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Autore: Evola Who    10/03/2019    2 recensioni
Queen sono uno dei gruppi musicali più famosi del mondo.
Per anni hanno fatto cantare ed emozionare milioni di persone grazie alla loro musica e alle loro parole. Ed è tuttora così per le nuove generazioni.
Ma chi erano i primi “fan” dei Queen - a parte familiari, amici e fidanzate dei membri della band - quando quando il gruppo non aveva ancora raggiunto il successo? Chi seguiva la rock band più stravagante di sempre quando suonava nei pub e nei campus universitari?
Ecco, questa è la storia di una di loro...
Genere: Comico, Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Brian May, Freddie Mercury, John Deacon, Nuovo personaggio, Roger Taylor
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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“Nancy!” disse Abel con tono leggermente acuto e un sorriso nervoso.

Davanti a loro, sulla parete destra del locale, si scoprì che c'era una porta segreta leggermente aperta – oltre la quale si potevano intravedere delle scale - e proprio da lì era sbucata una ragazzina che adesso se la stava richiudendo alle spalle.

Indossava una severa divisa scolastica color blu scuro e teneva in mano una cartella marrone di finto cuoio; i capelli erano legati in due trecce che le cadevo dietro le spalle. Aveva lo stesso colore dei capelli e degli occhi del signor Diamods, solo che il volto era meno paffuto, era alta poco meno di un metro e cinquanta e poteva avere sì e no tra i dodici e i tredici anni.

Abel la raggiunse a passo svelto – mentre lei gli stava dando ancora le spalle - ed alzò il dito verso la band in segno di attesa. Si fermò davanti a lei, abbassandosi alla sua altezza e dicendo: “Tesoro! Come mai sei venuta fin qui? È successo qualcosa alla casa?” sorrideva, ma il tono della sua voce era un po’ troppo alto, come se stesse cercando di nascondere un certo nervosismo.

“Hai dimenticato di mettere le chiavi dentro al portaombrelli. Di nuovo.”

Abel rimase stranito da quella affermazione, finché non controllò le tasche, sospirando rassegnato a testa bassa. Diede un piccolo mazzo di chiavi alla figlia, scusandosi della dimenticanza. La ragazzina le prese, ma senza dire nulla.

Il genitore aveva notato l’aria nervosa che nascondeva evitando il suo sguardo, e per questo motivo cominciò a preoccuparsi.

“Com'è andata a scuola, oggi?”

“Bene…” rispose, con tono piatto.
“Abigail ti ha preso di nuovo in giro?”

“Quella stupida oca snob del cavolo!” sbottò la ragazzina alzando la testa e stringendo i pugni. “Lei e le sue stupide amiche, anche loro snob del cavolo!”

I membri della rock band – che stavano parlando tra di loro sempre accanto al pianoforte - sentirono le parole della giovane studentessa, rimanendoci di sasso, più per il suo tono aggressivo che per la frase in sé.

“Perché, per una buona volta, non perde la sua stupida voce stridula per sempre! Lei e le sue stupidissime amiche! Così, almeno, faranno un favore al resto del mondo!” e si mise a braccia conserte facendo il muso.

Abel fece un lungo sospiro paziente, ignorò le ultime parole riferite alla coetanea della figlia e domandò: “Che cosa ti ha detto?”

Così, Nancy spiegò quello che era accaduto a scuola: era l’ora di pranzo ed in mensa stava discutendo in modo tranquillo con un suo compagno di classe, su chi fossero i migliori nemici del Dottore tra i Cyberman e i Dalek.

Lei era molto convinta della sue affermazioni, che stava portando avanti in modo civile, finché non arrivò Abigail con le sue amiche dietro di lei, dicendo che ai ragazzi non piacciono le ragazze troppo arroganti e che se avesse fatto sempre così, non si sarebbe mai trovata un fidanzato.

“Come se volessi uno stupidissimo fidanzato! Per farci che cosa, poi?”

Roger – ormai tutto il gruppo stava ascoltando dal proprio angolo - pareva lì per lì per dire qualcosa in proposito, ma fu fermato in tempo dallo sguardo non troppo amichevole di Brian e dalla sua aria severa, come se avesse letto nel pensiero del batterista.

Il biondo alzò gli occhi al cielo con aria irritata, bisbigliando: “Tanto me la sarei tenuta per me…” e fece un piccolo sospiro.

Abel ascoltò tutto con pazienza, dicendo: “E tu, che cosa hai risposto?”

Nancy continuò a tenere la testa bassa, ma con un'espressione irritata. Sembrava che non volesse rispondere, finché non fece un lungo sospiro, dicendo con tono monotono: “Ho girato la testa dall'altra parte e non le ho risposto…”

“Brava la mia ragazza!” esclamò il padre con tono entusiastico e mettendo le mani sulle spalle della figlia. "Sono molto fiero di te! Hai preso la decisione più giusta da fare in queste situazioni!”

“Ma è stupido!”

Nancy alzò la testa guardando il genitore con aria interrogativa, mentre lui parve confuso da quelle parole.

“Perché devo fare finta di niente e non rispondere? Perché devo starmene zitta quando la gente mi prende in giro?”

“Perché l’ultima volta che l’hai fatto, vi siete spinte, vi siete tirate i capelli e siete finite in presidenza. E, se non avessi chiesto scusa, saresti stata sospesa” rispose Abel con tono calmo. Aveva un'espressione confortevole negli occhi e lei sollevò lo sguardo per guardarlo.

“Ma se tu non rispondi alle sue provocazioni, non solo non ti abbassi al suo livello, dimostrando che sei più matura di lei, ma le togli anche il potere che ha su di te, ossia quello di vederti reagire alle sue parole. E se tu le togli tutto questo, non solo ti dimostri migliore di lei, ma alla lunga ti lascerà in pace.” E sorrise, in maniera calda e dolce, sperando di essere ricambiato. Ma non fu così.

Nancy guardò il padre con aria inespressiva, quasi assente.
Abel non ci rimase male per quello sguardo, anzi ne comprese il significato, dicendo: “So che per te tutto questo è difficile da capire e da gestire. Ma vedrai, più crescerai, più capirai, e non potrai fare a meno di comportati così. Ma so che è una cosa molto difficile e complessa. Ricordati: io e tua madre ci saremo sempre ad aiutarti, per qualsiasi cosa.” Aveva ancora il sorriso sulle labbra; e, questa volta, fu ricambiato da un mezzo sorriso da parte di sua figlia.

Dopo un attimo di silenzio, Nancy chiese con tono serio: “Ma la mamma?”

A quella domanda, l’espressione di Abel mutò radicalmente; da un sorriso dolce, si trasformò in un'espressione quasi spaventata: gli occhi spalancati e le labbra semiaperte, per un paio di secondi. Finché non rispose con tono incerto ed a bassa voce: “La mamma… la mamma passerà la notte in ospedale…”

“Di nuovo?” rispose Nancy quasi sbottando, prima di aggiungere con aria sconfortata: “Ma è la quarta volta in una settimana...”

“Lo so, lo so, lo so…” rispose, stringendo delicatamente le spalle della figlia. “Ma non è che la mamma stia proprio male, tranquilla. È solo che…. Lei soffre di un calo di pressione un po’ più bassa della norma…” spiegò che la mamma soffriva di questa piccola patologia e che se non la controllava si sentiva sempre debole e poteva svenire in qualsiasi momento; e l’unico modo per tenerla sotto controllo era passare molto tempo in ospedale per curarsi.

“Ma non esistono medicinali, pillole o gocce per queste cose?”
“Purtroppo, non tutti i mali del mondo si possono risolvere con le medicine…”

Dopo pochi attimi di silenzio, Abel alzò gli occhi verso di lei, riacquistando il suo volto sorridente e rassicurante, dicendole di ritornare a casa, che c'era già la merenda pronta sul tavolo.

Ma gli occhi di Nancy si spostarono, notando la batteria mezza montata sul quel piccolo palco ed i quattro ragazzi in piedi in un angolo.

L'espressione musona della ragazza cambiò immediatamente, trasformandosi in pura gioia davanti a quella scena, dicendo con non poco entusiasmo: “Abbiamo una rock band?!”

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Note:
Sopresa! :D
Nuovo capitolo! In anticipo! :D
Volevo pubblicare domani ma,
devo finirlo di copiare al pc,
qundi visto che non ho niente da fare,
lo pubblico oggi!
Ora, capite perchè su "tipo di coppia"
ho messo "nessuna"?
Perchè, sarebbe stato un pò
Illegare come cosa XD
Grazie mille ad tutti quelli che
hanno letto questa storia,
ad tutti quelli che hanno recesito
e.... buona domenica!
Evola

 
   
 
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