Anime & Manga > L'Attacco dei Giganti
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Autore: Shizue Asahi    16/03/2019    1 recensioni
Raccolta omogenea di sette flashfic | Rivetra
Talvolta Levi riflette che se si fossero conosciuti in modo diverso, se fossero persone diverse, in un mondo diverso avrebbe anche potuto dire liberamente di amarla.
Genere: Angst, Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Levi Ackerman, Petra Ral
Note: Lime, Missing Moments, Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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·         Storia scritta per la quinta settimana del COW-T9 | prompt: in fuga;
·         2745 parole;
·         La raccolta partecipa anche all’iniziativa del forum Torre di Carta, «White Day Run - Romantico, Fluff, NSFW»;
·         prompt1: Fare sesso ancora vestiti, o parzialmente vestiti;
·         prompt2: Non fare il broncio. Non è attraente per una donna della tua età;
·         prompt3: Se vivessimo in un posto, sciolti da obblighi e da doveri, tu potresti amarmi?
·         prompt4: occhio nero;
·         prompt5: A si traveste da infermiera sexy, ma B ha paura degli ospedali;
·         prompt6: You're an angel, tell me you're never leaving | 'Cause you're the first thing I know I can believe in;
·         prompt7: A e B cucinano insieme; A indossa dell'intimo molto sexy, B trova la cosa una piacevole sorpresa; (la flash supera le 550 parole permesse, quindi è solo ispirata al prompt, ma non partecipa all’iniziativa);
 
 
 
 
Anno 847, Quartier Generale
 
La prima volta che fanno sesso non è né romantico, né gentile, sono solo corpi che si perdono l’uno nell’altro, che ricercano il torpore e l’abbandono dell’orgasmo.
La spedizione esplorativa non è andata bene, peggio del solito, i loro compagno sono morti, altri sono feriti in modo atroce, altri ancora sono scomparsi – dispersi, divorati, perduti per sempre. Petra ha già partecipato a delle spedizioni, Levi a innumerevoli altre, ma è raro che una si concluda con un esito tanto disastroso per l’umanità. Alcuni dei loro compagni festeggiano, fanno baldoria e affogano i ricordi del giorno nell’alcool, altri cercano di dimenticare con il sonno e con il pianto, poi ci sono loro che tentano di divorarsi l’un l’altra.
Levi è rude, ansioso, non perde tempo a prepararla o a spogliarla. Si apre la patta dei pantaloni e le slaccia la divisa quel tanto che basta per poter affondare dentro di lei e poi spinge con la disperazione di chi, ancora una volta, è sopravvissuto all’inferno.
Petra annaspa per il dolore e la sorpresa e il piacere impiega diversi minuti ad arrivare, ma va bene lo stesso: quel miscugli di sensazioni, piacere e dolore insieme, la stordiscono e la distraggono come desidera.
Gli artiglia la giacca della divisa, sente sotto le dita la terra e il sangue che la impregnano e geme mentre lui le morde il collo e le tira i capelli chiari. Petra lo chiama, tra un ansito e l’altro, non con il suo grado, ma con quel nome che ha desiderato dire per mesi; Levi non sente e non vede, la stringe solo a sé in quella fuga temporanea, con nella mente i loro gemiti e il rumore dell’attrezzatura tridimensionale che rimbombano.
 
 
 
 
Anno 849, Wall Maria
 
Petra è bella, con il profilo sottile e il viso tondo. A vederla, sembrerebbe molto più adatta a fare la dama da compagnia o, perché no, la puttana che il soldato. Ha i capelli del colore del grano e l’aspetto grazioso e prospero delle donne in età da marito e si muove leggera e piacente, ignara degli sguardi che gli uomini le lanciano.
Petra non sembra un soldato, ma lo è e a nessuno è permesso metterlo in discussione. Fa parte della Squadra del Caporale Levi, se lo è meritato. È tornata viva e intera da ogni missione esplorativa a cui ha partecipato e si è guadagnata la fiducia e il rispetto dei suoi compagni. È uno dei migliori soldati dell’umanità, anche se è piccola e graziosa e se non sta usando l’attrezzatura per i movimenti tridimensionali può essere facilmente scambiata per una debole ragazzina – e non un guerriero micidiale.
Levi non le ha mai detto che è bella e talvolta Petra dubita anche che lo pensi. È un uomo più grande e non è certo il genere di persona che si perde in tali sciocchezze. Non le ha mai detto che gli piace, anche se la notte è l’unica a cui fa visita e non accetta più le attenzioni di altre donne. Petra si dice che è perché, salendo di grado, ha anche perso il tempo per stare dietro a più di una amante, ma in cuor suo spera che sia perché la trova più bella delle altre.
 
Petra è bella e non manca mai di attirare l’attenzione di qualche uomo, anche se è in sua compagnia. Levi ne è infastidito in un modo che non sa spiegarsi – perché la spiegazione più ovvia è anche la più stupida e si rifiuta di accettarla.
Si acciglia, più del solito, e diventa laconico e di pessimo umore. Petra che non sa bene come interpretare questo comportamento, se esserne lusingata o infastidita, lo osserva con l’attenzione che darebbe a un nemico.
- Non fare il broncio, non è attraente per un uomo della tua età – gli dice quando sono soli e poi ride e Levi è un po’ meno infastidito, ma fa di tutto perché lei non se ne accorga.
 
 
 
 
Anno 850, Wall Maria
 
Quando sono soli, nella tranquillità di uno dei loro letti, in un miscuglio di gambe, braccia, lenzuola e pelle nuda, sembra tutto più semplice. Un uomo e una donna come tanti, in un letto come tanti, in un giorno come tanti. A Petra piace fantasticare di una vita facile, di una vita semplice fatta di giorni tutti uguali, monotoni, sicuri, una vita come quella dei suoi genitori, solo senza creature mostruose pronte a divorarli al di là di un muro.
È un bel sogno, si dice, ma è questo. Un sogno. Non ne ha mai parlato con nessuno, né con i suoi genitori, né con le sue amiche, né con Levi. È consapevole che si tratti solo di un’illusione, di quel torpore irreale che ti coglie quando stai per svegliarti da un bel sogno e cerchi di fare di tutto per aggrappartici. Lei non avrà mai una casa propria, un marito e dei figlia, anche se non ha il coraggio di dirlo ai suoi genitori. Ha votato la propria esistenza all’Umanità, il suo sangue, le sue lacrime e la sua stessa vita sono unicamente destinati a essere versati per una causa più grande di una vita tranquilla e sicura. Loro sono soldati dell’Umanità e sacrificarsi per esse è il più grande onore che esista.
 
*
 
Levi, che una famiglia e una casa non le ha mai avute, trova nella pelle di Petra, stretto tra le sue braccia, una calma e un piacere inimmaginabile, che gli annebbiano la mente e lo rendono poco lucido. Lo sa bene che le relazioni tra superiori e sottoposti sono vietate, che c’è un ottimo motivo, ma si dice che tra lui e Petra non c’è una relazione, c’è solo sesso, anche se è la prima da cui va a fine giornata e conosce il suo letto bene quanto il proprio. Petra lo accoglie e lo ascolta, anche se non è l’uomo gentile e affettuoso che merita, né il ragazzo della sua età con cui potrebbe condividere gli interessi e la vecchiaia.
 
Talvolta Levi riflette che se si fossero conosciuti in modo diverso, se fossero persone diverse, in un mondo diverso avrebbe anche potuto dire liberamente di amarla.
 
 
 
 
Anno 845, Esterno delle Mura
 
Quando suona la ritirata, è tutto un fremere di cavalli e di animi che si preparano alla fuga, spronando le proprie bestie a galoppare il più rapidamente possibile verso le mura.
È tutto confuso e inaspettato, non è come lo hanno studiato durante l’accademia né come gli è stato spiegato nelle riunioni per studiare la strategia. Sì, di base gli schemi sono quelli, ma nessuno le aveva detto che le sue gambe non avrebbero smesso di tremare neanche per un secondo e che non avrebbe voluto far altro che tornare indietro e piangere tutte le proprie lacrime. Nessuno le aveva detto che si sarebbe vergognata di se stessa in un modo tanto feroce e ridicolo.
Sei un soldato. Non morire. Non piangere” si è ripetuta come un mantra per tutta la missione, con le mani affondate prima nelle redini del cavallo e poi nelle else delle sue lame. “Sei un soldato” si è detta ancora una volta, mentre azionava l’attrezzatura per i movimenti tridimensionali e abbatteva il primo nemico.
- Sei stata brava – le ha detto qualcuno di cui non ha riconosciuto il viso o la voce, ancora intontita dalla ferocia del nemico e dagli amici a cui ha dovuto dire addio.
Uno dei Tenenti la fissa, la squadra con poco interesse, sorpreso di vederla ancora viva. Il giorno in cui si è unita alla Legione Esplorativa insieme ad altri cadetti, non pensava di vederla sopravvivere alla prima missione.
Petra intercetta appena il suo sguardo e lo sostiene con una dignità a cui pensava di non poter più fare affidamento, anche se ha un occhio tumefatto là dove le dita di una di quelle orride creature l’hanno quasi afferrata e le gambe che ancora le tremano.
 
 
 
 
Anno 849, Infermeria
 
Non è una cosa frequente o comune che il Caporale Levi finisca in infermeria dopo una missione. È il soldato più forte dell’umanità, il loro campione. I giganti cadono ai suoi piedi e lui affonda le proprie lame nelle loro collottole senza timore o rimorso.
Vederlo per il quartier generale non rende l’idea di quanto pericoloso e inumano sia. Solo coloro che hanno avuto l’onore di partecipare a una missione con lui, e la fortuna di tornare vivi, possono testimoniare come il Caporale Levi sia un gigante tra gli uomini e come niente sembri poterlo ferire in battaglia. È una creatura di cui anche i mostri dovrebbero avere timore.
L’infermeria è destinata solo ai feriti e ai malati ed è interdetta a tutti coloro che non rientrino in queste due categorie o non siano parte dello staff. Solo Hanji ed Erwin sono autorizzati a fargli visita, anche se la prima non fa che annoiarlo e parlare, descrivendogli con un’attenzione morbosa tutti i giganti che hanno incontrato durante la missione, sottolineando con particolare dispiacere quelli che lui ha eliminato; il secondo si è fatto vivo solo un paio di volte per assicurarsi che avesse ancora tutti gli arti al proprio posto e che non costringesse le infermiere a dimetterlo prima del tempo.
- È un ordine – gli ha detto con la voce grave e un po’ nasale che Levi ha imparato col tempo a conoscere e a detestare un po’ di meno. Sa che lo ha fatto per il suo bene, ma chiuso in quella infermeria di un bianco sconfortante e con la puzza perenne di disinfettante nelle narici, Levi non fa che chiedersi perché non lo abbia fatto fuori nei bassifondi della città anni prima.
 
*
 
Stranamente non ci sono altri pazienti in degenza con lui e l’infermeria è tutta sua. Una serie di brandine tutte uguali e di tendine da tirare all’occorrenza. Tutto immancabilmente bianco. Levi apprezza la pulizia meticolosa di quel posto, ma per il resto lo detesta come ha sempre detestato tutti gli ospedali, gli ambulatori e le infermerie in cui nel corso della sua vita gli è capitato di trovarsi.
Non c’è un motivo preciso – o ce ne sono troppi – semplicemente gli trasmette quel senso di fastidio e oppressione che lo mette a disagio e lui non è il genere di uomo che può permettersi di sentirsi a disagio per alcun motivo. Se si trattasse di qualcun altro si potrebbe anche dire che ha paura degli ospedali, ma lui è il campione dell’umanità e la paura non lo deve toccare – anche se sotto la pelle c’è un fastidiosa sensazione che gli dice di fuggire nel proprio appartamento e fanculo Erwin.
Quando l’infermiera arriva ne è piuttosto sorpreso. Non è più orario di visita e le donne che lavorano lì hanno un’irrazionale paura di rimanere da sole con lui. Come se mordesse.
Impiega diversi minuti a riconoscerla, un po’ a causa della poca luce, un po’ per l’intontimento dei farmaci. Petra lo guarda e sarebbe una bellissima visione, se non indossasse l’uniforme  bianca e inquietante delle infermiere.
- Togliti quei dannati vestiti – le dice più brusco di quanto non sia già di solito. Intuisce dal sorrisetto della donna che la sua è una richiesta che garba anche a lei.
 
 
 
 
 
Anno 844, Quartier Generale
 
Petra non saprebbe dire cosa sia esattamente, forse è il modo in cui si libra in aria e turbina sul proprio corpo o la sicurezza con cui affonda le lame nella collottola del nemico; forse è il modo sicuro e schietto con cui le parla e illustra a lei e ai suoi compagni la strategia della nuova missione; forse è il modo in cui la guarda, quando sono all’esterno e lei si lascia andare un po’ troppo alla gioia di sentire il cavallo scalciare sotto di sé e la il vento che le fende la pelle; forse sono tutte queste cose insieme.
Il Tenente Levi è un uomo rude, taciturno e piuttosto basso. Non dispensa complimenti o parole gentili, non tollera la disubbidienza e il disordine e ha un carattere che tende al nevrotico in un modo che potrebbe anche risultare comico, se non fosse il loro superiore e le loro vite dipendessero dalla sua prontezza di spirito.
Petra lo osserva, lo guarda, con un interesse e una venerazione che non hanno niente a che fare con l’amore. Levi è il suo modello da seguire, la creatura mostruosa che la tiene in vita durante le missioni, l’uomo da eguagliare e superare se vuole davvero votare la propria vita all’Umanità. Petra crede ciecamente nel Tenente.
 
 
 
 
Anno 849, Wall Maria
 
I loro sono rapporti occasionali, sono solo avventure di una notte che si ripetono di tanto in tanto. Levi le fa visita la sera, bussa alla sua porta e lei lo fa entrare.
Si avvinghiano, si baciano, si amano in quel modo un po’ disperato che caratterizza tutti i membri della Legione Esplorativa. Di rado raggiungono la camera da letto per fare sesso, è più comune che si ritrovino a farlo sulla porta dell’ingresso, sul piccolo tavolo della cucina o sul vecchio divano di pelle del soggiorno. Levi la possiede senza delicatezza, non è nel suo animo, ma la bacia e la carezza con una premura di cui Petra non lo credeva capace; lei geme e ansima, chiama il suo nome e si inarca quando tra una spinta e un’altra colpisce un punto particolarmente sensibile, sibila se le succhia o mordicchia un seno e si aggrappa alla schiena di Levi e piccole cicatrici si vanno ad accumulare insieme ai segni lasciati dai legacci dell’attrezzatura per i movimenti tridimensionali.
Ha avuto altre donne, forse ne ha ancora, lo sa, ma a Petra piace averlo tra le sue cosce e non si lamenta, anche se ogni tanto vorrebbe chiedergli se quel graffio o quell’altro sono il risultati di una missione o il ricordo di un’altra delle sue amanti. Si morde prima le proprie labbra e poi morde lui, giusto per aggiungere un altro segno suo su quel corpo che non le appartiene.
 
Dopo una missione, una di quelle particolarmente brutte, glielo chiede. Non riesce a impedirselo.
- Rimani – soffia e immediatamente avverte l’irrigidirsi del Caporale. Levi finisce di rivestirsi più rapidamente del solito e lascia il suo appartamento, fingendo di non averla sentita. Velenosa Petra si dice che la sua ha tutta l’aria di una fuga in tutta regola.
Le visite del Caporale per un po’ cessano.
 
*
 
Nelle settimane successive i loro rapporti tornano freddi e di circostanza, si parlano solo a lavoro e Levi smette di bussare alla sua porta nel cuore della notte. Petra ne è confusa e ferita, ma non sorpresa. Gli uomini perdono facilmente interesse, le aveva detto una volta sua madre, prima che si arruolasse. Levi. In fin dei conti, è un uomo come gli altri, anche se spesso lo dimenticano entrambi.
Petra è un soldato diligente e svolge le missioni e i lavori d’ufficio con la diligenza e la professionalità richieste alla sua persona e archivia la faccenda sotto una pietra fatta di vergogna e sentimenti indesiderati.
 
Un giorno, mentre sono tutti in pausa pranzo, Auruo le chiede di uscire e a Levi non sfugge il rossore che le colora le guance.
 
*
 
Aprire la porta e ritrovarlo lì, ad attenderla, è una sorpresa inaspettata. Levi non le dà il tempo di parlare, la bacia e la spinge in casa. Petra si sente sopraffatta, mentre lui spoglia entrambi e la trascina in camera da letto. La notte si consuma tra i loro gemiti e lei non ricorda di aver mai fatto tanto sesso in tutta la sua vita.
La mattina dopo si sveglia in un letto vuoto e non ne è sorpresa. Non è la prima volta che si addormenta e Levi torna al proprio appartamento. È giusto così.
È domenica ed è la sua giornata libera e il tepore del letto è così invitante che è tentata quasi di rimanerci ancora per un po’. Poi ricorda che “Il mattino ha l’oro in bocca”, come dice il Capitano Erwin, e fa violenza su se stessa per alzarsi.
 
In cucina trova una delle scene più insolite e spaventose che abbia mai visto e impiega parecchi secondi a realizzare di non star ancora sognando. Il Caporale Levi è ai fornelli, della sua cucina, e fino a qui potrebbe anche andare tutto bene, se non fosse che indossa solo i boxer e la sua vestaglia rosa. Quello che è ancora più sorprendente è che Petra lo trovi eccitante.




 
   
 
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