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Autore: Kushina Namikaze    15/03/2019    1 recensioni
Salve! Forse sarò pazza a pubblicare una seconda storia a capitoli quando la prima non è ancora finita, ma ci provo. Questa volta ho deciso di raccontare la storia di Minato e Kushina dalla notte di quel famoso salvataggio fino alla loro morte. Volevo pubblicarla in un unico capitolo ma è venuta più lunga di quanto pensassi! Racconterò di come si sono conosciuti meglio, come si sono innamorati e i guai che hanno passato.
Dal Testo: “Credi davvero che mi importi? Anche se sei una forza portante non cambia ciò che sei veramente. Io ti amo e poco importa se dentro hai un demone o meno. Vorrà dire che il Kyuubi farà da terzo in comodo ogni volta che staremo da soli.”
Spero di avervi incuriosito ;)
Genere: Generale, Romantico, Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Fugaku Uchiha, Kushina Uzumaki, Mikoto Uchiha, Minato Namikaze | Coppie: Minato/Kushina
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Prima dell'inizio
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Non pensavo che mia madre potesse provare tanta paura per me, adesso, più passano i giorni più mi rendo conto cosa voglia dire preoccuparsi per un'altra vita legata a indissolubilmente a me. Mia madre trascorse un'intera settimana a Konoha, settimana nella quale mi diede molti consigli, dall'alimentazione fino a come dormire per non fare del male al piccolo, anche se per ora, essendo ancora praticamente piatta, non servivano a molto visto che nel sonno mi giravo e rigiravo, anzi, Minato diceva che mentre dormivo mi muovevo di più del solito. Quella settimana evitai di lavorare dedicandomi completamente a mia madre, non ci vedevamo da tanto e mi resi conto che mi era mancata, per quanto stancante potesse essere alcune volte. Quando ripartí, Minato le diede uno dei suoi kunai, come promesso, così saremmo potuti andare a farle visita più spesso.
Finalmente arrivò il giorno della prima visita, era una semplice ecografia e probabilmente non si sarebbe visto molto ma non vedevamo l'ora di conoscere nostro figlio.
Entrammo nello studio della dottoressa, mi fece stendere sul lettino e iniziò la visita, mi mise uno strano gel freddissimo sul ventre e vi poggiò uno strano aggeggio. Pochi secondi dopo su uno schermo posto lì vicino vi apparve uno strano disegno, era tutto nero con delle striature bianche al centro vi era come un vuoto dentro il quale vi era un oggetto come una strana pallina deformata.
“ Vedete questo?” Disse la dottoressa a me e a Minato indicando quella strana pallina. “Questo è il vostro bambino. È ancora molto piccolo, come si ci aspetta al primo mese, per rendere meglio l'idea, in questo momento è appena più grande di una noce. Sembra che la sua formazione stia proseguendo bene.”
Non potevo crederci, quell'essere piccolissimo e indifeso era frutto dell'amore mio e di Minato. Restai a guardare quello schermo per non so quando tempo, la mia mano intrecciata in quella di Minato, la stringevo forte e lui ricambiava. Quando mi voltai verso di lui, lo vidi come incantato.
“Nella cartella clinica vi è un appunto, dice che c'era la possibilità che avreste voluto interrompere la gravidanza. Ci avete ripensato o volete proseguire con l'interruzione”
“No, no. Non vogliamo interromperla! È stata la paura del momento, tutto qui!”
“Molto bene, sono contenta della vostra scelta! Allora credo proprio che possa farvi ascoltare qualcosa.”
Passarono pochi secondi e un rumore riempí la stanza. Era un battito, ma molto accelerato. Era il battito del mio bambino. Strinsi ancora più forte la mano di Minato e lo sentí singhiozzare, ma non era l'unico. Entrambi ci ritrovammo a piangere per la felicità, come due bambini, nel sentire il battito del cuore di nostro figlio.
Trascorsero le settimane e i mesi, il mio ventre diventava sempre più rotondo, tanto che dovetti comprare dei vestiti nuovi e rinunciare alla divisa da Jonin, nonostante ciò volevo continuare a svolgere i miei doveri. Ci trasferimmo nella nuova casa innaugurandola con una mega festa, invitando tutti i nostri amici. Decidemmo di rimandare le nozze a dopo la nascita del piccolo, volevo un vestito principesco e il pancione poteva rappresentare un problema. Nonostante tutto, continuai a istruire i chunin selezionati da me stessa tempo prima per il nuovo team di sigillo, infondo dovevo solo dare istruzioni vocali e appena qualche dimostrazione che mi portava a consumare delle piccole quantità di chakra, niente sforzi fisici, ordini del medico! Minato, invece, con la sua squadra veniva mandato in missioni sempre più pericolose, mancava per intere giornate, alcune volte anche per una settimana intera, tempo nella quale non potevo fare altro che chiedermi come stava. Fu un periodo orribile! Io mi sentivo sempre più stanca e il fatto che casa nostra fosse tanto lontana dal centro iniziava ad essere un problema, per cui iniziai a svolgere gli allenamenti del mio team vicino casa mia, dove vi erano enormi distese d'erba. Con grande stupore, in breve tempo riproposero, a chi aveva superato le prime due fasi di sostenere nuovamente l'esame dei chunin, cattivo segno! Questo voleva dire solo una cosa, la terza grande guerra ninja era alle porte! Come era prevedibile Rin e Obito sostennero nuovamente l'esame riuscendo a superarlo e, dal momento che la loro squadra funzionava abbastanza bene, fu ufficializzata come team di chunin con un Jonin al comando, anche se di tanto in tanto si ritrovano a svolgere missioni diverse, per la maggior parte delle volte partivano insieme. Ormai erano pochi i momenti riservati a me e al mio compagno di vita. Quando ritornava a casa era distrutto dalla stanchezza e spesso anche ferito, anche se niente di grave, infatti Rin aveva imparato alcune tecniche per il primo soccorso che si rivelarono piuttosto utili. Quando tornava a casa non potevo fare altro che abbracciarlo e baciarlo. Quando gli chiedevo la situazione reale fuori da Konoba restava sempre vago con le informazioni, forse per non farmi preoccupare ma non ero una stupida!
“Sta per scatenarsi vero?” Gli chiesi una sera, mentre eravamo coricati. Alla mia domanda Minato smise di parlare al mio pancione e si sollevò da esso, poiché stava godendo dei piccoli movimenti del piccolo, e mi guardò dritto negli occhi.
“Di cosa stai parlando?” Mi rispose, provando a essere più naturale possibile, ma mi resi conto del suo cambio d'umore.
“Non fare il finto tonto Minato! Forse non svolgo missioni da un po’ e non so effettivamente che aria si respira fuori dal villaggio, ma vedo quello che sta succedendo! I genin vengono promossi senza che siano effettivamente pronti, stessa cosa si può dire per i chunin! Le tue missioni sono sempre più lunghe e sempre più spesso torni a casa ferito. Sta scoppiando un'altra guerra vero?”
Minato distolse lo sguardo, indeciso se mentirmi o meno, ci furono secondi in cui il silenzio fra di noi era quasi assordante, poi arrivò la sua riposta.
“Non mi va di mentirti. Le ultime missioni sono state per lo più di ronda nei confini dei villaggi vicini per raccogliere informazioni. Per quanto so alcune delle alleanze stanno per cedere perché, sia da una parte che dall'altra, non sono stati rispettati degli accordi. Vale per tutti i villaggi, non solo per Konoha. Inoltre gli altri paesi minacciano sempre di più di utilizzare i jinchuriki come arma, anche se non riesco proprio a capire come sia possibile! In particolare si sentono voci dal villaggio della nuvola secondo cui il loro jinchuriki sia riuscito ad avere il totale controllo sul suo bijuu.”
“È anche peggio di quanto mi aspettassi. Non voglio che il mio bambino cresca in un periodo di guerra!”
“Non devi preoccuparti, nessuno vuole che si scateni una guerra. Riusciranno a trovare dei nuovi accordi. E poi chi ti dice che è un maschio?”
“Bhe sono la sua mamma. È ovvio che lo sappia! Tu invece come fai a essere convinto che sia una femmina se sta crescendo dentro di me?”
“Mi sembra ovvio. Lo so perché sono il suo papà!”
Quella sera mi addormentai in preda agli incubi, avevo paura che potesse accadere qualcosa di terribile a me, a Minato e al nostro bambino. Ma forse questa paura era dovuta alle notizie che avevo appena scoperto.
“Domani devi partire di nuovo?”
“No, saremo di riposo per il prossimo mese, perché?”
“Niente, chiedevo. Domani vieni con me? È da tanto che non assisti ad un'ecografia. L'ultima risale a quando ero al terzo mese. Domani sarà la visita del sesto mese e forse riusciamo anche a  capire chi di noi due ha ragione.”
“Non potrei perdermela per nessun motivo al mondo!”
Così ci addormentammo abbracciati l'uno all'altra, come non facevamo da tempo. L'indomani sarebbe stato un giorno molto importante per noi, ma ancora non sapevamo che si sarebbe trasformato in un vero incubo.



Rieccomi qua! sì sono viva, fortunatamente ho ripreso gli studi e ho avuto degli orari assurdi, fortunatamente adesso ho un pò più di tempo libero e spero di riuscire a riprendere la pubblicazione della storia regolarmente. Spero solo che non vi siate dimenticati di me. Detto questo auguro a tutti una buona lettura!
  
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