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Autore: martaweasley    19/03/2019    0 recensioni
Sono Anne Rosie Withman e ho ventitré anni. Mi sposerò a venticinque anni e a ventisette avrò il mio primo bambino. C'è solo un piccolo problema, per il mio piano ho bisogno di trovare la mia anima gemella, ma non è mica facile, sapete?
Così ho ideato un piano, cercherò la mia anima gemella, tra i miei amori platonici, amori del passato ai quali non mi sono mai dichiarata. Sono sicura che l'amore della mia vita sia tra loro.
Dal testo:
«Ma perché l'amore della tua vita dovrebbe essere uno di questi cinque ragazzi?»
«Mamma per la milionesima volta, è come nei film: una ragazza si innamora, ma non viene corrisposta e lei non si dichiara, ma dopo anni lei e lui si rivedono e BOOM! Nasce l'amore. Sono sicura che sarà così anche con me e uno dei cinque ragazzi»
«Tra me e tuo padre non c'è stato nessun BOOM! Come dici tu, ci siamo innamorati pian piano e non ci siamo mai persi di vista, lui era il mio migliore amico»
«Lo so, però fidati di me, il mio principe azzurro è uno tra quei cinque ragazzi»
Genere: Commedia, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago, Universitario
Capitoli:
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3. Is This A Date?




Finora mi ero limitata a pensare al piano solo teoricamente, però adesso... adesso! 
Cosa devo fare?

Come faccio a capire se è lui quello giusto?

«Ecco la tua ordinazione» dico poggiando goffamente le cose sul tavolo, almeno non le ho fatte cadere. 
«Siedi qui con me, ti va?»
«Si, mi va»
Grazie al cielo, le mie gambe sono talmente molli che se non mi fossi seduta subito sarei caduta a terra. 
Che bel sorriso. 
Ma è vero? 
Come fa a essere così splendente? Mi acceca. 

In un modo o nell'altro mi ritrovo a passare gran parte del pomeriggio al tavolo della caffetteria con lui. 
Visto che è il figlio del capo nessuno ha fatto storie per il fatto che sono rimasta seduta con lui. 
È così facile parlare con lui, sì lo ammetto all'inizio ero un po' in imbarazzo, ma Richard è così solare e gentile, riesce a farmi sentire bene e tranquilla. Abbiamo parlato dei bei vecchi tempi, di quando eravamo bambini e giocavamo spensierati al parco giochi, o di quando alle elementari la maestra di matematica se la prendeva sempre con noi due, per ogni cosa. I gemelli del caos ci chiamava, come se fossimo solo noi a fare casino durante le sue ore.

«Ti ricordi di quando ci siamo nascosti in giardino per non tornare a casa?»
«Certo che mi ricordo! Lo facevi solo perchè non volevi tornare a casa per fare i compiti»
«Non era l'unico motivo» mi risponde sorridendomi.

Santo Zeus che dentifricio usa? Non possono essere veri, ci vogliono gli occhiali da sole per guardargli i denti.

«Ah no?» chiedo curiosa.
«Mi piaceva stare con te, mi divertivo e non volevo andarmene»

Oh cielo. 
Non me l'aspettavo. 
L'ha detto così semplicemente. Perchè mi continua a guardare sorridendo? 
Anche i suoi occhi sembra che mi sorridano. 
Che caldo. Sono l'unica a sentire caldo?
«Anne tutto bene? Ti ho messo in imbarazzo?»
E adesso perchè sfoggia quel ghigno divertito? Si sta divertendo a vedermi così imbarazzata? 
Non sarà per caso sadico?
«No ecco io... non me l'aspettavo tutto qui»
«Non ti aspettavi che ti dicessi che mi piaceva passare il tempo con te? Eri la mia migliore amica»
Ah Già. 
Ero la tua migliore amica.
«Si, hai ragione. Si è fatto tardi, sarà meglio che mi rimetta a lavoro»
Mi alzo senza dargli tempo per ribattere, anche se non da l'impressione di volerlo fare. 
Abbiamo parlato per lo più della nostra infanzia, dei bei momenti passati a divertirci, ma anche del presente. Dei miei studi, la mia vita in città, e della sua. A quanto pare lui e Jenna l'arpia non stanno più insieme, si sono lasciati al liceo. All'università studia biologia marina e i venerdì sera suona in diversi locali con la sua band.  Ha una band! Suona la chitarra e dopo che me l'ha detto l'ho trovato ancora più affascinante.
«Quando riparti?» 
«Domani mattina, al pomeriggio ho una lezione» 
«Capito» mormora sempre con quel ghigno divertito. 
È contento che io riparta così presto? 
«Anne ti vengo a prendere alle sette di stasera»
Cosa? 
Oh santo cielo qualcuno mi dia dell'ossigeno faccio fatica a respirare. 
Stasera? Per andare dove? 
Non posso chiedergli niente perché se n'è già andato. 
Da quando è così misterioso? 
Da piccolo non riusciva a tenere un segreto per più di cinque minuti.  È così che tutti a scuola scoprirono che ero stata io a liberare Bobby il canarino. 
L'insegnante di scienze mi fece una ramanzina infinita.

——

Quel dannato Richard Martin! 
Perché diavolo non mi ha detto cosa ha intenzione di fare? 
Come posso scegliere come vestirmi se non so dove andiamo? 
Se metto il vestito rosso e poi lui mi porta da Burger King? 
Oppure se mi metto i jeans e una maglietta a caso e mi porta in un bel ristorante?

Mi sembra di impazzire.

«Tesoro tutto bene?» chiede mia mamma entrando in camera. 
«Non so cosa mettermi» 
«Per l'uscita con Richard?»
«No, per l'uscita con Johnny Depp... certo che è per Richard!»
«Queste tue risposte non mi mancavano» risponde sedendosi sul mio letto. 
Anch'io mi lascio cadere sul letto sopra tutti i vestiti che ho tirato fuori dalla valigia.

Potrei andare in pigiama.  
Il mio pigiama è carino, è azzurro con dei maialini con le ali, molto chic.
«Ti importa così tanto dell'aspetto?»
«Lo sai che voglio fare un bella impressione» 
«Ma Richard ti conosce da una vita, sa come sei, anche se dovessi indossare un sacchetto della spazzatura, a lui piaceresti. Siete amici» 
«Eravamo amici. Ci siamo persi di vista, non lo vedo dalle scuole medie. In quel periodo ero etichettata come "la sfigata" non vorrei che lui pensasse che io lo sia ancora» 
«Amore, ma tu non sei una sfigata» cerca di tirarmi su il morale, ma lei non sa come ho passato le medie e il liceo. Solo perché una ragazza è timida, un po' introversa, amante della lettura e non si veste alla moda le viene subito data l'etichetta della sfigata.  I ragazzi di quell'età sanno essere davvero perfidi e farti sentire inadeguata, anche quando sei cresciuta.
«Lo dici solo perché sei mia madre»
«Lo dico perché è la verità. Tesoro tu sei incredibile. Sei bella, spiritosa, divertente, intelligente, sincera e leale. Le persone dovrebbero essere contenti di avere la tua amicizia. Sono sicura che Richard lo sa»
«Grazie» rispondo a bassa voce, per poi alzarmi e continuare ad osservare i vestiti. 
Anche se mia mamma mi riempie di complimenti non cambia il modo in cui mi sento. Certo, mi fa piacere sapere che pensa questo di me, però ah non ci devo pensare adesso. 
Ora devo pensare al mio incontro con Richard.
«Potresti mettere la gonna bordeaux ed il maglioncino bianco con gli stivaletti neri, staresti molto bene. Elegante, ma non troppo» dice prima di uscire dalla mia camera.
«Mamma sei un genio, ti adoro» le rispondo contenta di aver trovato l'outfit giusto per la serata.


Che ansia. 
Devo calmarmi, ma come faccio? 
Tra meno di cinque minuti arriverà qui e oddio non riesco a pensare a niente. 
Sento solo ansia e panico. 
Sto iniziando a sudare, non va bene. Se sudo poi puzzo, ah no non va proprio bene.

«Sta parcheggiando» mi informa mia madre, emozionata quanto me. 
Corro a vedere anch'io fuori dalla finestra, così posso vedere come si è vestito lui e andare a cambiarmi di corsa nel caso non sia vestita bene. 
«È cresciuto proprio bene»
«Mamma!» 
«Che c'è? È vero» 
«Qualcuno di voi due va ad aprire alla porta o rimanete a guardarlo dalla finestra?» ci chiede mio papà alzandosi dal divano. 
Oh è vero! La porta!

 

Siamo partiti da casa mia cinque minuti fa e ancora non mi ha detto dove mi vuole portare.
«Rilassati»
«Facile a dirlo, non ci vediamo e sentiamo da anni, per quel che so potresti essere diventato un serial killer» 
Lo vedo sorridere e istintivamente sorrido anch'io. 
«Hai ragione, potrei essere un serial killer, un pazzo omicida, oppure voglio portarti in un bel posto..»
«Un bel posto isolato per uccidermi?» chiedo interrompendolo, Richard cerca di fulminarmi con lo sguardo, ma il suo sorriso divertito lo tradisce. 
«Voglio portati in un bel posto. Come hai detto tu non ci vediamo da anni e voglio festeggiare il ritrovamento della mia migliore amica»

Migliore amica. Se mi chiama un'altra volta così diventerò io la pazza omicida. 
Eravamo migliori amici alle elementari, poi da piccoli si è migliori amici con tutti. 
Grande Zeus dimmi se riuscirà mai a vedermi come possibile ragazza (e moglie), oltre che migliore amica.

«Allora studi lettere?»
«Si»
«E lavori in una libreria, circondata da libri»
«Si, mi piace vivere tra i libri»

Vorrei chiedergli se ha una ragazza, so che non sta più insieme a Jenna, però magari c'è qualcun'altra. 
Come glielo chiedo, senza fargli sorgere sospetti sul mio interesse nei suoi confronti?

«Come hai fatto a stare con Jenna per tanto tempo? Scusa, ma lei era una vera stronza. Era insopportabile già da bambina»
«Ah si? A me non sembrava» risponde ridendo. 
«Ma se alle elementari mi ha rovesciato la minestra di lenticchie addosso, solo perché indossavamo lo stesso vestito» 
Richard continua a ridere, smette solo quando lo colpisco al braccio.
«Non so, mi piaceva. Era sicura di sé, bella, intraprendente. Però al liceo ha iniziato a diventare gelosa di tutte le ragazze. Dopo molte litigate e battibecchi non ce l'ho più fatto, quindi l'ho lasciata»

Sicura di sé... io non lo sono mai stata. 
Bella, si Jenna era molto bella, in confronto a lei io sembro Gollum.
Intraprendente io? Ma dove? 
Se questa è la sua ragazza ideale non ci siamo proprio. 
Comunque posso capire che diventasse gelosa, Richard è un bellissimo ragazzo, sarà stato circondato da ragazze.

«Non parli più?»
«Stavo pensando» rispondo continuando a riflettere se ci potrebbe essere un futuro tra noi. Forse non è lui la mia anima gemella.
«A cosa?»
«A come piacert... piacere ehm si a come piacere al mio capo, non gli sto simpatica»

Mamma mia, ci è mancato poco.
Salva per un soffio.

Richard sembra sorridere sotto i baffi, che abbia capito? 
No, no, no impossibile.

«Le piacerai sicuramente, è impossibile che tu non piaccia a qualcuno»

Mi sento lusingata da quello che ha detto, ma poi mi ricordo di non piacere a lui. Sicuramente non gli piaccio più che come amica.

«Siamo quasi arrivati» mi informa, mentre io inizio ad ammirare il paesaggio fuori dal finestrino. È sera ed è già buio, ma riconosco subito il posto, siamo in spiaggia. Mi ha portato al mare.

«Ti ricordi la gita in prima media quando siamo venuti qui in spiaggia verso la fine dell'anno?»
Certo che mi ricordo. Eravamo in classi diverse e già lui non mi salutava più per i corridoi, nonostante fino a pochi mesi prima eravamo migliori amici. 
Le medie. Non le farei ripetere nemmeno al mio peggior nemico.
«Si, sono rimasta tutto il tempo seduta in un angolo con John» 
«Esatto, ti sei persa la festa per rimanere in un angolo assieme al tuo compagno di classe. Si vedeva che non ti stavi divertendo»
Ah però non sei mica venuto a consolarmi. Mi hai semplicemente ignorato, come facevano tutti, per divertirti con Jenna.
«Questa sera rimedierò» dice fermando la macchina e scendendo per aprirmi la portiera.

La spiaggia era piena di candele inserite dentro piccoli barattoli di vetro. Un grande asciugamano viola era steso al centro, circondato dalle candele e da piccoli vasi di conchiglie e di fiori. 
È incredibile. 
Le decorazioni sono simili alla festa di fine anno delle medie, però invece di essere in tanti ci siamo solo noi.

«Ecco qui la cena» 
Prende dal bagagliaio della macchina due birre e due cartoni di pizza, di cui subito l'odore mi invade le narice e mi rendo conto solo ora della fame che ho.

«È bellissimo, manca solo la musica» 
«C'è anche quella, solo non le stesse canzoni della festa, ma musica più bella e si trova qui nel mio cellulare»

Richard inizia ad incamminarsi, io rimango ancora lì, ferma immobile.
Non riesco ancora a credere che abbia organizzato tutto questo per me. 
Non riesco a credere che si sia ricordato della festa.

«Ho una domanda» 
«Dimmi» 
«Se sapevi che non mi stavo divertendo perché non hai fatto nulla? Eravamo migliori amici, ma all'improvviso hai smesso di salutarmi e parlarmi, perché?» chiedo senza riuscire a pensare a quel periodo. Era stato così triste perdere l'amicizia di Richard e non ne ero mai riuscita a capirne il motivo.

«Hai ragione, ti chiedo scusa. Sono stato un vero idiota. A quell'età volevo solo divertirmi e non pensavo molto alla possibilità di ferire qualcuno. Anche se mi è dispiaciuto perdere la tua amicizia. Voglio farmi perdonare ecco perché ho preparato tutto questo»
Annuisco andandomi a sedere, non so cosa dire. Non so nemmeno come mi sento. 
Sono felice che abbia fatto questo per me, però ce l'ho ancora un po' con lui per avermi abbandonato.
«Anne per favore perdonami, mi sono comportato male con te, davvero ti chiedo scusa»
«Va bene, ti perdono» dico sorridendo, anche se non riesco a perdonarlo del tutto. 
Ho sofferto tanto quell'abbandono. Eravamo migliori amici, io ero cotta di lui, passavamo tutti i giorni insieme a divertirci e poi all'improvviso è finito tutto. Ha smesso di venire a casa mia, di salutarmi, di parlarmi e non ho mai saputo il perché, fino ad ora. Nonostante tutto ha continuato a piacermi il Richard delle elementari, quello con cui trascorrevo le mie giornate a ridere.
«Sai alle medie seguivo gli altri, facevo quello che facevano gli altri. Seguivo il branco e stavo solo con chi loro ritenevano opportuno stare. Non mi divertivo sempre, però non volevo perdere gli amici. Non volevo ritrovarmi da solo» 
«Non saresti stato da solo, c'ero io» mormoro a bassa voce. 
«Lo so, più avanti mi sono reso conto di quanto stupido sono stato. Tu eri, tu sei una persona fantastica. Sei sempre stata dalla mia parte, ci divertivamo insieme. Ed io avevo rovinato tutto. Credimi Anne sono veramente dispiaciuto»
Si vede che è sincero, sono così contenta di aver parlato di questo. Mi sembra che un grande peso se ne sia andato.
«Sì sei stato un vero cretino»
«Hai ragione. Allora mangiamo la pizza e godiamoci questo nostro appuntamento» afferma sorridendo e passandosi una mano trai capelli. Vorrei passare anch'io una mano tra i suoi capelli.
Aspetta. 
Cosa?
«Appuntamento?» chiedo sorpresa.
Certo, sapevo che saremmo usciti insieme e speravo fosse un appuntamento, però lui non mi ha dato motivo di crederlo. 
Mi sono abituata all'idea di uscire con lui come amici.
«Si» risponde tranquillamente prendendo un sorso di birra. 
«Come?»
«Cosa vuol dire "come?" Sarai uscita con dei ragazzi durante questi anni, no?»
Ehm si, tre o quattro, ma sapevo in che rapporti uscivamo.
«Credevo fosse un'uscita tra amici» dico sorpresa e ancora incredula.
«Davvero? Dopo aver visto le candele, il mare e i fiori credevi fosse una semplice uscita? Sei più ingenua di quanto pensassi. Anne questo è un vero e proprio appuntamento»
«Oh non ci credo»
Un appuntamento! 
Ommioddio! 
Un vero e proprio appuntamento! 
Mi sento di nuovo come un budino, le guance vanno a fuoco.
«Credici e adesso mangiamo la pizza, così posso invitarti a ballare»
Ballare? 
Oddio perché non ho fatto danza da bambina? 
Sono negata nel ballo, qualunque tipo di ballo. Sono la scordinatezza in persona.
«Mi piacerebbe vederti anche quando torneremo a Londra»
Il mio grande amore platonico delle elementari vuole uscire ancora con me. 
Incredibile.







 

Hey everyone! 
Nuovo capitolooo
Allora che dire... Anne e Richard sono usciti insieme. 
Abbiamo scoperto un po' di più del passato di Anne, di come ha vissuto le medie.

Le medie che periodo orrendo. 
Qualcun altro che la pensa così?

Cosa ne pensate di Richard?
Come pensate andrà avanti la storia?
Anne troverà gli altri suoi amori platonici?
Come si evolverà la storia?

Fatemi sapere cosa ne pensate di questo capitolo

Kiss and hugs
||MartaWeasley||

   
 
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