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Autore: Yurha    12/03/2019    1 recensioni
Il Natale era ormai alle porte nella città di New York.
Tutto si trasformò, infondendo un'atmosfera di gioia e festa in ogni suo abitante ma, sfortunatamente, un serial killer chiamato dalla polizia 'lo Strangolatore' fece la sua comparsa in una notte di inizio Dicembre, esattamente come un predatore in cerca delle sue prede indifese.
I Detective Lupo e Bernard, insieme ai Procuratori Cutter e Rubirosa, riusciranno a catturarlo prima che mieta altre vite e prima della Magica Notte dell'Avvento?
Genere: Mistero, Sentimentale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Mike Cutter
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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CAPITOLO 36

Mike sorrise tirando fuori dalla tasca interna della giacca una fotografia di Quinn e la mostrò a Regan, posandogliela proprio sotto gli occhi.
«Ora cominciamo il vero interrogatorio. Conosce quest’uomo, signor Regan?» chiese Connie con tono freddo, anticipando il suo capo.
Infatti lui la guardò.
Di tanto in tanto, Regan cercava di sporgersi per dare ancora un’occhiata alle scarpe di Connie, facendo molta fatica a resistere alla tentazione si strapparsi le manette e prenderle lui stesso con la forza. «Si, certo. Lui è lo sbirro bastardo che mi ha trascinato in tutta questa storia. Lo so che è stato lui a denunciarmi ed è inutile che si nasconda dietro a quello stupido vetro!»
Lupo e Bernard guardarono Mike e Connie.
Era proprio ciò che volevano sentirsi dire.
Si guardarono ancora l’un l’altro poi, finalmente, i Detective iniziarono a credere alle teorie dei Procuratori su Quinn, Higgins e Regan.
«Si spieghi in modo che noi possiamo capire. Il più chiaramente possibile.» disse ancora Connie con lo stesso tono, volendo sentire di più.
Regan annuì deciso. «Certo, certo! Dunque..» cominciò incrociando le dita delle mani sopra il tavolo d’acciaio. «Se non sbaglio era un mercoledì. Dopo essere andato a fare una corsetta nel parco, guidai verso casa. Ricordo che era molto buio e nevicava parecchio. Mi fermai ad un semaforo e avrei dovuto fare attenzione alla strada, ma fui distratto dal mio nuovo ‘acquisto’. Non ho resistito fino a casa.. Le ho prese e toccate, accarezzate, annusate.. Oh.. Erano divine, irresistibili, proprio ciò di cui avevo un gran bisogno.. Hey, non guardatemi in quel modo, sono un essere umano, dopo tutto.. La carne è debole!»
«Ne dubito fortemente..» commentò Connie, prendendosi poi un’occhiata divertita da Lupo.
«Comunque..» continuò Regan. «In tutto quel miscuglio incredibile di sensazioni in cui mi ero perso, non mi sono reso conto che ho accelerato fino a oltre il limite consentito, forse ho preso anche un paio di semafori rossi..»
«E qui il Detective Quinn entrò in scena, giusto?» chiese Mike, appoggiandosi alla sedia sopra cui era seduta Connie.
«Esatto.» affermò l’uomo guardando Mike. «Ho sentito la sirena e ho visto nello specchietto il lampeggiante sul suo cruscotto. Ho accostato, quell’uomo scese dalla sua auto e quando si avvicinò al mio finestrino, sicuramente vide la scarpa da ginnastica bianca sulle mie gambe. L’ho buttata immediatamente sul sedile posteriore, ma sapevo che l’aveva notata. Fece finta di nulla e iniziò a farmi domande su domande e bla-bla-bla..» spiegò lui prendendo poi un lungo respiro, rilassandosi e cercando il modo di spiare ancora una volta le scarpe di Connie per poi continuare. «Dopo tutto quel chiacchiericcio, ha voluto la patente e il libretto dell’auto, poi andò verso la sua. Dallo specchietto ho potuto vedere che si sedette al posto di guida e fisava i miei documenti senza fare nulla. Credo che si fosse messo a pensare.»
A quel punto Connie si girò verso i tre uomini. «Così è giusta la teoria sulla cospirazione.» disse Connie sottovoce. «Non l’ha arrestato subito perchè ha visto la possibilità di guadagnare mezzo milione velocemente. Sicuramente la sua coscienza si sarà messa in mezzo, ad un certo punto.»
«Ma l’avidità l’avuta vinta sulla coscienza.» aggiunse Bernard, convinto da tutto ciò.
Nel frattempo, Regan li guardava confuso, poi guardò il suo avvocato, che fece spallucce.
«Hey, volete sentire il resto della storia o basta così?» chiese l’uomo, quasi spazientito.
Tornarono tutti a guardarlo.
«Grazie. Allora, pensai che quello sbirro bastardo stesse chiamando i rinforzi, ma quando tornò, mi restituì i documenti e mi lasciò andare con un avvertimento. Potreste mai crederci? È stato incredibile, l’avevo scampata alla grande!» esclamò quasi divertito. «I casi sono tre: o era stupido, o era completamente cieco.. O tutti e due..»
«Hey! Attento a quello che dici!» disse fermamente Lupo.
«Mi creda, signor Regan, lui sapeva perfettamente cosa stava facendo.» rispose Mike con un sorriso sicuro.
L’avvocato Shwimmer si lasciò andare contro la sedia, frustrato e sconfitto. Sospirò. «Okay, avete vinto.»
«Vuoi fare tu gli onori, Connie?» chiese Mike, facendo un gesto.
Lei e Lupo si alzarono dalla sedia.
«Signor Carl Regan, oggi, giovedì 23 dicembre alle ore undici e cinquanta, la dichiaro ufficialmente in arresto con l’accusa di omicidio plurimo di primo grado con l’aggravante dell’odio, ai danni di quattordici donne, sei delle quali qui a New York.»
Lupo e Bernard guardarono Mike e Connie con soddisfazione e gratitudine poi diedero l’ordine di riportarlo al cellulare del penitenziario in attesa del giorno del processo, in cui avrebbe confessato di nuovo tutto al Giudice.
Una volta fuori dalla sala interrogatori quattro, i Detective furono chiamati per un nuovo caso.
Connie e Mike rimasero nella sala d’osservazione quattro.
Lei lo guardò molto seriamente.
«Hey.»
«Si?» rispose lui ricambiando lo sguardo.
«La prossima volta che hai un’altra delle tue idee geniali, fammi un favore.» disse lei con tono leggermente alterato.
«Ne sarò felice.» rispose tranquillo, sorridendo e con le mani in tasca, sapendo che il fastidio che provava Connie sarebbe passato velocemente.
«Se mi sceglierai ancora come cavia per plagiare un Giurato o accondiscendere ad un feticcio di un sospettato, piuttosto vieni a casa mia la sera prima e sparami ad un ginocchio, ti prego.»
A quella frase, Mike non potè fare a meno di ridere. «D’accordo..» rispose lui mentre si avviavano nella sala principale della squadra Omicidi del 27° Distretto.

  
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