Serie TV > Il Trono di Spade/Game of Thrones
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Autore: WitchHarmony_02    10/03/2019    1 recensioni
Jon ha sempre saputo che la sua famiglia gli nascondeva dei segreti e lui non ha mai osato fare domande...fino ad oggi.
In un negozio semplice lavora una ragazza altrettanto semplice e allo stesso tempo particolare, vittima dei suoi stessi familiari, dopotutto “Chi potrebbe amare mai un drago?”
Genere: Drammatico, Introspettivo, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Daenerys Targaryen, Jon Snow, Lyanna Stark, Rhaegar Targaryen
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Capitolo 3
~Ti va una pizza?~

                                                                  

 

Arrivò al negozio quasi correndo, talmente di fretta da non accorgersi nemmeno quanto quei caffè fossero bollenti. Era terrorizzata e allo stesso tempo elettrizzata da quello che si era appena concessa. Dopotutto, non avrebbe corso nessun pericolo, stasera sarebbe rimasta sola al negozio. 

Nessuno avrebbe scoperto niente. 

 

- Dany, finalmente! Perché ci hai messo così tanto?-

-Scusa, Viserys, c’era confusione da Mike-

- Per due caffè?-

- Si, e quindi?-

- Beh...sei strana, sei tutta rossa in faccia-

- Sono arrivata qui di corsa, proprio per non sentire le tue lamentele, genio! -

- Calma i toni o dirò a papà che ho fatto il turno di venerdì mattina da solo, perché la mia dolce sorella doveva ancora smaltire la sbronza della sera prima...-

- Fa come vuoi, minacciami pure Vis, ho anch’io i miei assi nella manica-

- Di che parlate?-

- NIENTE- risposero all’unisono.

 

Il padre di Daenerys e Viserys era più un datore di lavoro che un padre vero e proprio. Era sempre duro e freddo, rivolgeva loro poche parole dolci e un affetto rigido sin da quando erano ancora bambini. Daenerys non aveva mai visto suo padre sorridere, nemmeno il giorno della laurea di Viserys. Si chiedeva continuamente se fosse un po’ all’altezza di quel papà austero, ma non riusciva mai a darsi una risposta positiva. Sembrava non ne combinassero una giusta, non gli andava mai bene nulla, non ammetteva sbagli di nessun genere.

 

- Daenerys hai ordinato quei tulipani che avevo richiesto?-

- Si, papà, dovrebbero arrivare tra oggi e domani-

- “Dovrebbero”? Che significa?-

- Mi hanno detto che avrebbero avuto consegne in zona in questi giorni e che mi avrebbero avvertita prima di passare di qui-

- Capisco...dunque non osate lasciare il negozio scoperto per nessuna ragione. Viserys andiamo di là e aggiornami sul registro dei conti-

-Si, padre-

 

Ottimo” pensò Dany, “iniziamo questa giornata con poca pressione, come sempre dopotutto”. Dà un’occhiata al cellulare e trova due messaggi da parte di Missandei:

 

Hey ci sei? Mi fai compagnia stasera?

 

Missy! Purtroppo mio padre ha dato nuovi ordini e sono già in debito con Vis per coprirmi le spalle...è successo qualcosa?

 

Nell’attesa che l’amica le rispondesse ticchettava nervosamente le unghie sul bancone. Si mordeva il labbro dall’ansia, sapeva che subito dopo aver controllato il lavoro di Vis sarebbe passato da lei.

 

-Daenerys, io torno nel mio ufficio in città, ho lasciato precise indicazioni a tuo fratello. Ascolta quello che ti dirà, ci vediamo a casa-

-D’accordo. Arrivederci, papà-

 

Quando Aerys lasciò il negozio i due ragazzi tirarono un sospiro di sollievo. Il padre aveva detto a Viserys che Dany aveva sbagliato a fare i calcoli per certe composizioni ed alcuni fornitori dovevano ancora essere pagati e lei aveva dimenticato a segnarlo. Ovviamente, come ogni volta che il padre veniva a controllare la gestione dei figli, trovava puntualmente qualcosa che non gli andava a genio anche quando erano piccolezze. 

 

- D’accordo rivedrò quei conti...ma ti giuro, Vis, sono stata attenta al listino e non ho fatto sconti! Per quei fornitori, l’appunto l’avevo già preso, solo che tengo i promemoria sul cellulare! Ooooh io non so se posso continuare a stare qui dentro!-

 

- Ehi ehi ehi...che cosa stai cercando di dirmi? Mi vuoi lasciare qui da solo? Mi vuoi abbandonare?-

 

-Non fare il melodrammatico, per adesso starò qui...finché non avrò capito la mia strada-

 

- La tua strada? E come glielo diresti ai nostri genitori?-

 

- Non lo so-

 

Disse semplice questo: non lo so. Ed era vero, non sapeva cosa avesse voluto fare in un futuro prossimo, ma di una cosa era era certa: non avrebbe sopportato di passare tutta la vita lì dentro. Certo, i fiori sono meravigliosi, li amava, ma per Daenerys era chiaro che non fosse fatta per mandare avanti né un negozio né un’attività, semplicemente lei era troppo creativa per queste cose. Da piccola sognava di lavorare il vetro, riscaldarlo e modellarlo così da farne degli oggetti preziosi. Oppure le sarebbe piaciuto studiare e diventare una arredatrice d’interni. 

E mentre rifletteva su tutto ciò, si promise che che stasera, nella comodità del sul lettone, si sarebbe dedicata a scribacchiare una lista delle cose che le sarebbe piaciuto fare. Rimaneva solo un problema poi: affrontare i suoi, ma per adesso non c’era di che spaventarsi, doveva restare calma. E poi stasera, forse, sarebbe venuto quel ragazzo, Jon. 

Si chiese se avesse accettato troppo presto.Il vibrare del telefono catturò la sua attenzione, era Missy.

 

Nulla di che, forse ho qualche problema con Grey.

 

Ti mando un messaggio quando sono libera e ne parliamo un po’ al cellulare. Ti voglio bene.

 

- Posa quel cellulare-

- Sei una grande scocciatura, Vis-

- Senti io oggi stacco mezz’ora prima, per te va bene?-

 

“Non poteva andare meglio”, esultò dentro di sè.

 

-Sì, ci penserò io a chiudere il negozio, sta tranquillo.-

 

Come da solito, il negozio cominciava ad accendersi solo verso metà mattinata tra signore che desideravano acquistare fiori per portarli ai loro cari in cimitero, uomini che li regalavano alle loro mogli o amanti o chi per loro. I fornitori che entravano e uscivano per riempire i frigoriferi. Ed era tutta una corsa tra il dare aiuto e consigli vari, fare composizioni sul momento, laccare le piante e infiocchettarle, far pagare, prendere ordinazioni per servizi, matrimoni, feste di compleanno...ma tutto scorre tranquillamente, più si è indaffarati, più il tempo passa senza nemmeno accorgersene. Alzò gli occhi verso l’orologio solo un quarto d’ora prima che se ne andasse Viserys. Stava completando di sistemare un bouquet con girasoli e rose rosse richiesto da un giovane uomo, aveva gli occhi di un blu spettacolare ed i capelli tendenti al ramato e ricciolini. Alzò gli occhi nuovamente, ma stavolta per guardarlo e lui le sorrise. 

 

- Grazie per avermi aiutato a scegliere questi girasoli, sono proprio adatti a lei-

- Beh, fidati, a tutte le ragazze del sud piacciono perché ricordano il sole e il suo calore, poi le rose, beh quelle sono un classico e stanno bene con tutto-

 

Un altro sorriso.

 

- Io sono Robb, Robb Stark e tu?-

- Daenerys Targaryen, consulente dei fiori-

 

Risero. “Che ragazza fortunata!”, pensò, “se ricevessi io questi fiori da uno così, avrei il cuore come burro sciolto”.

 

Fu l’ultimo cliente della giornata. Viserys se ne era già andato e con le sue solite raccomandazioni l’aveva lasciata lì a pulire il bancone degli ultimi ritagli e sistemare i sacchi di spazzatura già accumulati. 

I suoi occhi tornarono a balzare sull’orologio. Segnava le 19:15. Le tremavano le mani. “Stupida”, si disse, “Non farti illusioni per un ragazzo, tu sei meglio di così, tu sei Daenerys nata dalla tempesta!”.

Ma proprio in quel momento sentì il rumore di una motocicletta fermarsi dall’altra parte della strada e sapeva già a chi appartenesse. 

Si diede un contegno, ma allo stesso tempo si finse indaffarata, non voleva farsi trovare come se lo stesse semplicemente aspettando. 

Un leggero bussare, poi si sentì girare la maniglia ed entrò accompagnato dallo scampanellio che segue ogni volta che viene aperta la porta. Indossava ancora il giubbotto di pelle da moto, che staccava dai jeans grigi e gli anfibi neri lucidi. I suoi scuri capelli ricci erano una massa incontrollata dopo averli liberati dal casco che portava in mano. Era impossibile staccargli gli occhi di dosso. Con quel passo così elegante e quello sguardo che tradiva un po’ di insicurezza che lo rendeva ancora più attraente. 

 

- Ciao- 

- Jon, buonasera-

- Perdonami, sono un po’ in ritardo, ma ho dovuto presentare dei verbali per un caso per forza entro stasera e quindi..-

- Non dirlo nemmeno, ti capisco nemmeno io ho finito qui- disse sorridendogli dolcemente. 

Sentiva pruderle le punte delle dita, voleva disperatamente accarezzargli quei capelli così ribelli e sistemargli qualche ciocca dietro l’orecchio...ma non poteva, si conoscevano appena! Si concentrò su altro, altrimenti non sapeva quanto avrebbe potuto resistere.

 

- Oh, allora magari vado via, non vorrei disturbarti-

- Devo solo spostare i sacchi nei cassonetti, chiudere la cassa e spegnere luci e cose varie per chiudere il negozio...aspetta, ma tu volevi uscire stasera?-

- Che idiota...scusami, hai ragione mi avevi detto che dovevi vedere un po’ come eri organizzata...-

- Eh, a proposito di questo, purtroppo mio padre non ha ancora stabilito i turni di questa settimana e quindi non posso ancora darti una risposta-

- Capisco-

 

La guardò dritto negli occhi con una luce diversa, non di delusione, tutt’altro...ma Daenerys non sapeva come interpretarla, solo che la convinceva sempre più a passare del tempo con questo ragazzo sconosciuto.

 

- Beh, ecco ne avrò per un’altra oretta qui e poi mi aspettano a casa. Se non hai niente da fare potresti restare a farmi compagnia qui-

- Si, resterò qui, se per te va bene,dopotutto non so come potresti tirar su quei sacchi enormi -

- Scusami?- disse stizzita.

 

La risata di Jon le riempiva dolcemente le orecchie e ne era totalmente assorbita. 

 

- Beh, dico solo che sei piccolina, a meno che non nascondi anni di work out pesantissimo e potresti sollevare anche me- 

 

Stavolta fu lei a concedergli un ampio sorriso.

 

- Si da il caso, caro Jon, che io abbia una forza innata e i sacchi della spazzatura riesca a sollevarli- 

- Bene, allora ti aiuterò in qualcos’altro. Dimmi cosa posso fare, capo-

- Potresti... sì, potresti spostare tutti quei fiori a sinistra davanti a quella vetrata? Mi raccomando stai attento con i vasi-

- Sta’ tranquilla!-

 

Daenerys lo lasciò lavorare mentre lei portava fuori i quattro Sacchi uno alla volta. Entrava e usciva dal retro e lo osservava chinarsi per afferrare un vaso e portarlo dove da lei richiesto. 

Quando lei ebbe finito, lui trasportava gli ultimi vasi.

 

- Va bene così?-

- Si, sei stato molto bravo-

- Cosa possiamo fare adesso?-

- Beh devo finire di sistemare gli ultimi fiori che mi sono arrivati oggi nella cella frigorifera e poi...ah sì devo chiudere la cassa-

- Hai fame?-

- Oddio! Hai sentito il mio stomaco fare rumori strani?- la faccia di Daenerys un pomodoro di vergogna.

 

- No,no! Mi chiedevo se ti andasse di prendere una pizza e mangiarla qui?-

- Mm, si potrebbe fare... sì, prendiamola!-

- Faccio io?- chiese Jon con quel mezzo sorriso mozzafiato.

- Fai tu- concordò lei sostenendo fiera il suo sguardo.

 

Le pizze arrivarono un quarto d’ora dopo, fumanti e talmente invitanti da far venir l’acquolina in bocca solo sentendone il profumo. 

Si buttarono senza troppi preamboli e Jon rimase a fissarla mentre faceva sparire il primo pezzo di pizza.

 

- Da quanto tempo non mangiavi una pizza? O dovrei chiedere, da quanto tempo non mangi?- 

 

Aveva sempre quel sorriso così dolce sul volto.

 

- Da stamattina penso, ho preso il caffè e mezzo sandwich a pranzo, quindi...-

- Daenerys come fai a stare ancora in piedi?-

 

Lei rise, ma sapeva che Jon aveva ragione.

 

- Purtroppo mio padre richiede molto e non si sa come riusciamo sempre a deluderlo. Quindi, io e mio fratello Viserys cerchiamo di dare sempre il massimo anche se significa sacrificarci e tra l’altro inutilmente, a dire la verità-

- Perché non ne parlate con lui?-

- È una persona intrattabile, e perdonami, lo so che sembrerò una figlia ingrata, ma è davvero pesante avere la pressione che ci addossa ogni giorno-

- Mi dispiace molto per questo, Daenerys...però sei molto brava in quello che fai-

- Ti ringrazio, anche se non ne sono entusiasta. Puoi chiamarmi Dany, se vuoi...-

 

Si guardarono negli occhi e le sembrò come se lui stesse cercando, con tutta quella intensità, di scovarle infondo e toglierle tutte le cose negative. Daenerys si sentiva abbracciata da qualcosa di strano e poco familiare, un’attenzione che non le veniva mai rivolta. All’improvviso si risvegliò da tale torpore.

 

- E tu cosa fai per vivere, Jon?-

- Faccio parte del corpo di polizia, più che altro della squadra d’azione, perciò ogni volta che c’è da scendere in campo, beh, ci sono io-

- Ami il pericolo perciò...e così si spiegano queste cicatrici che hai in viso - scherzò lei.

- Oh, ma non tutte sono per il lavoro, guarda, questa qui sul sopracciglio me la sono fatta cadendo dal letto a castello di mio cugino mille estati fa, ci vollero 4 punti!-

- Dormivi proprio come un sasso per essere caduto così a corpo morto!-

 

Risero insieme e si creò di nuovo quel momento di strana elettricità...si avvicinò ancora di più al suo volto, il più possibile permesso dal bancone che li separava, e allungò una mano verso la cicatrice. Senza staccargli gli occhi dai suoi, la sfiorò delicatamente, dall’inizio del sopracciglio fino alla fine. Poi la sua mano si bloccò e rimase pietrificata. Si era lasciata andare troppo?

Fu lui adesso a prenderle la mano e portarla alle labbra.

 

- Sei bellissima.-

 

Solo queste parole e il suo cuore perse un colpo. Con che voce graffiante e calda lo aveva detto. Con quel suo accento diverso. Con quel suo sguardo profondo e liquido. Lei rimase così, con la mano nella sua e gli occhi nei suoi.

 

Il vibrare di un cellulare fermò il momento. 

Era quello di Dany. 

 

- Pronto?-

- Dany, cara, dove sei rimasta?-

- Mamma, scusami, mi sono trattenuta in negozio, il tempo della strada e arrivo-

- Fa presto, la cena è quasi pronta-

- Si, a dopo-

 

Chiuse la telefonata e si voltò verso Jon. 

 

- Perdonami, ma devo proprio andare via adesso-

-Certo, come torni a casa?-

- Di solito vado con mio fratello, penso che stasera prenderò il tram-

- Non dirlo nemmeno, ti do uno strappo io-

- Hai un altro casco?-

- Non te l’avrei nemmeno proposto altrimenti- disse con un sorriso sornione a cui Dany fece una smorfia buffa.

 

Chiusa la cassa e spente le luci, si avviò a chiudere il negozio. Mazzi di chiavi in mano, borsa e casco, si diresse verso la moto ruggente di Jon.

 

- Dove la porto, signorina?- 

- Sto nella seconda traversa di Avenue Street - 

- Tieniti-

 

Partirono e Daenerys si beava del suo calore, aveva le mani poggiate ai suoi fianchi e piano piano finì per ritrovarsi totalmente abbracciata alla sua ampia schiena. Arrivati nella zona Jon rallentò.

 

- Non mi hai detto il numero civico- 

- Oh, non ce ne sarà bisogno, va bene se mi lasci qui-

- Non vuoi che mi vedano?-

- Per stasera no, Jon, scusami-

 

Lei si tolse il casco, fece scivolare via i capelli e glielo ridiede. 

 

- Grazie Jon, è stata davvero una bella serata-

- Peccato siano state solo tre ore...vorrei avere più tempo-

- Sei incontentabile!-

 

Lo fece ridere e questo le riempiva il cuore.

 

- Dany, posso lasciarti il mio numero?-

- Certo-

- Eccolo qui, così quando vorrai una pizza io ci sarò-

- D’accordo...grazie ancora!- 

 

Ancora uno sguardo e Dany si decise ad allontanarsi. Casa sua era ancora a 200 metri di distanza, ma Jon l’aspettava, la guardò finché non la vide mettere piede dentro.

 

Dopo cena si coccolò con una lunga doccia 

a getto bollente, così da rilassare tutti i muscoli. Si spalmò i suoi oli e le sue creme per poi mettersi finalmente a letto. 

Che giornata!”, pensò col cuore veloce come un treno. Con la mano, allora cercò il telefono e lo scrisse: 

 

Buonanotte, Jon.

 

A cui seguì quasi immediatamente il suo 

 

Dolce notte, Dany.

 

 

 

 

 

 

Angolo dell’autore: 

Salve a tutti! Sono tornata con il terzo capitolo,ehy ma a voi va una pizza con Jon? Ragazzi siamo solo all’inizio, non so quanti capitoli avrà questa storia, ma ho sempre nuove idee ed è tutto un crescendo, spero possiate farmi compagnia in questo viaggio! Purtroppo ci ho messo più del previsto per pubblicarlo, ma è un po’ più lunghetto, quindi spero di farmi perdonare così!

Tanti abbracci, la vostra WitchHarmony <3

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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Arrivò al negozio quasi correndo, talmente di fretta da non accorgersi nemmeno quanto quei caffè fossero bollenti. Era terrorizzata e allo stesso tempo elettrizzata da quello che si era appena concessa. Dopotutto, non avrebbe corso nessun pericolo, stasera sarebbe rimasta sola al negozio. 

Nessuno avrebbe scoperto niente. 

 

- Dany, finalmente! Perché ci hai messo così tanto?-

-Scusa, Viserys, c’era confusione da Mike-

- Per due caffè?-

- Si, e quindi?-

- Beh...sei strana, sei tutta rossa in faccia-

- Sono arrivata qui di corsa, proprio per non sentire le tue lamentele, genio! -

- Calma i toni o dirò a papà che ho fatto il turno di venerdì mattina da solo, perché la mia dolce sorella doveva ancora smaltire la sbronza della sera prima...-

- Fa come vuoi, minacciami pure Vis, ho anch’io i miei assi nella manica-

- Di che parlate?-

- NIENTE- risposero all’unisono.

 

Il padre di Daenerys e Viserys era più un datore di lavoro che un padre vero e proprio. Era sempre duro e freddo, rivolgeva loro poche parole dolci e un affetto rigido sin da quando erano ancora bambini. Daenerys non aveva mai visto suo padre sorridere, nemmeno il giorno della laurea di Viserys. Si chiedeva continuamente se fosse un po’ all’altezza di quel papà austero, ma non riusciva mai a darsi una risposta positiva. Sembrava non ne combinassero una giusta, non gli andava mai bene nulla, non ammetteva sbagli di nessun genere.

 

- Daenerys hai ordinato quei tulipani che avevo richiesto?-

- Si, papà, dovrebbero arrivare tra oggi e domani-

- “Dovrebbero”? Che significa?-

- Mi hanno detto che avrebbero avuto consegne in zona in questi giorni e che mi avrebbero avvertita prima di passare di qui-

- Capisco...dunque non osate lasciare il negozio scoperto per nessuna ragione. Viserys andiamo di là e aggiornami sul registro dei conti-

-Si, padre-

 

“Ottimo” pensò Dany, “iniziamo questa giornata con poca pressione, come sempre dopotutto”. Dà un’occhiata al cellulare e trova due messaggi da parte di Missandei:

 

Hey ci sei? Mi fai compagnia stasera?

 

Missy! Purtroppo mio padre ha dato nuovi ordini e sono già in debito con Vis per coprirmi le spalle...è successo qualcosa?

 

Nell’attesa che l’amica le rispondesse ticchettava nervosamente le unghie sul bancone. Si mordeva il labbro dall’ansia, sapeva che subito dopo aver controllato il lavoro di Vis sarebbe passato da lei.

 

-Daenerys, io torno nel mio ufficio in città, ho lasciato precise indicazioni a tuo fratello. Ascolta quello che ti dirà, ci vediamo a casa-

-D’accordo. Arrivederci, papà-

 

Quando Aerys lasciò il negozio i due ragazzi tirarono un sospiro di sollievo. Il padre aveva detto a Viserys che Dany aveva sbagliato a fare i calcoli per certe composizioni ed alcuni fornitori dovevano ancora essere pagati e lei aveva dimenticato a segnarlo. Ovviamente, come ogni volta che il padre veniva a controllare la gestione dei figli, trovava puntualmente qualcosa che non gli andava a genio anche quando erano piccolezze. 

 

- D’accordo rivedrò quei conti...ma ti giuro, Vis, sono stata attenta al listino e non ho fatto sconti! Per quei fornitori, l’appunto l’avevo già preso, solo che tengo i promemoria sul cellulare! Ooooh io non so se posso continuare a stare qui dentro!-

 

- Ehi ehi ehi...che cosa stai cercando di dirmi? Mi vuoi lasciare qui da solo? Mi vuoi abbandonare?-

 

-Non fare il melodrammatico, per adesso starò qui...finché non avrò capito la mia strada-

 

- La tua strada? E come glielo diresti ai nostri genitori?-

 

- Non lo so.-

 

Disse semplice questo: non lo so. Ed era vero, non sapeva cosa avesse voluto fare in un futuro prossimo, ma di una cosa era era certa: non avrebbe sopportato di passare tutta la vita lì dentro. Certo, i fiori sono meravigliosi, li amava, ma per Daenerys era chiaro che non fosse fatta per mandare avanti né un negozio né un’attività, semplicemente lei era troppo creativa per queste cose. Da piccola sognava di lavorare il vetro, riscaldarlo e modellarlo così da farne degli oggetti preziosi. Oppure le sarebbe piaciuto studiare e diventare una arredatrice d’interni. 

E mentre rifletteva su tutto ciò, si promise che che stasera, nella comodità del sul lettone, si sarebbe dedicata a scribacchiare una lista delle cose che le sarebbe piaciuto fare. Rimaneva solo un problema poi: affrontare i suoi, ma per adesso non c’era di che spaventarsi, doveva restare calma. E poi stasera, forse, sarebbe venuto quel ragazzo, Jon. 

Si chiese se avesse accettato troppo presto.Il vibrare del telefono catturò la sua attenzione, era Missy.

 

Nulla di che, forse ho qualche problema con Grey.

 

Ti mando un messaggio quando sono libera e ne parliamo un po’ al cellulare. Ti voglio bene.

 

- Posa quel cellulare-

- Sei una grande scocciatura, Vis-

- Senti io oggi stacco mezz’ora prima, per te va bene?-

 

“Non poteva andare meglio”, esultò dentro di sè.

 

-Sì, ci penserò io a chiudere il negozio, sta tranquillo.-

 

Come da solito, il negozio cominciava ad accendersi solo verso metà mattinata tra signore che desideravano acquistare fiori per portarli ai loro cari in cimitero, uomini che li regalavano alle loro mogli o amanti o chi per loro. I fornitori che entravano e uscivano per riempire i frigoriferi. Ed era tutta una corsa tra il dare aiuto e consigli vari, fare composizioni sul momento, laccare le piante e infiocchettarle, far pagare, prendere ordinazioni per servizi, matrimoni, feste di compleanno...ma tutto scorre tranquillamente, più si è indaffarati, più il tempo passa senza nemmeno accorgersene. Alzò gli occhi verso l’orologio solo un quarto d’ora prima che se ne andasse Viserys. Stava completando di sistemare un bouquet con girasoli e rose rosse richiesto da un giovane uomo, aveva gli occhi di un blu spettacolare ed i capelli tendenti al ramato e ricciolini. Alzò gli occhi nuovamente, ma stavolta per guardarlo e lui le sorrise. 

 

- Grazie per avermi aiutato a scegliere questi girasoli, sono proprio adatti a lei-

- Beh, fidati, a tutte le ragazze del sud piacciono perché ricordano il sole e il suo calore, poi le rose, beh quelle sono un classico e stanno bene con tutto-

 

Un altro sorriso.

 

- Io sono Robb, Robb Stark e tu?-

- Daenerys Targaryen, consulente dei fiori-

 

Risero. “Che ragazza fortunata!”, pensò, “se ricevessi io questi fiori da uno così, avrei il cuore come burro sciolto”.

 

Fu l’ultimo cliente della giornata. Viserys se ne era già andato e con le sue solite raccomandazioni l’aveva lasciata lì a pulire il bancone degli ultimi ritagli e sistemare i sacchi di spazzatura già accumulati. 

I suoi occhi tornarono a balzare sull’orologio. Segnava le 19:15. Le tremavano le mani. “Stupida”, si disse, “Non farti illusioni per un ragazzo, tu sei meglio di così, tu sei Daenerys nata dalla tempesta!”.

Ma proprio in quel momento senti il rumore di una motocicletta fermarsi dall’altra parte della strada e lei sapeva a chi appartenesse. 

Si diede un contegno, ma allo stesso tempo si finse indaffarata, non voleva farsi trovare come se lo stesse semplicemente aspettando. 

Un leggero bussare, poi si sentì girare la maniglia ed entrò accompagnato dallo scampanellio che segue ogni volta che viene aperta la porta. Indossava ancora il giubbotto di pelle da moto, che staccava dai jeans grigi e gli anfibi neri lucidi. I suoi scuri capelli ricci erano una massa incontrollata dopo averli liberati dal casco che portava in mano. Era impossibile staccargli gli occhi di dosso. Con quel passo così elegante e quello sguardo che tradiva un po’ di insicurezza che lo rendeva ancora più attraente. 

 

- Ciao- 

- Jon, buonasera-

- Perdonami, sono un po’ in ritardo, ma ho dovuto presentare dei verbali per un caso per forza entro stasera e quindi..-

- Non dirlo nemmeno, ti capisco nemmeno io ho finito qui- disse sorridendogli dolcemente. 

Sentiva pruderle le punte delle dita, voleva disperatamente accarezzargli quei capelli così ribelli e sistemargli qualche ciocca dietro l’orecchio...ma non poteva, si conoscevano appena! Si concentrò su altro, altrimenti non sapeva quanto avrebbe potuto resistere.

 

- Oh, allora magari vado via, non vorrei disturbarti-

- Devo solo spostare i sacchi nei cassonetti, chiudere la cassa e spegnere luci e cose varie per chiudere il negozio...aspetta, ma tu volevi uscire stasera?-

- Che idiota...scusami, hai ragione mi avevi detto che dovevi vedere un po’ come eri organizzata...-

- Eh, a proposito di questo, purtroppo mio padre non ha ancora stabilito i turni di questa settimana e quindi non posso ancora darti una risposta-

- Capisco-

 

La guardò dritto negli occhi con una luce diversa, non di delusione, tutt’altro...ma Daenerys non sapeva come interpretarla, solo che convinceva sempre più a passare del tempo con questo ragazzo sconosciuto.

 

- Beh, ecco ne avrò per un’altra oretta qui e poi mi aspettano a casa. Se non hai niente da fare potresti restare a farmi compagnia qui-

- Si, resterò qui, se per te va bene,dopotutto non so come potresti tirar su quei sacchi enormi -

- Scusami?- disse stizzita.

 

La risata di Jon le riempiva dolcemente le orecchie e ne era totalmente assorbita. 

 

- Beh, dico solo che sei piccolina, a meno che non nascondi anni di work out pesantissimo e potresti sollevare anche me- 

 

Stavolta fu lei a concedergli un ampio sorriso.

 

- Si da il caso, caro Jon, che io abbia una forza innata e i sacchi della spazzatura riesca a sollevarli- 

- Bene, allora ti aiuterò in qualcos’altro. Dimmi cosa posso fare, capo-

- Potresti... sì, potresti spostare tutti quei fiori a sinistra davanti a quella vetrata? Mi raccomando stai attento con i vasi-

- Sta’ tranquilla!-

 

Daenerys lo lasciò lavorare mentre lei portava fuori i quattro Sacchi uno alla volta. Entrava e usciva dal retro e lo osservava chinarsi per afferrare un vaso e portarlo dove da lei richiesto. 

Quando lei ebbe finito, lui trasportava gli ultimi vasi.

 

- Va bene così?-

- Si, sei stato molto bravo-

- Cosa possiamo fare adesso?-

- Beh devo finire di sistemare gli ultimi fiori che mi sono arrivati oggi nella cella frigorifera e poi...ah sì devo chiudere la cassa-

- Hai fame?-

- Oddio! Hai sentito il mio stomaco fare rumori strani?- , la faccia di Daenerys un pomodoro di vergogna.

 

- No,no! Mi chiedevo se ti andasse di prendere una pizza e mangiarla qui?-

- Mm, si potrebbe fare... sì, prendiamola!-

- Faccio io?- chiese Jon con quel mezzo sorriso mozzafiato.

- Fai tu- concordò lei sostenendo fiera il suo sguardo.

 

Le pizze arrivarono un quarto d’ora dopo, fumanti e talmente invitanti da far venir l’acquolina in bocca solo sentendone il profumo. 

Si buttarono senza troppi preamboli e Jon rimase a fissarla mentre faceva sparire il primo pezzo di pizza.

 

- Da quanto tempo non mangiavi una pizza? O dovrei chiedere, da quanto tempo non mangi?- 

 

Aveva sempre quel sorriso così dolce sul volto.

 

- Da stamattina penso, ho preso il caffè e mezzo sandwich a pranzo, quindi...-

- Daenerys come fai a stare ancora in piedi?-

 

Lei rise, ma sapeva che Jon aveva ragione.

 

- Purtroppo mio padre richiede molto e non si sa come riusciamo sempre a deluderlo. Quindi, io e mio fratello Viserys cerchiamo di dare sempre il massimo anche se significa sacrificarci e anche inutilmente a dire la verità-

- Perché non ne parlate con lui?-

- È una persona intrattabile, e perdonami, lo so che sembrerò una figlia ingrata, ma è davvero pesante avere la pressione che ci addossa ogni giorno-

- Mi dispiace molto per questo, Daenerys...però sei molto brava in quello che fai-

- Ti ringrazio, anche se non ne sono entusiasta. Puoi chiamarmi Dany, se vuoi...-

 

Si guardarono negli occhi e lei senti come se lui stesse cercando, con tutta quella intensità, di scovarle infondo e toglierle tutte le cose negative. Daenerys si sentiva abbracciata da qualcosa di strano e poco familiare, un’attenzione che non le veniva mai rivolta. All’improvviso si risvegliò da tale torpore.

 

- E tu cosa fai per vivere, Jon?-

- Faccio parte del corpo di polizia, più che altro della squadra d’azione, perciò ogni volta che c’è da scendere in campo, beh, ci sono io-

- Ami il pericolo perciò, e così si spiegano queste cicatrici che hai sul volto- scherzò lei.

- Oh, ma non tutte sono per il lavoro, guarda questa qui sul sopracciglio me la sono fatta cadendo dal letto a castello di mio cugino mille estati fa, ci vollero 4 punti!-

- Dormivi proprio come un sasso per essere caduto così a corpo morto!-

 

Risero insieme e di nuovo quel momento di strana elettricità...si avvicinò ancora di più al suo volto, il più possibile permesso dal bancone che li separava, e allungò una mano verso la cicatrice. Senza staccargli gli occhi dai suoi, la sfiorò delicatamente, dall’inizio del sopracciglio fino alla fine. Poi la sua mano si bloccò e rimase pietrificata. Si era lasciata andare troppo?

Fu lui adesso a prenderle la mano e portarla alle labbra.

 

- Sei bellissima.-

 

Solo queste parole e il suo cuore perde un colpo. Con che voce graffiante e calda lo aveva detto. Con quel suo accento diverso. Con quel suo sguardo profondo e liquido. Lei rimase così, con la mano nella sua e gli occhi nel suoi.

 

Il vibrare di un cellulare fermò il momento. 

Era il cellulare di Dany. 

 

- Pronto?-

- Dany, cara, dove sei rimasta?-

- Mamma, scusami, mi sono trattenuta in negozio, il tempo della strada e arrivo-

- Fa presto, la cena è quasi pronta-

- Si, a dopo-

 

Chiuse la telefonata e si voltò verso Jon. 

 

- Perdonami, ma devo proprio andare via adesso-

-Certo, come torni a casa?-

- Di solito vado con mio fratello, penso che stasera prenderò il tram-

- Non dirlo nemmeno, ti do uno strappo io-

- Hai un altro casco?-

- Non te l’avrei nemmeno proposto altrimenti- disse con un sorriso sornione a cui Dany fece una smorfia buffa.

 

Chiusa la cassa e spente le luci, si avviò a chiudere il negozio. Mazzi di chiavi in mano, borsa e casco, si diresse verso la moto ruggente di Jon.

 

- Dove la porto, signorina?- 

- Sto nella seconda traversa di Avenue Street - 

- Tieniti-

 

Partirono e Daenerys si beava del suo calore, aveva le mani poggiate ai suoi fianchi e piano piano finì per ritrovarsi totalmente abbracciata alla sua ampia schiena. Arrivati nella zona Jon rallentò.

 

- Non mi hai detto il numero civico- 

- Oh, non ce ne sarà bisogno, va bene se mi lasci qui-

- Non vuoi che mi vedano?-

- Per stasera no, Jon, scusami-

- Allora, buonanotte Daenerys-

 

Lei si tolse il casco, fece scivolare via i capelli e glielo ridiede. 

 

- Grazie Jon, è stata davvero una bella serata-

- Peccato siano state solo tre ore...vorrei avere più tempo-

- Sei incontentabile!-

 

Lo fece ridere e questo le riempiva il cuore.

 

- Dany, posso darti il mio numero?-

- Certo-

- Eccolo qui, così quando vorrai una pizza io ci sarò-

- D’accordo...grazie ancora!- 

 

Ancora uno sguardo e Dany si decise ad allontanarsi. Casa sua era ancora a 200 metri di distanza, ma Jon l’aspettava, la guardò finché non la vide mettere piede dentro.

 

Dopo cena si coccolò con una lunga doccia 

a getto bollente, così da rilassare tutti i muscoli. Si spalmò i suoi oli e le sue creme per poi mettersi finalmente a letto. 

“Che giornata!”, pensò col cuore veloce come un treno. Con la mano, allora cercò il telefono e lo scrisse: 

 

Buonanotte, Jon.

 

A cui seguì quasi immediatamente il suo 

 

Dolce notte, Dany.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

  
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