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Autore: Shora    05/03/2019    2 recensioni
Marinette ha diciotto anni ed ha un solo nemico, il ragazzo più bello della scuola: Adrien Agreste. Tutto sembra andare per il meglio, ma quando sua nonna si ammala, i suoi genitori sono costretti ad andare in Cina, affidandola alla famiglia di Alya. Sarà proprio la sua migliore amica a dare una scossa alla sua vita, esagerando solo un po', ad un semplice gioco come obbligo o verità.
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Tutto si svolge in una realtà alternativa dove i due protagonisti non hanno mai ricevuto i loro Kwami.
Genere: Comico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Adrien Agreste/Chat Noir, Alya, Marinette Dupain-Cheng/Ladybug, Nino
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo sette:
Con il compimento delle tre settimane potevo dire con sicurezza che la situazione della mia psiche stava davvero degenerando. Non so davvero se fosse dovuto ad una particolare sindrome di Stoccolma o robe simili, ma ero certa di non poter continuare così a lungo. Mi sorprendevo fin troppo spesso a guardarlo o a sorridere come un ebete quando diceva qualcosa di profondamente stupido, cosa non troppo rara a dire la verità. A volte credo davvero Adrein abbia solo due neuroni e ne usi uno solo. A metà.  Comunque dopo quello strano incantesimo di qualche giorno fa non mi ero più ripresa e credo nemmeno Adrien perché era sempre con testa tra le nuvole e cercava di collaborare in tutti i modi. Ma forse era solo la mia immaginazione.

Quel lunedì pomeriggio suonarono insistentemente al campanello della pasticceria. Io e Adrien ci pietrificammo.
-Non eravate chiusi?- mi sussurrò lui in un orecchio. Un piacevole brivido mi attraversò la schiena, del tutto fuori luogo in un momento come quello.
-Infatti.- mormorai di rimando. –È affisso anche un cartello fuori dalla porta.-
-Lasciamoli suonare. Andranno via quando capiranno di essere stati tremendamente stupidi.- dichiarò lui, lanciandosi sul divano e trascinando, di conseguenza, anche a me. Dopo nemmeno un minuto, mentre il campanello continuava a suonare, cominciò a squillare il mio telefono. Mi allungai per afferrarlo, dato che si trovava sul un tavolino poco distante dal divano. Sullo schermo lampeggiava il nome di Alya. Risposi veloce.
-Pronto?-
-Marinette dove siete?- chiese lei senza nemmeno salutare.
-Ciao anche a te.- ribattei ridacchiando. –Comunque siamo a casa. C’è qualcuno che sta suonando il campanello da tipo mezz’ora e non se ne va.-
-Sono io scema! Io e Nino siamo venuti a trovarvi. Aprici.- e chiuse la chiamata.  Fissai il telefono interdetta, poi scoppiai a ridere fragorosamente. Adrein mi guardò allarmato come se fossi ammattita di colpo.
-Vuoi farti sentire?- mi chiese con un sibilo.
-Sono Alya e Nino!- ribattei tirandomi in piedi, smuovendo solo il suo braccio.
-Alya e Nino?- chiese visibilmente confuso.
-Sì, forza, vieni. Non possiamo lasciarli fuori con questo caldo.-
-Non eri così clemente, quando pensavi fosse uno sconosciuto, quello che suonava.- borbottò alzandosi.  Lo trascinai letteralmente giù per le scale e aprii la porta della pasticceria. Una pesante afa mi investì mentre la luce del sole mi accecò per qualche secondo. Non è facile vivere da reclusi. Mi sembrava di essere stata in una grotta fino a quel momento. La mia migliore amica e il suo fidanzato si fiondarono dentro. Lei indossava una leggera canottiera gialla che faceva risultare ancora di più la sua carnagione ambrata e degli shorts bianchi. Nino invece una T-shirt bianca molto semplice e un po’ sgualcita, con dei pantaloncini color cachi fino al ginocchio. Solo allora mi accorsi che la mia amica aveva in mano un vassoio di dolcetti. Lei intercettò il mio sguardo.
-Ho pensato di portarvi qualcosa di sfizioso. Non saranno mai buoni quanto quelli che fa la tua famiglia, ma sono commestibili.- mi guardò con un sorrisetto malizioso.
-Grandioso! Dolcetti!- Adrien sembrava davvero al settimo cielo.
-Forza, andiamo di sopra, così possiamo mangiarli.-dissi, facendo da perfetta padrona di casa. Ci sistemammo in cucina intorno al piccolo tavolo e Alya scartò il pacchetto rivelando una serie di pasticcini di mille colori. La mia migliore amica perse un bel bignè al cioccolato e se lo infilò in bocca. Io feci per prendere un  pasticcino con la crema con della frutta sopra e per poco non mi cascò per terra all’affermazione di Alya.
-Quindi tu e Adrien andate a letto insieme?- spalancai la bocca e il ragazzo accanto a me, che si stava dondolando su una sedia, per poco non si ribaltò del tutto.
-Cosa… come?- balbettai.
-Due giorni fa ho visto Chloè al parco, era parecchio sconvolta. Ha detto che Adrien preferiva andare a letto con “la squallida Marinette” che con lei.- fulminai il diretto interessato con un’occhiataccia, della serie: “vedi cosa succede a dire le cose campate in aria?”.
-Non crederai a quell’oca di Chloè!-  dichiarai fingendomi scandalizzata, per celare il profondo imbarazzo nel quale stavo sprofondando.
-Non si sa mai. La fama di Adrien è piuttosto conosciuta e siete da soli da varie settimane. Dovrete pur divertirvi in qualche modo.- altro sguardo malizioso.
-Oh lei si diverte molto a battermi ad “Uno”.- saltò su il biondo.
-Te l’avevo detto che quella serpe si era inventata tutto.- le fece notare Nino.
-Piuttosto, passiamo alle cose importanti.- disse Adrien. –Avete la chiave?-
-Oh, non ancora.- rispose solare Alya. Non so perché, ma quella notizia rese il mio cuore più leggero.
-Vuoi farmi credere che sei venuta qui solo per sfamare la tua fame da gossip?- domandò il ragazzo, spiazzato.
-Ovvio.- rise lei. Lui fece per parlare di nuovo, ma Alya lo precedette.
-Zitto e mangia.- e così dicendo gli lanciò un bignè alla crema dritto in bocca. Scoppiammo a ridere.

-Dupein-Cheng, non hai per caso un altro di quei film della Disney da farmi a vedere?- Lo fissai da sopra una spalla mentre tentavo asciugare un bicchiere con una mano sola.
-Lo stai dicendo perché vorresti evitare una cosa del genere o perché lo vuoi vedere davvero?- domandai io.
-Entrambi.- rispose lui. Gli sorrisi e lo esortai a seguirmi fino in camera mia e orgogliosa gli mostrai il mio porta dischi verticale, stracolmo di film della Disney e non solo. Lui fissò la mia collezione con fare assorto, con tanto di mano sotto il mento.
-Sembri pazza con tutta questa roba. Dovrebbero internarti.- mi disse, con un sorriso ironico e obliquo sul viso. Gli diedi una spinta giocosa.
-Ma smettila!-
-No davvero! Hai presente gli psicopatici che non perdono nemmeno un libro del loro scrittore preferito? Ecco tu sei così, ma per i cartoni animati.- mi prese in giro di nuovo.
-Cosa consiglia l’esperta?-domandò poi. Sfilai una custodia sul suo posto e gli mostrai la copertina, sorridente.
-Rapunzel?- lesse lui poco convinto.
-Se ti è piaciuto Frozen ti piacerà anche questo.- dichiarai sicura. Tornammo indietro e ci sedemmo sul divano a guardare il film. Fu magico, come era accaduto con Frozen. Verso la fine, un attimo prima dei titoli di coda, al bacio tra i due protagonisti, sorpresi Adrein guardarmi e senza sapere bene come reagire gli sorrisi. Lui girò la testa e la scosse leggermente. Non riuscii a sentirlo nitidamente a causa della canzone dei titoli di coda che partì a tutto volume, ma mi pare disse qualcosa come: “cosa mi hai fatto Dupein-Cheng?”, ma di sicuro capii male.
  
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