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Autore: Arashi_art    14/03/2019    3 recensioni
Diana è una ragazza dalle origini italiane che ha vissuto a Busan, il suo migliore amico si chiamava Jimin e la abbandonò all'età di 15 anni per inseguire il suo sogno a Seoul. Tra varie peripezie, i due non hanno più notizie e si rincontreranno 6 anni dopo per caso o per volere del destino? Diana non sa che lui è diventato un idol di fama internazionale e quale sarà la sua reazione?
Si creeranno situazioni ambigue e scopriranno entrambi a loro spese quanto siano cambiati in questi anni.
Genere: Erotico, Fluff, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Jeon Jeongguk/ Jungkook, Kim Seokjin/ Jin, Kim Taehyung/ V, Nuovo personaggio, Park Jimin
Note: Lime, What if? | Avvertimenti: Tematiche delicate
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Cuore o Mente?

2018

{Diana}


Fingevo di essere sicura di me, come se la vista di Jimin a petto nudo non mi facesse ne caldo ne freddo.

Invece sentivo molto caldo.

Più volte avevo ammesso in silenzio, e non, la sua bellezza straordinaria, ma in quel momento mi guardava tra le ciocche scure scompigliate, sdraiato sul nostro divano. Sembrava un modello che posava per una copertina di una rivista, gli occhi intensi ed accattivanti. Lo obbligai a voltarsi per iniziare il massaggio, ma soprattutto per nasconderlo ai miei occhi troppo curiosi. Mi bagnai le mani con l’olio essenziale e toccai la sua pelle fresca e setosa. Sentii ogni fibra, ogni muscoli, ogni tendine della sua schiena e provai una strana sensazione. Lo vidi stringere i pugni, quando passai le dita sulle spalle ed incolpai il dolore per la sua tensione. Mi morsi più volte il labbro nel tentativo di frenare tutte quelle emozioni, insolite ed incomprensibili, che mi stavano portando alla follia. Lo aiutai a girarsi verso di me ed evitai il suo sguardo insistente, mentre mi concentravo sul suo viso. Non capivo perché mi sentissi così in difficoltà, non mi era mai capitato. Sentivo la presenza dei

suoi occhi su di me, ma avevo paura di quel contatto visivo. Temevo di fraintendere, di provare sensazioni nuove nei confronti del mio migliore amico; era tutto così insolito. Le mie orecchie si scaldarono in un attimo e pregai perché non si notasse.

- Ho bisogno di fare una doccia. - disse, rompendo finalmente quel silenzio assurdo.

- Ce la fai da solo? - chiesi con un tono ingenuo, poi mi resi conto di ciò che avevo detto.

- Vorresti aiutarmi? - rise lui, mentre passava una mano tra i capelli folti.

Il mio cuore perse un battito.

Anzi, più di uno.

- Certo, voglio vederti nudo. Se avessi voluto, ti avrei già visto come mamma ti ha fatto. - lo provocai per nascondere la mia agitazione interiore.

- Davvero? Quindi ti volteresti dall’altra parte, se mi trovassi nudo per casa? -

- Non saresti il primo uomo nudo che vedo, non mi scandalizzerei. - avevo mentito senza ritegno. Solo aver visto la sua sagoma attraverso il vetro della doccia, mi aveva mandato in panne il cervello.

- Mi stai facendo venire voglia di spogliarmi, solo per vedere la tua reazione. - disse con un sorriso beffardo stampato sul volto.

- Non avresti mai il coraggio di farlo. - affermai solo per farlo desistere dal suo eventuale intento, perché non sapevo davvero come mi sarei comportata.

- Hai sempre la battuta pronta, eh. - sorrise divertito e poi mi scompigliò i capelli, come se fossi una bambina che faceva i capricci. - Comunque, forse mi servirà una mano per asciugarmi i capelli. -

Si lasciò aiutare per alzarsi e poi si diresse verso il bagno, scrocchiandosi il collo. Percorsi le linee schiena tonica, mentre si allontanava, e non potei fare a meno di fissare più in basso: quei pantaloni della tuta, dai quali spuntava l'elastico nero dei boxer, risaltavano fin troppo bene il suo sedere.

Ok, devo riprendermi. Mi ammonii con un piccolo schiaffo sulla guancia.

Attesi seduta sullo sgabello della cucina con una gamba che dondolava pigra nel vuoto. Mi sembrava di essere tornata ai tempi della mia infatuazione per Jin, quando ogni piccolo gesto mi faceva battere il cuore all' impazzata. L’unica differenza era che non mi aspettavo queste reazioni involontarie con Jimin, in tutti quegli anni mi ero sempre sentita tranquilla e serena in sua presenza. Inoltre qualche notte prima avevo fatto un sogno strano che si ripeteva sempre uguale: vedevo noi due, la sera del mio compleanno, che ci baciavamo appassionatamente contro la parete della cucina. Più precisamente io stavo divorando le sue labbra e sentivo il contatto della sua bocca come se fosse stato reale. Era incredibile il fatto che non mi infastidisse per niente quel bacio, piuttosto mi piaceva. Però era tutto confuso ed appannato a tratti, la sua voce che mi chiedeva di smettere e mi svegliavo di soprassalto ogni volta.

Avrei voluto parlargli di quel sogno, ma era davvero ridicolo.

Colui che mi stava facendo dubitare di me stessa, comparve dal corridoio come lo avevo lasciato, ma con un asciugamano intorno al collo, come un lottatore di box, dopo aver finito il suo incontro sul ring. Strabuzzai gli occhi, deglutii e lo invitai a sedersi sullo sgabello della cucina. Iniziai a strofinare piano i suoi capelli bagnati in piedi davanti a lui, con l'aiuto dell'asciugamano umido. I battiti del mio cuore raggiunsero la gola e poi le orecchie come un tonfo assordante.

- Mi dici qualcosa in italiano? - domandò all'improvviso.

- Perché questa richiesta? -

- Quando ti sento parlare al telefono con tua mamma, penso sempre che l'italiano sia una lingua davvero fantastica. È bello sentirti parlare così. -

Bloccai le mani sulla sua testa e pensai a cosa potessi dirgli, non avrebbe comunque capito.

- Ricordo ogni cosa. La nostra meravigliosa infanzia, il mio arrivo qui, la nostra quotidianità. Eppure non riesco a dirtelo. Mi dispiace. - dissi in italiano.

Jimin mi fissò confuso e poi increspò le guance tonde in un sorriso affettuoso, che mi spaccò a metà il cuore.

- Cosa avresti detto? -

- Ehm. Due versi di una poesia. - risposi e ricominciai a strofinare le sue ciocche scure.

Tutto d'un tratto mi circondò la vita con la braccia, mi trasse a sé e posò la testa sul mio stomaco.

- Ti dispiace se rimaniamo un attimo così? - disse con la bocca contro la mia maglia.

Lanciai l'asciugamano sul tavolo e risposi al suo abbraccio. Mi inserii tra le sue gambe finché i nostri bacini non si toccarono e spinsi il suo capo tra i miei seni, tenendo una mano sulla sua nuca. Lo sentii esitare e trattenere il respiro, ma mi strinse ancora di più. Mi ricordò quella sera che lo avevo sentito piangere sul divano poco dopo il mio incidente, e come allora, si lascio coccolare dolcemente.

- Ti aiuto a rivestirti, ti sta venendo freddo. - sentivo la sua pelle accapponarsi sotto la mia mano.

Inforcò la maglia in silenzio e poi mi sussurrò piano un “grazie”. I suoi occhi scuri spiccavano come diamanti neri dai suoi capelli umidi e mi studiavano indagatori come se cercassero qualcosa sul mio viso.

Era terribilmente sensuale.

Scostai delle ciocche bagnate dai suoi occhi per vederli meglio e posai le labbra sulla sua fronte nuda. Poi accesi l'asciugacapelli ed il rumore forte mi allontanò dalla realtà. Risentii le parole che Taehyung mi aveva detto molto tempo prima: il confine tra migliore amico e amante è veramente sottile, basta che uno faccia un passo avanti e si può superare quella linea. Era stato terribilmente saggio quel giorno e gli avevo persino chiesto se avesse fumato qualcosa di buono, invece era serio e lucido.

- Diana, mi stai bruciando. - mi disse Jimin ad un certo punto.

Mi scusai e finii di pettinarlo: avevo lasciato il getto di aria calda sul lato destro del suo viso un po' troppo a lungo. In quell'istante il mio cellulare trillò spaventandomi, così lasciai che Jimin tornasse sul divano per rilassarsi.

- Come va? - mi chiese Arianna dall'altra parte della cornetta.

- Tutto bene, a parte Jimin che si è infortunato oggi. E tu? -

- Si è infortunato? - domandò preoccupata.

- Niente di grave, uno stiramento muscolare. Si rimetterà presto. - la tranquillizzai subito

- Ah, quindi...tu fai la crocerossina? -

- Smettila, perché devi pensare a queste cose? -

- Perché voi due, da soli in casa, lui che ha bisogno di cure ed attenzioni... - lasciò la frase in sospeso per far intendere il finale malizioso.

- Leggi troppi romanzi. Gli ho fatto solo un massaggio e l'ho aiutato ad asciugarsi i capelli, tutto qui. - dissi, ma non pensai alle conseguenze delle mia parole.

- COME? UN MASSAGGIO? E POI IO COSA DOVREI PENSARE? DOVE L'HAI FATTO? - strillò come un fringuello.

Lanciai un'occhiata a Jimin che mi guardava perplesso, probabilmente aveva sentito Arianna urlare fino là.

- Alla schiena. Non interpretare male le mie parole. Non è successo niente. -

- Peccato. Sbrigati a ficcargli la lingua in bocca, perché non ne posso più di sentire questi discorsi. -

Mi ammutolì in un secondo con la bocca spalancata, che richiusi subito non appena Jimin se ne accorse.

- Ma cosa stai dicendo? Non lo farei mai. -

- Sì, e io sono il Papa. Però con il mio Jin sei andata subito al sodo, eh? - piagnucolò come se le avessi rubato il fidanzatino.

Continuammo a battibeccarti per un po' finché non riagganciai esasperata.

- Era Arianna, vero? Perché stava urlando? - domandò Jimin dal divano. 

- Ehm...niente. Lo sai com'è fatta, no? Appena ha sentito che ti sei fatto male, è impazzita. -

 

"Looking like you don't know." - I like it pt 2








 

Bonsoir <3
So che è tardi per aggiornare, ma volevo farlo oggi a tutti i costi.
Cara Diana..questa è una vera tortura, vero? XD
Ancora una volta ha avuto la possibilità di dirgli la verità, eppure non l'ha fatto. 
Chissà chissà
Mano a mano si interroga sempre di più sui suoi sentimenti, arriverà mai ad una conclusione? ehehehhe
L'aspetto di Jimin non la aiuta affatto ahahhaha
Tra non molto ci sarà un'altro cambiamento radicale nella storia, ve lo anticipo per farvi fremere un po'
*Sono cattiva, I know.*
Grazie a tutti, vi voglio bene <3

-Arashi-


 

   
 
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