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Autore: Seventh_Wave    13/03/2019    0 recensioni
Kim è una ragazza dai capelli rossi e con la testa sempre piena di pensieri. Ha passato un anno difficile a fare i conti con la fine di una storia d'amore e mentre rimetteva insieme i pezzi, si è accorta che in fondo, quella non era la vita che voleva. Che aveva immaginato per lei. E che nonostante l'orgoglio ferito e la tristezza, lui non è mai stato davvero l'uomo per lei. Per ritrovarsi e ricominciare non c'è niente come una vacanza in un'isola greca con le due amiche di sempre. Ma...c'è sempre un ma. In questo caso, in carne ed ossa. E se te lo trovi davanti ogni giorno, in un'isola grossa poco più di una moneta sulla cartina, significa proprio che ci devi fare i conti. E lui li deve fare con te. La vita sbaglia spesso modo e tempi,cara Kim. Spesso, ma non sempre.
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
Capitoli:
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“Sei qui da sola?” la voce curiosa di Chris le arriva dall’alto mentre lei boccheggia dopo il pranzo. 
“Vuoi derubarmi mentre non sono a casa?”
“Certo che si”
Kim sorride. “Siediti pure al mio tavolo, fai come se fosse casa tua”. 
Chris si siede sghembo e guarda il locale con occhio clinico. E’ ancora mezzo vuoto perché a quest’ora sono tutti al mare, spiega. Si riempirà nel pomeriggio e fino a tarda sera. 
“A proposito di mare - dice Kim -. Da che parte è?”
“Ma seriamente?” e la guarda sorpreso. 
“Si. Il tuo amico mi ha prelevato dall’aeroporto, scaricato a casa, riprelevato da casa e scaricato qui. Tu mi hai riempito la pancia ma vorrei anche andare al mare. Se mi dici dove sta, altrimenti girerò intorno come un’ebete tutto il giorno e poi darò la colpa a te sulle recensioni. Povera Kim”. 
“Vai in fondo alla strada, gira a sinistra, sempre dritto, e poi ci sei. Un quarto d’ora a piedi. Pensi di farcela da sola?”
Kim arriccia il naso ancora. Il suo senso dell’orientamento non ha nemmeno provato a figurarsi la strada da fare. Allora tira fuori il cellulare. Apre maps. E segna con un punto il locale di Chris. 
Poi allarga la mappa. E lo guarda con gli occhi scuri e grandi. 
“Ho capito - le dice - dammi qui”. E le segna il punto in cui deve andare sulla mappa di nuovo, che in questo modo le farà trovare le indicazioni. “Per i primi giorni - spiega lei, con una scrollata di spalle. Dissimula ragazza, dissimula. Ma l’occhiata scettica di lui la smaschera. 
“Poi arrivano le mie amiche. Sei contento adesso?”. 
Chris ride. 
“Sono sollevato più che altro”. 
Kim fa un sorriso, un sorriso vero. Poi un’altra ombra si avvicina a Chris. Non si siede, rimane in piedi e ha lo sguardo serio. Non si cura di lei, e gli parla in greco. 
Occhi obliqui è davanti a lei. Ha la pelle chiara ed è strano perché col sole che c’è, dovrebbe averla scura pensa lei, dovrebbe essere abbronzato. Ha le ciglia scure e lunghe, e gli occhi color del legno, un palissandro striato come quello della sua chitarra. Il naso forte e il labbro superiore un po’ arricciato. Ha un tono di voce dolce ma fermo, non profondo e caldo come quello di Chris che gli risponde. Ha le braccia magre e i fianchi stretti. Senza curarsi di lei finisce la frase con un mezzo sorriso e si volta lentamente per andarsene. 
“Ehi”
Oh no, ancora il maledetto criceto nel cervello, e’ stato ancora più veloce. Occhi obliqui si gira sorpreso, e anche Chris adesso la fissa interdetto. 
“Si?”
Oh no. Adesso che faccio. Adesso che dico. Criceto maledetto. 
“Me lo hai fatto tu il frappè poco fa?”
Perché se tu mi ignori  io ti sfido, non ci posso fare niente, pensa dentro di sé Kim. Io ti sto sulle palle e questo è palese ma devo capire perché. 
“Si. E’ il più buono che tu abbia mai assaggiato, lo so. Ma non ti dirò mai cosa ci metto dentro”. E sorride guardandola negli occhi e se ne va. 
Sfida accettata. 
Kim aggrotta le sopracciglia. Chris ride. 
“Non lo dice nemmeno a me che ci mette dentro  nei suoi dannati frappe’, perciò non te la prendere”. 
“Quindi quello simpatico qui è il barista”
“Lui è mio fratello e si, è barista”. E gli occhi nocciola di Chris sono pieni di domande e di ironica curiosità, ma si vede che il suo criceto è più addomesticato del suo, perché da quella boccaccia non esce nulla. 
“Vado a incontrare il mare Chris. Grazie per il pranzo e  per tutto. Se mi dai da mangiare anche stasera te ne sarò ancora più grata”. 
“Certo. Un posto te lo trovo sempre”. 
Inforca gli occhiali da sole e i suoi capelli corti sono rosso rubino nel sole pieno, la circondano come una spennellata. Si avvia per la strada godendosi il caldo e le cicale, guardandosi intorno pigra. Case basse, e luce giallina. Tanti amarilli e cicale, portici pieni di rampicanti, fiori sgargianti, cani che riposano all’ombra, negozi di creme solari e souvenir, alberghi e panetterie, e poi lungo quella via dritta e grigia come una spada, alla sua sinistra il mare. Lo guarda a bocca aperta. È una tavolozza di colori, acrilici e incompatibili sulla carta, ma che la lasciano senza fiato. Ci sono il bianco grigio della spiaggia fatta di sabbia fine e ciottoli, e gli ombrelloni dei bagni che cambiano colore, e poi il turchese, verde acqua, blu e blu cobalto che si fondono in una linea sottile col cielo e le nuvole di panna montata, le coste turche sullo sfondo, e la punta dell’isola sulla destra, con Rodi citta’ e il mistero del suo colosso, sostituito da alberghi, spiagge attrezzate, caffè, ristoranti. E questo vento costante e rassicurante. Ogni angolo, punto di vista, è una foto da scattare. Ogni onda un sorso da bere. La corrente obliqua si trasforma in onde dolci sul bagnasciuga. Corrente obliqua, occhi obliqui. Oh cazzo, non ho nemmeno chiesto il suo nome. 
E si blocca di colpo, in equilibrio col corpo in proiezione, nel mezzo di uno scatto. 
Nespole. Chi se ne importa. Presuntuoso e maleducato. Farà anche un ottimo frappè ma gli manca tutto il resto, pensa inviperita. 
E scrolla per un attimo le spalle, come se ce l’avesse proprio aggrappato li e dovesse tirarselo via di dosso. Al diavolo tu e i tuoi cocktails. 
Dopo un paio di ore sente la fatica e il caldo addosso. C’è un bar sulla spiaggia proprio lì accanto, e decide di fermarsi per prendere qualcosa da bere. Sceglie un altro frappè al cappuccino, come per cancellare l’impronta di quello della mattina. 
Lo beve con una smorfia, totalmente squilibrato. Ma è fresco, è caffè, e io non sono schizzinosa come quello, pensa lei. La cameriera è una ragazza bionda e con la pelle resa scurissima dall’abbronzatura. Ha tra i capelli striature d’oro, cosce e polpacci perfetti, sembra fatta dalla Mattel. Ha un sorriso simpatico e un accento strano. Con qualcosa di famigliare e qualcosa che le ricorda l’accento dell’Europa dell’est. 
Da un’ultima occhiata alle foto che ha fatto, e poi decide di tornare a casa. Guarda l’ora, le sette passate. Wow, il tempo e’ volato, pensa. 
Passa davanti al locale di Chris & co e fa fatica a riconoscerlo. Ricolmo di gente fino all’orlo, i tavoli pieni di birre, vino, cocktail, gyros, carne, pesce, dolci. Tutti gli schermi accesi, gente al biliardo, gente al piano di sopra, gente in coda in attesa. Vede Chris e tante altre persone con la maglietta bianca del locale e gli auricolari che corrono da una parte all’altra. Vede persino occhi obliqui portare vassoi e sorridere. Sorridere. Allora sei capace di farlo, pensa. 
Ha un sorriso orizzontale, bianco, con i denti piccoli e non forti come quelli di suo fratello. Ha delle fossette che gli si aprono sui lati e le labbra rosa. Poi di colpo la guarda e il sorriso va via. Si spegne e torna l’espressione neutra. Altra figura di merda, e siamo a due. Sospira.
Lui torna al bancone e le volta le spalle, parla con l’altra ragazza al bancone. Una ragazza bellissima, bionda e con gli occhi allungati con l’eyeliner verso le tempie, e ci scommette che sono pure chiari. Lei gli sorride di rimando mentre lavorano e tutto è così naturale e tranquillo che lo stomaco le si chiude. 
Torna a casa e si fa una doccia. Non ha voglia di provocazioni e di dare fastidio stasera. Si sente un po’ triste. Vorrebbe anche lei un posto nel mondo come dietro a quel bancone, in un posto che le appartiene con persone che le appartengono, nella certezza di avere costruito qualcosa e di potersi fidare di qualcuno. Non ha voglia di rubare e intrufolarsi in spazi che non le appartengono e di infilarsi in situazioni poco chiare e piacevoli. Non e’ venuta lì per cacciarsi nei guai o creare problemi, e’ a Rodi per l’isola, per il mare, per il cibo, per la distanza da quel mondo che le si era sgretolato addosso piano piano, pezzo per pezzo, come un muretto a secco tirato giù dal vento e dalle intemperie.   
La casa è silenziosa e il frigo deserto. E certo genio, se non fai la spesa ovvio che sia vuoto. 
Lo stomaco brontola, se ne infischia della tristezza lui. Lui reclama cibo. 
Sospira. 

La strada è scura e male illuminata, non sembra nemmeno la stessa di stamattina. E lei è una ragazza sola che ci cammina sul ciglio. Iniziano sempre così i thriller e i film dell’orrore. 
Poi la svolta che le ha insegnato Augustinus, e i primi negozi e la musica venire dai locali. Trova due o tre mini market e ancora quel locale grande e bianco che la chiama. In fondo, pensa, Chris e’ simpatico e basta solo che non incroci più il suo sguardo. Quello di occhi obliqui. 
La ressa persiste ma vede qualche tavolo libero. Chris la riconosce e la saluta, fa segno a qualcuno di farla sedere e di prendere le ordinazioni. Il ragazzo che arriva sembra la sua copia, ma con qualche anno meno. Ha una barba chiara e due occhi color dell’oliva che la sorprendono. 
“Ciao, tu sei l’ospite speciale quindi”
Kim sorride. “Così pare. Tu sei?”
“Io sono Lefteris, il fratello piccolo di Chris. Piacere di conoscerti, Kim”. 
E i suoi occhi la abbracciano e poi le accarezzano le spalle, il collo, e con un movimento elegante, appena i fianchi. Niente di invadente, solo un ragazzo giovane e carino che incontra una ragazza e la guarda, pensa lei. 
“Me lo ha detto che qui ci stava tutta la sua famiglia. Sono contenta di conoscerne un altro pezzo” gli dice col suo sorriso franco e aperto. 
“Io studio ad Atene durante l’anno, e d’estate torno qui a dare una mano. A proposito, che prendi?”
Un’occhiata veloce al menù e un’altra a Lefteris che le sorride placido di fronte. Ai suoi occhi color oliva e alle sue spalle grandi. Quando lui si allontana, le scappa un sorriso. Chissà quanto funziona tutto questo con le altre, caro ragazzo. Ma io. Io sono off limits. E per un attimo il suo sguardo si alza e va al bancone. Vede Lefteris caricare un vassoio di bevande, vede la bellissima ragazza bionda, ma occhi obliqui non c’è. Una punta di delusione e di tristezza frugano dentro di lei, e salgono a galla. Poi un’occhiata al cellulare e un sorriso. Le sue amiche partiranno tra qualche giorno, e verranno qui. E non sarai piu’ sola in balia del tuo criceto psicopatico, pensa lei. Niente piu’ voglie e curiosita’ strane, solo noi tre, come alle scuole superiori, come in tante estati prima di dividerci in una diaspora che non ci ha mai separate per davvero. Finalmente con la mia di famiglia. 
Un altro cameriere le porta da bere. Non lo conosce, forse un cugino. O un altro fratello, o chi lo sa. Un bicchiere di vino bianco e secco, come piace a lei. Freddo e diretto, senza inutili dolcezze e giri di parole.
Poi pero’ si rende conto di non avere ordinato un bicchiere di vino. Ma una birra piccola. E quindi? Guarda dubbiosa il bicchiere con la condensa che inizia a gocciolare. E si guarda intorno. Sto bevendo un’altra ordinazione, pensa divertita. Ma nessuno viene a consegnarle la sua birra e rimane ancora piu’ sorpresa quando Chris le porta il polpo alla brace, quello che aveva proprio voglia di mangiare, con un abbondante contorno di patatine che non ha chiesto. Lo guarda.
“Era poco solo il polpo” le dice per scusarsi. E lei ride che vorrebbe abbracciarlo. Ma dove siete stati fino ad ora. E ripensa a quegli orribili quattro mesi precedenti fatti solo di buio e di indifferenza. 
Gli sorride. “Mi sa pero’ che sto bevendo il vino di qualcun altro - gli dice - io avevo ordinato una birra piccola sai”. Lui si gratta il mento e poi controlla sul palmare su cui si prendono gli ordini. E gli esce un sorriso sghembo. “Col polpo e’ meglio il vino bianco” e le fa l’occhiolino. 
Ma io vi adoro, pensa lei ridendo. E poi si perde a guardarsi intorno sgranocchiando il contorno. Vede famiglie. Tanti capelli biondi e rossicci. Quelli sono inglesi, con una nidiata di figli piccoli tutti uguali, con le guance rosa e gli occhioni blu. Piu’ avanti un gruppo di greci fa rumore e ride intorno a delle bottiglie di ouzo consumate a meta’. Una coppia bellissima gioca a biliardo. Lui alto e muscoloso, la pelle scura di sole, i capelli chiari striati, la maglia che gli cade sui pettorali e la pelle glabra. Lei, la pelle candida e un vestito bianco, gli sorride e prende un sorso di birra mentre lui prepara la stecca col gesso. Lefteris si avvicina.
“Hai finito? Posso portare via?”
Lei gli fa un cenno di assenso. “Grazie per il vino, avevi ragione. Sta meglio della birra col polpo”. Lui la guarda confuso. “Non c’e’ di che, figurati”. Non sei stato tu, allora. Si volta di scatto verso il bancone e vede occhi obliqui che prepara un cocktail guardando in quella direzione. Ha lo sguardo serio posato su Lefteris. Non puoi essere stato tu. Ci avrai come minimo sputato dentro quel vino, pensa lei amara. 
Lefteris si piega verso il suo orecchio. “Mi farebbe piacere vederti fuori da qui, sembri un tipo interessante Kim dall’Irlanda”. E gli occhi color oliva sono intensi, fanno pensare alle foglie verdi e al sole. Gli vede la barba giovane e bionda. E pensa che vorrebbe andare al mare. 
Uno sguardo al bancone e occhi obliqui non c’e’ piu’, lo vede mentre porta un contenitore enorme di sangria a un tavolo di sole signore, sorridere e accendere un bastoncino scintillante. Sente applausi e risate sotto, e gli occhi di Lefteris che sono ancora li in attesa di una risposta. 
“Guarda che non ti ho chiesto di sposarci, solo di andare a fare un giro - e non c’e’ offesa nella sua voce, solo una punta di divertimento -. Possiamo andare a fare un giro al mare, fare due chiacchiere. Sono un’ottima guida sai?”.
Kim ci riflette. Perche’ no, pensa. “Va bene. Domani io vado al mare. Vuoi venire con me?”
Lui la guarda e sorride. “Certo. Perche’ no”.
“Ci vediamo qui da Chris alle dieci. Non chiedermi di incontrarci in un altro posto perche’ e’ l’unica strada che so”. 
“A domani allora”, e un lungo sguardo color dell’oliva la accompagna fino all’entrata della cucina. 
Non so perche’ ma ho come l’impressione di aver fatto una cazzata, si dice. 
   
 
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