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Autore: fiammah_grace    21/07/2009    1 recensioni
[RufusxTifa]
Rufus Shinra, giovane ed arrogante ex-presidente della Shin-Ra corporation. Tifa Lockheart, dolce e tenace membro AVALANCHE. Lei odia la Shin-Ra, Mako, SOLDIER e tutto ciò che vi riguarda. Lui è il maggior esponente di tutto questo. Eppure...
Genere: Generale, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Rufus Shinra, Tifa Lockheart, Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Advent Children
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CAPITOLO 2.





Un uomo, con passo sostenuto, si accingeva a raggiungere la sala riunioni.
L’edificio era spazioso ed elegante, sembrava essere stato progettato apposta per conferenze o ricevimenti. Il pavimento era di marmo pregiato con delle sottili rifiniture.
I soffitti erano affrescati con una composizione barocca e angelica. C’erano diversi quadri dall’apparenza importante che contornavano quella che era la sala principale.
Non erano nemmeno le sette e trenta del mattino, il sole dunque non era ancora alto, tuttavia l’arredamento stesso sembrava dare luce all’ambiente.
L’uomo entrò in una porta e l’atmosfera che gli si presentò davanti fu totalmente diversa dalla precedente.
La stanza era enorme e molto buia.
Solo le sottili persiane permettevano di far penetrare una fioca luce.
Prese posto sulla lunga scrivania posta al centro dove erano radunate già da un po’ altre persone.

“Scusate il ritardo.”

“Non importa. Siamo tutti in anticipo.”

A tagliare corto fu un giovane ragazzo alto e biondo.
Rufus davanti a tutte quelle persone sembrava un ragazzino quasi fuori luogo, ma quando parlava ognuno gli dava il dovuto rispetto.
Non a caso era lui a sedere al posto d’onore.
Alzò la mano e la posizionò sulla testa del suo grande Dark Nation.
La weapon di Rufus assomigliava ad un ibrido tra una pantera e un cane di grossa stazza. Aveva la pelle scura e lucida. Dalla testa partiva un prolungamento di pelo che terminava all’altezza della coda. Incuteva timore in quella sala, ma sembrava essere perfettamente addestrato sebbene fosse selvaggio di natura. Era seduto affianco a Rufus e se ne stava in silenzio a scrutare i presenti con gli occhi scintillanti.

L’ ex-presidente della Shin-Ra corporation fece segno all’uomo dietro di lui di venire. Era Tseng.

L’uomo dai lunghi capelli scuri gli allungò delle cartelle e Rufus cominciò a leggerle. Parlò in maniera molto tecnica e convenzionale, così preciso che nessuno lo avrebbe mai fatto poco più di un ventenne. Alzò gli occhi vitrei con fare sicuro e fece calare il silenzio.

“…domande?”

L’uomo di fronte a lui si alzò.

“Quando cominceremo?”

Rufus Shinra fece un veloce sorriso e sembrò divertito, ma non lo guardò in viso.

“è ancora presto per dirlo. Abbiamo ancora bisogno…”

“Ma il settore, lì c’è il progetto…”

“Può aspettare.”

Lo interruppe e bloccò così ogni possibilità di essere contestato. Essere diligente e impeccabile nel parlare era una sua dote. Nessuno era mai in grado di controbatterlo. Studiava i suoi piani sempre nei minimi particolari.
Ad alzarsi questa volta fu una donna di circa quarant’anni.

“Se lo scopre la WRO…non ce lo permetteranno.”

“…loro non se ne accorgeranno nemmeno. Tseng, distribuisci loro queste. Ve le illustrerò.”

Cominciò a parlare e sui loro sguardi calò il buio. Il discorso, man mano, si faceva sempre più animato, ma per una persona che non si intendesse di affari e simili, sarebbe stato davvero difficile seguirli. Forse parlavano apposta così, proprio per non far capire nulla agli incompetenti.

Ora la luce era più intensa e vi erano nell’ufficio curiosi giochi di ombre.


[…]


“Bene, mio caro signor sgabuzzino. Ieri ti ho spogliato di tutti i tuoi vecchi scatoloni. Oggi passiamo alle cartacce e…alla polvere!”

Con sarcasmo e tenacia, Tifa si rimboccò le maniche intenta a voler finire di sistemare quel postaccio una volta per tutte. Rispetto alla prima volta, ora era decisamente più pulito e ordinato, ma non ancora abbastanza da essere considerato accogliente.
Tutto questo era merito delle parole di Aerith che l’avevano spinta a non mollare!
Si arrampicò su un mobile e cominciò a smistare tutti quei fogli dall’apparenza inutile. Oramai aveva riempito già due buste e presto sarebbe dovuta andare a chiederne altre perché il lavoro sembrava ancora lungo.

Si accovacciò sotto la scrivania per sistemare anche lì sotto.

“come avranno fatto a far arrivare le carte anche qui..?”

Alzò gli occhi verso la finestra che ogni giorno spalancava per ricevere tutto il fresco ed il sole che la mattinata poteva offrire.

Guardò verso l’alto e lui era ancora lì.

Da pochi giorni si era accorta che dalla sua posizione si poteva intravedere l’ufficio di Rufus all’ultimo piano.
Rufus era quasi sempre seduto intento a scrivere a computer, qualche volta lo aveva visto alzarsi per fumare, o anche affacciarsi, comunque raramente non era occupato.
Aveva constatato che lavorava spesso fuori e tornava tardi. Sicuramente molto più tardi rispetto agli orari di rientro di lei.
Questa volta stava semplicemente in piedi intento a leggere, forse. Sempre cose di lavoro sicuramente.

Che strano…non si stanca mai?

Lo osservò a lungo senza nemmeno accorgersene. Anche se la vista non era ottimale, riusciva a intuire che fosse un po’ stanco nonostante fosse ancora mattino presto.
Era sempre vestito di bianco meno il gilet e la camicia nera.
Rufus si girò al che Tifa distolse immediatamente lo sguardo e fece per alzarsi in piedi con uno scatto veloce.

"OUCH! MA PORCA..!!"

Era sbattuta con la testa contro la scrivania provando un dolore lancinante. Si sentì così stupida che sperò che fosse stata solo una sua impressione quella che lui, per un attimo, le avesse ricambiato lo sguardo.
Massaggiò la testa e si alzò riprendendo le sue faccende cercando di sembrare disinvolta.

...che figura...

"Tifa..? Sei davvero tu?"

Tifa si girò e vide Reno affacciato alla sua porta con il suo solito completo blu da ex-Turks.

"Reno...Reno! Aspettavo proprio di incontrarti!"

Reno sembrò felice di vederla, ma qualcosa dentro di lui lo mise allerta quando lei gli si avvicinò con fermezza.

"E-ehi! Io non c'entro niente!" disse per precauzione.

"Ma cosa hai capito? Ci tenevo solo a farti notare che ho pulito lo sgabuzzino e se non vi dispiace lo vorrei usare come ufficio."

"Uhm?" Reno si guardò intorno. "...ma non è uno sgabuzzino. E' solo un vecchio ufficio."

"solo 'vecchio'..? Ah...lasciamo stare, va a finire che sembra che ce l'ho con te e mi dispiace. Vado a buttare queste scartoffie."

Reno fece per intrattenerla, ma non gli uscirono le parole giuste così lei fu lontana in poco tempo.
Rimase ad osservarla, ma poi con imbarazzo distolse lo sguardo e ritornò ai suoi passi.

[...]

"...ecco fatto. Spero che questi siano gli ultimi!"

Chiuse il cassonetto dell'immondizia e ritornò dentro l'azienda.
Si dispiacque quando ripensò a Reno. In realtà era stata contenta di averlo finalmente incontrato perchè era l'unica faccia amica a cui poteva rivolgersi e, non avendolo mai visto in giro prima di quel momento, aveva cominciato a credere che non lavorasse nel suo stesso settore.
Sperò che fosse ancora nei paraggi e si affrettò a ritornare al terzo piano, forse almeno avrebbe potuto scambiare due chiacchiere con qualcuno.
Girò l'angolo per prendere l'ascensore e...

SBAM

"Ah..!"

Guardò davanti a sé per vedere con chi si fosse scontrata e quel che vide non le piacque.

Rufus la guardò indignato. Tifa alzò lo sguardo e vide la sua candida giacca macchiata di caffé.
Difatti aveva un bicchiere di carta vuoto in mano, adesso.

"ehm..." Non seppe che dire. A Rufus non le veniva naturale chiedere scusa.

"Cosa puoi dire a tua discolpa..?" Sospirò pazientemente.

"Ehm...non potevo immaginare che girando l'angolo ci fossi tu."

"figurati. E' solo una giacca nuova di 450 guil. Che vuoi che sia." disse con sarcasmo e un po’ di amaro in bocca, ma non con cattiveria.

"Va beh, però anche tu a camminare con la tazzina in mano. Così sei un bersaglio facile!"

"Bersaglio..? Il distributore è qui dietro."

"Ah...eh, ehm-ehm io vado la, ciao."

Tifa girò i tacchi.

"perchè adesso torni indietro? L'ascensore è qui."

Lei gli si rivolse.

"preferisco le scale."

"Sei venuta verso l'ascensore solo per scontrarmi e farmi cadere il caffé addosso?"

"Va bene! Che vuoi?? E prendiamo questo ascensore!"

Velocemente premette il pulsante dell'ascensore e si sentì nervosa. In verità si era accorta di essere stata impulsiva e che Rufus in realtà aveva colto nel segno, ma lei era fatta così.
Non voleva salire con lui l’ascensore.
Le porte si aprirono e Tifa salì immediatamente senza guardarlo in viso. Rufus sembrò divertito della cosa.
Precedendola , pigiò il tasto che li avrebbe condotti al decimo piano.

"eh? Ma io devo andare al terzo piano."

"Mi hai guardato in faccia, finalmente."

Tifa si sentì nuovamente irritata e portò gli occhi verso un'altra direzione.

"..." ci fu un attimo di silenzio, poi Rufus riprese a parlare. "A dire la verità ti stavo cercando."

Si sorprese di quelle parole.

"Verrai con me nel mio ufficio, giacché devo anche cambiarmi."

Si limitò ad ascoltarlo senza proferir parola, anche se per un attimo si fece prendere dal panico. Si sentiva davvero poco rispettata, lì.

[...]

Rufus Shinra sfilò la giacca rimanendo con la camicia ed il gilet. L'ufficio era buio e Tifa lo guardò seriamente sperando di potersene andare il prima possibile.
Il ragazzo prese posto dietro la sua scrivania con fare autoritario e fece un gesto con la mano invitandola a sedersi. Lei lo ignorò e Rufus rise di nuovo.

"Qui mi credete tutti una cretina, non è vero?" disse con un tono nervoso, ma fermo.

Rufus smise, ma rimase con la sua espressione beffarda.

"Ho qui una cosa che ti piacerà." pigiò un tasto su quella specie di telefono che aveva già visto nell'ufficio di Scarlett. "...Tseng? Vieni nel mio ufficio un attimo." spense e ritornò a guardare Tifa.

Poggiò il mento sulle nocche delle dita quasi come ad aspettare la reazione della ragazza che, capendolo, distolse ancora una volta lo sguardo.

Le dava così fastidio, non riusciva nemmeno a spiegarsi perchè, ma sentiva che stava per scoppiare.
Rufus si alzò e le fu presto vicino.

"mi guardi sempre così sprezzante..." le prese il mento tra due dita e la rivolse verso il suo viso. "...eppure ti sto trattando fin troppo bene, non ti sembra?"

Sebbene il suo tono fosse basso e caldo, i suoi occhi dicevano tutt'altro e trasmettevano prepotenza e freddezza.

"Mi ha chiamato, presidente?" Tseng era appena entrato.

Rufus la lasciò facendo un gesto lento destando ancora più rabbia dentro Tifa. Quei gesti così delicati fatti da una persona che non lo era la infastidivano terribilmente.

Tseng era un uomo giovane, dall'aria molto seria e disciplinata. Molto alto. Portava ancora i suoi soliti capelli lunghi. Indossava un abito da lavoro scuro che sembrava essergli stato cucito su misura.
Rimase in silenzio aspettando che il presidente gli si rivolgesse.

"Tifa, ti presento il tuo nuovo collega di lavoro. Penso che voi due vi conosciate già." diede loro le spalle e tornò alla sua scrivania.
Nello stesso tempo, Tifa e Tseng si guardarono sconcertati e fecero per obbiettare, ma fu Tseng il primo a parlare.

"Presidente!”

“Cosa c’è? Non sono stato chiaro?”

“No, no…al contrario. Solo che…”

Rufus lo interruppe.

“Tifa Lockheart lavorerà con te.” disse quasi a voler sottolineare la chiarezza e la semplicità della frase.

“non ho nulla in contrario, ma non le sembra inappropriato?" si rivolse alla ragazza. "Non è per te." ritornò a Rufus che lo azzittì subito.

"Organizzale tu il lavoro. Sei tu il suo responsabile e devi rispondere di lei da adesso in poi. Adesso andatevene, ho da fare."

Prese una penna stilografica e cominciò a scrivere qualcosa. Tseng fece per parlare nuovamente, ma si bloccò. Si rivolse a Tifa e le fece segno di uscire.


[...]


"Ora non ne posso più! Possibile che sia sempre così?? Non da mai spiegazioni esaurienti e per di più ha quel modo di fare così..!"

Tifa stava perdendo le staffe. Sentiva che il primo ad odiare alla Shin-Ra era proprio LUI.
Tseng la raggiunse.

"Scusami. Io adesso...non saprei proprio che carica assegnarti. Ecco..."

Tifa avvertì che stava cercando solo le parole giuste per non farla mortificarla.

"Non ti preoccupare. Tanto qui tutti già si sono presi la libertà di parlarmi come vogliono. Che vuoi?" Gli parlò con schiettezza e con una punta di arroganza.

"Dammi ventiquattro ore. Modificherò la mia agenda in modo che possa organizzarmi. Sono stato preso anch'io alla sprovvista e non ho mai avuto un'assistente. Quindi...dammi solo oggi, va bene?" sembrò molto dolce.

Tifa strinse le spalle e poi se ne andò.

"Altro che scopa! Qui sono più uno straccio vecchio! Mi buttano dove capita!!"

Lasciò perdere l'ascensore ed imboccò le scale. Aveva bisogno di scaricare la tensione che aveva accumulato.
Non pensava a qualcosa in particolare, ma non riusciva a ritornare lucida e di buon umore.
Strada facendo, notò che si era già fatto pomeriggio inoltrato. Si sorprese di come passasse in fretta il tempo lì alla Shin-Ra.
In lontananza vide una stravagante capigliatura rossa.

"...ciao!" disse lei cercando di sorridere.

Reno si girò e fu felice di vederla.

"Ehi, che fai gli straordinari?"

Tifa rise leggermente stando al gioco. "...e di cosa?"

Reno salì le scale per esserle di fronte.

"Stai venendo dai piani alti. Che ci facevi lì? Ti fai conoscere in fretta."

"Dai che non è divertente. Mi ha fatto salire lo Shinra perchè gli ho buttato il caffé addosso."

"Ahia..!" disse scherzando. Tifa ammiccò, ma ad un certo punto sospirò e decise di confidarsi.

"Non so se sono io, ma non ce la faccio più. Questo lavoro mi sta solo facendo sbattere da una parte all'altra. Adesso mi hanno rifilato a Tseng come una sorta di punizione..."

Mentre Tifa si mostrava canzonatoria, Reno di colpo aveva assunto un'espressione seria.

"...Tseng? Ma dici sul serio?"

"sì. Proprio lui." disse distrattamente.

"Altro che punizione. Ti hanno fatto una GROSSA promozione! Tseng è l'assistente di Rufus. Potremmo dire senza problemi che è il vice-presidente."

Sentì di non aver capito bene, o per lo meno di aver capito, ma non aver afferrato completamente.

"Vice-presidente..?"

"Insomma, sei anche un mio superiore, adesso!" le disse quasi come si racconta una barzelletta. Tifa però non rise e rimase immobile sempre più perplessa.

"Ma lui era nervoso...e sembrava volermi solo irritare. Infatti io mi sono anche arrabbiata. Sono andata via incazzata..." pensò un attimo. "…Promozione? Quindi dovrei anche ringraziarlo..?"

"Eh, direi di sì."

Il tono di Reno era scherzoso, ma ora aveva dei toni strani, amari. Aveva ragione, lei cosa aveva fatto per guadagnarsi quella promozione? Non era nemmeno una dipendente.
Si sentì dunque in dovere di dire qualcosa per alleggerire la situazione.

"Beh...mi accompagni al terzo piano? Devo recuperare le mie cose nell'ufficio."

Reno annuì e scese le scale con lei.


[...]


Peee…pe…

“Ehi, bonaaaa…!!”

“Ma vaffanculo!”

Un clacson suonò nella già sovraffollata strada di Edge city. Era buio ed i lampioni dai toni giallastri erano l’unica fonte di luce. Molta gente si trovava in giro a quell’ora, sia ragazzini vogliosi di divertimento, che adulti, famiglie o coppiette appartate.
Tifa si trovava sul ciglio di una strada, poggiata su un muretto di cemento mentre beveva una piccola birra. Non si poteva godere una fresca serata in santa pace che subito qualche cafone le urlava dietro ‘bella’, ‘bona’, ‘vieni a farti un giretto’...
Era seccante, ma non più di tanto. Fin da ragazzina aveva frequentato ambienti poco adatti ad una giovane e di queste scenette ne aveva viste a bizzeffe. Lei stessa lavorava in un bar spesso malfrequentato. Oramai ci aveva fatto il callo.
La vera cosa che la infastidiva era l’essere giudicata solo per il suo aspetto. Ammetteva lei stessa di essere una donna dal fisico molto curvilineo e quindi desiderabile, ma lei lo aveva sempre esibito con disinvoltura. Anzi, ringraziava il cielo di avere questo carattere perché vedeva moltissime sue coetanee non mettere mai minigonne o vestiti carini per paura di quelle stesse stupide persone che poco prima l’avevano bussata.
Portò sulle labbra la bottiglia verde rimanendo sulle sue.
In realtà aveva altro per la testa…

Peeeeeeeeee……!

“Ora basta! Oggi qualcuno vuole essere pestato, eh?” Alzò gli occhi con furia e quando vide una grande moto nera e un Cloud perplesso, si bloccò. “…Cloud..?”


Perché faccio sempre le mie belle figure davanti a ‘lui’?? Logico che mi crederà sempre un maschiaccio!


“La solita cafona, eh? Io ti saluto e tu cerchi di prendermi a pugni?”


Pew…lo sapevo.


Si portò i capelli all’indietro.

“li vuoi spegnere questi fari che mi vanno dritto negli occhi?”

Cloud spense i fari della moto e la parcheggiò con non chalance sul marciapiede poi fu subito di fronte a lei.

“Da qua.” Disse.

Si prese la birra che Tifa aveva in mano e cominciò a berla. Tifa si poggiò sulle ginocchia.

“E io sono la cafona, vero? In ogni caso…cosa ci fai da queste parti? Prima ti ho chiamato, ma non hai risposto.”

“Ero fuori.”

Tifa pensò che fosse per il lavoro, ma si stufò di chiederglielo.
Si poggiarono sul muretto e rimasero in silenzio.

Una normale coppia di amici avrebbe provato imbarazzo in una situazione del genere, ma per loro non era così.
Al contrario, Cloud e Tifa passavano molte serate in silenzio e nonostante l’apparenza, lo trovavano persino piacevole. Si conoscevano da anni, non avevano nemmeno bisogno di parlare.
Tifa guardava il panorama denso di minuscoli e numerosi puntini luminosi e colorati.
Si girò verso Cloud e notò che lui stava facendo lo stesso.
Poggiò la testa sulla spalla del ragazzo chiudendo gli occhi per pochi attimi.
Si dispiacque che, come sempre, l’atteggiamento di Cloud nei suoi riguardi era sempre così…passivo. Non si lasciava mai andare.
 
Poco importava, voleva dire che si sarebbe goduta lei quel momento. Era così bello sentirsi così vicini a Cloud, avvertiva un totale senso di protezione. Avrebbe potuto addormentarsi lì, in quel momento.
Forse era anche per questo che Tifa portava abitualmente la minigonna. Le sue coetanee non avevano un Cloud protettivo come il suo.
Perché Cloud era protettivo con lei, anche se non lo ammetteva.

“Sai, alla Shin-Ra ora lavorerò per Tseng.”

“Alla Shin-Ra..?”

“Va beh, dai…il ‘centro di riabilitazione e qualcosa ’.”

Cloud rimase in silenzio.

“Dovrai svegliarti presto domani. Ti accompagno a casa.”

Tifa lo guardò quasi delusa. La cosa che le dispiacque di più fu che aveva dovuto abbandonare la sua posizione visto che lui si era alzato.
Sospirò e andò verso Cloud che intanto aveva già acceso la moto.


[…]


Non ci poteva credere, finalmente il suo primo VERO giorno di lavoro.

Erano le tre del pomeriggio e Tifa si stava preparando già da un quarto d’ora. Ci teneva a dare una buona impressione, almeno per la puntualità.

Dopo una veloce doccia fredda, apri l’armadio e guardò soddisfatta l’abito che intanto aveva comperato per l’occasione: una giacca grigia scuro, una gonna da lavoro dello stesso colore e una camicia bianca. Non era tipo da mettere abbigliamenti del genere, forse le era capitato di mettere una camicia solo una manciata di volte, non di più. Si guardò allo specchio e si sentì così diversa.


Uhm, così sono davvero poco ‘Tifa Lockheart’, però mi piace la linea che mi fa.


Si sentì soddisfatta della sua presenza. L’abito le aderiva bene addosso e le trasmetteva un che di ordinato, serio e professionale. Il suo lato più innocente la portò a pensare che in quel momento sembrava proprio una donna pronta per il lavoro.
Prese dalla scrivania una cartellina piena di fogli.

Questi li porto con me…ora ho davvero la possibilità di darli a quello lì.

Si chinò verso la specchiera per dare un ultimo ritocco al trucco. A differenza delle sue due amiche Yuffie ed Aerith, Tifa non perdeva mai molto tempo per truccarsi. Forse perché aveva già di suo delle ciglia lunghe e scurissime e delle labbra colorite, quindi quando doveva ritoccarsi si limitava solo a accentuare questi suoi punti forti.

Prese dall’armadio una borsa abbastanza capiente e se la mise a tracolla.
Infilò le scarpe col tacco e uscì per raggiungere la fermata dell’autobus.

[…]

Nel giro di una mezz’oretta fu lì, davanti all’edificio.
Prima di solcare la porta, le tornarono in mente tutte le cattiverie che aveva subito fino a quel momento e una parte di lei si chiedeva se sarebbe cambiato qualcosa visto che ora avrebbe lavorato ai piani superiori.
Decise di non pensarci.
Quel che sarà, sarà. Avrebbe lavorato sodo e avrebbe dato una Edge migliore a quei bambini.

Era dentro l’ascensore.
A causa della presenza di Rufus, non aveva mai fatto caso che l’ascensore avesse una facciata di vetro che permetteva di ammirare il panorama esterno. Era una vista niente male davvero. Dieci piani di altezza non erano pochi e si vedeva bene quasi tutto il quartiere.

Faceva impressione pensare che in passato la Shin-Ra ne avesse più di sessanta.

L’ascensore suonò, era arrivata a destinazione. Peccato.
Avanzò per il corridoio e poté ammirare con tranquillità il famoso piano dei “pezzi-grossi”.
Avevano ragione a chiamarlo così. Emanava un calore particolare. Curato nei suoi particolari e ben illuminato, Tifa non se ne intendeva, ma persino le porte avevano tutta l’aria di essere molto pregiate. Lungo il pianerottolo c’erano anche dei rigidi divanetti in pelle molto confortevoli. Sicuramente erano stati messi per le attese.

Si girò intorno per orientarsi e vide Tseng in un ufficio aperto, seduto dietro una scrivania.

Gli si avvicinò abbozzando un sorriso più di cortesia che di piacere.

“Tifa. Sei arrivata presto.” Si alzò anche lui e le si rivolse con fare accomodante. “Questo è il mio ufficio, starai qui con me. Ti stavo giusto istallando alcuni programmi sul computer per permetterti di lavorare. Prego, siediti.”

Le mostrò una scrivania posta ad L accanto alla sua. Tifa si sedette.

“Allora, ti faccio un veloce panorama. Dunque: Questo è un armadietto che ho fatto portare a posta per te. Potrai riporci tutto ciò che ritieni opportuno. È un tuo spazio personale.”

“Okay.”

“Qui invece c’è un archivio dove dovrai mettere tutti i lavori e le relazioni terminate in modo da averle sempre a portata di mano nel caso il presidente o altri ne avessero bisogno.”

Tifa poggiò il gomito sulla scrivania e fece un cenno con la testa.

“Infine, questa porta collega direttamente all’ufficio del presidente in modo da essere sempre in veloce contatto con lui.”

“Che bellezza.” Pensò ad alta voce la ragazza.

“Beh… al momento non so che aggiungere. Nel caso hai bisogno di chiarimenti io sono qui.” fece una pausa. “Ti chiedo solo di segnarmi il tuo numero di telefono. So che gestisci anche un bar. Magari puoi darmi anche quello.”

“uhm…okay.” Prese il foglietto che intanto le aveva allungato Tseng e cominciò a scrivere. Lui estrasse qualcosa dal taschino interno della giacca.

“E questo invece è il mio recapito” Tifa prese il bigliettino. Era decorato in maniera semplice, ma con stile. “dietro ho segnato anche il mio numero di casa, ma preferirei tu lo usassi solo in caso di necessità.”

Tifa lo guardò con sufficienza e sebbene si rese conto che non fosse quello l’atteggiamento giusto, non riuscì proprio a comportarsi diversamente. Era lì solo per dare fastidio perché Tseng visibilmente non aveva bisogno di un’assistente.

“…quali sono le tue competenze per quanto riguarda l’informatica?” chiese lui con discrezione.

“Mah…” ripensò a Cid e le scappò da ridere. “…a dire il vero non ce l’ho nemmeno un computer. Qualche volta vado a casa di Aerith e andiamo su msn…”

Tseng fu titubante e rifletté un attimo. Era chiaro che non si aspettava una cosa del genere, ma in questo caso Tifa non se la prese perché lei stessa ammetteva la sua incompetenza in questo settore.

“Comunque apprendo in fretta! Sono molto veloce in queste cose.” Lo disse quasi per rassicurarlo.

“Bene. Allora ti illustro velocemente i programmi che useremo più frequentemente. Per il resto…” si alzò un attimo dalla poltrona in pelle nera. “tieni questo. È un manuale sulle  funzioni di questi programmi, molto pratico e sintetico. Non ti chiedo di leggerlo tutto, ma se in questi giorni ci dai uno sguardo…”

“Ho afferrato.”

Tseng la guardò, poi si avvicinò a lei e prese a spiegare. Mentre apriva i programmi e le relative finestre, Tifa si rese conto che erano davvero sofisticati e complicati rispetto a quelli comuni, ma doveva imparare velocemente. Era quello il primo passo da fare per farsi notare e far arrivare a Rufus quelle carte.

Ecco. Parli del diavolo…

Rufus aprì la porta del loro ufficio, indossava la giacca e aveva una borsa da lavoro in mano. Doveva essere appena tornato da qualche parte.

“Buonasera, Tseng. Tra un quarto d’ora devo andare in riunione e tu puoi…uh?” il biondo si incuriosì nel vedere la figura di Tifa. “…già qui, Lockheart?”

Tifa rimase seria e strinse gli occhi quasi con sfida.

“è arrivata di buon’ora, presidente. Le stavo appunto spiegando il lavoro.”

Rufus ignorò palesemente Tseng che stava evidentemente cercando di mettere una parola buona sulla ragazza.

“Togli quella faccia. Sembri una talpa, oppure è la tua espressione naturale?” si rivolse a Tifa divertito.

“TALPA?? Tu…!”

“Ho da fare. Ci vediamo più tardi.”

Rufus salutò stando molto attento ad irritarla con la sua espressione beffarda e chiuse la porta dell’ufficio.
Tifa tremò per qualche attimo. Si sentì esplodere.

Bastardo! Se continua così io lo picchio! È entrato solo per pochi secondi ed è stato capace di farmi innervosire così..?!

Era incredula del potere che aveva su di lei quel ragazzo.

“Non te la prendere. Stava scherzando.” Tseng stava cercando, intanto, di rompere il ghiaccio. “…ad ogni modo, ti è chiaro quello che ti ho spiegato?”

Tifa cambiò espressione radicalmente e si rivolse all’uomo.

“Sì, abbastanza. Forse ci devo solo fare pratica.”

“Perfetto. Allora puoi cominciare anche adesso se te la senti.” disse con un tono dolce e tranquillo. Tifa annuì e lasciò che Tseng le spiegasse cosa doveva fare.

Rimasero un po’ di tempo a lavorare insieme quando Tseng buttò l’occhio sull’orologio.

“Tifa, mi devo allontanare per un paio d’ore. Credi di riuscire a fare da sola? Non è difficile.”

“Certo, va pure.” ecco il primo sorriso di Tifa nell’azienda. Tseng la ricambiò. Prese la giacca scura e si inoltrò fuori dall’ufficio.

La bruna si stiracchiò e guardò il desktop.

“Bene, computer della Shin-Ra. Dimostriamo a questi qui chi è Tifa Lockheart!”  Mise le mani sul computer.







Si distrasse un attimo guardando fuori dalla finestra e notò che era già passata un’ora.

Però, me la sto cavando bene!  Pensò tra sé soddisfatta.

Buttò l’occhio verso i primi piani e più precisamente dove doveva essere il suo primo ufficio/sgabuzzino. Quando era lì, riusciva a vedere l’ufficio di Rufus, quindi era curiosa di vedere se per lui fosse lo stesso.
Dalla visuale di Tseng si intravedeva appena un angolo della scrivania e dedusse quindi, essendo la vetrata di Rufus parallela alla finestra di Tseng, che dal punto di vista del ragazzo il suo ufficio si vedesse benissimo. Per un attimo si sentì imbarazzata.

Osservò la porta che comunicava direttamente con l’ufficio di Rufus.
Era chiusa. Era da tutta la mattina che non lo aveva visto uscire. Come riusciva a mantenere un ritmo simile?
Poi non solo un giorno o due…ma settimane e settimane.
Spesso pensava che forse il lavoro fosse il suo unico impiego. Altrimenti come avrebbe potuto reggere?

BIP!

Tifa guardò il computer e notò che si era appena aperta una finestra di avviso.
Lesse velocemente.

“L’applicazione…bla, bla bla…termina programma. Okay.” Lesse ancora. “chiudere? Certo!”

Chiuse il banner e ritornò al suo lavoro. Poco dopo ricomparve di nuovo.

BIP!

“Ma cosa vuole? Ho detto che puoi chiudere!”

Chiuse di nuovo la finestra che si riapriva tempestivamente. Chiuse diverse volte e assieme al precedente avviso, se ne aggiunsero altri con contenuti diversi.
L’avviso continuava ad aprirsi insistentemente così Tifa cominciò a picchiare il computer.

BIP!

“Brutto figlio di…!”

“Che stai combinando? Eppure quel pc non è nemmeno tuo.”

Rufus era entrato sorseggiando un caffé.
Tifa lo guardò distrattamente, non aveva proprio voglia di parlare con lui.

“Ops!” Rufus, avendo il caffé in mano, si ritrasse proprio per prendere in giro la ragazza alludendo palesemente all’episodio del loro precedente incontro.

“Spiritoso…” Tifa non stette al gioco.

Invia..? Errore nel sistema? Ma che vuoi, stupido PC!

“Qualche problema? Vuoi che ti insegno a muovere il muose?” rise.

“NO, grazie!” disse a denti stretti. Nervosa un po’ per la sua presenza, un po’ per il computer.

“Va bene. Vado a salvare il progetto. Ci sto lavorando da tre giorni e finalmente l’ho finito…” sospirò stanco parlando fra sé.

Appena si girò Tifa cominciò a premere i tasti un po’ a caso e si ritrovò davanti una schermata piena di codici e cartelle.
Cercò di non lasciarsi prendere dal panico e soprattutto di non combinare casini. Comparve il solito banner.
Notò a sua grande gioia che, dopo averlo chiuso ripetutamente per l’ennesima volta, era comparsa una scritta in una finestra rossa con su scritto ‘esc’.

“Si! ‘Esc’, finalmente!”



Pigiò il tasto entusiasta e…il buio totale.



Il computer si era spento e con esso tutto l’impianto elettrico di quel piano. Sperava solo quel piano.
Si guardò attorno spaesata.

“Ma che ca…?”

“Ma che diavolo hai fatto??” Rufus era rientrato nell’ufficio e guardò Tifa accigliato e incredulo, senza pensare neanche per un secondo che si fosse rivolto alla persona sbagliata. Subito la ragazza corse ai ripari.

“Io non ho fatto niente! Ha fatto tutto lui!”

Rufus alzò leggermente i toni.

“Hai fatto andare in blackout l’azienda! Come diavolo hai fatto?!” disse a metà tra l’incredulità e la rabbia.

“Ti ho detto che non lo so!!” Tifa alzò i toni ancora più forte di lui.

Il presidente cominciò a parlare fra sé sbiancando.

 “…il mio lavoro…erano tre giorni, è stato un duro lavoro ma l’avevo finalmente finito. Stavo salvando…” girò velocemente il volto verso Tifa.
“ e tu…!”

“presidente! È scattata la luce di emergenza. Il signor Baldwin è arrivato e sembra nervoso…”

“LO SO.” Disse con molta fermezza. Tifa deglutì.

“Prendi quelle carte.” Le indicò dei fogli sulla sua scrivania. Tifa annuì capendo che non era il momento di fare storie.

Intanto Rufus prese a camminare e Tifa intuì che dovesse seguirlo.
Rufus aprì una doppia porta infondo al corridoio ed entrò. Tifa stava per fare lo stesso, ma lui la bloccò.

“Che fai? Da qua.”

Tifa rimase immobile mentre lui le sfilava i fogli da mano.

 Clank…

Chiuse la porta dietro di sé.

“Ma senti questo..!”

Che devo fare…dovrò aspettarlo? E per quanto tempo??

Le luci si accesero di colpo e Tifa provò sollievo nel costatare che il problema da lei causato era stato risolto. Si poggiò sul muro e attese pazientemente.

Certo, avrò anche sbagliato, ma non è giusto che sia sempre così fastidioso con me.

Guardò l’orologio e si ritrovò a pensare che oramai Tseng sarebbe dovuto tornare a minuti visto che erano sicuramente passate più di due ore da quando era uscito.
Si stava facendo buio e l’edificio ora sembrava bianco candido per via delle numerose luci artificiali presenti nel corridoio.

Rufus uscì dalla sala e salutò alcune persone dall’aria distinta. Fu felice di vederlo dopo appena venti minuti.

Lasciò che se ne andassero via per rivolgergli la parola. Sentì il dovere di dirgli qualcosa. Infondo gli aveva creato un problema con quel computer e non aveva voglia di dargli motivo di punzecchiarla.

“Ehm…comunque vedrò di stare più attenta.” Disse.

“Lo spero perché fino ad adesso mi stai creando solo disagi.”

Tifa lo guardò nervosa. Che ci perdeva a dirle qualcosa di un po’ più incoraggiante..?
Rufus guardò l’orario e scostò la frangia dal viso.

“Si è fatta ora. Puoi andare, ormai chiudiamo.”

Mise una borsa sulla spalla e se la sistemò. Tifa fece per tornare nell’ufficio e prendere i suoi effetti e andare via. Voleva solo riposarsi e concludere il prima possibile quel stancante primo giorno di lavoro.

“Ah, a proposito…”

Tifa si girò seccata. Che altro voleva?

“guarda che la tua gonna è troppo corta e poco seria per venire qui a lavorare.” disse indicando con gli occhi la gonna scura della ragazza.

Tifa sbarrò gli occhi indignata al sorriso malizioso del ragazzo.

“ANCHE QUESTA?? MALEDUCATO CHE NON SEI ALTRO!”

Rufus non ebbe il tempo di reagire che subito Tifa gli diede un pugno centrando il viso.

“OUCH!”

Il ragazzo portò subito la mano sul naso e questa si sporcò di sangue.

“Sangue..?! Tu…MI HAI SPACCATO IL NASO!”

Tifa rimase a bocca aperta.

“Ops…”


“Che stanchezza, presidente, la cercavo…” Tseng era appena tornato. Stanco, ma soddisfatto. “ho appena terminato con successo il servizio e…presidente?”

Guardò Rufus che non faceva altro che toccarsi il naso, scioccato.

“Ah! Il naso! Mi hai spaccato il naso! Il sangue!”

“Fermo! Aspetta! Sì, alza la testa! Io vado a prendere dei fazzolettini!” disse la ragazza presa dal panico.

Tseng assisté inerme all’infelice scena.

“Maledetta, Lockheart!”

“Ti ho detto tieni alzata quella testa!!!”



[…]


Ed ecco che Tifa perde le staffe e picchia Rufus! mettendomi nei suoi panni, non deve essere per niente facile avere a che fare con un tipo come lui. La esaspererà molto!
Ma è così che mi piacciono. Dopotutto vengono da due mondi diversi. è proprio questo il bello di loro.
Quanto adoro questo pairing. Tra due personaggi come loro può accadere di tutto e di più. Cose che non sono possibili con tutti i tipi di pairing.
Ho inserito una scena anche con Cloud. Mi piace molto immaginarli in situazioni simili e ci tengo che nella mia fic emerga un po' di CloTi. E' impensabile dopotutto una Tifa non interessata a lui.

Ho pensato di accompagnare la fanfiction con delle descrizioni sui personaggi e sulle situazioni.
Comincerò appunto con la protagonista: Tifa.


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Tifa Lockheart

 

Età: 20 (in Final Fantasy VII) 22 (in Final Fantasy Advent Children)

Altezza: 1.65

Capelli: castano scuro.

Occhi: color ambra

Data di nascita: 3 Maggio

Luogo di nascita: Nibelheim

Residente a…: Midgar/Edge

Tecnica di combattimento: arti marziali

 

 

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CHI E’: Tifa ha vissuto fino all’età di quindici anni a Nibelheim. Dopo essere rimasta orfana, perdendo l’amato padre per mano di Sephiroth (la madre la perse giusto l’anno prima) e dopo aver visto il suo paese completamente devastato, si recò a Midgar dove trovò lavoro nel settore VII come barista. Il suo Bar, il Seventh Heaven, era in realtà il covo degli AVALANCHE, oppositori della Shin-Ra, un’industria multinazionale di energia alternativa che trae profitto attraverso l’impiego del MAKO che altro non è che il Lifestream. L’energia del pianeta.

Dopo quello che le era accaduto a causa della Shin-Ra, dell’energia MAKO, di Sephiroth e dei SOLDIER, Tifa non ci pensò due volte prima di entrare nella banda.

La sua vita prese una nuova svolta quando tra le ferrovie della città incontra Cloud Strife, suo vecchio amico nativo anch’egli di Nibelheim e lo convincerà ad unirsi agli AVALANCHE. Tuttavia presto si renderà conto che in Cloud qualcosa non tornava. I suoi ricordi, i suoi atteggiamenti…

Per paura, per proteggerlo, preferirà assecondarlo e non dirgli nulla, ma si pentirà di questa scelta e farà di tutto per rimediare fino ad entrare nel suo inconscio per aiutarlo a guarire.

Sarà proprio in questo periodo che il loro rapporto sfocerà in qualcosa di speciale.

 

Nel film di Advent Children vedremo che Tifa aprirà nuovamente il Seventh Heaven, ma che si occuperà anche di un’agenzia di trasporti gestita da lei e Cloud, il Delivery Strife Service. Vive prendendosi pazientemente cura di Marlene (figlia di Barrett) e di Denzel, oltre che di Cloud con il quale sta costruendo un rapporto non poco contrastato.

 

CARATTERE: Tifa è una ragazza molto ottimista e dolce. Sempre pronta e proteggere ad aiutare gli altri fino all’ultimo. Spesso si lascia andare allo sconforto, ma le basta poco per ritrovare la carica giusta.

Avendole la vita posto molteplici difficoltà, ha dovuto imparare a cavarsela da sola così la dolcezza e la cortesia che la caratterizzano spesso e volentieri danno spazio alla sua determinazione e alla sua forza. Essendo una ragazza vissuta nei bassifondi, inoltre, è dotata di una lingua molto tagliente e di una schiettezza spesso inaspettata.

 

NOTE: Tifa ha un incredibile abilità nelle arti marziali. Era una delle migliori allieve del suo maestro Zangan di Nibelheim. E’ anche un’abile pianista. Lo dimostrano gli spartiti nella sua stanza ed il pianoforte (grazie al quale possiamo persino ottenere una limit).

 

 

NELLA MIA FANFICTION: Ci tengo a precisare che per me Tifa è quella presente in Final Fantasy VII. Dunque la sua personalità è stata tratta soprattutto dal questo titolo. Nel film di Advent Children viene mostrato solo una parte del suo carattere, quello decisamente più morbido e discreto, quando lei era sì una ragazza del genere, ma era anche una ragazza tenace che non ci pensa due volte ad attaccar briga con qualcuno o ad agire d’istinto (anche perché abituata ad avere a che fare con gente di ogni tipo, viveva pur sempre nei bassifondi). Ecco io ho voluto evidenziare questo lato di Tifa troppo spesso ignorato. Per di più nella mia storia lei ha a che fare con gli ex-membri Shin-Ra, dubito che Tifa ci penserebbe più di due volte prima di sferrare un pugno a qualcuno. Con quello che ha subito per causa della loro azienda…

 

 



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Un grazie caloroso a Taiga, Shuriken e Stuck che mi hanno recensita. Ho cercato di ingrandire la scrittura come mi avete chiesto^^ ma più di così mi sa che non posso, mi spiace!
Passo alle vostre recensioni!


Shuriken:
mi fa piacere che continuerai a seguirla! Nelle fanfiction cerco sempre di pesare bene le parole che uso, impegnadomi ad esprimere la mia l'idea quanto meglio riesco. Dunque sono contenta che tu abbia valutato anche questo aspetto! Grazie! Mi fa piacere che ti piaccia il mio stile.
 Io adoro il triangolo AerithxCloudxTifa! Era una situazione che mi premeva inserire. Inoltre non essendo proprio una grande ammiratice del pairing CloTi mi fa piacere sentirmi dire da te che ho reso bene la loro complessa situazione nonostante io non mi lo condivida in pieno. Per quanto riguarda "pigiare", ho corretto. Non mi sembra sia un termine dialettale, ma onde evitare ho preso di buon grado il tuo consiglio e ho rimediato!
Per quanto riguarda Tifa...come ho scritto, lei è molto dolce ed altruista, ma rimane pur sempre una ragazza che è abituata a vedersela da sola da quando aveva 15 anni. Inoltre ha sempre vissuto nei bassifondi, un ambiente non molto rassicurante. Per di più nella mia mia fanfiction lei ha a che fare con delle persone che le hanno distrutto la vita e hanno determinato quello che lei è adesso. Immagino che questo l'accenda molto. Ovviamente, come hai detto tu, a questo si aggiunge anche l'interpretazione personale. Ad esempio io ho tenuto molto presente Tifa di Final Fantasy VII  ritenendo la Tifa di AC molto "riduttiva" nel senso che viene mostrato di lei solo un lato del suo carattere, trascurando un pò quello dinamico ed istintivo che la caratterizzava nel gioco!

Taiga Aisaka: Come avrai notato ho risolto ingrandendo il carattere della fanfiction. Spero che così sia di tuo gradimento. I punti "hot" arriveranno...tranquilla! Una pairing così come non potrebbe averne..?
I primi capitoli sono sempre difficili da delineare. In questo caso già erano accadute troppe cose: Tifa che incontra Reno, decide di lavorare e dirigere dei  lavori in favore di Edge, scopre che nessuno avrebbe approvato nulla nell'azienda e che Rufus si beffeggia solo di lei, per di più ci sono anche piccoli riferimenti alla sua situazione sentimentale...
Un bel casino, insomma!! XD Quindi  ho ritenuto opportuno usarlo in pieno questo primo capitolo per spiegare da subito che tipo di situazione si ritroverà ad avere a che fare.  
Io cerco sempre di trasmettere l'espressività che vorrei che avesse una determinata battuta o pensiero, per questo utilizzo la punteggiatura. Un qualcosa che uso senza troppe remore soprattutto per quanto riguarda i personaggi più passionali come appunto Reno o Tifa quando si innervosisce. Rufus invece è molto serio seppur stronzo, quindi con lui cerco di essere più moderata. Se metto un punto esclamativo è perchè voglio che quella battuta sia letta in un certo modo, insomma^^
Sono contenta che tu mi abbia recensita! Non esistono né fanfiction, né fan su di loro, ci tengo quindi a far conoscere e apprezzare questo paring**

Stuck93: Beh, accade il tutto in maniera molto differente a parte qualche situazione analoga. Comunque mi fa piacere tu l'abbia apprezzata. Reno è un personaggio che ci tenevo a inquadrare. Voglio fare che con Tifa ha un rapporto un pò singolare. Molto alla mano. Così l'ho sempre immaginato. Una base di stima, ma comunque un po' opposti. Mi sono fatta questa idea per via del film advent children. Continuami a seguire sarò contenta di sapere la tua opinione!

Alla prossima!!

    



  
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