Fanfic su artisti musicali > Queen
Segui la storia  |       
Autore: StellaViva95    10/03/2019    1 recensioni
Alessia ha 24 anni, studia Ingegneria Gestionale, ed è fan dei Queen da sempre. Stefania, la sua migliore amica, lavora in biblioteca e scopre un modo per viaggiare nel tempo. Così decidono di tornare negli anni 70 e cercare di salvare Freddie Mercury dal suo destino. Ci riusciranno?
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Freddie Mercury, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Voce narrante: Alessia

Toc-toc
“Avanti”, dico sistemandomi meglio sotto le coperte
“Ale, alzati! Sono le 11!”, mi rimprovera Stefania
“Non ne ho la minima intenzione…”, brontolo con la testa sotto il cuscino
“Dai, Ale! Non fare la bambina dell’asilo! Prima o poi dovrai affrontarlo! Ha portato anche dei fiori poco fa…”
Io rimango immobile, con gli occhi chiusi e la testa ben piantata sotto il cuscino.
“Non vuoi nemmeno vederli?”
“No! Non voglio più sentir parlare di Freddie, ok? Chi si crede di essere? Non si fa sentire per dieci giorni e poi pretende di comprarmi con un mazzo di fiori?”
“Se ti degnassi di guardarli, innanzitutto ti accorgeresti che non si tratta esattamente di un semplice mazzo di fiori… e comunque ricordati che la tua missione, fino a prova contraria, è quella di salvarlo dal suo destino… e di certo stando a letto fingendoti malata non puoi portarla a termine!”
“Nessuno mi obbliga, Stefania!”
“Non dire cose di cui poi ti penti, Ale! So benissimo che gli vuoi bene e non pensi davvero ciò che hai appena detto…”
“Ma possibile che devi sempre farmi da coscienza? Chi sei? Il grillo parlante?”, le dico alzandomi bruscamente dal letto
Stefania non risponde e si gode lo spettacolo che ha di fronte. Sono incapace di pensare o dire qualsiasi frase di senso compiuto, mentre guardo imbambolata l’enorme mazzo di rose rosse che Freddie mi ha mandato.
“Qu… quante sono?”, chiedo ad un tratto
“Un centinaio credo… ho dovuto chiedere a Rachel di aiutarmi a portarle su… pesano, sai?”, mi risponde sorridendo Io mi avvicino e le annuso.
Hanno un profumo buonissimo. Poi stacco la lettera attaccata alla carta e inizio a leggere…

Ciao Ale. Dato che, dopo la telefonata di Giovedì, ti sei fatta negare sia al telefono che al citofono, ho deciso di mandarti queste rose e di scriverti qualcosa di più di un semplice biglietto. Ti ho già detto che mi dispiace tantissimo per come mi sono comportato, ma avevo bisogno di stare solo per capire cosa fare con Mary Austin e soprattutto con te. Mi fai stare bene come nessun’altra e come nessun altro. Già, ho scritto proprio “nessun altro”. Perché, vedi, da qualche tempo ho scoperto di essere bisessuale e anche per questo avevo bisogno di comprendere se davvero uscendo con te stessi facendo la cosa giusta. So che forse sto correndo un po’; infondo tra noi c’è stato solamente un bacio… Ma volevo essere sicuro di non illuderti inutilmente e ho bisogno che tu sappia che questi giorni di “analisi di coscienza” hanno avuto esito positivo. Perciò, se ti va, mi piacerebbe che continuassimo a frequentarci.
Un abbraccio dei nostri e un bacio a fior di labbra.
Freddie


Alzo gli occhi commossa e abbraccio Stefania.
“Allora che fai? Ci esci?”, mi chiede poi dolcemente
“Mi sa di si…”, rispondo asciugandomi le lacrime
“Ma come lo avviso? Oggi è sabato… non provano di solito il sabato e presumo che a casa sua e di Mary non sia il caso di chiamare!”, mi chiedo sconsolata “Ecco Ale… non so come dirlo… ma Freddie è di sotto ad aspettarti da quando ha portato le rose… cioè da circa tre ore…”
“Davvero?”, chiedo io stupita
“Già… forse è il caso che ti dai una sciacquata alla faccia e ti vesti…”, mi sorride Io non me lo faccio dire due volte.
Venti minuti dopo sono nell’atrio. Freddie è seduto su una sedia e sta leggendo attentamente un quotidiano. Mi avvicino piano, cercando di non farmi sentire. Quando sono abbastanza vicina mi metto in ginocchio davanti a lui, buttando a terra il giornale. Ci ritroviamo occhi negli occhi dopo quasi due settimane e solo ora mi accorgo di quanto mi sia mancato. Avvolge le sue braccia intorno alla mia vita e mi stringe.
“Grazie Ale… Non sai quanto stessi male al pensiero che tu fossi arrabbiata con me…”, mi sussurra ad un orecchio
“Adesso sono qui, Fred… non pensarci…”, lo rassicuro
Rimaniamo abbracciati per un attimo che sembra interminabile e quando ci stacchiamo sembra che qualcuno mi abbia strappato di dosso una parte di me.
“Che si fa oggi, Fred? Mi porti da qualche parte?”, gli chiedo poi
“Oggi facciamo quello che vuoi tu, Ale… basta che stiamo insieme…”
“Ok…”, gli sorrido dolcemente
“Hai già un’idea tesoro?”
“Mi piacerebbe fare un picnic… al parco in cui mi hai portato la prima sera…”
“E picnic sia!”, risponde lui raggiante Io gli sorrido di rimando e ce ne andiamo entrambi felici.

Alle 12.30 circa arriviamo al parco. Abbiamo preso tutto l’occorrente per preparare dei sandwich e anche una crostata alla marmellata e una bottiglia di vino rosso. Una volta scesi dall’auto, Freddie mi prende sottobraccio e ci incamminiamo verso lo stesso muretto di quella sera. Lo osservo mentre stende la coperta e mi perdo a guardarlo. Lui se ne accorge e abbassa lo sguardo.
“Non ti facevo molto timido?”, gli dico allora
“Nemmeno io… è colpa tua…”, mi accusa dolcemente
Mi avvicino e lo abbraccio. E così lui si lascia cadere lentamente all’indietro trascinandomi sopra di lui. Mi passa la mano tra i capelli e io sento il respiro farsi più pesante. Stavolta sono io ad avvicinare il mio viso al suo. Ci baciamo lentamente, assaporando a poco a poco l’uno le labbra dell’altra. Sono così felice con lui. Gli sorrido e lascio che mi dia piccoli baci lungo il collo. Mi sta facendo morire.
“Hai fame, Fred?”, gli chiedo ironica
“Si… di te soprattutto…”, mi risponde baciandomi ancora sulle labbra
Mentre tutto intorno a noi sembra perfetto, io capisco che è arrivato il momento di parlargli; di dirgli la verità su di me e soprattutto su di lui.
“Fred…”, lo interrompo mentre mi bacia
“Che c’è? Qualcosa non va?”, mi chiede contrariato
“No no… è che dovrei dirti una cosa… tu sei stato sincero con me nella lettera che mi hai mandato e io vorrei fare lo stesso con te…”
“Dimmi…”, mi risponde un po’ preoccupato I
o sciolgo il nostro abbraccio e mi siedo a gambe incrociate accanto a lui.
“Ecco… non so da dove cominciare…”
“Coraggio! Sono tutt’orecchi!”, mi esorta sedendosi di fronte a me e prendendomi la mano
“Io e Stefania non siamo qui per studio… In realtà… So che può sembrare assurdo, ma veniamo dal futuro… dal 2019 per l’esattezza…”, abbasso gli occhi in attesa di un suo segnale, che però non arriva. Così continuo il mio racconto…
“Stefania lavora in biblioteca e un giorno mi ha chiesto di raggiungerla perché aveva trovato uno strano oggetto in archivio… per farla breve, abbiamo scoperto che era una macchina del tempo e così abbiamo iniziato a chiederci dove avremmo potuto viaggiare e chi avremmo voluto incontrare nel passato… E io ho scelto te…”
“Me? E… come facevi a conoscermi?”, mi chiede confuso
“Vedi, Fred… I Queen dal prossimo album in poi sfonderanno e diventeranno uno dei gruppi più famosi della storia… Mia madre, quando ero piccola, aveva un cd, che sarebbe il vinile del futuro, con tutti i vostri successi e io mi sono innamorata della tua voce e della vostra splendida musica… Tant’è che, crescendo, ho voluto approfondire la mia conoscenza su di voi e sul motivo per il quale…”, non riesco a continuare e mi rabbuio
“Per il quale…?”
“Per il quale il grande Freddie Mercury è morto a soli 45 anni, lasciando un vuoto nei suoi compagni e nei suoi innumerevoli fan nel mondo…”, dico tutto d’un fiato Lo guardo per qualche secondo negli occhi e poi inizio a piangere a dirotto.
“Scusami Freddie… Avrei dovuto dirtelo prima, ma non ero sicura che mi avresti creduto…”
“C’è solo una cosa che non capisco…”, mi dice quasi seccato
“Cosa, Fred?”
“Perché mi hai voluto conoscere, se tanto sai che morirò e probabilmente ci starai peggio di prima?”
“Perché… perché io posso impedirti di morire… il motivo per cui sei morto ha un nome ben preciso… AIDS…”
“AIDS? E cos’è?”
“é una malattia sessualmente trasmissibile, per la quale purtroppo negli anni 80-90 sono morte milioni di persone…”
“E io come l’ho presa?”, mi chiede impaurito
“Da un rapporto sessuale non protetto… con uno dei tanti uomini con cui sei stato nel periodo 77-78, durante il vostro tour negli USA… Da quanto so, dopo aver lasciato Mary, ti sei dato alla pazza gioia e, non sapendo nulla dell’AIDS, hai contratto il virus che qualche anno dopo si è tramutato in AIDS…”
“Non capisco, scusa… io ho preso l’AIDS o un virus?”
“Sessualmente, oltre che tramite trasfusioni o a contatto con sangue infetto, si trasmette il virus dell’HIV… Possono passare anche diversi anni prima che questo si tramuti in AIDS, come può succedere che la malattia non insorga nemmeno… ma se tu hai il virus, sei sempre a rischio e soprattutto puoi contagiare gli altri… e tu Freddie ti sei ammalato dopo non molti anni… e sei morto nel 1991… il 24 Novembre 1991”
Lui fa un sospiro e scende dal muretto.
“Dove vai?”, gli chiedo
“Ho bisogno di stare un po’ solo… ti riaccompagno in convitto…”, mi dice serio
“Ok…”
Io mi alzo e mi avvicino per abbracciarlo. Lui però si scosta.
“Scusami, Ale… non so se voglio davvero credere a questa storia… anche se devo dire che sei stata molto convincente… perdona la mia franchezza”
Il suo tono è freddo e perentorio.
“Tranquillo, Freddie… Ti capisco… Anche io non ci avrei creduto… Sappi però che io sono qui per qualsiasi cosa… e soprattutto sappi che ti voglio bene e ciò che è successo tra noi non era stato previsto… è successo e basta”
Lui annuisce e, dopo aver messo via tutto il ben di Dio che ci siamo portati (di cui non abbiamo mangiato nulla), andiamo verso la macchina.
Il viaggio scorre in silenzio e quando arriviamo al convitto lui a fatica riesce a voltarsi verso di me. È visibilmente agitato.
“Ciao Ale… mi faccio sentire io, ok?”
“Ok… Ciao Fred…”, scendo dall’auto, ma poi ci ripenso e riapro la portiera…
“Fred, puoi promettermi una cosa?”
“Cosa?”, mi chiede sbuffando
“Qualsiasi cosa accadrà, non avere mai rapporti non protetti con persone che non conosci… se noi non ci metteremo insieme, la gente se ne farà una ragione… ma il mondo non può permettersi di perdere un grande artista e un grande uomo come te… Abbiamo tutti bisogno di Freddie Mercury…”, lo dico mentre una lacrima mi riga il volto Freddie mi osserva scosso.
“Te lo prometto…”
Subito dopo mette in moto e se ne va.
  
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su artisti musicali > Queen / Vai alla pagina dell'autore: StellaViva95