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Autore: Yurha    11/03/2019    1 recensioni
Il Natale era ormai alle porte nella città di New York.
Tutto si trasformò, infondendo un'atmosfera di gioia e festa in ogni suo abitante ma, sfortunatamente, un serial killer chiamato dalla polizia 'lo Strangolatore' fece la sua comparsa in una notte di inizio Dicembre, esattamente come un predatore in cerca delle sue prede indifese.
I Detective Lupo e Bernard, insieme ai Procuratori Cutter e Rubirosa, riusciranno a catturarlo prima che mieta altre vite e prima della Magica Notte dell'Avvento?
Genere: Mistero, Sentimentale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Mike Cutter
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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CAPITOLO 35

I Detective Lupo e Bernard entrarono nella sala interrogatori quattro insieme ai Procuratori Cutter e Rubirosa.
«Era ora! Dov’eravate, a prendere un tè?! Ora lasciatemi andare, tutto questo è solo una buffonata, io sono innocente. Capito? INNOCENTE!» esclamò Regan furioso, appena li vide.
«Dài Carl, stai buono. Ci penso io.» sussurrò il suo avvocato.
Lupo lasciò la sua sedia a Connie mentre Mike preferì restare in piedi dietro di lei, appoggiato con le spalle e le braccia incrociate al petto al vetro specchiato.
«Posso già dirvi che il mio assistito non dirà nulla e rifiuta qualsiasi tipo di richieste.» affermò l’avvocato Shwimmer, guardando sia i Detective che i Procuratori.
«Buongiorno signor Regan.» disse Mike di punto in bianco, come se non avesse sentito una sola parola. «Io sono il Sostituto Procuratore Esecutivo Michael Cutter e lei è la mia collega, l’Assistente  Rubirosa.»
Regan guardò prima Mike poi si soffermò a squadrare Connie con una certa insistenza, senza aprire bocca.
«Avvocato Shwimmer, ho solo una domanda poi, in base a ciò che risponderà, potrà tornare tranquillamente a casa sua o tornare nel buco che chiamano cella ad Attica. Sta a lui decidere.» informò Mike. «Ovviamente, se non mentirà e risponderà senza omettere nulla e contraddirsi. Sappia solo che sarà messo in una condizione in cui sarà molto difficile mentire.»
L’avvocato Tim Shwimmer ci pensò un secondo poi guardò il suo assistito, facendogli un leggero cenno d’assenso.
«D’accordo ma lei dovrà mettere al corrente il Giudice della sua buona fede e della cooperazione.»
«Certamente.»
Nel frattempo, Connie fingeva assoluta nonchalance mentre dentro di sè era nervosa.
Aveva accettato a scatola chiusa uno dei piani folli di Mike..
Si prese un appunto mentale nel quale si disse che avrebbe cercato di non arrabbiarsi eccessivamente nel caso fosse stato qualcosa di strano.
Mike annuì guardando Regan negli occhi. «Signor Regan.» cominciò. «Come sa, la polizia ha sequestrato tutta la sua collezione di scarpe da donna e dove sapere che dopo il processo, saranno distrutte.»
«Questa non è una domanda, Procuratore Cutter.» puntualizzò l’avvocato Shwimmer.
«Sappia aspettare, avvocato. Sto arrivando al dunque.» rispose con un sorriso. «Io lo so cosa sta pensando. In questo momento vorrebbe mettere le mani su quelle scarpe.» fece poi un gesto verso Connie. «Allora perchè non mettere le mani su quelle dell’Assistente Rubirosa? È proprio qui, a portata di mano..»
Connie spalancò gli occhi e si girò immediatamente a guardarlo. «Cosa diavolo stai dicendo Michael?!» esclamò stupita.
«Cosa?» chiese anche l’avvocato Shwimmer, incredulo.
«Davvero?» chiese invece Regan con un gran sorriso, guardandola negli occhi.
Connie si sentì gli occhi del maniaco addosso, porprio come se stesse guardando una torta al cioccolato.
Si schiarì la voce. «Michael, possiamo scambiare una parola?» chiese guardandolo con occhi furiosi, alzandosi poi dalla sedia e andando verso di lui, al vetro specchiato. «Davvero Mike? Le mie scarpe? È questo il tuo piano geniale?! Ecco perchè non mi hai spiegato un’accidente!» disse sussurrando, sempre infastidita, anche se non avrebbe dovuto arrabbiarsi con lui, ma quello era davvero troppo.
Lo guardò dritto negli occhi. «Vuoi davvero fare il gioco di quel maniaco?!»
«Connie, vuoi arrestare un serial killer o no? Se starai al gioco, il merito dell’arresto sarà tuo.» sussurrò lui in risposta, assolutamente tranquillo.
Lei chiuse gli occhi sospirando, poi tornò a guardarlo. «Altro che cioccolata calda e triplo marshmallow, come minimo mi dovrai una statua d’oro massiccio con sotto una targa incisa con la frase ‘Santa Consuela Rubirosa, martire per la causa’.»
Mike sorrise divertito. «Dài, ti farò la cioccolata calda più buona in assoluto tutte le volte che vorrai, anche in piena estate.»
«Carl, è una cosa ridicola!» esclamò poi l’avvocato al suo assistito.
«Aspetta!» esclamò l’uomo, forzando le manette, poi guardò Connie con uno sguardo strano. «Signorina Rubirosa.»
Lei, sentendosi quello sguardo addosso e sentendosi chiamare da Regan in quel modo, le si accapponò la pelle.
Chiuse gli occhi per un secondo, poi si girò per guardarlo.
«Lei capisce.. Il mio bisogno è viscerale, non può estinguersi e ad Attica non ci sono molte donne..»
Sentendo quella frase, a Connie, oltre il profondo disgusto provò anche orrore al solo pensiero di cosa avesse fatto alle sue vittime.
Come un predatore, aspettò il momento buono per avvicinarle e ammazzarle per soddisfare il suo bisogno..
Vedere quello sguardo e sentire la sua voce, le venne solo l’istinto di correre via da lì e farsi solo una lunga, lunghissima doccia, ma soffocò quell’istinto tornando a sedersi davanti quell’uomo.
Riprese ad avere il suo solido, freddo e distaccato atteggiamento formale. «Ci dirà ciò che vogliamo sapere. Senza omettere nulla o mentire, signor Regan.» disse ripetendo la frase di Mike.
«Certo! Qualsiasi cosa!» affermò l’uomo eccitato, pur di avere l’oggetto del suo desiderio.
«No Carl. Stai..»
«Zitto Shwimmer! Se dici anche solo una parola ti licenzio, è chiaro?!» esclamò con tono freddo e minaccioso, tanto che fece paura sia a Connie che a Shwimmer ma lei lo guardava ancora fermamente.
Accavallò le gambe e si tolse la scarpa col tacco da dieci centimetri beige, stesso colore del tailleur.
La posò davanti agli occhi di Regan.
Forzò più volte le manette, eccitato come non lo era mai stato dopo un’astinenza così lunga e il suo avocato alzò le mani in segno di resa.
Connie l’avvicinò all’uomo, Regan la prese e  fu come se avesse raggiunto il Paradiso, la pace.
Lo videro analizzarla, accarezzarla delicatamente, come fosse stata di cristallo poi la portò al naso ed inspirò ad occhi chiusi, in estasi.
Nel frattempo, Mike andò vicino a Connie e si abbassò per dirle qualcosa all’orecchio. «Giuro che ti regalerò un nuovo paio di scarpe, se queste le vuoi buttare.»
«È ovvio che le butterò Michael.» rispose sempre al suo orecchio. «Sto per sentirmi male, la facciamo finita con questa recita?»
Mike si rimise dritto poi guardò Regan. «Tempo scaduto. Ora dacci ciò che ci spetta.» disse riprendendo la scarpa di Connie e restituendogliela.

  
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