse tutta la poca forza di volontà che aveva in quel momento e si allontanò da lui, rompendo la magia di quel bacio.

Si prese un secondo per guardarlo, sorpresa che avesse avuto il coraggio di ricorrere ad un colpo così basso per mettere fine alla loro discussione. Non pensava che Clark Kent fosse capace di giocare sporco, ma ancora una volta l’aveva sorpresa, anche se non nel modo a cui era abituata.

Sentì le sue mani scivolare lentamente via dai suoi fianchi per poi finire nelle tasche dei suoi jeans, quasi a farle capire quanto quella situazione lo mettesse a disagio. Lois era convinta che col senno di poi, Clark non avrebbe mai ripetuto quel gesto così istintivo. Non era da lui agire così impulsivamente senza calcolare ogni minima variabile dell’equazione.

“Non so cosa ti aspettavi di ottenere con quel bacio, Clark.” Lo vide corrugare la fronte e assumere quell’espressione da cucciolo colpevole che gli aveva visto spesso in viso. Le sembrò quasi che con quell’espressione Clark le volesse far capire qualcosa che in quel momento le sfuggiva, ma lo ignorò. Non era il caso di fraintendere le sue intenzioni più di quanto stesse già facendo.
Anche se in cuor suo, Lois sapeva che lui non era il tipo di persona che ricorreva a simili trucchetti.

‘Basta!’ Si disse. Era sicura che l’avesse baciata solo ed esclusivamente per far cadere la discussione, non per qualche altro strano motivo, e non ci sarebbe stato nulla al mondo che le avrebbe fatto cambiare idea. “Sappi che non è cambiato nulla rispetto a prima.” Sperò che il riferimento alla loro discussione gli fosse chiaro, dopodiché gli voltò le spalle e si precipitò all’entrata del Daily Planet, fiondandosi giù per le scale con il solo pensiero di mettersi a lavoro e dimenticare quell’incidente il più in fretta possibile.

Dopo essersi messa qualcosa di asciutto addosso ed essersi rifornita del suo carburante preferito, il caffè, si sedette alla sua scrivania, ritrovandosi più volte a fissare prima lo schermo del suo PC, poi la sedia vuota alla scrivania di fronte alla sua.
Sapeva che avrebbe potuto facilmente evitare Clark per le prossime ore, in quanto Tess gli aveva dato la giornata libera.
Ovviamente però, con ‘Buon Samaritano Clark’ non si poteva mai sapere. Per quanto Lois ne potesse sapere, Clark si sarebbe potuto precipitare nella redazione del Planet offrendosi volontario per prendere la consegna degli articoli di qualcun altro e fare qualche ora di straordinario.

In fondo, questo era uno degli aspetti di Clark che la mandava in bestia. Come poteva una persona come lui, con nemmeno una cellula cattiva in corpo, dimenticarsi una promessa fatta il giorno prima?

Lois sbuffò, mentre i pensieri le continuavano a scorrere in testa. Prese un altro sorso di caffè.

Magari, quello che le aveva detto qualche minuto prima non era del tutto una bugia. Magari Clark era stato veramente sommerso dal lavoro che si era accumulato e cercando di finire in tempo per l’orario di consegna, non si era reso conto dell’ora che si era fatta e non era riuscito ad arrivare in tempo all’aeroporto da lei.

“Nah,” disse poggiando la tazza di caffè di fianco alla tastiera del suo PC, “troppo scontato anche per una città stramba come questa.”

Poggiò la mano sul mouse del PC, decisa a concentrarsi sul lavoro nella speranza che potesse dimenticare quello successo finora, ma più ci provava, più tutto tornava a galla.

Più cercava una spiegazione razionale, più sentiva nuovi dubbi farsi spazio tra i suoi pensieri.
Qual era il vero motivo dietro allo strano comportamento di Clark? Perché l’aveva piantata in asso così? Eppure la sua mail le era sembrata così chiara, che aveva addirittura iniziato a pensare che lui non vedesse l’ora di rivederla.

Approfittò del PC acceso di fonte a lei e aprì la pagina della sua casella di posta elettronica. La cercò freneticamente tra le ultime mail ricevute e finalmente la trovò.
Aprì la mail che le aveva mandato solo un giorno prima e la rilesse, quasi volesse essere sicura di non aver frainteso le sue parole. Quasi volesse convincersi di non aver letto delle parole che aveva solo voluto sentirsi dire da lui. ‘Maledetto subconscio malato.’ Pensò.

Hey Lois,

come vanno le cose lì a Star City?
Qui al Daily Planet c’è una strana calma da quando sei partita.
Nessuno urla più perché i suoi articoli non vengono pubblicati in prima pagina, nessuno viene convocato giornalmente nell’ufficio di Tess e io riesco a bere i miei caffè senza che nessuno mi soffi la tazza da sotto il naso.
Non vorrai mica che la gente ci faccia l’abitudine, vero?

Uhm, Chloe mi ha detto che domani Jimmy verrà trasportato al Metropolis General e che lei sarà lì ad aspettarlo. Per cui mi chiedevo… Se ti serve un passaggio, sappi che devi solo chiedere, sempre che tu non preferisca prendere un taxi, il che sarebbe del tutto comprensibile.

Uhm, ad ogni modo, fammi sapere, ok?

Ora ti saluto, le faccende alla fattoria gridano il mio nome e non vorrei mai farle aspettare.

A presto,

Clark.


Rileggendo la sua e-mail, le tornò alla memoria ogni singolo evento della mattinata.
Il viaggio in aereo; il ragazzo che ci aveva provato spudoratamente con lei, ma che lei aveva ignorato semplicemente perché non era Clark; l’imbarazzo al solo pensiero di doverlo rivedere dopo tutto quello che era successo solo qualche settimana prima; la strana voglia di rivederlo, nonostante tutto; i suoi occhi che lo cercavano impazienti tra tutte quelle facce sconosciute all’aeroporto e la sua mente che glielo faceva immaginare a qualche passo di distanza da lei mentre reggeva un mazzo di fiori che poi le avrebbe dato come regalo di bentornato; la delusione nel capire, dopo 3 ore passate sotto la pioggia, che lui non si sarebbe fatto vivo; il viaggio silenzioso in taxi e il rifiuto di piangere nuove lacrime per colpa sua; il rivederlo così all’improvviso sotto la pioggia e la strana stretta al cuore che cercava di ignorare, ma che sapeva era stata causata da lui; il loro litigio, le parole che gli aveva detto e la frecciatina rivolta a Lana che gli aveva lanciato.

E infine, quel bacio che mai si era aspettata di ricevere. Tutto questo era successo veramente, oppure stava ancora in viaggio e stava solo avendo un terribile incubo?

Si passò inconsciamente l’indice sinistro sulle labbra e sentì nuovamente il dolce sapore di Clark che non voleva abbandonarla. Una dolorosa prova che niente di quello che aveva appena elencato fosse un incubo, ma la semplice, dolce-amara verità.

Con la mente ancora troppo offuscata dalla rabbia per poter scrivere un articolo decente anche solo per finire tra gli annunci pubblicitari, Lois decise di chiamare sua cugina, sperando che questa l’aiutasse a chiarirsi le idee.

“Hey Lois!” La voce familiare e squillante della cugina le riempì le orecchie e le fu immensamente grata per aver risposto dopo solo qualche squillo. Sapeva che forse non avrebbe dovuto disturbarla a poche ore dal rendez-vous con Jimmy, ma lei era davvero l’unica che l’avrebbe potuta salvare da quella situazione. “Come è andato il ritorno nella grande Metropolis?” L’eccessiva felicità nella voce di Chloe, puzzò di bruciato al naso della reporter più promettente del Daily Planet. Sapeva che la cugina sarebbe stata entusiasta di rivedere suo marito, ma poteva giurare di aver notato una strana allusione nelle sue parole. Ci pensò un po’ su, dopodiché capì che si riferiva a lei e Clark.

“Diciamo che la parola ‘disastro’ non rende l’idea.” Fissò un’altra volta la sedia vuota di fronte a lei, contenta che il proprietario non fosse lì seduto a sentirla parlare.

“Oh-oh, problemi in Paradiso?” Lois poteva giurare che quella chiamata stava divertendo Chloe. Dopotutto non capita tutti i giorni di sentire la forte Lois Lane ammettere che qualcosa andava storto.

“Sul serio, Chlo.” Disse, più seria di quanto volesse. “Non poteva andare veramente peggio di così.” Sbuffò e scosse la testa, enfatizzando quelle parole, quasi come se la cugina potesse vederla.

“Oh, scusami…” Lois notò l’imbarazzo nella voce della cugina e si pentì di essere suonata troppo seria qualche istante prima. Chloe era l’ultima persona sulla quale avrebbe voluto riversare tutta la sua frustrazione. “Pensavo la tua fosse solo una battuta.” Continuò a scusarsi e Lois l’avrebbe voluta interrompere, ma la vocina
di sua cugina, ora più seria, la precedette. “Cosa è successo?” Notò come ora la voce fosse meno squillante e più preoccupata.

‘Ottimo!’ Pensò. ‘Ha passato settimane a preoccuparsi per il marito e quando sembrava tutto finito, mi ci metto io con i miei stupidi problemi esistenziali.’

“Uhm, a dire il vero non è niente di importante, Chlo.” Aveva deciso di non accollare nuovi problemi alla cugina. Avrebbe fatto quello che faceva sempre, se li sarebbe risolta da sola. “Ne possiamo parlare in un altro momento.”

“Lois, non chiuderti con me, ti prego.” Rimase sorpresa da come la sua cuginetta preferita la sapesse decifrare così bene. Si commosse nel sentirla pregarla di andare avanti e condividere i suoi problemi con lei.

“Uhm, ok.” Rispose un po’ imbarazzata, prima di prendere un respiro profondo e iniziare il riassunto veloce di quella giornata. Le raccontò del pessimo viaggio che aveva fatto, del noioso ragazzo che ci aveva spudoratamente provato con lei, delle valige che per una buona mezz’ora si erano perse nell’aeroporto e poi arrivò alla parte che più la toccava, Clark. “E come se non bastasse, Capitan Flanella ha ben pensato di dimenticarsi di me, lasciandomi ad aspettarlo per la bellezza di 3 ore in aeroporto, con tutte quelle irritanti coppiette che non smettevano di sbaciucchiarsi e un acquazzone che avrebbe fatto invidia a Noè e al suo Diluvio Universale.” Prese fiato prima di proseguire. “Per aggiungere il danno alla beffa, ha deciso di onorarmi della sua presenza 3 secondi esatti dopo che io sono scesa dal taxi che lui mi ha costretta a prendere, sentendo il bisogno di balbettare delle stupide scuse, lasciando che il Boy Scout che c’è in lui avesse la meglio.” Sentì Chloe sospirare e sussurrare qualcosa, forse qualche frecciatina rivolta all’amico. Notò per un secondo che la cugina si era lasciata andare ad una breve, allegra risata, forse causata da tutti i soprannomi diretti a Clark che aveva usato nel giro di pochi secondi. Si rilassò un po’ anche lei e si concesse il lusso di sorridere per qualche secondo.

“Lois, sono sicura che Clark avesse dei buoni motivi.” Le sue orecchie non riuscivano a credere a quello che aveva appena sentito. Le parole della cugina cancellarono immediatamente il sorriso di qualche secondo prima, lasciando Lois a bocca aperta e occhi spalancati, incredula per quello che aveva appena sentito. Chloe stava davvero difendendo Clark?!
Come se Chloe avesse percepito la reazione della cugina, si corresse subito, sperando che il danno non fosse già fatto. “Ciò non toglie che avrebbe dovuto avvisarti.” Lois si tranquillizzò un po’ nel sentirla darle ragione e per calmarsi prese un altro sorso di caffè, contenta di non averlo fatto prima. Se fosse successo, a quest’ora tutte le bozze di articoli presenti sulla sua scrivania avrebbero avuto un alone marroncino che l’avrebbe trattenuta a lavoro per un bel paio di ore oltre l’orario stabilito.

“Non hai sentito la parte peggiore.” La informò, quasi pentendosi di aver voluto includere nel racconto anche l’ultima parte della mattinata.
Non era sicura che Chloe fosse la persona più adatta per quel tipo di argomento, dopotutto lei era stata profondamente innamorata di Clark e Lois lo sapeva.
Per quanto la cugina sostenesse di essere andata avanti, non aveva idea di come avrebbe preso quella notizia. Ma poi pensò a Jimmy e allo sguardo che Chloe riservava solo a lui.
Sorrise nel pensare a come solo uno sguardo facesse capire i veri sentimenti di una persona.

“Oh no,” la sentì dire sconsolata, “che altro ha fatto?”

“Beh, diciamo che ha deciso di trasformarsi da timido ragazzo delle fotocopie a perfetto Casanova.” Lois si pentì subito di aver arricchito la frase con tutti quei nuovi nomignoli per aiutare la cugina a capire quello che intendeva, senza mai pronunciarlo a voce alta.
I nomignoli la aiutavano ad evitare di pronunciare il suo nome e i giri di parole la aiutavano a vivere nel suo piccolo mondo fatto di illusioni dove, se non nomini una cosa, non devi affrontarla.

“Uhm, sarebbe a dire?” La sentì confusa e capì che la cugina non aveva capito quello che intendeva.

Sbuffò perché si ritrovò costretta a spiegarle tutto, sperando di non sentirsi chiedere tutti i dettagli.
Era giunto il momento di dire tutto a voce alta e rendere tutto reale. “Mi ha baciata, Chloe.” Sentì la cugina fare un verso rumoroso, come ad enfatizzare quanto la notizia la sorprendesse, e la immaginò a bocca aperta e gli occhi spalancati, come aveva fatto lei stessa qualche minuto prima. Non ricevendo nessun commento, continuò. “Clark Kent mi ha baciata sotto la pioggia.” Notò come questa volta il suo nome scappò dalle sue labbra, come se il suo subconscio volesse rendere reale quella parte della giornata, quel bacio. Esasperata dal silenzio della cugina a cui non era abituata, la pregò di dire qualcosa. “Chloe, dì qualcosa, ti supplico.” Si passò una mano sulla fronte, sospirando pesantemente.

“Uhm, wow!” Si limitò a dire e Lois in fondo la capiva. Probabilmente anche lei avrebbe reagito allo stesso identico modo di fronte ad una notizia del genere.

Tuttavia, non perse occasione di lanciare una frecciatina alla cugina. ”Però, niente male per una che è stata il capo redattore di un giornale.” La sentì ridere.

“Molto simpatica.” Disse ironica. “Uhm, quindi che hai fatto?” Lois notò la curiosità della cugina e non poté fare a meno di sbuffare a quella domanda. Ecco che arrivavano le tanto temute domande che richiedevano un racconto dettagliato.

“Cosa vuoi che abbia fatto?” Rispose con un’altra risposta, sperando che Chloe capisse quello che intendeva.

“Beh, hai risposto al bacio, oppure sei scappata via?” Si prese un secondo prima di rispondere alla domanda e ancora una volta mille  flashback di quel bacio le offuscarono la mente. “Ovviamente l’opzione b prevede che tu abbia fatto finta che il bacio non ti sia piaciuto.” Come se la biondina dall’altra parte della cornetta avesse preso il suo silenzio come un permesso per provocarla, non perse tempo e la stuzzicò con una battutina che la fece ridere leggermente.

“Sono contenta che la cosa ti diverta.” Disse fintamente irritata dalla situazione. Ancora una volta Chloe stava solo facendo quello che anche lei avrebbe fatto al suo posto. Sentì ancora la leggera risata della cugina riempirle le orecchie. “Comunque sia, per qualche secondo sono rimasta lì imbambolata, reggendo le mie valige e rispondendo al suo bacio, un secondo dopo, sono corsa via per le scale del Planet, lasciandolo lì sotto la pioggia.” Si aspettava un’altra battutina che però non arrivò. “Ero dannatamente arrabbiata, Chloe. Ero come un toro che vedeva solo rosso e non si sarebbe fermato di fronte a niente e nessuno.” Pensò a come l’analogia che aveva appena fatto, descrivesse alla perfezione come si era sentita nei confronti di Clark quella mattina. “Poi lui mi spiazza con quel suo sguardo da cucciolo appena sgridato e un secondo dopo mi ritrovo a baciarlo sotto la pioggia, le sue labbra incollate alle mie.” Descrisse il tutto velocemente e in modo meno romantico di quanto in realtà non ricordasse, sperando che questa descrizione veloce convincesse la cugina –che poi avrebbe dovuto convincerla a sua volta- che tutto quello che era successo non significasse niente.

“Sembra che il nostro ragazzo di campagna sappia come farsi perdonare.” Sentì lanciarsi un’ennesima frecciatina contro e non sapendo dare una risposta altrettanto divertente, si limitò ad appoggiare la schiena allo schienale della sua sedia, buttando la testa all’indietro e fissando il soffitto di fronte a lei.

“Il punto è,” decise di ignorare il commento della cugina e concludere quel racconto, “che invece di rimanere lì a subire il suo fascino, mi sono allontanata e l’ho lasciato ad inzupparsi da solo sotto la pioggia.” Quelle parole le portarono una nuova ondata di orgoglio. “E credimi cuginetta, lo rifarei di nuovo.” L’orgoglio di qualche istante prima fu rimpiazzato per qualche secondo dalla strana sensazione di pentimento che si era fatta spazio tra i suoi pensieri. Per quanto fosse sicura di aver fatto la cosa giusta, una parte di lei avrebbe sempre provato un leggero rimpianto per essersi allontanata così in fretta da lui.

“La parte del bacio o il resto?” Lois sbuffò all’ennesima battutina e fu tentata di risponderle per le rime. “Scherzavo cugina. Ovviamente nessuno la passa liscia con Lois Lane.” Aggiunse Chloe divertita.

“Esatto.” Disse annuendo e tornando a fissare la sedia vuota di fronte a lei. “Meglio che il fan numero 1 delle camicie a quadri non si faccia venire in mente strane idee.”

Chloe rise per l’ennesima volta allo strano soprannome che aveva trovato a Clark. “Per quanto mi piacerebbe rimanere qui a scoprire quanti altri soprannomi riusciresti a trovargli,” Lois sorrise, “Jimmy mi chiama. Gli ho promesso che avrei fatto una mega scorta di DVD per far passare più in fretta il tempo in ospedale. Ci sentiamo più tardi?”

“Certo cuginetta.” Sbuffò guardando l’orologio nella parete di fianco a lei. “Anche io dovrei cercare di darmi da fare, buttare giù qualche idea per il mio articolo. Non immagini tutto il lavoro arretrato che ho e che continua a fissarmi minaccioso dalla mia scrivania.” Risero entrambe e Lois iniziava a sentire gli effetti benefici della telefonata. “Grazie, Chlo.” Disse con un tono gentile e sincero che riservava il più delle volte alla cugina.

“Quando vuoi, Lo.”

“Lo so.” Rispose ritrovandosi a sorridere, nonostante quella giornata fosse iniziata nel peggiore dei modi. Salutò la cugina e rimise il telefono al suo posto.

Lanciò un’ultima occhiata alla sedia di fronte a lei, dopodiché chiuse la finestra con la mail di Clark che aveva aperto prima di chiamare Chloe e respirò profondamente.

Era sicura che sarebbe stata una lunga giornata e i continui flash di quel bacio non l’avrebbero aiutata a concentrarsi sul lavoro e a far scorrere più veloce il tempo.

Prese l’ultimo sorso di caffè e lanciò un ultimo sguardo veloce alle lancette dell’orologio, prima di mettersi a battere freneticamente i tasti sulla tastiera e iniziare il suo lavoro.



A/N: Ok, spero che la "scena tagliata" vi sia piaciuta! :)
Adoro il rapporto Chloe/Lois che mostrano nel tf e sono sicura che se mai fosse successo "l'incidente" del bacio, Lois ne avrebbe parlato con Chloe, anche se la cosa l'avrebbe imbarazzata a morte. :P
Non so voi, ma non avrei mai visto di buon occhio Lois che si scioglieva sotto il bacio di Clark e lasciava improvvisamente perdere il fatto che lui si fosse dimenticato di andare a prenderla all'aeroporto... Penso che l'unica reazione che Lois avrebbe potuto avere, sarebbe stata quella di lasciarlo sotto la pioggia senza dargli la soddisfazione di dirgli che quel bacio le era piaciuto :P  Dopotutto è di Lois Lane che stiamo parlando! ^^
Ad ogni modo, sperando che l'aggiornamento sia stato di vostro gradimento, vi do appuntamento alla prossima, con la seconda parte del capitolo 2! :)
   
 
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