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Autore: AntoGoesToLondon    14/03/2019    1 recensioni
"Cecilia, ventottenne alle prese con il suo primo lavoro in una multinazionale, trascorre un'esistenza particolarmente piatta, in cui tutti i giorni cominciava a somigliarsi.
Perennemente alla ricerca dell'amore a prima volta, finisce sempre per fantasticare sulla persona sbagliata, rimanendo inevitabilmente.
Sembra ormai che nessuna novità si prospetti per lei quando all'improvviso un'occasione la porterà nella grigia Londra"
PS: per questioni pratiche, ogni tanto qualche dialogo della storia sarà riportato in inglese!
Genere: Commedia, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Capitolo VII

41 Wolridge St

Casa di Cecilia

08/08/2018

ore 22,49

 

 

Non appena entrò in casa, Cecilia cacciò un urlo per richiamare l'attenzione delle sue coinquiline.

"We kissed!" dichiarò con lo sguardo sognante e toccandosi le labbra per l'ennesima volta. Aveva compiuto quel gesto circa dieci volte da quando si erano lasciati. Non riusciva ancora a crederci: si erano davvero baciati!

Harriet e Camilla uscirono di corsa dalle camere pretendendo maggiori dettagli.

"È stato bellissimo!" disse scordandosi che Harriet non parlava italiano. "Oh sorry! It was amazing!" si scorresse subito dopo.

"Yes, I got it" la rassicurò la scozzese scuotendo la testa. Non parlava italiano fluente ma qualche parole riusciva ormai a spiaccicarla.

"And what now?" domandò Camilla, la più realistica fra le tre. "Will you see him again?"

"Well, I don't know. We got interrupted because of the Tube so we were not able to speak after but I hope to see him soon" confessò prendendo un cuscino del divano e abbracciandolo.

Harriet la guardò intenerita, sembrava un adolescente alle prese con la sua prima cotta.

"Well, he kissed you so he will text you for sure" disse infatti e lo sperava davvero.

"He should indeed but please do not do it! Wait for him" si raccomandò invece Camilla puntandole bene gli occhi addosso per risultare ancora più convincente.

"Yes, sure! I won't text him" confermò lei anche se non ne era del tutto convinta. D’altronde, i buoni consigli a cosa servono se non ad ignorarli?

 

***

 

3 Binfield Rd

 Casa di Lorenzo

08/08/2018

Ore 23,07

 

 

A differenza di Cecilia, al rientro Lorenzo non dovette cercare il suo coinquilino per raccontargli la sua serata – non che ne sentisse il bisogno – ma lo incontrò seduto sul divano, intento a giocare a FIFA, con una birra posata sul tavolino davanti a lui.

"Com'è andato l'appuntamento con la fotomodella? Vi sposate?" gli chiese sarcastico senza distogliere lo sguardo dallo schermo e stressando volutamente la parola "fotomodella", non appena si accorse della sua presenza.

"Non ci siamo visti, mi ha dato buca" spiegò laconico Lorenzo dirigendosi verso la cucina per prendere la sua quarta birra della serata.

"E che hai fatto allora?" gli domandò. "Sei andato a ubriacarti da solo?"

Per un attimo Lorenzo pensò di evitare di raccontare della sua serata con Cecilia e soprattutto di non dire del bacio che si erano scambiati ma in fin dei conti, era successo e negarlo a sé stesso non lo avrebbe annullato. "Mi sono visto con Cecilia" disse infatti mentre ritornava verso il salotto decidendo di rimanere in piedi appoggiato al muro.

Matteo, improvvisamente interessato alla vita del suo coinquilino, mise in pausa il videogioco e lo guardò tentando di decifrarne l'espressione e leggendovi un innegabile senso di colpa. "Ok, è diventata il tuo ripiego ma ti dispiace un po', giusto?" disse con aria soddisfatta. Aveva fatto centro.

"L'ho anche baciata" confessò mordendosi il labbro inferiore. Era un coglione, non c'erano dubbi.

"Ahia!" si lasciò sfuggire l'altro. "Questa non ci voleva, ve?" lo incalzò.

Lorenzo fece spallucce e sospirò. "No perché non voglio che pensi che mi piaccia" 

A quel punto, Matteo scoppiò a ridere lasciando il suo coinquilino interdetto: cosa aveva da ridere?

"Peccato, De Tommasi, che la ragazza ti piaccia" osservò prendendo un sorso della sua birra e venendo imitato da Lorenzo che non disse nulla per qualche secondo.

"No" affermò con tono non propriamente convinto, quasi parlasse più con sé stesso che con il suo coinquilino.

"Non mi piace, infatti è stata una cazzata" aggiunse. 

Matteo lo guardò e sorrise per la testardaggine del suo coinquilino. "Whatever! E ora cosa farai?" gli chiese senza insistere ulteriormente.

"Nulla! Lascerò le cose come stanno evitando di uscirci ancora" spiegò il piano di azione che aveva appena messo in piede.

"Per non baciarla di nuovo?" domandò Matteo facendolo diventare rosso.

"No, coglione! Nemmeno mi è piaciuto" mentì. Sapeva di aver detto una bugia, quel bacio non gli era dispiaciuto affatto. Le soffici labbra di Cecilia gli aveva provocato una piacevole sensazione, per quanto avrebbe voluto che fossero state quelle di Rebecca.

Matteo stava per replicare quando il cellulare dell'altro suonò. "È lei, vero?" chiese notando il senso di colpa ritornare ad adombrare il viso di Lorenzo. "Che dice?"

"Che è stata benissimo" lesse e sospirò ancora una volta per aver compiuto un'azione così avventata.

Matteo lo scrutò per qualche minuto tentando di mostrare un minimo di serietà anche se l' espressione sconsolata di Lorenzo era alquanto esilarante. "E mo? Che glie dici?" 

"Boh, potrei non rispondere" rispose facendo spallucce.

Il suo coinquilino lo guardò torvo, non conosceva Cecilia ma non rispondere dopo una pomiciata non era un gesto educato. "Rispondi e dici che sei fidanzato o non interessato" suggerì infatti. La ragazza avrebbe comunque pensato che era uno str**** ma almeno avrebbe ricevuto una risposta.

Lorenzo mosse un sopracciglio verso l'alto. "Fidanzato, uh?" ripeté nonostante non trovasse che quella fosse un'idea molto brillante.

Non voleva mentire, era convinto che il modo più sicuro per chiudere lì quella storia era non farsi vivo. Cecilia avrebbe sicuramente capito e, ad ogni modo, avrebbe comunque pensato che fosse uno coglione sia che lo credesse fidanzato sia se non rispondeva affatto.

"Ora vedo" liquidò la cosa Lorenzo e prese un joystick per unirsi alla partita del suo coinquilino.

"Su, aggiungi un giocatore che ti distruggo" lo sfidò sorridendo sornione.

Matteo scosse la testa e modificò le impostazioni. "Va bene, mister" lo canzonò e insieme presero a giocare dimenticandosi di Cecilia e del suo messaggio.

 

 

***

 

38 Chancery Lane

 Sede di Softender Global

17/08/2018

Ore 16,36

Se c'era qualcosa riguardo Lorenzo su cui non si poteva avere alcun dubbio, era proprio la sua testardaggine.

Quando decideva che qualcosa non faceva a caso suo, la sua opinione raramente sarebbe cambiata, a meno che non decidesse lui che ne valesse la pena.

Fu per questo che i mille tentativi del suo coinquilino Matteo e Daniele, il suo collega, di dare una possibilità a Cecilia non valsero nulla. 

Come aveva stabilito, decise di non risponderle; non c'era nulla da dire, d'altronde. Anche perché non pensava di aver causato grandi danni ma ovviamente si sbagliava.

Cecilia ci era rimasta malissimo, incapace di capire il gesto di Lorenzo.  Era tutto così insensato per lei: perché non rispondere?

Ci stava che non volesse saperne di lei, non pretendeva di piacergli ma addirittura di nemmeno meritare una risposta.

Le sue coinquiline provarono a consolarla portandola a fare l'afternoon tea, sperando che regalandole un po' di dolcezza riuscisse a superare la cosa. Ma a distanza di ormai dieci giorni, lei continuava a pensarci, e anche a lavoro il suo umore non passò inosservato.

"What's happening little one?" le chiese la sua collega Kate che era entrata da subito in confidenza con lei.

Cecilia inspirò e si morse l'interno della guancia. "I met a guy a few weeks ago and we went out but it wasn't a real date" iniziò a spiegare.

"Are you friends?" chiese l'altra.

"Not exactly but let's say it was more a night out between friends or at least, it was for him" specificò Cecilia.

"Oh I see" esclamò Kate che credeva di aver capito come fosse andata a finire.

"The thing is that we kissed that night" aggiunse Cecilia venendo immediatamente interrotta.

"Did you kiss? So you weren't friends after all" commentò facendo un sorriso un po' malandrino.

"Well, I texted after our date and he never replied me back" concluse il racconto Cecilia lasciando la sua collega esterrefatta.

"Really? That's so rude. You know what? Fuck off!" le disse facendola ridere.

"The greatest advice my grandma ever gave me is to stop caring about people that do not understand my value" la incoraggiò Kate posando una mano su quella di Cecilia.

"That's a good advice" s'intromise Sara, un'altra loro collega, italiana anche lei, che era a conoscenza della faccenda. "Cecilia, stop thinking about it. He's an asshole" asserì incontrando il consenso di Kate.

"She's right. Let's go out tonight! We could have a fancy dinner and get drunk. It's Friday!" suggerì poi l'inglese e Sara si trovò d'accordo.

"I am supposed to have dinner with my flatmates tonight" si ricordò Cecilia.

"We could go all together, I don't mind" commentò Sara e anche Kate fece spallucce, per lei andava bene.

"I'm texting them. Let's get drunk!" si convinse la giovane inviando immediatamente un messaggio alle sue coinquiline.

“Switching topic here: have you heard? They wanna get rid of our media agency!” sussurrò Sara avvicinandosi alle altre due e indicando un punto imprecisato alle sue spalle.

“Who wants to do it?” chiese Cecilia. Quella notizia era un’assoluta novità per lei.

“Your boss! He has just had a huge argument with them over the phone. I was passing over from the big room around the corner and I’ve heard your boss and Nicky speaking. They were a bit pissed off” raccontò e le altre fecero spallucce.

“Well, to be fair, media results are quite shitty” commentò Cecilia che aveva notato un calo di performance degli obiettivi rispetto a quelli fissati ad inizio anno.

“So do you think that we will be moving into a pitch soon?” domandò Kate un po’ preoccupata. Le gare per la scelta di una nuova agenzia erano solitamente lunghissime, richiedevano tantissimo lavoro e li avrebbero tenuti parecchio impegnati, considerando il loro attuale carico giornaliero non era esattamente la migliore delle notizie.

“I am not sure that I guess we will. New agency coming!” affermò sicura Sara.

“Shit! Now I do need to get drunk” disse l’inglese facendo ridere le due ragazze.

 

 

***

 

 

La serata fu incredibilmente piacevole e riuscì nel suo intento. Cecilia fu così tanto impegnata a ridere e a bere che dimenticò Lorenzo per un paio d'ore, o almeno finché il destino non decise che era il momento di rinfrescarle la memoria.

"Cecilia?" domandò una voce maschile alle sue spalle. La ragazza si voltò e sussultò per un secondo; il mondo era davvero piccolo.

"Ciao" salutò riconoscendo Matteo, il coinquilino di Lorenzo. "Che ci fai qui?" gli domandò poi.

"Ci lavoro, sono chef de range" spiegò facendo un sorriso.

"Oh, beh, la cena era ottima" si complimentò la ragazza sorridendo a sua volta.

"Ciao, piacere! Io sono Camilla" si presentò la sua coinquilina. Trovava il ragazzo davvero carino. "Anche io lavoravo nella ristorazione. Ero una pasticcera in un hotel, ora però sono passata alla reception" iniziò a raccontarsi.

"Lui è Matteo, il coinquilino di Lorenzo" specificò Cecilia sperando che la sua coinquilina chiudesse immediatamente il discorso, non voleva a che fare con nessuno che fosse vicino al coglione.

Kate, udendo il nome Lorenzo, saltò su. "Lorenzo, that stupid jerk? Is it you?" si rivolse a Matteo che scoppiò a ridere. Evidentemente il suo coinquilino non godeva di grande simpatia nella comitiva di Cecilia.

"Not at all! I'm his flatmate" chiarì l'equivoco con il suo inglese un po' rudimentale.

Kate e Harriet annuirono e tornarono ad addentare la loro bistecca.

"Comunque a proposito di Lorenzo.." esordì po' esitante. Non sapeva per quale motivo ma Cecilia gli piaceva, per cui decise che si meritava la verità. "Lui è fissato con una tipa, Rebecca, si prendono e si mollano. È per questo che.." provò a spiegare senza accennare al bacio e alla maleducazione di Lorenzo.

"Ho capito" lo interruppe la ragazza, nonostante stesse ricevendo le spiegazioni che si aspettava, si rese conto che, in fin dei conti, non le interessava.

A quel punto, Matteo salutò le ragazze dicendo di scusarlo ma era stanchissimo e voleva andare a riposare.

Cecilia lo guardò allontanarsi e avvertì un senso di orgoglio crescerle dentro: lo stesso che aveva provato dopo la chiusura della relazione con Giorgio e che aveva accompagnato tutte le decisioni da quel momento. Con Lorenzo la questione era finalmente chiusa.

 

 

***

 

3 Binfield Rd

 Casa di Lorenzo

17/08/2018

Ore 22,27

Quando Matteo aprì la porta del suo appartamento, venne investito dalla musica a tutto volume delle casse Bluetooth del suo coinquilino che suonavano Amsterdam dei Nothing But Thieves.

"Stai uscendo?" gli domandò notando che si stava preparando. 

Il giovane annuì. "Vado da Rebecca" disse brevemente anche se non era esattamente vero. Stava semplicemente andando al The Goat, sperando di incontrarla.

A quel punto, Matteo che gli era ora abbastanza vicino, fece una smorfia di disgusto. "Min***, De Tommasi, ti sei spruzzato addosso un'intera profumeria" commentò.

Lorenzo scoppiò a ridere. "Meglio profumati, no?" 

L'altro fece spallucce e decise che quello era il momento giusto per lanciare la sua bomba. "Ho visto Cecilia stasera" disse facendo il vago.

Lorenzo, che si stava sistemando il ciuffo allo specchio, si bloccò con le mani in aria. "Quella Cecilia?"

Matteo annuì. "Non mi risulta che ne conosciamo altre" affermò divertito di fronte alla reazione non propriamente indifferente di Lorenzo.

Il giovane si ricompose riprendendo a ravvivare i capelli. "Immagino che ti ha chiesto di me" disse con tono estremamente convinto che infastidì leggermente Matteo. Non lo sopportava quando faceva il galletto.

"Al dire il vero, no" rispose sorridendo sornione. In fin dei conti, lui le aveva parlato di Lorenzo spontaneamente quindi non aveva chiesto direttamente.

"Comunque resta che sei una c**** di profumiera" commentò Matteo facendo ridere il coinquilino che fece l'occhiolino attraverso lo specchio.

"Sai com'è? Quando uno è figo" si complimentò da solo e uscì dal bagno cominciando a muovere il bacino canticchiando una canzone che Matteo ormai conosceva bene.

"No, De Tommasi, ti prego! Non vorrai partire di nuovo con quella stupida canzone" lo pregò l'altro ma ormai era troppo tardi.

"Oops, I did it again! I played with your heart, got lost in the game. Ooh baby, ooh baby. Oops! You think I'm in love, that I'm sent from above. I'm not that innocent" intonò la famosa canzone di Britney Spears mentre si metteva la giacca.

"Sparisci, ti prego" lo insultò bonariamente Matteo spingendolo verso la porta mentre Lorenzo continuava a canticchiare "Oops, I did it again". 

"Ci vediamo dopo, magari con Rebecca" disse smettendo di cantare e Matteo roteò gli occhi. Lo diceva tutte le volte ma alla fine, la tipa a casa loro non aveva mai messo piede.

"A dopo, De Tommasi" lo salutò e chiuse la porta del loro appartamento.

Una volta fuori, guardò verso l'alto notando il cielo carico di nuvole. "Piove sicuro" pensò inforcando le sue cuffie e avviandosi verso la fermata dell'autobus.

Avrebbe potuto camminare, lo faceva spesso ma quella non ne aveva voglia e soprattutto, preferiva arrivare il prima possibile.

Solitamente i venerdì erano piuttosto impegnativi per Rebecca che si doveva destreggiare fra le varie richieste dei clienti facendo avanti ed indietro, quindi c'era sempre poco tempo per parlare.

Arrivato al The Goat, si diresse verso il bancone e con una sua sorpresa Rebecca era assente. "Ma l'hanno messa ai tavoli stasera?" si domandò e d'istinto iniziò a guardarsi intorno per cercare di individuarla.

Fu proprio allora che la vide seduta in braccio ad un uomo, sulla trentina e dall’aspetto piuttosto attraente; probabilmente si trattava di un giocatore di rugby, considerata la massa muscolare piuttosto prorompente e la maglietta indossata.

Una sensazione di fastidio lo invase: perché quel tizio ci stava provando con Rebecca?

Notò il braccio di lui cingerle la vita per avvicinarla a sé e la giovane donna ridacchiare buttando la testa all’indietro. Era chiaro che non le dispiacesse affatto averlo attorno e a conferma di quella deduzione, vi fu il bacio piuttosto passionale che i due si scambiarono.

“Ok, non si sono di certo conosciuti ora” capì Lorenzo provando un senso di dispiacere pervaderlo. Era indeciso sul da farsi: se restare lì come se nulla fosse oppure andarsene prima di essere visto, quando la barista si diresse verso il bancone notando la sua presenza. “Ciao Lorenzo!” lo salutò tutta pimpante. “Cosa ti offro?” domandò poi.

“Ehm.. il solito” rispose lui preso di contropiede. Non gli aveva mai offerto nulla prima di quel momento. Rebecca annuì e raggiunto il dietro del bancone prese ad armeggiare con le bottiglie di vetro per preparare il cocktail preferito di Lorenzo, ovvero il gin tonic.

“Sei in compagnia?” le chiese essendo piuttosto curioso di capire chi fosse il bell’imbusto.

“Oh! Mi hai vista con Jake?” domandò a sua volta e Lorenzo annuì.

“Sì, è il mio ragazzo. È tornato in città stasera, era stato nel Wales per gli allenamenti. Gioca a rugby” gli raccontò senza minimamente rendersi conto dell’effetto che quelle parole ebbero su Lorenzo che deglutì tentando di mangiare giù quella pillola decisamente troppo amara.

“Lo sapevo che giocava a rugby” disse sotto voce e Rebecca lo fissò stranita, non aveva capito nulla. “Come?” domandò difatti.

“Nulla” tagliò corto il ragazzo. “Grazie per il gin tonic!” la ringraziò e si allontanò dal balcone mandando giù il bicchiere in un sorso solo per uscire dal locale quanto prima possibile.

Come aveva dedotto, aveva cominciato piovere ma decise di tornare a piedi a casa in ogni caso; aveva bisogno di pensare perciò si sistemò le cuffie alle orecchie, come al suo solito, e tentò di avviare la sua playlist di Spotify.

Le gocce d’acqua però misero a dura prova il suo touchscreen, che finì per aprire l’applicazione della Radio. “Ma che c***!” si lamentò quando sentì la voce calda dello speaker radio esplodere nelle sue orecchie.

“Do I wanna know? One of the best hits I’ve ever heard. Enjoy!” disse introducendo una canzone che Lorenzo conosceva benissimo. Era una delle sue preferite e in quel momento il testo degli Arctic Monkeys gli sembrò stesse parlando di lui; per cui abbandonò l’idea di avviare la sua playlist e prese a cantare mentre la pioggia aumentava di intensità.

 

“Do I wanna know?

If this feeling flows both ways
(Sad to see you go)
Was sorta hoping that you'd stay
(Baby we both know)
That the nights were mainly made for saying
things that you can't say tomorrow day

Crawlin' back to you.

Ever thought of calling when you've had a few?
'Cause I always do
Maybe I'm too busy being yours to fall for somebody new
Now I've thought it through

Crawling back to you”

 

 

Quella sera Cecilia non fu l’unica a chiudere definitivamente una porta, anche per Lorenzo Rebecca ormai apparteneva al passato.

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Angolo dell'autrice

Ciao a tutti/e,

Oggi un po' prima! Spero che vi faccia piacere:D probabilmente questo non è il miglior capitolo che abbia scritto - probabilmente, Lorenzo ora vi sta antipatico, insomma si è comportato malissimo!
E la povera Ceci? Beh, non l'aveva presa benissimo ma grazie a Matteo si è un pochino ripresa!

Grazie per seguirmi e a presto,


Anto

 
   
 
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