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Autore: Nami93_Calypso    17/03/2019    2 recensioni
Nami si ritrova a dover gestire l'equipaggio nel mezzo di una tempesta nel Nuovo Mondo. Sarebbe stato tutto molto semplice, se solo non fosse svenuta a causa della febbre alta.
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Prompt: A insiste che non ha la febbre e sta bene. B è pronto a prenderlo al volo quando sverrà.
Genere: Commedia, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Mugiwara, Trafalgar Law
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Salvataggio

 
Deformazione professionale.
Veniva definita così l’attitudine di alcune persone ad estendere le proprio conoscenze e competenze professionali anche ad altri contesti della vita.
Law ne era sicuramente affetto.
Spesso gli capitava di osservare le persone e captarne indizi o sintomi fisici e lo faceva in modo più o meno consapevole.
Era molto utile in battaglia perché a volte gli permetteva di individuare punti deboli nei nemici ed elaborare una strategia efficace in poco tempo.
Era comodo anche nella vita quotidiana, in realtà, perché osservando le persone e riflettendo sulla loro condizione di salute aveva modo di ripetere mentalmente costantemente le migliaia di nozioni mediche che aveva appreso nel corso della sua vita.
Perciò non gli ci era voluto molto per capire che Nami non stava bene. Probabilmente solo un po’ di influenza con qualche linea di febbre, nulla di preoccupante o mortale, ma il medico coscienzioso che risiedeva in lui gli intimava di consigliare a quella donna di fermarsi e riposare per qualche ora anziché continuare ad andare su e giù per la nave dando ordini, controllando che fosse tutto in ordine, informandosi e definendo i dettagli più sottili del piano che avrebbero attuato una volta sbarcati a Dressrosa.
Più volte da quando era su quella nave Trafalgar si era domandato se il vero capitano dei Mugiwara non fosse proprio la rossa.
La osservò mentre se ne stava seduta sulla panchina che circondava l’albero maestro scrutando una cartina nautica con attenzione.
Le gote erano lievemente più arrossate del solito, gli occhi più umidi, ogni tanto portava una mano ad asciugarsi la fronte, respirava più con la bocca che col naso.
Il medico di bordo era troppo impegnato a pescare con il cecchino per rendersi conto delle condizioni di uno dei suoi compagni nonché sua paziente.
Non gli rimaneva che sentire la temperatura.
Il modo più rapido era quello di toccarle la fronte.
Allungò una mano tatuata verso la navigatrice.
Nami percepì il movimento improvviso vicino a lei e sollevò lo sguardo dalla mappa che stava osservando.
Vedendo la mano di Law che si avvicinava al suo capo istintivamente si ritrasse e sgranò gli occhi lievemente preoccupata.
La sua schiena urtò contro il legno dell’albero maestro arrestando così la sua fuga.
Orribili ricordi di lei intrappolata nel corpo di Sanji le invasero la mente e un’ondata di panico la travolse. Cosa voleva da lei?
Ormai era troppo vicino per reagire in un qualsiasi modo.
Serrò gli occhi chiedendosi quale sorte le sarebbe toccata.
Ma quello che percepì fu solo un tocco delicato e gentile sulla fronte.
Aprì lentamente le palpebre e trovò gli occhi glaciali di Law che la fissavano.
-Nami-ya, tu hai la febbre- disse lui ritraendo la mano.
La navigatrice deglutì a vuoto sperando che lui non lo notasse.
Era vero, era già dal giorno precedente che si sentiva poco bene ma sperava che gli altri non se ne accorgessero. Avrebbe dovuto prevederlo che sarebbe stato impossibile con ben due dottori a bordo della nave.
Non voleva far preoccupare nessuno ed era certa che sarebbe guarita da sola.
Erano solo due lineette di febbre, ci voleva molto di più per fermarla.
Inoltre, nel giro di pochi giorni sarebbero giunti alla prossima isola dove avrebbero affrontato un membro della flotta dei sette dichiarando così ufficialmente guerra a uno dei quattro imperatori.
Era proprio il momento sbagliato per ammalarsi e rimanere bloccata a letto. Doveva controllare che tutto fosse pronto e che il piano fosse chiaro a tutti i suoi nakama. Impresa davvero ardua.
Aveva così deciso di sacrificare la sua salute per il bene della ciurma, dell’alleanza con Law e dei loro progetti. Che poi era sicura che non sarebbe di certo morta per un po’ di febbre non trattata.
-No, ma cosa dici?! Sto bene- rispose con un accenno di risatina isterica tornando a concentrarsi sulla cartina che teneva tra le mani, sperando così di dimostrarsi disinvolta.
-Ti conviene andare a riposare-
-Non ne ho bisogno, sto bene!-
-In quanto medico non posso ignorare le tue condizioni di salute-
-Torao, sto bene!- scandì lei guardandolo negli occhi con determinazione sperando di levarselo di torno.
-Ragazzina cocciuta- mormorò lui tra sé prima di tornare a rivolgersi a lei –Ti basterebbe solo andare a dorm-
-Stai zitto- Nami lo interruppe bruscamente.
Law si arrestò, non perché lei glielo aveva detto ma perché sorpreso da tanto audacia. Nessuno si permetteva di parlargli in quel modo da anni.
Ghignò.
Stava per risponderle per le rime ma vide che lei non gli prestava più attenzione.
Si era alzata in piedi e aveva puntato lo sguardo concentrato verso dritta.
-Il tempo sta cambiando- mormorò tra sé, come se fosse sola.
Lasciò Law piantato lì dov’era e se ne andò
-Rufy!- urlò mentre si dirigeva a passo di carica verso il capitano. Il moro, percependo l’allarme nella sua voce, si voltò subito verso di lei per prestarle attenzione.
-C’è una tempesta molto forte in avvicinamento- proseguì la rossa –Dobbiamo cambiare direzione-
Rufy annuì e si alzò in piedi sul parapetto della nave sul quale era seduto a pescare.
-Ciurma!-
Chiamò i suoi nakama a raccolta.
In poco tempo si radunarono tutti sul ponte, anche Sanji che si trovava in cucina e Franky sotto coperta.
Ma nonostante la rapidità dell’equipaggio, nubi nere cariche di pioggia ed elettricità erano già ben visibili all’orizzonte alla loro destra.
-Franky, siamo pronti per il Coup de Burst?- si informò Nami.
-Certo sorella, quando vuoi- rispose il cyborg con un pollice alzato in segno affermativo.
-Bene, allora vai al timone. Usop, sulla coffa. Avvisami se ci sono ostacoli di fronte a noi. Rufy, Zoro, Sanji e Chopper tenetevi pronti ad issare le vele a un mio segnale. Robin e Brook fate in modo che nulla di ciò che abbiamo libero sul ponte cada in mare-
Nami si sentiva accaldata. Lo stato di agitazione misto alla febbre non le faceva certo bene.
I suoi occhi caddero su Law. A lui non aveva dato indicazioni. Era abituata a gestire il suo solito equipaggio, non aveva tenuto in conto ci fosse anche lui.
-Tu… Tu aiuta sul ponte-
Uscì dal gruppo che si era formato intorno a lei e anche i suoi nakama si mossero per prendere i loro posti.
Si diresse verso il timone insieme a Franky.
-Prima di allontanarci dalla tempesta dobbiamo cambiare direzione- gli spiegò.
-Ricevuto- rispose lui, serio in volto.
Il carpentiere afferrò il timone e virò a sinistra.
Nami si voltò ad osservare il cielo. Ormai le nuvole li avevano praticamente raggiunti. Il meteo era davvero imprevedibile nel mare del Nuovo Mondo. Fortunatamente iniziava a farci l’abitudine.
Sentì mancarle il respiro mentre pioggia gelida iniziava a sferzarle il volto.
Una condizione sicuramente non ottimale per i suoi malanni.
Tornò a guardare verso prua.
Di fronte a loro, in lontananza, si apriva un cielo azzurrissimo e sgombro di nubi.
Usop non si era fatto sentire dall’alto, segno che potevano procedere.
-Rufy!-
Gli bastò urlare il nome del capitano per far capire al quartetto che era giunto il momento di raccogliere le vele per evitare che si squarciassero durante il volo.
Un tuono rimbombò improvviso nell’aria, più vicino di quanto sarebbe stato auspicabile.
Nami sobbalzò per la sorpresa. Quella tempesta si muoveva davvero velocemente.
Lanciò un’occhiata in alto sperando di vedere oltre il muro di pioggia a che punto fossero i suoi quattro compagni con il loro compito.
Le sembrava di vedere che avessero quasi finito, ma non del tutto.
Però era troppo tardi, dovevano partire subito se non volevano rischiare di essere ribaltati dai cavalloni che ormai infuriavano sotto di loro.
Non le importava nulla delle vele che si sarebbero rovinate, ma se fossero partiti in quel momento uno dei quattro che si trovava sui pennoni sarebbe certamente finito in mare
-Nami!-
La navigatrice udì appena l’urlo di Sanji nel boato della tempesta imperante, segnale che loro erano pronti.
-Vai Franky!- ordinò immediatamente all’uomo che si trovava al suo fianco mentre si aggrappava il più saldamente possibile alla ringhiera del timone.
Il cyborg afferrò la leva che avrebbe azionato il Coup de Burst e la tirò.
Per qualche secondo nulla cambiò.
Se non ci fosse stato tutto quel frastuono intorno avrebbero udito il rumore del motore che si caricava.
Mentre aspettava il balzo in avanti, Nami avvolse le dita intorno al legno con tanta forza da sbiancarsi le nocche. Non vedeva praticamente nulla a causa della pioggia che le inondava il viso e gli occhi e il vento che le frustava i capelli di fronte al volto, l’acqua gelida che le colava su tutto il corpo le mozzava il fiato e in contrasto sentiva la fronte e le gote in fiamme, si sentiva molto più debole rispetto a pochi minuti prima.
Finalmente la Thousand Sunny fece un balzo in avanti e ricevette la spinta necessaria per sollevarsi dal pelo dell’acqua e schizzare verso l’alto.
La navigatrice percepì il proprio corpo sollevarsi da terra mentre la nave prendeva un’angolatura sempre meno orizzontale.
Ma qualcosa non andava.
Percepiva tutto ovattato, come se tutto ciò che la circondava in realtà non fosse lì e non la riguardasse.
Il rombo della tempesta sembrava meno forte, il vento meno sferzante, l’acqua meno fredda, il tutto molto distante da lei.
Non percepì nemmeno il fatto che la sua presa si era fatta meno salda e che la ringhiera era scivolosa a causa della pioggia.
Un centinaio di lucine bianche esplosero dietro le sue palpebre e poi il nulla.
La sua mano perse la presa e prima che Franky potesse afferrarla scivolò via all’indietro verso la zona centrale della nave mentre questa ancora avanzava in avanti.
Law, che si trovava sul parapetto del secondo piano al di fuori della cucina dove era impegnato a trattenere alcune casse incollate al pavimento e che aveva cercato di tenere sott’occhio la sua paziente durante gli ultimi frenetici avvenimenti, vide arrivare verso di sé a tutta velocità un tornado di capelli rossi.
La sua room era già attiva perciò gli bastò compiere un agile gesto delle dita per scambiare il corpo inerme della navigatrice con una delle casse che aveva di fianco.
Quando gli fu accanto si lanciò su di lei bloccandola così tra il suo stesso corpo e la parete esterna della cucina alle sue spalle per evitare che volasse nuovamente via.
-Che mezzi di trasporto balordi- borbottò.
Ma nessuno sentì il suo commento perché l’unica persona sufficientemente vicina per udirlo era svenuta.
Evidentemente la sua condizione era peggiore di quanto pensasse. Non avendo potuto misurarle adeguatamente la temperatura corpora se non con un metodo grezzo non aveva potuto fare una diagnosi precisa.
La nave iniziò la sua discesa.
Law si concentrò al massimo sui suoi poteri per mantenere il controllo su tutti gli oggetti che stava trattenendo.
Lanciò un’occhiata fugace alle sue spalle verso prua.
Vide il cielo sgombro di nubi e la superfice placida dell’oceano che si avvicinava sempre di più.
Sentì lo stomaco arrivargli in gola.
Quanto gli mancava il suo rassicurante sottomarino.
Finalmente lo scafo della nave toccò il pelo dell’acqua e sobbalzò fortemente alcune volte prima di arrestarsi del tutto.
In quel momento Law disattivò la sua room e senza perdere tempo si caricò in braccio la navigatrice dei Mugiwara la cui testa ciondolò all’indietro con la folta chioma che gocciolava sul pavimento di legno.
Con un calcio aprì la porta della cucina e l’attraverso per giungere all’ingresso dello studio medico della renna.
Aprì anche quello ed entrò.
Adagiò il corpo della ragazza sul lettino addossato al muro e si prese un attimo per guardarsi intorno e individuare le cose di cui aveva bisogno.
Si voltò nuovamente verso la paziente.
-Room- sussurrò, muovendo una mano.
In quel momento Chopper irruppe nella stanza trafelato.
-Che succede?- domandò subito a Law dopo aver lanciato una rapida occhiata a Nami distesa sul letto.
-Ha solo un po’ di febbre- rispose lui con tono molto più calmo e misurato rispetto al minore.
Sollevò una mano sul corpo della donna.
-Scan-
La fece scorrere dalla testa ai piedi sollevata di alcuni centimetri dal suo corpo per poterlo analizzare così da compiere una diagnosi più precisa e puntuale.
-Confermo- disse quando ebbe finito –Solo un po’ di febbre dovuto a stanchezza. Ma il fatto che abbia preso tanta acqua non aiuterà il decorso-
Con la room ancora attiva sollevò il corpo ancora privo di sensi di Nami per posizionare due asciugamani morbidi e asciutti sul lettino e ne sistemò un altro insieme a una coperta calda e soffice sopra di lei.
-Potremmo darle un po’ di tachipirina. Per il resto il riposo sarà più che sufficiente-
Chopper annuì prima di voltarsi verso le mensole sopra la scrivania per cercare il medicinale.
-Certo che il tuo potere è davvero utile per il tuo lavoro- commentò la renna mentre recuperava una siringa.
La porta dello studio si spalancò di nuovo sbattendo rumorosamente contro la parete di legno.
-Nami!- urlò Rufy.
-Mia dea!- piagnucolò il cuoco.
Law si voltò verso di loro lanciandogli un’occhiata tagliente e intimidatoria. Ma solo il biondo percepì la minaccia e afferrò il capitano per il colletto della camicia. Il moro venne strattonato all’indietro e quasi si strozzò mentre cadeva a terra.
-Tutto questo chiasso non fa bene alla paziente- disse Trafalgar con tono tanto calmo quanto minaccioso.
Chopper passò lo sguardo tra lui e i nakama.
-Ragazzi, ha ragione. Nami ha bisogno di riposare. Non preoccupatevi, sta bene, ha solo un po’ di febbre-
Rufy si tirò in piedi con il muso lungo.
-Allora le preparerò una bella cenetta leggera e carica di vitamine- fece il biondo mentre passava dallo studio alla cucina a passo di carica. Il viso del capitano si illuminò e seguì il cuoco come ipnotizzato.
Chopper guardò la porta che si chiudeva alle loro spalle per poi saltare giù dalla sedia della scrivania e dirigersi verso il lettino.
Infilò l’ago della siringa nel braccio scoperto di Nami e spinse lo stantuffo iniettandole così la tachipirina.
-A breve dovrebbe stare meglio- commentò rimettendo al suo posto lo strumento –Dovrei avere qualche ricetta naturale che stimoli il rafforzamento delle difese immunitarie. Vado a portarle a Sanji, puoi rimanere tu con lei?- domandò il medico di bordo a Law.
Questi annuì senza dire una parola.
Chopper recuperò un quaderno prima di sparire oltre la porta della cucina.
Trattandosi solo di stanchezza quello di utilizzare anche rimedi naturali non era un’idea malvagia.
Gli vennero in mente gli alberi di mandarini che si trovavano su quella nave (che nel suo immaginario sempre meno rispondeva a un vascello pirata).
Uscì dallo studio giusto il tempo di recuperare qualche frutto e vi rientrò.
Li pestò minuziosamente per crearne una spremuta carica di polpa e quindi più ricca di vitamina C.
Recuperò una sedia e si sedette vicino al bordo del letto in attesa.
Era solo svenuta, a breve avrebbe ripreso conoscenza
La situazione gli ricordò vagamente quella che aveva vissuto due anni prima con il capitano della ragazza. Anche se allora la diagnosi era molto più grave.
Vide le palpebre della navigatrice tremolare appena prima di aprirsi lentamente.
Nami aprì gli occhi e mise a fuoco il soffitto di legno. Evidentemente si trovava all’interno della nave ma proprio non ricordava come ci fosse arrivata. Le ultima cose che ricordava era la tempesta che infuriava intorno a loro, la pioggia gelida, i cavalloni minacciosi, il vento forte, il balzo in alto della Thousand Sunny.
Si voltò per guardarsi intorno e incontrò la figura di Law seduta accanto al letto.
-Sei svenuta- disse lui schiettamente, senza fare alcun preambolo –A quanto pare non stavi bene come dicevi di stare, Nami-ya-
La rossa sbuffò infastidita.
-Certo, prevedibile, hai proprio la faccia di uno da “te l’avevo detto”-
Il ragazzo ghignò e le passò il bicchiere che teneva in mano.
-Ti abbiamo dato della tachipirina, unito a del sano riposo dovrebbe bastare. Ho preparato una spremuta per rimetterti in sesto dallo svenimento-
Nami afferrò il bicchiere diffidente.
-Non credo ci siano arance sulla nave- proseguì il moro ripensando alla cassa che aveva lasciato precipitare in mare per salvarla domandandosi cosa contenesse -perciò ho usato i mandarini che sono piantati qui dietro-
La mano di lei ebbe uno spasmo e tenne stretto il bicchiere per non rovesciarne il contenuto.
Quelli erano i suoi mandarini e nessuno poteva toccarli senza il suo permesso.
Passò lo sguardo truce su di lui, ma poco dopo si addolcì.
In fondo l’aveva fatto apposta per lei.
E il fatto che fosse lì a vegliare su di lei e che al posto suo non ci fosse Chopper o uno dei suoi compagni le fece intuire che doveva aver fatto qualcosa di più oltre a quella spremuta e alle cure mediche.
Forse il famoso e temuto Chirurgo della Morte non era così tremendo come le era parso a Punk Hazard.
Accostò il bicchiere alla bocca per nascondere il lieve sorriso che stava affiorando sulle sue labbra.






Angolo di Calypso
Buona sera!
Ogni tanto mi ricordo di aver scritto roba mai publicata. Ogni tanto mi viene pure voglia di pubblicarla!
Perciò ecco qui questa OS scritta lo scorso anno per il cow-t e per un contest di fanwriter.it, una OS quasi LawNamista ma non del tutto. A libera interpretazioe insomma.
Spero vi sia piaciuta :)
Alla prossima!
   
 
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