Storie originali > Romantico
Segui la storia  |       
Autore: GeoFra    19/03/2019    1 recensioni
“Prima di fare colazione penso a sei cose impossibili...”
Se Charlotte dovesse stilare una lista scriverebbe:
1. Arrivare in ritardo il primo giorno;
2. Sbattere contro un tipo rovesciandogli il caffè addosso;
3. Essere invitata fuori da un gnocco pazzesco dopo una figura di merda;
4. Finire in “punizione” per sbaglio;
5. Rivelare un segreto alla persona sbagliata;
6. Trovarsi nella situazione di non saper scegliere;
***
Quando Charlotte si scontra con Aaron Lewis macchiandogli la camicia, come nei più classici film d'amore, non sa ancora che quel ragazzo renderà la sua vita all'Università di Los Angeles molto più movimentata e che lei fra gli oroscopi della sua migliore amica e le battute dei due gemelli dovrà cercare di arrivare a fine anno con i nervi intatti.
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Universitario
Capitoli:
 <<  
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Capitolo 12 - Oops

 

 

“A una goccia

ho parlato di te.

Lei non ha mantenuto il segreto.

 

Ora tutta la pioggia

ripete il tuo nome.”


[Charlotte]

 

Una volta rientrata alla festa andai alla ricerca di Kim, dovevo assolutamente raccontarle cosa era appena accaduto.

Guardai verso il centro della sala dove tutti stavano ballando ma non la trovai, mi girai verso il bar sicura di averla vista in giardino, ma non la vidi nemmeno lì.

Mi diressi verso quello che mi sembrava fosse il corridoio per il bagno quando vidi uno dei gemelli, decisi di andargli incontro alla ricerca di informazioni.

«Ehi, hai visto Kim? La sto cercando da mezz’ora..» esordii io.

 

«La sto cercando anche io, è sparita!» rispose lui.

«Cerchiamola insieme allora, non può essere lontana» bofonchiai e mi incamminai spedita verso una sala piena di gente, impigliando il vestito in un vassoio sporgente facendo cadere una ciotola di patatine.

 

Merda, sono ancora sbronza!

 

Lui rise e mi affiancò, reggendomi per le spalle: «Occhio a non cadere! Ti sei presa una bella sbronza! »

«Sì, beh ne avevo bisogno… » borbottai.

Lui inarcò un sopracciglio.

«Perché? Kim parla molto di te, sembri una ragazza coscienziosa, non una che gira sbronza a una festa rovesciando ciotole di patatine e ho notato che Kim le capisce bene le persone» disse, con una voce che mi parve carica di ammirazione nei confronti della mia migliore amica.

Sbuffai e incrociai le braccia, mentre cercavo un briciolo di lucidità per riordinare i pensieri.

 

«Tu a Kim piaci molto lo sai vero?» dissi di getto, guardandolo.

Avevo avuto l'impressione che anche a lui ricambiasse quel sentimento.

Lui mi guardò stranito per un secondo, ma io continuai senza farlo parlare.

«Come hai detto tu lei non sbaglia mai con le persone, ha questo infallibile sesto senso, quindi se lei si fida di te posso farlo anche io… E poi tu sei anche il migliore amico di Aaron, vero Jacob? » domandai, cominciando a parlare a ruota libera.

 

Lui annuì lentamente, mentre mi squadrava con crescente curiosità.

«Ho bisogno di un consiglio, perché è appena successa una cosa e io non so cosa fare.. » esalai, torcendomi le mani.

Ci eravamo fermati davanti alla scalinata del salone principale, ma nessuno sembrava fare caso a noi nel caos della festa.

 

«Che consiglio? È successo qualcosa con Aaron? » domandò subito lui.

Feci un respiro profondo e dissi: «Ci siamo baciati qualche minuto fa.. È stato assurdo, non avrei.. »

«Cosa? Davanti a tutti? » lui interruppe il mio flusso confuso di parole.

«No, eravamo al gazebo e mi ha baciata lui, ma io ho ricambiato, ora non so cosa fare perché in mezzo c’è anche Alexa.. »

Lui fece una smorfia e si guardò intorno.

 

«Aspetta, devi promettermi di non dire nulla… Jacob, devi giurarlo su Kim! » esclamai aggrappandomi al suo braccio.

Lui mi guardò per un istante e poi con molta lentezza disse: «Se conosco bene Aaron al momento sarà parecchio confuso, insomma siamo sempre al compleanno della sua ex, vado ad assicurarmi che stia bene e non faccia sciocchezze, tu cerca Kim!» mi congedò con una breve stretta al braccio e sparí nella folla.

 

Rimasi immobile contemplando le sue parole.

La testa mi girava in una maniera preoccupante e mi ripromisi che non avrei più toccato una goccia di alcol.

In quel momento sentii due voci ridere forte in cima alle scale, alzai lo sguardo e vidi con profonda gratitudine scendere Kim con l’altro gemello.

 

«Grazie al cielo, io e Jacob ti abbiamo cercata ovunque» dissi, abbracciandola.

Lei si staccò guardandomi confusa.

«Volevi dire James, Jacob è sempre stato qui con me» indicò il gemello dai capelli arruffati accanto a lei.

«Cosa… No » la contraddissi, ma poi mi mancò la terra sotto i piedi.

 

Il vero Jacob si sporse verso di me, osservandomi con la stessa espressione che mi aveva rivolto il fratello neanche due minuti prima.

«James mi stava cercando?»

Mi aggrappai alla ringhiera, mentre uno svarione mi faceva girare la testa.

«Devo andare in bagno, mi accompagni?»trillò Kim, aggiungendo poi a denti stretti: «Devo raccontarti una cosa.. ».

 

«Aspetta un momento» sussurrai con voce flebile, sentivo la temperatura corporea salire.

«Tutto bene Charl? Vuoi che andiamo a prendere un po’ di acqua? Sei diventata un po’ pallida» domandò Kim, improvvisamente preoccupata.

«Io vi ho confusi!» esclamai impettita, puntando un dito contro al vero Jacob.

 

Lui rise piano e disse con dolcezza:

«Non sei la prima, cinque minuti fa una tipa del mio anno si è dichiarata ubriachissima convinta che fossi James… Succede spesso alle feste, non la prendere male!» mi spiegò sorridendo divertito.

Gli diedi una lieve spinta, mentre il panico si impossessava di me.

«Io ho raccontato una cosa personalissima a tuo fratello, convinta che fossi tu! Spero abbia almeno la decenza di tenersela per sé »

Lui strabuzzò gli occhi confuso.

«Cosa gli hai raccontato? » intervenne Kim curiosa.

 

«Non ho più voglia di parlarne ora, non mi fiderò mai più di voi due» sbottai imbronciata, incrociando le braccia.

Jacob rise piano.

«Perdonaci, Charlie… Vado a cercare James e gli faccio tenere la bocca chiusa, tranquilla» mi rassicurò, salutò Kim con un bacio sulla guancia e sparí nella folla.

 

«Sì può sapere che è successo? A me puoi dirlo» Kim mi abbracciò.

«Andiamo in bagno.. » bofonchiai contro la sua spalla.

 

***

 

Chiusa a chiave la porta del bagno cominciai a raccontarle tutto, dall’incontro di Kevin al confronto con il Jacob sbagliato.

 

«Dopo il bacio ci siamo staccati e io me ne sono andata per venire a cercarti, non so se ho fatto la cosa giusta! Ho incrociato James, ma da come parlava di te… Non saprei mi ha dato l'impressione di essere Jacob, credo di essere ancora ubriaca e non mi sono nemmeno fermata a chiedergli conferma, anche se più di una volta l’ho chiamato Jacob lui è stato al gioco… Bastardo! » mi sfogai come un fiume in piena mentre Kim mi ascoltava attenta.

 

«E ora paura che James possa dirlo ad Alexa siccome sono così tanto amici, diamine ho combinato un casino!» esclamai, infilandomi le mani fra i capelli.

Kim mi prese le mani e disse con sicurezza :

«Tranquilla, Jacob sistemerà tutto e James non si permetterebbe mai di rovinare la festa ad Alexa dicendole del bacio con Aaron, quindi abbiamo un po’ di tempo, ma tu devi assolutamente capire cosa vuoi. Mentre sei sparita Kevin è venuto a parlarmi ed era sinceramente preoccupato per te, devi schiarirti le idee prima che qualcuno rimanga ferito da tutto questo intreccio»

 

***

 

Lunedì mattina mi svegliai con un mal di testa allucinante così decisi di scendere a prendermi un caffè.

 

Magari mi riprendo, pensai.

Avevo passato ieri pomeriggio a dormire e a studiare chiusa in stanza con Kim, non avevamo avuto la forza di mettere il naso fuori anche perchè eravamo indietro con appunti e saggi da scrivere.

 

Mi feci una doccia e poi mi vestii con calma, mi diressi poi verso la porta cercando di non svegliare la mia compagna di stanza.

 

Presi le chiavi e feci per uscire quando inciampai su qualcosa.

Guardai verso i miei piedi e trovai una canotta da basket con sopra un bigliettino:

“Ti aspetto alla partita venerdì sera alle 20.

Mi farebbe piacere vederti con il mio numero.

- Aaron

 

Ps. Dopo la partita se ti va possiamo andare insieme da qualche parte.”

 

Raccolsi la divisa e la infilai nello zaino, poi strinsi il biglietto, lo lessi ancora una volta per poi riporlo nella tasca dei jeans.

 

Stava succedendo davvero?

 

Un sorriso si fece largo sulle mie labbra e mi rimase impresso lungo tutto il tragitto verso l’aula di Filosofia.

Feci per varcare la soglia quando vidi una figura raggiungermi correndo.

 

Kevin si fermò davanti a me con il fiatone e poggiò il palmo della mano sul muro impedendomi di entrare.

 

«Speravo di incontrarti fuori dal dormitorio, non ti ho più incontrata dopo la festa...»

«Io e Kim abbiamo chiamato un taxi perchè eravamo stufe» spiegai, evitando il suo sguardo.

Non l’avevo più visto dopo il bacio con Aaron e dopo lo scambio dei gemelli avevo convinto Kim a levare le tende, perchè non sopportavo più la vista di nessuno.

 

«Capito! Beh, non ti sei persa nulla… Alexa e Aaron hanno concluso la gran serata addormentandosi insieme sul divano all’ingresso e abbiamo colto l’attimo per disegnare loro sconcerie sulla faccia» Kevin rise ed estrasse il telefonino mostrandomi una foto sul display.

 

Mi precipitò lo stomaco sotto le scarpe: la foto ritraeva Alexa con il trucco sbavato e i capelli scompigliati stretta al fianco di Aaron, il quale aveva un braccio intorno alle sue spalle e teneva gli occhi chiusi come addormentato.

Alexa aveva un enorme pene sulla guancia, disegnato con il pennarello nero e Aaron aveva dei testicoli abbozzati sulla fronte.

Mi pizzicarono gli occhi e distolsi velocemente lo sguardo.

 

Era tornato da lei dopo il nostro bacio?

 

Kevin mise via il cellulare, squadrandomi attento.

«In realtà sono venuto a cercarti per un altro motivo» cominciò Kevin, aprendo la borsa a tracolla.

Lo fissai priva di entusiasmo.

 

Vedere quella foto mi aveva totalmente svuotata.

Aaron non aveva minimamente dato peso al nostro bacio se appena ero sparita aveva colto l’occasione per avvinghiarsi nuovamente ad Alexa.

Tutto ciò che mi aveva detto erano cazzate: stava cercando di approfittarsi di me e di manipolarmi.

Rimasi talmente ferita da quel pensiero che non sentii nemmeno cosa stava dicendo Kevin.

 

«Cosa scusa?» lo interruppi tornando alla realtà quando lo vidi fissarmi interrogativo, porgendomi la maglia della sua divisa da basket.

«Verresti alla partita di venerdì a vedermi giocare? è molto importante per me, ci sono un paio di allenatori famosi che vengono a guardarci giocare!» ripetè lui paziente.

 

«Non lo so, forse ho un impegno» mentii con voce atona.

 

Non avevo più voglia di andare a nessuna partita.

 

Lui aggrottò la fronte e spinse la maglia contro le mie mani.

«Ti prego vieni, fallo per me… Sei il mio portafortuna» mi supplicò Kevin.

La sincerità e l’affetto che lessi nel suo sguardo mi ferirono profondamente e non lo riuscii a sostenere a lungo.

 

«Mi dispiace Kev, sono un disastro in queste cose, sicuramente una come me è meglio perderla che trovarla» bofonchiai a disagio.

«Cazzate, io venerdì ti aspetto… Charlotte io non ho intenzione di perderti» disse lui afferrandomi il mento e alzandolo per guardarmi dritto negli occhi.

 

Se possibile mi sentii ancora peggio.

 

«Ti faccio sapere» lo salutai, passandogli sotto il braccio ed entrando in aula.

 
___________________
Salve ragaaaa! Grazie a tutti quelli che hanno aggiunto la storia alle seguite/preferite. Vi è piaciuto l'inganno dei gemelli? Fateci sapere cosa vi passa per la testa :D -GF.
   
 
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<  
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Romantico / Vai alla pagina dell'autore: GeoFra