Questa storia all'inizio era nata come capitoli a
drabble, che poi sono
diventati capitoli veri e propri.
E visto che mi annoia postare capitoli corti, tradurrò
sempre tre o quattro capitoli
assieme, fino a quando non diventeranno più lunghi. Con la
traduzione sono già
più avanti nel seguente sito, in caso vi interessi leggere
prima i prossimi
capitoli: www.suka.blogfree.net,
un
forum per appassionati di SuigetsuxKarin.
Link del primo capitolo originale:
http://www.fanfiction.net/s/4341064/1/Trouble
Enjoy <3
Trouble
“Indovina
cos’ho scoperto ieri.”
Suigetsu
guardò storto Karin, notando il
malefico scintillio nei suoi occhi e la promessa di guai nella sua
voce.
Considerò se fosse meglio rispondere o scappare, ma alla
fine decise di
spingerla a continuare.
“Sono
incinta,” dichiarò schiettamente,
senza togliersi mai quel ghigno dalla faccia.
“…
e la cosa non ti turba?”
“No.
Ci saranno più problemi per te che
per me.”
“Oh
– Aspetta, cosa? Perché diavolo
dovrebbe essere un mio
problema?”
Il
ghigno si allargò, e lei assunse
un’aria decisamente demoniaca. “Perché
sei tu il padre, idiota.”
Fu
in quel momento che Suigetsu capì che
essere andato a letto con Karin era stato un grande errore, nonostante
fosse
stato fantastico sul momento.
“Quindi,
fatemi capire bene: tu e Karin
eravate annoiati e ubriachi, e avete deciso di fare sesso non protetto,
mentre
io ero prigioniero di un membro dell’Akatsuki?”
“Si,
questo rende più o meno l’idea.”
“… è
la cosa più stupida che abbia mai sentito. Dovrei uccidervi per
questo.”
Suigetsu
alzò le spalle, completamente
incurante della minaccia di Sasuke. Il leader del Team Taka aveva
l’abitudine
di lanciare minacce a vuoto per la noia o il malumore,
perciò aveva imparato a
non esserne spaventato.
Sospirando,
Sasuke chiuse gli occhi e si
strinse la punta del naso. “Ok,
quindi cosa avete intenzione di fare? Aborto,
vero?”
Ancora
una volta, l’altro alzò le spalle.
“Non so. Ho lasciato la decisione a Karin.”
“Beh,
dille che è meglio che si liberi di
quel coso,” ordinò l’Uchiha.
“Non abbiamo bisogno di pesi extra in questa
missione.”
Suigetsu
osservò con interesse il suo
capo voltargli le spalle, un pizzico di disgusto e rimorso gli erano
passati
sul volto per un breve attimo. Allora, non solo si opponeva
all’uccidere senza
motivo i viventi, ma non gli piaceva neanche l’idea di
uccidere quelli non
ancora nati.
Invece
di commentare, comunque, annuì semplicemente, e si
allontanò alla ricerca di
Karin.
Karin
accarezzò dolcemente il suo stomaco
ancora piatto, dicendo “Non posso abortire. Andrebbe
completamente contro la
mia morale.”
“Fai
esperimenti pericolosi su persone
innocenti, che spesso portano ad una lenta, dolorosa morte, eppure
trovi
immorale uccidere qualcosa della grandezza di un pisello in una
frazione di
secondo?” domandò Suigetsu, guardandola con nuova
perplessità.
“Non contestare
la mia logica!”
Un
sorriso compiaciuto si aprì sulle labbra
di lui “Da quando usi la logica?”
Ringhiando,
Karin gli tirò un pugno sulla
testa. Nello stesso istante, Suigetsu si sciolse, collassando in una
pozza ed
evadendo l’attacco.
“Quindi
non te ne sbarazzerai?” le
domandò dopo essersi ri-solidificato.
“No.”
Lui
alzò le spalle “Ok. Sarai tu ad avere
a che fare con un Sasuke incavolato.”
Karin
lo ignorò, andandosene impettita
mentre accarezzava e parlottava al suo stomaco.
“Svitata.”
Mormorò Suigetsu, dirigendosi
nella direzione opposta.
“Quindi,
ti rifiuti di abortire?”
“Già.”
“…
Non c’è nulla che possa farti cambiare
idea?”
“Nulla.”
Sasuke
sospirò, chiudendo gli occhi. Era
seduto su una roccia, i gomiti appoggiati sulle ginocchia, il mento
supportato
dalle mani chiuse. I membri dei Team Taka trattennero il respiro,
chiedendosi
se sarebbe stato furioso o incline a trattare.
“Puoi
ancora combattere?”
“Probabilmente,”
fece spallucce. “Sono
andata in una
clinica pubblica per un controllo, e il dottore ha detto che sono alla
terza settimana.
Penso che in questo momento sollevamenti pesanti o lavoro duro non
dovrebbero
dare problemi. Voglio dire, non ho ancora sentito neanche un
colpo.”
Lui
annuì. “Bene.
Fino a quando non
intralcerà la missione, lo potrai tenere.”
Rimasto
a bocca aperta, Suigetsu
intervenne “S-Stai davvero permettendo a quella svitata di
mettere al mondo
qualcosa?”
“È
anche figlio tuo!” Karin scattò, con
una mano sul fianco e l’altra protettiva davanti alla pancia.
“Semmai,
i tuoi geni modificati saranno
quelli a causare problemi.”
Lui
aggrottò le sopracciglia, “Perchè non
vieni un pò più vicino? Penso che tu abbia
bisogno di qualche sano calcio nello
stomaco.”
La
coppia continuò a battibeccare,
lanciandosi a vicenda insulti e minacce. A poca distanza da Sasuke,
Juugo
inclinò la testa, “Sai, abbastanza stranamente,
prevedevo che sarebbe successo
prima o poi.”
“E
allora perché non mi hai avvisato?”
ringhiò Sasuke.
L’altro
uomo scosse le spalle,
guadagnandosi un altro sospiro da parte del leader, che procedette a
separare
la coppia, ora impegnata in un match di wrestling.
Appoggiandosi
ad un albero, Karin chiuse
gli occhi e sorrise, gustandosi il momento di pace- gli altri stavano
utilizzando quel momento per ripassare il piano e finire i preparativi.
“Posso
sedermi qui?”
Aprendo
di poco un occhio, vide che era
soltanto Juugo, e annuì, spostandosi per fargli spazio.
Quest’ultimo si
sedette, esitando prima di investirla con la domanda che lei sapeva che
voleva
chiedere.
“Cosa
ti ha fatto pensare di essere
incinta?”
“Continuavo
a stare male. E poi anche
perché era il mio, uh… ‘perdiodo’.”
“Periodo?”
sbattè le palpebre,
incuriosito.
“Si,
sai, um… mestruazioni?”
Le
guance di lui si imporporarono appena
leggermente. “Oh.”
Rimasero
in silenzio per un attimo. Un attimo molto imbarazzante.
“Sei
felice?”
“Per
cosa?”
“La
gravidanza.”
“Oh.
Immagino di si,” rispose lei,
alzando le spalle con indifferenza. “Cioè, non era
che lo volessi, però credo
che non sia una cosa brutta.”
Sorridendo
malignamente, aggiunse, “E poi, potrò torturare
Suigetsu.” Emise una risatina
diabolica. Juugo
scosse la testa.
“La
smetterete mai di
litigare?”
“Certo
– quando l’inferno gelerà.”
“Juugo!
Karin!”
Sentendo
i loro nomi, i due si alzarono immediatamente. Sasuke era poco lontano da
loro, e sembrava serio e implacabile.
“È
l’ora di andare.”