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Autore: anaiv    11/03/2019    4 recensioni
Sana Kurata ha ventisei anni ed è un'attrice di fama mondiale. Dopo le scuole superiori e un anno di convivenza con il suo fidanzato Akito Hayama, ha deciso di trasferirsi a Londra lasciandosi alle spalle un amore finito male. Ci sarà riuscita?
Genere: Comico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Akito Hayama/Heric, Rei Sagami/Robby, Sana Kurata/Rossana Smith | Coppie: Sana/Akito
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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Sana
 
Non sono mai in anticipo, mai. Specchiarmi non è un atto utile, è fondamentale, soprattutto oggi: io e Akito ci siamo baciati, abbiamo fatto l’amore e… e queste sopracciglia andrebbero curate un po’ di più. Dannati specchi. Il mio appartamento di Notting Hill oggi brilla di una luce diversa, le voci dei passanti suonano come una melodia melensa e nostalgica, la notte è scesa sulla città come un’avvolgente coperta di pile, tutto è confortante. Ho atteso questo giorno per anni; quando ero incinta avevo paura che Akito non fosse pronto, ma che in qualche modo lo avrebbe accettato. Ecco, oggi mi sento di nuovo così, ci siamo perdonati, non è ancora tutto chiarito, dobbiamo parlarne, ma andrà bene, deve andare bene. Con estrema delicatezza liscio le pieghe del mio abitino, non troppo succinto, Akito deve guardare oltre. A questo pensiero mi si colorano le guance di rosa, sono adulta, ma ancora ho difficoltà a parlare di sesso. Sono in netto anticipo, so che lui è a lavoro, ma non riesco a stare ferma, c’è troppa storia tra di noi. Lui è Akito, il mio Akito; quello che, anni fa, mi avrebbe seguita in capo al mondo se solo glielo avessi chiesto. Un pensiero poco gradito si insinua subdolo nella mia mente: e se non fosse più il mio Akito, quell’Akito? Scuoto leggermente la testa, come a voler scacciare via lo strascico di questo brutto pensiero. Siamo cresciuti, ha avuto molte donne, ci siamo fatti del male a vicenda, ma sono sicura che non sia cambiato proprio tutto. Oggi, sul set, ero impaziente, felice, euforica, non vedovo l’ora di finire le riprese e tornare a casa per prepararmi. Adesso sono nervosa, non mi fa bene essere in anticipo, proprio no. Forse dovrei raggiungerlo, magari sarà sorpreso, ma devo proprio darmi una mossa. Sto infilando la giacca quando il suono del campanello si propaga per il mio appartamento. Eccolo! Raggiungo la porta di corsa, inciampo in un paio di sgabelli, ma quando apro la porta…
- Ciao Sana-
- Luke… cosa ci fai qui?-
- Dobbiamo parlare. So che non vuoi più stare con me. Pensavo che questi mesi insieme avessero contato qualcosa, ma è evidente che il tuo cuore è da un’altra parte. Sono qui solo per assicurarmi che tu stia facendo la scelta giusta- mi guarda con dolcezza, come sempre. L’ho visto incazzato, davvero incazzato, quando ha sentito le mie parole alla conferenza stampa. Ha capito che Akito è una parte importante della mia vita, nonostante abbia cercato di negarlo.
- Io non capisco… sei una persona splendida, ma io…-
- Ma tu hai paura. Paura di lasciarti alle spalle quello che c’è stato con quel medico, Akito. Ascolta, Sana, tenerti tra le mie braccia è una delle cose più belle del mondo, penso di essermi innamorato e non mi capitava da un po’. Non potevo lasciarti andare senza prima avertelo detto. Mi spiace-
- Luke… io non sono innamorata di te. Ti voglio bene, sei fantastico e, per la prima volta, dopo molto tempo, ho visto in te una persona con cui condividere la mia vita. Ma… Akito…-
- Va’ avanti. Lascia perdere il passato. Vieni a vivere con me. Ricordi? Avevamo parlato di una villetta a schiera in periferia. Oggi ne ho comprata una. So che non è esattamente ciò che ti aspettavi di sentire ma… vieni a vivere con me. Stai con me. Nel periodo in cui eri in ospedale, eri ferita, delusa, stavi male. Lui ti aveva lasciata mentre eri in coma. È fuggito. Io ero lì, sono qui.- Nei suoi occhi turchesi leggo un’intensità mai vista, mi vuole davvero. E se avesse ragione? Se tra me e Akito non fosse più amore, ma solo il ricordo del nostro amore? Cosa devo fare?
 
 
Akito
 
- Cosa diavolo stai cercando di dire?- Alice e il suo bambino sono nel mio appartamento da cinque minuti e io sono in crisi, una crisi mistica. Per la prima volta nella mia vita, sono curioso, devo sapere, voglio parlare.
- Bill e tua sorella non mi hanno mai detto nulla! Mai! Li vedo ogni giorno e non hanno mai fatto parola di… lui- spiego rivolgendo lo sguardo al bambino che gioca con dei miei trofei di Karate.
- Lo so, mio padre e mia sorella non lo sanno. Sono stata via molto, mia madre era morta da poco e non avevo voglia di ferire mio padre. Quando mi ha raccontato di Sana Kurata, del suo incedente, della vostra relazione, qualcosa si è acceso dentro di me. Qualcosa mi ha fatto capire che dovevi conoscere Andrew e che dovevi sapere che quella attricetta non era l’unica ad aver avuto una relazione con te, un figlio con te- Alice stringe con forza la tracolla della borsa, mentre una lacrima le bagna il viso. È molto bella, lo è sempre stata e io mi sono sempre sentito un verme nei suoi confronti e in quelli di Bill. Avevo tradito sua figlia e le ero stato molto grato quando aveva deciso di non farne parole a suo padre, ma questo non gliel’ho detto.
- Forse ho sbagliato a spifferare a tutti i tabloid della gravidanza di Kurata, ma ero arrabbiata Akito. Molto. Vorrei solo che tu considerassi l’idea di conoscere Andrew, di parlare con me. Eravamo più giovani, forse potremmo darci una possibilità, potremmo regalare una famiglia ad Andrew. È un bambino fantastico, sai?- Sono senza parole, la mia vita ha subito continui smottamenti, terremoti emotivi continui hanno scombussolato la mia intera esistenza. Un figlio con Alice. Non con Kurata. Se fossi uno di quei coglioni che crede nei segni, adesso penserei che questa visita sia uno di quelli. Proprio nel momento in cui in e Kurata c’eravamo ritrovati, una donna si presenta qui con mio figlio, quel bambino così biondo e così piccolo è mio figlio. Mi somiglia. È identico a me. Davvero.
- Capisco. Non so cosa dire. Avrei dovuto saperlo prima. Come farai con tuo padre?- Alice si asciuga le lacrime con un lembo della giacca, come una bambina spaventata, e poi mi sorride
- Vieni con me. Diciamoglielo insieme. Ero arrabbiata con te, Akito, molto. Ti odiavo, ma poi ieri sera ho capito che avevamo commesso entrambi degli errori. Cerco solo serenità. So che non sarà facile, che dovremmo conoscerci da capo e con un figlio, ma ti prego, pensaci-. Mi stringe una mano, non riesco a guardarla.
- Andiamo, Andrew. Saluta questo signore-
- Ciao signore uguale a me!- Andrew agita la manina e insieme si allontano.
- Aspetta!- mi sento gridare
- Cosa c’è?-
- Lasciami il tempo di sistemare le cose. Verrò con te da Bill- Alice sorride e mi saluta.
La mia vita è una vera merda. Non so cosa fare. Kurata? Dio, pensavo avessimo trovato un equilibrio, certo avremmo dovuto parlare, ma forse era il momento giusto. Non posso stare con lei e conoscere mio figlio allo stesso tempo. Sarebbe troppo, ma devo conoscere Andrew, mio padre non sarebbe fiero di me se perdessi questa occasione. È mio figlio e io sono un vero coglione.
Mi aggiro nel quartiere di Kurata in una nuvola di fumo, penso di aver fumato un centinaio di sigarette durante il tragitto. Un figlio, io ho un figlio. Come cazzo posso guardarla negli occhi e dirle che ho un figlio con un’altra donna. Lei ha perso il nostro, ha sofferto molto…
Quando arrivo sotto casa sua vedo quel bamboccio biondo con cui si frequentava
- Oh… Akito-
- Ci conosciamo?- chiedo sollevando un sopracciglio
- Be’, in qualche modo, sì. Sono venuto a parlare con Sana-
- E…?-
- Non sono affari tuoi- dice con fare sprezzante. Mi lancia un’ultima occhiata guardinga, poi si allontana. Questa giornata non finirà mai.
 
 
 
Sana
 
 
- Akito! Ciao!- lo lascio entrare e fingo disinvoltura. La chiacchierata con Luke non mi ha lasciato indifferente, anzi, sono molto confusa. Non so cosa fare.
- Kurata- si accomoda sul divano in salone
- Dove andiamo di bello?- chiedo sedendomi accanto a lui
- Ascolta, Sana…- No! Non è possibile.
- Sana? Sana? Non mi hai mai chiamata Sana! Stai per lasciarmi di nuovo! Io… non so cosa dire. Sono sconvolta- mi alzo di scatto e inizio a camminare avanti e indietro.
- Dio! ‘Sta zitta! Cazzo Kurata, sei impossibile!- si passa nervosamente una mano tra i capelli. Quei suoi capelli dorati…
- Non posso, ok? Non posso stare con te. Mi dispiace, ma c’è troppa storia tra di noi. Siamo cambiati, io sono cambiato. Ogni cosa è cambiata-
- E stanotte mentre facevamo l’amore? Anche lì eri cambiato? Stamattina… Cristo, Akito! Non possiamo fare così. Non va bene. Dobbiamo chiudere, chiudere per sempre. Non sopporto più la tua maledetta faccia. Ti odio, ora lo so. Tra di noi non c’è più niente. Dimentichiamo tutto- sono un fiume in piena, avverto le lacrime farsi spazio e bagnarmi senza permesso le ciglia. Non piangerò, ma il dolore è forte. Avremmo dovuto avere un figlio, avremmo dovuto vivere e basta. È finita, fa troppo male.
- D’accordo. Hai ragione- per un secondo leggo dolore nei suoi occhi, ma mi sto illudendo. Voleva scopare, scopare e basta.
- Va’ via! Basta!- Inspira e abbandona un pacchetto sul divano prima di lasciare per sempre il mio appartamento. Quando richiude la porta alle sue spalle, corro ad aprirlo…oh.  È la cavigliera, la mia cavigliera, quella che mi ha sfilato via l’ultima volta più di un anno fa. Ma Rei mi aveva detto di averla gettata via, mi aveva giurato che fosse nel Tamigi, a nuotare nelle acque del fiume. Ma perché? Perché?! In un momento, uno strano momento di follia, mi sfilo le scarpe e corro in strada; lo vedo, cammina lentamente e si accende una sigaretta.
- Hayama, perché?- chiedo tra le lacrime. Lo vedo fermarsi e fissare il vuoto.
- Perché quella te l’ho regalata al gazebo, quando ci siamo promessi che ci saremmo sempre stati, che saremmo stati sempre Sana e Akito e che la vita non si sarebbe messa in mezzo. Kurata, la vita ci ha traditi- dice in un soffio e tutto ciò che pensavo di sapere svanisce in un cumulo di rabbia e lacrime.


Ciao a tutti! Questa storia, come sempre, mi sfugge tra le dita. Il capitolo non doveva finire così, sappiate solo questo. Spero che vi piaccia comunque e vi auguro una buona settimana.
Baci a tutti, Viviana.
  
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