Ardite volute architravate si slanciano
Nell’immenso oscillare del tutto
Di incenso e cenere pregno.
Le foreste bruciano
I simboli svaniscono
Nell’aria imbevuta di mattino.
Oh! Giovane essere dei sottoboschi sussurrati! Narrami –in una lingua mai scritta- dell’eterno spandersi dei flutti, del crescendo delle anime, del dolce nulla e tutto quanto! Fa che io ascolti il tuo canto, luminosa panacea per l’amarezza di ciò che non fu.
Inebriami con il calice traboccante della notte, invito perenne ai baccanali dello spirito!
Infine, scrivi il mio nome nell’acqua, così che sia riflesso nel cielo.
Così, finirà il sempiterno esilio dei figli dell’Io. Tacerà il loro canto tra le anse dell’Universo - le loro cetre appese tra grotte subacquee.
E infine, nulla si muoverà. Tutto sarà nulla, e il nulla si spanderà nel tutto, e saranno Io, tu.
Le parole di due amanti, che non si sono mai conosciuti.
Il soffio del vento che la montagna ha fermato.
Sarà la fine che segue l’inizio.
O che accompagna l’inizio.
Oppure…
No
No! Non si impossesseranno di noi i custodi del tempio! Non venderanno le nostre carni a buon mercato! Via, via, anime putrescenti! Andate, bruciate, e spandetevi. Assurgete alle vette romite, raggiungete il vostro angolo di composta disperazione, e infine cadete. Cadete e sbriciolatevi, per ricomporvi sull’eburneo pavimento del cielo.
Angeli, sorgete! Disertate le alte colonne di fuoco degli organi celesti! Fondetevi nell’aurora nuova, create i sigilli in frantumi! Che la teoria infinita non si infranga invano!
E tu, tu. Il tuo compito è arduo. Porterai l’increato fardello per le lande della Vita? Spezzerai le catene della speranza, se anche questo fosse il prezzo? Accetterai il giogo della coscienza che tutto accadrà forse invano?
Invano. Invano venni. Invano sparsi la mia voce tra gli scranni vuoti. Invano urlai parole nuove alla selva dei morti. Forse si svegliarono? Nessuna pietra rotolò. Gli altari non sprofondarono. Nessun fiore esalò il suo ultimo respiro.
E dunque, ora, tutto tace.
L’eterno impeto è spento per sempre.
La Volontà immortale immota giace.
Le vestali non innalzano più inni dai templi in rovina.
Per entrare nei templi ora si paga il biglietto.