Scritta
sentendo: Nightcore
- He's a Pirate; https://www.youtube.com/watch?v=wkPCj9C1Ad4,
Cap.10
La bugiarda
"So
danzare in duello la danza del crudo
Ares" (Iliade libro VII).
<
Che sonno… >
pensò Vegeta, sbadigliando. La testa gli ciondolava in
avanti, si raddrizzò la
maglietta e sbadigliò più forte, aveva gli occhi
cerchiati da profonde
occhiaie. Si accorse, battendo le palpebre lentamente, di aver messo un
guanto
storto e lo indossò nuovamente. Lo scricchiolio dei suoi
stivaletti risuonava
nel corridoio, i suoi vestiti erano sporchi di sangue.
Si
fermò, trovandosi
davanti una figura che gli bloccava il passaggio.
Zangya
lanciò in aria una
moneta dorata e l’afferrò al volo, piegando di
lato il capo, facendo ondeggiare
i suoi orecchini che rifletterono la luce elettrica delle lampade, i
lunghi
capelli arancioni le ondeggiavano morbidi dietro le spalle sottili.
Vegeta
corrugò la fronte,
trovandosela davanti, la sua figura si rifletté nel vetro
rosso dello scouter
di lei.
“Ho
sentito dire che il
tuo livello di potenza sta aumentando. Vuoi diventare una spina del
fianco per
l’élite come noi?” domandò.
Sporse le labbra piene e socchiuse gli occhi.
Vegeta
guardò la
cicatrice sul ventre di lei, lasciato scoperto dai vestiti succinti e
assottigliò
gli occhi.
“Tsk.
La tua squadra non
varrebbe niente senza tuo marito. Persino tuo figlio non è
alla sua altezza”
disse gelido. Fu costretto a saltare indietro, quando lei fece partire
dei fili
tagliente di energia dalle sue dita affusolate, cercando
d’imprigionarlo.
“Noi
siamo come dei”
sibilò.
Vegeta
balzò, facendo una
capriola in aria, e si mosse, riuscendo a passare tra i fili,
scivolò lungo la
parete e concentrò la sua aura nella mano. Con delle piccole
sferette di
energia dorata a scoppio ritardato riuscì a distruggerli.
“Magari
il tuo uomo, voialtri
siete dei deboli. In compenso la sua potenza è direttamente
proporzionale al
palco di corna che gli metti” la derise Vegeta.
Zangya
cercò di
raggiungerlo al viso con uno schiaffo, ma Vegeta le fermò la
mano.
“Forse
ti ho fraintendo.
Stai cercando di provarci, ragazzino?” domandò
l’aliena con tono provocante. Si
piegò in avanti, facendo ondeggiare i seni sodi.
Il
viso di Vegeta divenne
bluastro, mentre indietreggiava.
“Voglio
essere il
migliore per me stesso, non certo per avere le attenzioni di una come
te”
ringhiò il principe dei saiyan.
Zangya
si allontanò la
frangetta dal viso, mentre con l’altra mano gli risaliva il
fianco sotto la
maglia blu della battle-suit.
Vegeta
fece un altro paio
di passi indietro, fino a sbattere contro la parete con un suono
metallico.
“Stai…
lontana…” sibilò.
“Sei
giovane, aitante, magari
se riesco a dare un freno alla tua lingua, potresti rivelarti una buona
compagnia. Chissà che tipo di amante sei” disse
Zangya.
Vegeta
le fermò la mano,
allontanandola da sé e un rivolo di sudore gli
scivolò lungo la guancia, quando
la donna cerco di afferrargli la coda.
“Urca…
Non ti vergogni,
potrebbe essere tuo figlio come età”. La voce di
Kakaroth risuonò nel
corridoio.
Vegeta
scattò e gli si
mise davanti.
Zangya
lanciò un grido
acuto, Kakaroth mugolò, tappandosi le orecchie.
Zangya
ne approfittò per
avvilupparlo in una serie di fili, graffiandogli a sangue la pelle
rosea.
Vegeta
fu assaltato dagli
uomini di Zangya, che apparvero tutt’intorno, ed
iniziò a combatterci, abbattendoli
uno dopo l’altro.
Zangya
raggiunse Kakaroth
e gli adagiò le mani sul petto.
“Moccioso,
non ti ha
insegnato nessuno le buone maniere?” domandò,
mentre le sue iridi brillavano d’intensi
riflessi blu.
Kakaroth
cercò di
liberarsi, graffiandosi a sangue, l’aliena gli
afferrò la coda e arricciò un sopracciglio,
notando che continuava a dimenarsi.
<
Su di lui non ha l’effetto
che ha sugli altri della sua specie > rifletté.
<
Sento come se tutte
le mie energie venissero risucchiate da questi maledetti fili!
Non
voglio morire, sono
troppo giovane e… Non ho ancora mantenuto la mia promessa!
> pensò Kakaroth.
Vegeta
fece svenire l’ultimo
avversario e venne investito dall’onda d’urto
dell’aura di Kakaroth che
aumentava sempre di più.
Zangya
indietreggiò, il
suo scouter smise di funzionare, mandando un sottile fumo grigio.
Kakaroth
gridò più forte,
i suoi occhi divennero bianchi e i fili si spezzarono, il saiyan
avanzò di un
paio di passi, la raggiunse con uno schiaffo alla spalla, dato col
dorso, che
la fece volare via.
Zangya
gemette, andando a
sbattere contro la parete.
Vegeta
raggiunse il
minore correndo e lo afferrò per una spalla, mettendosi
sulle punte.
“Kakaroth,
no” ordinò
duro.
<
Così rischia di far
capire a Freezer il suo elevato livello di potenza >
pensò.
L’aura
di Kakaroth scemò
di colpo e il saiyan più giovane cadde in ginocchio,
respirando pesantemente.
Dei
passi pesanti
risuonarono nel corridoio, entrambi si voltarono, trovandosi Bojack
dinanzi.
“La
prossima volta non lasciare
la tua brandina in camera mia, la base è troppo
rischiosa” sussurrò Vegeta all’orecchio
di Kakaroth, che annuì distrattamente.
“Bojack,
amore, meno male che sei qui. Vegeta ha
cercato di approcciarmi.
Dev’essere
attratto dalle donne più anziane, io ho
avuto così tanta paura. Quel suo amichetto lo hai visto
anche tu, mi ha
picchiato” gemette Zangya, ancora stesa in terra.
Bojack
guardò i suoi uomini incoscienti per terra e
fece un basso ringhio.
“Nessuno
tocca le mie cose” ruggì, guardando suo
figlio steso incosciente per terra.
“Non
è vero! Lei ha tentato di mettermi le mani
addosso!” gridò Vegeta, assumendo un colorito
bluastro.
“Penso
non abbia preso bene l’essere stata rifiutata”
esalò Kakaroth, stringendosi con una mano la ferita,
superficiale, ma sanguinante,
sul suo collo.
Zangya
ridacchiò, appoggiandosi alla parete di metallo,
stringendosi la spalla. Un rivolo di sangue le era colato dalle labbra
piene e
sul suo corpo si era creato un livido lì dove Kakaroth
l’aveva colpita.
“Siete
morti” sibilò rivolta ai due saiyan.
“Senti,
non è per niente vero. Noi no…”.
Iniziò a dire
Kakaroth, camminando verso Bojack.
Quest’ultimo
lo raggiunse con un pugno all’addome, Kakaroth
si piegò in avanti sputando sangue.
“Kakaroth!”
gridò Vegeta, pallido e stravolto dalla
preoccupazione.
<
Stupendo, posso ammirare il mio sangue sul
pavimento. Cosa ho fatto di male per meritarmi tutto questo? Ero solo
uscito
dalla mia stanza per cercare Vegeta, non è giusto! >
pensò Kakaroth, cadendo
in ginocchio.
Bojack
fece una risata gelida e gli mise una mano
massiccia davanti al viso, caricando un’onda.
“Ci
vediamo all’altro mondo, pivello” disse. Il corpo
del demone era in tensione, solcato da venature e gocce di sudore.
Kakaroth
strinse gli occhi.
<
Dannazione, non ha nessuna intenzione di
ascoltarmi. Questa è la fine > pensò,
tremando. S’irrigidì, il sudore gli
scivolava lungo il viso, lo sentiva lungo scendere lungo le sue spalle.
<
Come mai il colpo non arriva? > si domandò.
Riaprì
gli occhi, Vegeta era ritto davanti a lui, il
viso deformato dall’ira e il braccio, con cui aveva deflesso
l’onda, teso. Il
colpo aveva annerito il pavimento e del fumo scuro si era alzato
davanti a lui.
<
Ci risiamo. Ho fatto di nuovo la figura dell’imbranato
che non se la sa cavare. Ti costringo a salvarmi ogni cinque minuti.
Farei di
tutto per aiutarti, ma finisce sempre che sei tu a dover aiutare me
> pensò.
Vegeta
gli allungò una mano.
“Rimettiti
in piedi” ordinò.
“Grazie,
‘fratellone’” sussurrò
Kakaroth. Prese la
mano e si alzò, Bojack sputò per terra.
“Deboli”
abbaiò.
“Ora
vedrai cosa sanno combattere due saiyan” disse
Vegeta. Guardò Kakaroth che annuì ed entrambi
spiccarono il volo, attaccando il
demone all’unisono.