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Autore: Jaqueline    11/03/2019    1 recensioni
Multipairing het/slash/femslash/poly | Raccolta omogenea di AUs| Ogni storia ha genere/avvertimenti diversi
#95, Bianca&Nico ~ Whose fault is it, anyway, Angeli custodi!AU:
Bianca si gira ad osservare la ragazza distesa, coi ricci bruni sporchi di fuliggine – una vecchia signora con la faccia da bambina. La mascherina le pompa l'aria pulita nei polmoni, nella speranza di ripulirglieli dal fumo. È svenuta, altrimenti sarebbe lì insieme a Bianca ad aspettare in ansia l'arrivo di Nico, con l'unica differenza che Bianca sa esattamente dove Nico si trovi.
Non sarebbe dovuta andare così.
[Raccolta partecipante alla One Hundred AU Challenge indetta dal CampMezzosangue]
Genere: Commedia, Fluff, Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash, FemSlash | Personaggi: Quasi tutti
Note: AU, Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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Pairing: Bianca&Nico
Genere: introspettivo, elementi soprannaturali?
Avvertimenti: major character death
Note: scritta per il COW-T, M2, "Arrivare troppo tardi" + 100!AUs > #95 X è un angelo custode e Y vuole morire!AU + The elements challenge, "incendio" + Dei, miti ed eroi, Nico&Bianca



.:Whose fault is it, anyway:.



Non sarebbe dovuta andare così, pensa Bianca, rimestando la cenere con la punta della scarpa. La sua suola non lascia impronta, ma un refolo di vento crea cerchi concentrici dove il suo piede si muove deliberatamente. Se qualcuno abbassasse lo sguardo non crederebbe ai propri occhi. Lo definirebbe un fenomeno da studiare. Ma nessuno nota mai niente; come potrebbero, in un caos del genere.

Un paramedico corre via, spingendo una barella verso un'ambulanza ancora in moto, parcheggiata in mezzo la strada; le passa attraverso, e Bianca si gira ad osservare la ragazza distesa, coi ricci bruni sporchi di fuliggine – una vecchia signora con la faccia da bambina. La mascherina le pompa l'aria pulita nei polmoni, nella speranza di ripulirglieli dal fumo. È svenuta, altrimenti sarebbe lì insieme a Bianca ad aspettare in ansia l'arrivo di Nico, con l'unica differenza che Bianca sa esattamente dove Nico si trovi.

Non sarebbe dovuta andare così.

 

*


Il lavoro da Angeli Custodi è un lavoro duro.

Prima di tutto, non sei legato ad una persona sola. Oh no, niente affatto. Sei potenzialmente legato a chiunque si ricordi di te come influenza positiva. Parenti, amici, conoscenti, sconosciuti che hai aiutato una volta e si ricordano di te nei periodi un po' bui. Se hai servito nei Corpi di Pace, però, può essere... caotico. Bianca si ricorda ancora la pila di carte - più alta di lei - che le è stata messa tra le braccia appena arrivata. Tutto si era sistemato in un paio di giorni, grazie al Cielo: i file erano stati smistati tra tutte le persone che avevano influito sulla stessa vita e quelli più importanti erano stati “riassegnati”, che è un modo carino per dire “litigati passivo-aggressivamente”. Non che avrebbe chiamato la lunga chiacchierata con sua madre per ottenere il file di Nico una vera e proprio lite. Magari una discussione animata – da lei, principalmente. Di certo le era valsa più di qualche lacrima e una strigliata epocale.

Il punto è che non si passa il tempo seduti in poltrona a guardare i propri cari sulla Terra, nossignore. C'è una routine precisa da seguire: dalle due alle tre ore per ogni persona, a seconda dei casi; un'ora per il pranzo, qualche minuto di pausa dopo ogni sessione. Senza contare i rapporti di fine giornata. Se Bianca non fosse del tutto certa di essere in Paradiso, tutta quella burocrazia l'avrebbe convinta di stare all'Inferno.

Sono le tre di notte, e Bianca comincia a sentirsi parecchio stanca; non ai livelli di sfinimento che raggiungeva sulla Terra, intendiamoci, ma le palpebre cominciano a pesarle. Che in Paradiso ci sia il bisogno di dormire è un'altra di quelle cose che le fanno girare i cosiddetti, ma a quanto pare un Angelo che mantiene i bisogni umani “empatizza di più con i suoi incarichi e fa meglio il suo lavoro”. Il solo chiamarli incarichi a mente le fa storcere il naso; il suo capo sarebbe un pessimo Angelo.

Sente un pizzico di paura provenire da Nico, ma non si volta a controllare il suo schermo; Naomi ha deciso di tornare a casa da sola da una festa perché tanto sono solo cinque minuti! e non vuole che le accada niente. Se potesse scendere sulla Terra sarebbe tutto più facile, ma ciò le impedirebbe di controllare gli altri nel frattempo, e quindi le tocca restare piantata al suo posto. Nico continua a mandarle sprazzi di ansia attraverso il collegamento, ma Bianca sa che si trova al sicuro nel suo letto, ha controllato neanche un'ora fa. Naomi continua a camminare velocemente, un mazzo di chiavi tra le mani. L'ansia di Nico raggiunge un picco e si blocca, e Bianca adesso è certa che stia facendo un incubo, nessun pericolo reale; si rilassa marginalmente, per quanto sia possibile in una situazione del genere.

Nico non sta bene. Non stava bene neanche prima che morisse, ma dal suo funerale peggiora a vista d'occhio: è schivo, scontroso, sempre più chiuso in se stesso. Passa ore ed ore a letto, intere giornate da solo. Se non fosse per Hazel, che gli fa visita almeno quattro volte a settimana e lo trascina fuori casa, Bianca ha paura che non avrebbe contatti umani. Non dorme, e se lo fa, ha degli incubi che lo fanno svegliare di soprassalto, completamente zuppo di sudore. Non sa bene cosa sogni, non può vedere nella sua testa, vorrebbe potercisi infilare dentro per eliminare tutto quello che lo fa soffrire così, e invece è bloccata dietro lo schermo di un computer.

Sempre più spesso lo vede fissare i binari del treno, vicinissimo alla banchina, o fermarsi a guardare oltre la balaustra di un ponte. Quando succede, Bianca passa le tre ore consentite a fissare Nico senza neanche sbattere le palpebre o, più di rado - perché ha paura che succeda qualcosa nel frattempo -, corre giù a chiamare Hazel o Jason.
Naomi ha finalmente raggiunto casa sua; mentre infila la chiave nella toppa, Bianca avverte una fitta di panico e torna sul suo collegamento con Nico, che vadano al Diavolo le regole e i limiti. Di primo acchito non capisce nemmeno cosa stia succedendo, la stanza di Nico sembra quasi fuori fuoco. Riesce ad intravedere la sagoma di suo fratello nel letto, ma qualcosa le copre la visuale; poi capisce che la sua camera è invasa da una coltre di fumo. Bianca cerca disperatamente di capire se suo fratello sia già sveglio o se sia lei a doverlo svegliare, quando incrocia per caso il suo sguardo: ha aperto gli occhi e respira, ma non per molto. Si guarda intorno per mezzo secondo, spaesato. Poi li richiude e ripoggia la testa sul cuscino.

Bianca si precipita a chiamare Hazel.

 

*


- Una fuga di gas, – dice un pompiere.

L'ambulanza ha portato via Hazel. Altre persone sono raccolte in gruppetti intorno al condominio, gente che è riuscita a fuggire in tempo, o curiosi dei palazzi vicini. Il fuoco è stato finalmente domato. Nico è stato trovato nel suo letto mezz'ora fa.

– Una fuga di gas, – ripete il pompiere ad un altro collega. – L'inquilino dell'interno venticinque ha dimenticato il forno acceso.

Bianca vorrebbe urlare. Non che servirebbe a nulla, pure se potessero sentirla; Nico resterebbe comunque in una sacca per cadaveri, che lei non può neanche aprire perché Dio ha deciso che non le è concesso. Sfiora con un bacio il punto dove dovrebbe essere la sua fronte e torna al suo posto.

Nico non aveva cenato, quella sera.

   
 
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