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Autore: kira_the_rebel    05/03/2019    1 recensioni
Piccola raccolta Trunks/Pan post GT; perché per quanto il mondo sia in pace, ognuno di noi ha la sua guerra personale da combattere e Pan questo lo sa fin troppo bene.
Capitolo 1: Di ricordi felici e palpitazioni
Capitolo 2: Di appuntamenti e altri disastri
Capitolo 3: Di sogni sinistri e allenamenti intensivi
Capitolo 4: Di gite al mare e costumi inadatti
Capitolo 5: Di costumi inadatti e situazioni imbarazzanti
Capitolo 6:
Capitolo 7:
Capitolo 8:
Capitolo 9:
Capitolo 10:
Genere: Commedia, Generale, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Bra, Goten, Marron, Pan, Trunks | Coppie: Bra/Goten, Pan/Trunks
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 4

Daily Life Pills ~ Pillole di quotidianità

 

Di gite al mare e costumi inadatti

 

Faceva caldo.

 

Ma non quel caldo piacevole della prima estate, no; il caldo tipico di piena stagione, afoso e secco, senza un filo di vento ma carico di umidità.

Quel caldo impossibile che rendeva anche il solo riuscire a mettere insieme un pensiero logico nella mente un’impresa eroica.

 

Ma per fortuna i terrestri avevano inventato il salvavita perfetto contro agosto: l’aria condizionata.

 

Mentre la vettura sfrecciava ad alta velocità lungo l’autostrada, Pan guardava annoiata il panorama fuori dall’auto, ringraziando il climatizzatore che le aveva risparmiato di morire squagliata dai raggi del sole e continuando a darsi mentalmente dell’imbecille.

 

Dal famoso allenamento con Trunks erano passate diverse settimane e da quel giorno la giovane aveva preso ad evitare il ragazzo con studiata noncuranza: se lui entrava in una stanza, lei scivolava via con grazia e un sorriso finto sulle labbra; quando la sorprendeva a sussurrare e sghignazzare con Bra, la mora aveva sempre una scusa pronta per dileguarsi; quando le proponeva di allenarsi, i malori improvvisi in perfetto stile Satan non mancavano mai.

 

Non voleva restare sola con Trunks.

 

Si vergognava da morire, non riusciva a guardarlo negli occhi per più di due secondi senza dover distogliere lo sguardo, imbarazzata e a disagio.

 

L’incubo di quella volta non si era più ripresentato ad infestare le sue notti, ma la sensazione le era rimasta bene impressa nel cervello, quasi l’avesse marchiata indelebilmente nell’anima.

Sapeva che era soltanto un brutto, orribile, spaventoso sogno, ma un tarlo continuava a roderle fisso in testa: e se non fosse stato solo un sogno?

 

Sbuffando per l’ennesima volta in quella mattinata, tornò a concentrarsi sulla visuale fuori dal finestrino, perdendosi nella vastità dell’oceano a lato della scogliera che stavano attraversando.

 

Un paio di giorni prima Bra l’aveva invitata, costretta, ad andare a trascorrere il week end nella villa al mare della famiglia Brief, portandosi dietro tutto il parentame, compresi i Son.

 

Anche Maron si era aggregata, decidendo di prendersi una pausa dalla sua tesi di laurea.

 

Inizialmente dovevano essere solo loro tre, per ritrovare un po’ quel legame d’amicizia perso nell’ultimo periodo, ma quando Bulma aveva scoperto il progetto delle amiche, aveva coinvolto tutto il resto della comitiva; a quel punto era troppo tardi per tirarsi indietro.

 

Riempita così la valigia a casaccio, si era ritrovata a dover trascorrere un intero week end in compagnia del Principe dei Saiyan e a non sapere in quale modo poter continuare ad evitarlo; sperava che il viaggio durasse in eterno o che un grosso cratere si aprisse sotto di loro e li inghiottisse nelle profondità della terra.

 

Qualunque cosa, pur di non dover dare spiegazioni a Trunks per il suo comportamento quantomeno bizzarro!

 

Eppure, in cuor suo, sapeva già che non sarebbe riuscita a sfuggire a lungo a quello sguardo limpido e indagatorio, di chi già aveva fiutato qualcosa di strano nell’aria.

 

Fu così che dopo soli quaranta minuti giunsero a destinazione, un’immensa villa bianca immersa nel verde delle piante tropicali, che a tratti pareva volersi nascondere alla vista dei curiosi.

 

Appena scesi dall’auto, Bra e Maron non le diedero il tempo di fare o dire nulla, che la trascinarono di peso verso le cabine per cambiarsi e infilarsi il costume.

 

“Ragazze il mio costume è una bomba quest’anno! L’ho preso nuovo giusto la scorsa settimana! Non vedo l’ora di scoprire che faccia farà!” Bra era euforica ed eccitata, mentre indossava un costume “intero” rosso scuro, che in realtà la copriva a malapena.

 

Pan e Maron si guardarono divertite, sapendo fin troppo bene a chi si riferisse la giovane turchina: Goten.

 

Bra era innamorata di Goten da che ne aveva memoria e, anno dopo anno, si era impegnata affinché il Saiyan si accorgesse finalmente di lei; e probabilmente, quella volta, sarebbe pure riuscita a raggiungere i suoi scopi.

 

Continuando a scambiarsi battutine, anche Maron esibì un nuovo bikini celeste, molto delicato e molto azzeccato con i suoi colori: con quello era una visione, un angelo venuto a rinfrescarsi tra le acque dell’oceano.

 

Solo a quel punto Pan si accorse di essere l’unica ad aver portato il costume di sempre, sobrio e nero, a figura intera, che la lasciava libera nei movimenti.

 

“Ragazze voi andate pure, ci vediamo in spiaggia” si raccomandò Pan alle amiche, mentre temporeggiava per non uscire dalla cabina.

 

Le due si avviarono verso il resto del gruppo, mentre la ragazza si spogliava sovrappensiero, studiando scuse assurde per non interagire con Trunks.

 

Mentre riponeva con cura i suoi vestiti nel borsone, pensava già di andare a farsi una nuotata al largo ed evitare tutti; infilando le gambe nei buchi del costume, ragionò che forse era meglio fingere di studiare e di non poter essere interrotta; tirando le bretelle verso l’alto, si convinse che improvvisare un malore per il caldo era la soluzione ideale; aggiustandosi l’indumento addosso, si accorse con estremo orrore che era troppo piccolo.

 

Si volse verso lo specchio per controllare quanto effettivamente le stesse stretto e, con una smorfia di disappunto, sgranò gli occhi incredula: non la copriva affatto.

 

Sul didietro sembrava uno di quei tanga, lasciandole il sedere in bella mostra; il girovita quasi la stritolava in una morsa spezza fiato; per finire sul seno tirava incredibilmente, accentuando il suo decolleté che era generosamente aumentato.

 

Un cambio non lo aveva e, non sapendo che fare, decise che l’unica opzione valida era tornare a casa e cercare un costume della madre, nella speranza che andasse bene.

 

“Pan, ma quanto ci metti a cambiarti? Ormai è passata mezz’ora!” la voce di Trunks fuori dallo spogliatoio la fece scattare all’istante.

 

“Trunks! Il punto è… Non posso restare!” urlò verso la porta la ragazza, imponendosi mentalmente di darsi una calmata.

 

“Come sarebbe a dire che non puoi restare? Cosa c’è che non va?” domandò il ragazzo, la mano già appoggiata alla maniglia per aprire la porticina.

 

“NON TI AZZARDARE AD ENTRARE!” sbraitò Pan, coprendosi alla bene e meglio con la maglietta.

 

“Io… ti ho fatto qualcosa? Te ne vai per colpa mia?” chiese a quel punto dispiaciuto l’amico, sentendosi in colpa pur non sapendo perché; si era accorto che la mora lo stava evitando da un pezzo e non riusciva a farsene una ragione.

 

Avvertendo il dispiacere nel tono del turchino, Pan si mordicchiò il labbro inferiore, stringendosi ancora di più addosso la maglietta e guardando triste la porta: non era colpa di Trunks se il costume non le andava e non voleva che l’amico si sentisse in difetto per qualcosa che non aveva fatto.

 

Lasciando andare la maglia a terra, aprì piano la cabina e rimase nascosta nell’ombra.

 

“Scusami Trunks, è che purtroppo il costume non mi va più e non posso uscire conciata così davanti a tutti” confessò la ragazza, sapendo che più chiunque altro non voleva che fosse proprio il giovane davanti a lei a guardarla.

 

Dopo un attimo di silenzio, Trunks le sorrise rassicurante, levandosi la canotta bianca e lanciandogliela.

 

Pan afferrò al volo l’indumento, osservando perplessa l’amico.

 

“Indossa quella per oggi. Se resti ti prometto che domani ti accompagnerò a comprare un nuovo costume, così potrai stare tranquilla.”

 

Senza farselo ripetere due volte, Pan infilò velocemente la canottiera, inspirando a pieni polmoni il profumo del ragazzo.

 

Con la coda dell’occhio vide che la guardava, attento e con uno sguardo nuovo, che non aveva mai notato prima: era desiderio quello che scorgeva nelle sue iridi celesti?

 

Un nodo si formò alla bocca dello stomaco, seguito da un formicolio piacevole e insopportabile allo stesso tempo; deglutì un paio di volte, cercando di darsi un contegno.

 

Trunks si era voltato e le aveva sorriso da sopra la spalla, un sorriso strano e diverso, un sorriso malizioso; dopodiché si era avviato alla spiaggia, certo che Pan lo avrebbe seguito, mentre nella testa della ragazza vorticavano mille domande: cos’era quella strana carica elettrica che aveva sentito fra di loro?

 

 

~Kira's place

 

Ed eccoci arrivati a fine capitolo!

Ormai ho deciso che la pubblicazione della storia sarà la sera tardi, post cena, postando gli aggiornamenti come una sorta di buonanotte a tutti voi che leggete e seguite le avventure di Pan e Trunks.

Che stia cominciando a muoversi qualcosa, finalmente, tra loro?

Lo scopriremo nel prossimo capitolo:

 

Di costumi inadatti e situazioni imbarazzanti

 

Al prossimo capitolo!

 

_kira

 

 

 

 

  
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