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Autore: Cris_Mar    20/03/2019    1 recensioni
Harry si ritrova con il cuore colmo di speranza: la guerra è finita, non senza lasciare ferite profonde e nonostante il dolore, è arrivato il momento di andare avanti, di ricominciare.
Dopo la fine tanto agognata di tutti i processi, che lo hanno costretto per mesi a rivivere tutto l'accaduto, può finalmente costruirsi una vita tutta sua.
E decide di iniziare da dove tutto è finito: Hogwarts
Genere: Commedia, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Draco Malfoy, Harry Potter, Hermione Granger, Ron Weasley | Coppie: Draco/Harry
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
Capitoli:
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I start from you.

Capitolo 2

1.1 Put the pieces together

Il dormitorio era silenzioso, quando Harry si svegliò quella mattina. Era sabato, ed erano già passate tre settimane dalla ripresa delle lezioni.
Si rese conto di aver dormito troppo e che i suoi compagni di dormitorio, dovevano essere già scesi in Sala Comune.

Allungò un braccio per raggiungere il suo comodino ed afferrò gli occhiali, li inforcò e si mise a sedere. Rimase così per un po', osservando i tendaggi rosso scuro del suo letto a baldacchino.

Quella notte, per la prima volta da quando la guerra era cominciata, si era agitato e svegliato solo una volta nel sonno. Aveva dormito a lungo e bene.
Tutto ciò era stato possibile perché pian piano, col passare dei giorni e delle settimane, aveva cominciato a lasciare la presa sul passato.
Cominciava a sentirsi felice: felice di essere giovane e libero, felice di avere la propria vita in mano, felice di avere tutte le possibilità del mondo per costruirsi il futuro che voleva.

Le lezioni erano piacevoli, e pian piano, la consapevolezza di avere una naturale tendenza nel cercare con tutto se stesso di combattere le ingiustizie, gli aveva chiarito che il suo desiderio di diventare un Auror, andava ben oltre Voldemort e che proseguire per quella strada non significava caricarsi di un nuovo peso sulle spalle, significava scegliere un lavoro che avrebbe potuto amare e per cui era sicuro di possedere il talento.

Nonostante questo, non si era affatto pentito di essere tornato a Hogwarts. Non solo perchè lo stava aiutando a capire meglio se stesso, ma anche perchè sentiva di volersi godere l'ultimo anno da studente. Avrebbe costruito il proprio futuro, mattone dopo mattone, cominciando col lasciare la casa che lo aveva cresciuto con tutti i M.A.G.O. che sarebbe riuscito a conquistare.
Con un sorriso vero ad illuminargli il volto, Harry si mise in piedi e corse in bagno per darsi una sistemata.

L'unica nota negativa, o quantomeno frustrante, nella sua attuale condizione di rinascita, era Malfoy.
Durante la prima settimana di lezioni aveva tentato di trovare un momento ideale per imbastire una conversazione civile con il Serpeverde.
Non che sapesse cosa dire, ma non riusciva a placare quell'indicibile voglia di approcciarsi a lui.
Comunque, un po' perché Draco era costantemente freddo e sulle sue, un po' perché non se la sentiva di avvicinarlo davanti a Ron e Hermione, aveva rimandato la questione ad un secondo momento. E in seguito, si era limitato ad osservarlo insistentemente - e aveva molto tempo a disposizione per farlo, dato che gli studenti di ogni casa tornati a ripetere l'ultimo anno, frequentavano tutte le lezioni insieme - senza uno scopo preciso... forse voleva solo sfamare la sua curiosità, o forse sperava di scatenare una reazione da parte dell'altro.

Solo due volte - dopo il primo banchetto - Malfoy aveva dato segno di accorgersi dei sui sguardi indiscreti.
La prima, gli aveva rifilato un occhiataccia infastidita, degna dell'arrogante che era stato in passato e la seconda, era accaduta al termine di una lezione di Pozioni.
Mentre tutti si apprestavano a lasciare l'aula, Harry aveva cercato Draco con lo sguardo e quest'ultimo, bloccandosi all'improvviso sulla soglia, si era voltato. ' Potter ', aveva detto con espressione interrogativa.
Ed Harry, convinto di dover cogliere l'occasione al volo, si affrettò ad affiancarlo:
'Malfoy..' ebbe appena il tempo di dire, prima che Ron e Hermione lo raggiungessero.
'Harry, che fai?' aveva chiesto Ron, fingendo di non vedere Draco a due passi da lui.
Hermione si limitava ad osservarlo con aria preoccupata.
Neanche il tempo di chiedere a quei due di lasciarlo un momento da solo, che Malfoy aveva già fatto un cenno e si era dileguato.
E così Harry, aveva avuto la conferma di dover affrontare il Serpeverde da solo, altrimenti non avrebbe combinato niente di buono.

Comunque, quella giornata era iniziata troppo bene per continuare a scervellarsi su Malfoy.
Quando scese in Sala Comune, lavato, vestito, profumato e sorridente, Hermione e Ron lo stavano aspettando accanto al fuoco, sulle loro poltrone preferite.
Il resto della Sala era quasi vuoto se non per pochi alunni del primo e del secondo anno.

'Se ne sono già andati tutti?' chiese grattandosi la testa.
'Buongiorno Harry,' interloquì Hermione, a cui non era sfuggito il netto miglioramento d'umore del suo migliore amico, ' alla buon'ora. Gli altri si sono già avviati verso Hogsmead, andiamo? '
Annuì ed insieme, uscirono dal buco del ritratto.

Mentre si facevano strada Harry sbuffò, guardandosi intorno nei corridoi quasi deserti: 'Neville e Seamus mi hanno lasciato indietro! Potevano svegliarmi!'
Ron trattenne una risata: 'Russavi così sonoramente che non abbiamo voluto disturbarti!'
Hermione parve leggermente impensierita: 'Senti Harry, è da anni che andiamo in giro insieme noi tre, no? E va benissimo così. Non c'è problema, non devi sentirti obbligato a lasciarci soli! O forse ti mettiamo a disagio?'
Harry alzò gli occhi al cielo:  'Ve l'ho già detto, non mi date fastidio. Come sarebbe possibile dopo aver viaggiato in lungo e in largo assieme a voi - che eravate già palesemente innamorati - per mesi e mesi? Ma so che avete bisogno di un po' di privacy e una volta tanto non mi farà male lasciarvi fare la coppietta felice.'
Ron arrossì e borbottò qualcosa di incomprensibile. Intanto scesero le scale velocemente, e raggiunsero il portone di entrata.

'Dovresti trovarti una ragazza, sai?' disse invece Hermione dopo un po', con espressione divertita. 'Non hai mai avuto una relazione che sia durata più di qualche settimana. Cavolo Harry, la storia più lunga che hai avuto è stata con Cho Chang!'
Harry storse le labbra, interdetto: 'E quella la chiami storia? L'ho baciata una volta sola, e non è neanche stato un granché. Il resto del tempo lo ha passato a piangere sulla mia spalla. Ripensandoci, non capisco cosa mi piacesse di lei... era così...'
Hermione e Ron lo fissarono interrogativi e lui scrollò le spalle: 'Non era quella giusta.'
'E che mi dici degli altri mezzi flirt che hai avuto il sesto anno?' lo canzonò Ron, mentre camminavano di gran carriera verso il cancello, contro un leggero venticello freddo.
Ancora una volta Harry si strinse nelle spalle indifferente: 'Roba da nulla. A quei tempi si vociferava che fossi il Prescelto e sapete come si comportavano le ragazze con me...non erano veramente interessate. E a dirla tutta, neanch'io a loro.'
Hermione scosse la testa: 'Sei proprio difficile. A parte la tua pseudo-cotta per Cho, non ti sei mai realmente innamorato o solo infatuato di qualcuna. Forse troverai la persona giusta quando ti sarai già lasciato Hogwarts alle spalle, chi lo sa.'
'Ma certo. E poi, che sarà mai, anche Seamus e Neville sono single. Solo Dean sta ancora assieme a Ginny' le fece notare Ron - e dalla sua espressione, sembrava non aver ancora digerito la cosa -.
Hermione scoppiò a ridere: 'Single dici?'
Harry vide sul volto di Hermione un'espressione che ormai gli era molto familiare: quella di chi la sa lunga. 'Cosa vorresti dire? Non è forse vero?'

Hermione sorrise, compiaciuta di essere, come sempre, la prima ad accorgersi di tutto: 'Non ve ne sarete accorti forse, ma Neville ha perso davvero la testa per Hannah Abbott! E sono quasi sicura che anche lei ricambi i suoi sentimenti. Se solo Neville si decidesse a fare il primo passo... Per quanto riguarda Seamus, mi meraviglia che non sappiate della sua relazione con Mandy.'
Ron aggrottò le sopracciglia confuso, ma fu Harry ad esprimere i suoi dubbi: 'Mandy? Mandy chi?'
'Brocklehurst Mandy, del nostro anno, Corvonero. Anche lei tornata a prendere i M.A.G.O. Possibile che non la ricordiate? Certo non abbiamo mai avuto molti amici di Corvonero ma facciamo lezione insieme a lei da settimane! Beh, è stata sempre molto timida... Comunque, la cosa è nata da poco. Seamus oggi aveva un appuntamento con lei a Hogsmead, ma sembra che non si sia sentita molto bene ieri e Madama Chips le ha consigliato di restare al Castello.'
Ron battè le palpebre, osservando la sua ragazza come se fosse una creatura magica sconosciuta: 'Prima o poi mi dirai come diavolo fai a sapere sempre tutto, di tutti.'
Harry si lasciò sfuggire un sonoro lamento di disapprovazione: 'Di questo passo non potrò più venire a Hogsmead! Non mi è rimasto quasi nessuno con cui passare il tempo, siete tutti impegnati!'


Quando giunsero ai Tre Manici Di Scopa, si unirono a Neville e Seamus, che li aspettavano sorseggiando una Burrobirra. Il tempo di prenderli un po' in giro per le novità appena apprese e poi Ron e Hermione si allontanarono da soli.
Chiacchierarono del più e del meno con serenità e Harry ordinò una Burrobirra anche per se.
'Davvero Hermione crede che io abbia una possibilità con Hannah?' chiese ad un certo punto Neville, adocchiando la ragazza che era seduta a qualche tavolo di distanza, con un'amica.
Harry annuì : 'E se lo dice lei...'
Seamus rise: 'E così il nostro Neville ha fatto colpo!'
'Sul serio, non sottovalutare i consigli di Hermione. Lei ha un certo sesto senso in queste cose' ribadì Harry che, nonostante non fosse entusiasta dell'imminente conclusione delle sue gite ad Hogsmead, non riusciva ad evitare di incoraggiarlo.
Neville si agitò sulla sedia imbarazzato e non rispose. Un attimo dopo Seamus gli sferrò una gomitata nelle costole.
 'Ahi! Ma che ti..'
'È la tua occasione, guarda là!' esclamò indicando con la testa il tavolo di Hannah.
La Tassorosso era rimasta sola e fissava il tavolo distratta. A Harry parve di intravedere l'altra ragazza svoltare l'angolo verso il bagno delle donne.
'C-che dovrei fare?' balbettò Neville, arrossendo.
'Va a parlarle!' Esclamarono in coro gli altri due.
E Neville, deglutendo con ansia, si alzò e con passo malfermo si diresse verso di lei.
Hannah sembrò piacevolmente sorpresa.

'E anche questa è fatta!' urlò Seamus, ridendo di cuore.
Non seppe bene perché lo stesse facendo, visto che solo fino a una mezz'oretta prima si era lamentato di non avere più nessun amico single, ma Harry guardò Seamus con uno sguardo compassionevole e disse: 'E tu? Credi davvero che sia stato saggio venire qui a Hogsmead, oggi?'
Seamus strabuzzò gli occhi, in un momento smise di sghignazzare e di spiare Neville. Si grattò il mento, confuso: 'Che intendi, amico?'
Harry mise su un espressione divertita e saccente che Ron avrebbe definito "da Hermione" :
'Hai detto che Mandy sta poco bene, o sbaglio? E che se ne sarebbe rimasta al Castello, da sola, a studiare in biblioteca mentre tutte le sue amiche sarebbero venute al villaggio...'
Per un attimo lasciò la frase in sospeso, attendendo che Seamus comprendesse ciò che intendeva dire.
'Sei una frana, lascia che te lo dica' lo canzonò e rise, osservando la sua espressione orripilata.
'Hai ragione! Forse si aspettava che stessi con lei... in fondo avevamo un appuntamento... cavolo!' si mise in piedi con una gran foga e si affrettò ad indossare il mantello:
'Senti Harry, credo di essere ancora in tempo per raggiungerla. Ti dispiace se ti lascio da solo?'
'Nessun problema!' Esclamò, dandosi mentalmente del cretino. Doveva venirgli proprio oggi la sindrome da Cupido?

E così, in un batter d'occhio, si ritrovò da solo, senza nessuno a cui dar la colpa, se non se stesso.

1.2 I can see your soul. And you can learn to see mine.

Harry rimase per un po' a sorseggiare la Burrobirra e a guardarsi intorno: il locale era affollatissimo e c'era un gran chiasso, nessuno sembrava annoiarsi come lui.

Neville era ancora insieme ad Hannah e non sembrava intenzionato a tornare e Ron e Hermione erano spariti.
Qualcuno lo osservava di sottecchi, ma Harry non aveva alcuna voglia di passare il tempo a rispondere alle loro domande sulla guerra, su Voldemort e sulla sua vita.

Sbuffò e portò ancora alle labbra la bottiglia di Burrobirra ma non ne cadde neanche una goccia. La alzò davanti agli occhi e si accorse di averla già finita.
Quindi, ormai deciso a tornarsene al Castello, si alzò dal proprio tavolo ed afferrò il mantello.
Prima di indossarlo però, si vide passare davanti Draco Malfoy e si immobilizzò.
Senza pensarci troppo, lo chiamò.
Fu un impulso, dopo settimane ad osservare lui e le sue reazioni, senza trovare mai l'occasione di parlargli da solo.

'Malfoy?'

Il biondino si fermò ad una spanna di distanza e si voltò lentamente, riservandogli uno sguardo indecifrabile.
'Potter' disse poi, con la voce strascicata di sempre, sottratta però dell'abituale astio che era solito riservargli.

Harry si guardò velocemente intorno e scorse qualche Serpeverde qua e là, ma nessuno che sembrasse in attesa di Malfoy. Non che questo lo sorprendesse dato che, da quanto aveva potuto capire, i suoi rapporti sociali in quelle settimane non erano affatto migliorati.

'Sei solo...' buttò lì, tanto per esserne certo.
Perché venire ai Tre Manici Di Scopa da solo? Se Harry avesse saputo prima di Seamus e Neville, probabilmente se ne sarebbe rimasto al Castello.

'Che acume, Potter, mi sorprendi!' rispose invece lui, con sarcasmo.
Harry ignorò quella battuta, avendo ottenuto la risposta che voleva : 'Siediti Malfoy' disse, mentre si riaccomodava al suo posto ed indicava la sedia lasciata vuota da Seamus.

Si aspettava un'altra battuta o per lo meno un tentativo di capire le sue intenzioni. Invece, il biondo si limitò a squadrarlo per un momento, prima di accettare il suo invito occupando la sedia da lui indicata:
'Sto per scoprire il motivo dei tuoi sguardi equivoci, Potter? Sai che sei inquietante? Stai cercando di perseguitarmi o roba del genere?'
Harry si strinse nelle spalle e rispose sinceramente: ' Ero solo curioso... Cercavo di attirare la tua attenzione'
'Curioso ' ripetè, senza una precisa espressione. ' Che posso dirti, Potter? Dopo che mi hai tirato fuori da quel tribunale, ho pensato bene di fare qualcosa della mia vita. E visto che non tutti abbiamo ottime referenze come il Salvatore del Mondo Magico - ed io no di certo -, è stato chiaro come il sole che mi sarebbe toccato tornare a scuola.'
Harry lo ascoltò con attenzione: 'Certo, è ovvio. E cosa farai dopo?'
Draco incrociò le braccia al petto: 'Ma a te che importa?'
Alzò gli occhi al cielo: 'Non lo so, Malfoy. Te l'ho detto, sono curioso! Anch'io devo decidere cosa fare della mia vita, siamo un po' nella stessa situazione.'

Draco si voltò al passaggio di Madama Rosmerta, e le fece un cenno prima che sparisse dietro il bancone: 'Può portarmi una Burrobirra?'
Lei annuì con un sorriso frettoloso e si dileguò tra gli altri tavoli.
Il biondino tornò con lo sguardo su Harry: 'E tu come mai sei tornato? Credevo che ormai per te tutte le porte fossero aperte'

Harry si rigirò fra le mani la bottiglia di Burrobirra vuota che aveva abbandonato lì qualche attimo prima: 'Credo che sia più o meno come dici tu. Ma avevo bisogno di riflettere bene su cosa fare. Ho pensato che se la guerra non mi avesse sconvolto la vita, probabilmente avrei completato gli studi. Quindi, quale miglior modo per cercare di ritrovare la normalità?'
Draco distese le labbra, in un impercettibile ghigno: 'E pensare che per anni ho creduto che ti godessi la tua notorietà! Invece, cosa cerca il grande Harry Potter? Una vita normale.'
'Non ti è mai venuto in mente che la mia notorietà, mi ha sempre portato più grane che altro? Cavolo, Malfoy! Ero famoso perché ero stato quasi assassinato ed avevo perso i miei genitori!'

Madama Rosmerta irruppe fra loro all'improvviso, servendo Draco della sua bibita. Era così indaffarata che se ne andò prima ancora che potesse ringraziarla.
Il Serpeverde, svitò il tappo della Burrobirra e la sorseggiò lentamente, inchiodando Harry con lo sguardo:
'Lo so, Potter. Un pensiero troppo profondo perché un superficiale e spocchioso ragazzino viziato potesse concepirlo.  Ho vissuto nel lusso, avevo tutto e non sapevo cosa significasse non avere niente. Per me eri solo un bastardo sempre un gradino sopra di me, un gran rompipalle che l'aveva sempre vinta, che tutti ammiravano e che aveva rifiutato la mia offerta di amicizia perché, evidentemente, si sentiva superiore. Era stata un'offerta forzata, lo ammetto, ma anche dettata dalla curiosità e che ha determinato il mio odio per te, da quel momento in poi.'

Harry sospirò ripensando al vecchio Malfoy e studiando quello che ora aveva davanti: 'Allora, sei cambiato Malfoy?'
Draco si lasciò sfuggire una risatina isterica. 'Tu che cosa credi, Potter? Sono stato un rammollito e un idiota, adesso devo subirne le conseguenze. Mi toccherà affrontare per anni, o per sempre, il peso degli sguardi sospettosi della gente perchè, costretto o no, sono stato dalla parte di Voldemort... Non so se sono cambiato, come dici tu, ma sto cominciando a capire'

Harry osservò il ragazzo di fronte a lui, così schivo e nervoso, mentre stritolava fra le mani la bottiglia appena cominciata.
Checché ne dicesse lui, ormai intradevedeva un ragazzo molto diverso da quello conosciuto anni fa, nel negozio di Madama McClain.
Tutti i tormenti che aveva sopportato, le torture che aveva visto infliggere, la paura e le perdite gli avevano aperto gli occhi.
Era come se Malfoy fosse maturato d'improvviso e nel peggiore dei modi: soffrendo.
Aveva visto con i suoi occhi a cosa avevano portato i pregiudizi, retrogradi ed ingiusti, che gli erano stati inculcati sin da piccolo.
Harry sapeva che ormai non credeva più a tutte quelle assurdità sul sangue puro. Sicuramente era ancora molto scettico e prevenuto nei confronti dei babbani ma era certo che, con il tempo, avrebbe potuto smettere di guardarli con superiorità.

'Io non dubito di te, Malfoy' sussurrò, fissando un punto imprecisato al di là della testa bionda che aveva di fronte.
Seguì un breve silenzio, fino a quando Harry non focalizzò nuovamente con lo sguardo il volto contratto e confuso del Serpeverde,che allora parlò : 'Perché? Proprio tu, fra tutti... non dubiti di me?'
'Perché ti ho visto.' rispose semplicemente.

Il biondo sbuffò, infastidito dalla risposta criptica: 'Si mi hai visto, infatti non hai fatto altro che guardare in questi giorni. E hai visto Malfoy il bastardo, solo come uno sfigato e da uomo d'onore quale sei, hai deciso di mettere da parte i rancori passati e di correre in aiuto del povero Serpeverde depresso! Beh, sappi una cosa Potter, avrò anche perso il rispetto di tutto il mondo magico ma ho ancora la mia dignità e non ho bisogno della tua pietà! Cosa ti passa per la testa?! Mi chiedi se sono cambiato Potter..  forse no! Non implorerò il tuo aiuto in ginocchio! Mi hai già aiutato abbastanza durante i processi. Va a fare l'eroe con qualcun'altro.'   

Harry ascoltò pazientemente lo sfogo del Serpeverde senza interromperlo, poi scosse la testa esasperato:
'Ti sbagli. Non ti sto osservando perché mi fai pena, nè perché ti voglio salvare. Tu sei cambiato Malfoy e io ti ho visto. Non ho testimoniato a tuo favore per pena ma perché credevo nella tua innocenza.
Io ti ho visto abbassare la bacchetta, sulla Torre di Astronomia. Ti ho visto odiare te stesso, in una delle mie incursioni nella mente di Voldemort, mentre per non perdere la tua vita, obbedivi ai suoi ordini meschini. Sono stato catturato e trascinato a casa tua dove,  dopo sei anni di scuola insieme, hai affermato di non riconoscermi. So che ti eri reso conto di essere dalla parte sbagliata. E ti ho visto passare dalla nostra parte Malfoy, ti ho visto combattere.'

Cadde il silenzio fra loro, Draco non staccava gli occhi da Harry e parve studiarlo, per essere certo di non essere preso in giro.
Poi la sua espressione cambiò, un lampo di consapevolezza attraversò il suo volto: 'Sapevo che eri tu, con quel tuo dannato mantello!' esclamò all'improvviso.

'Come, prego?' chiese Harry, aggrottando la fronte.
'Tu hai schiantato un Mangiamorte che voleva uccidermi. Vero? Andavi in giro sotto il Mantello dell'Invisibilità per non farti ammazzare.' ribadì Draco, puntandogli il dito contro.
'Ah, quello' disse Harry, perplesso 'Sì, ero sotto il mantello con Ron e Hermione e sì, ho schiantato io il Mangiamorte che ti aveva preso di mira. Ma non stavo tentando di nascondermi per non essere ammazzato, stavo andando da Voldemort ed era necessario fare in fretta.'
Draco sbuffò ed alzò le mani in segno di resa 'E va bene, ci rinuncio, non metterò mai più in dubbio la nobiltà delle tue azioni! Comunque, potevi lasciare a me quel Mangiamorte, era tutto sotto controllo... o forse, ci provi gusto a darmi motivi per sentirmi in debito con te?'
Harry sfoderò un sorriso ghignante: 'Mi sembravi in difficoltà, Malfoy! Non ho potuto fare a meno di intervenire.'
Draco lo fulminò con lo sguardo: 'Non ero in difficoltà e non prendermi per il culo! Ho dovuto vedermela con parecchi di loro, dopo che tu sei sparito!'
'Si si, lo so. Ed è proprio questo il punto! Io ti credo, quindi mi piacerebbe stabilire una tregua. Che ne dici?' propose in fine, guardando senza troppe speranze il volto corrucciato del Serpeverde.

'Se questo è una specie di scherzo o di presa in giro, sappi che non ci sto. Sai, sono cresciuto io e non ho più voglia di giocare con te a chi è il più stronzo'
Harry si trattenne dall'alzare gli occhi al cielo. Ma quanto era diffidente?! : 'Sto cercando di ricomiciare, va bene? Tra pochi mesi usciremo di qui e tra le cose che ho intenzione di fare prima di andarmene, c'è anche mettere in chiaro le cose con te. Ti va?'  
Il Serpeverde sbuffò ed incrociò le braccia al petto: 'Ci proverò, ma non prometto niente, le abitudini sono dure a morire. E poi non sono sicuro che i tuoi amichetti saranno contenti di vederti fare l'amicone con me'
Harry sorrise soddisfatto e scrollò le spalle risoluto: 'Dovranno accettarlo'

Draco continuò a guardarlo con espressione scettica, ma cambiò discorso: 'A proposito di questo, che diavolo ci fai qui da solo?  Dov'è finita la tua scorta di fiducia?'
'Ron e Hermione sono una coppia' rispose Harry, inarcando le sopracciglia.
Draco alzò gli occhi al cielo 'Come se non lo sapessi! Cosa c'entra questo?'
'Beh, li ho lasciati un po' da soli ' disse scrollando le spalle.
'E non hai trovato nessun altro da portarti dietro? La scuola è piena di gente che farebbe la fila per farsi un sorso di Burrobirra insieme a te'
'E tu perchè sei venuto qui da solo?' ribattè Harry, osservandolo mentre buttava giù l'ultimo sorso di Burrobirra.

Ancora non riusciva a capire il senso di scendere al villaggio da solo, per bere una Burrobirra da solo.

'Sono abituato a stare da solo, Potter' disse secco il Serpeverde, abbandonando la bottiglia vuota sul tavolo.
Harry si lasciò sfuggire un sorriso: 'Beh, da ora in poi dovrai sopportare un po' di compagnia'
Draco sbattè le palpebre e poi arricciò il naso. 'Probabilmente mi pentirò di aver accettato la tua richiesta di tregua'

Poi si alzò in piedi e lasciò delle monete sul tavolo.

'Te ne vai?' chiese Harry alzandosi.
'Pensavo di comprare un paio di pergamene nuove e qualche... ma perché ti sto dando spiegazioni?' borbottò, buttandosi addosso il mantello.
'Perché vengo con te' rispose lui, affrettandosi a seguirlo.

'Sei una piaga Potter! Stai prendendo questa storia della tregua troppo seriamente!' si lamentò il biondino, tirando la porta.
'Sei tu che la prendi troppo alla leggera, e poi devo comprare un paio di cose anch'io' mentì Harry, con nonchalance.
In fondo non aveva niente di meglio da fare.
Draco fece del suo meglio a fingere che Harry non esistesse, camminando impettito.

Svoltarono in High Street e si fermarono davanti al negozio di piume Scrivenshaft.
Entrarono e Draco fece una scorta di pergamene e inchiostro.
Harry, che per non apparire pesante girovagava nel negozio per conto suo, afferrò un paio di articoli a caso. Quando si voltò, il Serpeverde era immobile e con gli occhi fissi su una bella piuma argentata.
Fece per prenderla, ma all'ultimo momento ritirò la mano e si diresse al bancone.
Harry lo raggiunse ed entrambi pagarono la merce in silenzio.

Quando furono di nuovo in strada, Harry sbattè contro un uomo tarchiato, che portava sotto il braccio una zucca grande quasi quanto quelle dell'orto di Hagrid.
'Scusi' bofonchiò Harry, massaggiandosi il naso.
'Accidenti! Guarda dove metri i pi- Ooh, signor Potter, sono mortificato!' balbettò l'uomo, quando riconobbe chi aveva di fronte.

Ma Harry non gli badò e si affrettò ad affiancare Malfoy: 'Cavolo, tra pochi giorni è Halloween!'
'E allora?' disse Draco, sospirando.
Si strinse nelle spalle. 'Hai saputo che alcuni ragazzi del settimo anno stanno organizzando una festa... non autorizzata?'
Gli parve che la notizia giungesse nuova a Malfoy, data la sua espressione interdetta.
'Hai capito San Potter! Come mai non sei corso dalla Preside a spiattellare tutto?'
Harry non poté fare a meno di ridere: 'Dici sul serio? In tutti questi anni di scuola, Malfoy, sono sicurissimo di aver infranto almeno il doppio delle regole che hai infranto tu!'
'Tanto di cappello, immagino che sarà una delle tante cose di cui potrai vantarti con i tuoi figli, un giorno' rispose Draco, sarcasticamente.
Harry alzò gli occhi al cielo. 'Allora, ci vieni o no? '

Per quanto sembrasse improbabile tale prospettiva, visto il modo in cui ultimamente il Serpeverde tendeva ad isolarsi, non aveva potuto fare a meno di chiederglielo.

'Perché dovrei venire ad una festa di cui neanche conoscevo l'esistenza fino a due secondi fa? Probabilmente non sarebbe gradita la mia presenza e dovresti saperlo.'
'Oh andiamo Malfoy, non c'è mica una lista degli invitati! Qualcuno ha pensato: Ehi, il giorno dopo il banchetto di Halloween è domenica, perché non facciamo qualcosa fino a tarda notte? Ed è andato in giro per la scuola a chiedere aiuto per l'organizzazione. Probabilmente gli unici a non saperne nulla saranno gli alunni dei primi anni.'

Non sapeva bene perché fosse tanto importante che Draco participasse al party clandestino. Ma in fondo, se voleva che lui e Malfoy andassero d'accordo, doveva passare del tempo con lui e conquistare la sua fiducia.

Draco continuò a camminare senza degnare Harry di uno sguardo, ma scosse la testa con espressione incredula.
'Mi spieghi chi è il genio che pensa che sia possibile fare baldoria da qualche parte nel castello senza che nessuno se ne accorga? E quale sarebbe il luogo tanto sicuro in cui festeggiare? Una delle Sale Comuni a cui qualsiasi professore responsabile della Casa può accedere con facilità?'

Harry esitò per un momento, prima di rispodere.
Non era sicuro della reazione che le sue parole avrebbero scaturito e temeva di allontanare Draco proprio ora che sembrava accettare, seppur con reticenza, la sua presenza.
Probabilmente avrebbe fatto meglio a starsene zitto e lasciar perdere quella stupida festa, aveva parlato a vanvera senza riflettere e si maledisse mentalmente.
Il silenzio durò un minuto di troppo e Draco rallentò il passo per squadrarlo con aria interrogativa: 'Cos'hai adesso, ti ho smorzato l'entusiasmo? Non dirmi che non ci avevi pensato! Cavolo, ho sempre pensato che fossi un po' tardo ma-'
'Il posto c'è, è sicuro e l'organizzazione è impeccabile' borbottò, interrompendolo.
Draco inarcò le sopracciglia incredulo: 'E dove? Nella Camera dei segreti?' chiese lasciandosi sfuggire una mezza risata.

Harry rimase interdetto per qualche secondo: 'Sai che non ci avevo pensato? Certo sarebbe stato un po' lugubre. Ma probabilmente dando una ripulita con la magia avremmo potuto rimediare: sai, anni fa ci fu un crollo. Però Ron e Hermione ci sono tornati, una volta, quindi immagino che sia ancora praticabile, chissà.'

Si godette l'espressione stupefatta del Serpeverde e poi scoppiò a ridere.

'Mi prendi in giro?' si lamentò Draco, ma con una nota di sincera curiosità.
Harry cercò di smettere di ridere: 'In un certo senso si, però ho detto la verità'
Draco scosse la testa per un po', mentre attraversavano i cancelli di Hogwarts in silenzio.

Harry lanciò un occhiata in direzione del Castello e del parco: regnava una quiete insolita. Quasi l'intera scolaresca dal terzo anno in su, si trovava ad Hogsmeade.

Fece almeno altri cinque passi prima di accorgersi che Draco si era fermato. Si voltò e tornò indietro, preoccupato.

'Tutto bene?' domandò quando lo raggiunse.
Draco aveva lo sguardo perso nel vuoto, ma parlò prima che Harry potesse chiedergli di nuovo cosa fosse successo: 'Credevo...' deglutì, 'credevo che quella stanza non...'

Allora si rese conto che Malfoy aveva capito il luogo della festa, prima che lui si decidesse a spiegarsi: la Stanza delle Necessità.

'Lo credevo anch'io. Quando ho saputo della possibile riapertura della scuola ne ho parlato con la Mcgranitt: era impensabile non farlo dal momento che nel corso degli anni è capitato che alunni si imbattessero nella Stanza delle Necessità per puro caso...Si doveva trovare una soluzione e ci siamo resi conto che rendere quel corridoio semplicemente proibito, non sarebbe bastato. Per esperienza personale, sapevo che questo avrebbe reso più alto il rischio che qualcuno ci si recasse per pura curiosità, per sfida o per il gusto di infrangere le regole'
Harry parlò con calma, attento alle reazioni che le sue parole suscitavano.
Fece una pausa quando Malfoy si riscosse dalla sua immobilità. Ricominciò a camminare e lui lo seguì, confuso: forse non voleva sapere il resto e restò zitto fino a quando non raggiunsero il castello.

Draco sembrò dirigersi automaticamente verso i sotterranei, ma poi cambiò idea. 'Allora cosa avete fatto?' chiese.
E Harry si sentì un po' sollevato, aveva temuto di aver azzardato troppo.
 'Abbiamo controllato, era l'unica cosa da fare. Nonostante il rischio fosse alto, meglio farlo prima che rischiare che uno studente si ferisse... o peggio.'

Harry si sentiva lo sguardo di Draco addosso. Uno sguardo astioso, a tratti sprezzante. Ma negli ultimi anni aveva imparato un po' a capirlo: che fosse un arrogante e un egocentrico, lo sapevano tutti, e Harry ne era convinto. Ma a volte Draco usava quel suo brutto carattere per nascondere il proprio dolore, lo aveva notato durante il sesto anno.
Questo era uno di quei momenti. Era ovvio che quell'argomento fosse delicato, che il pensiero di Tiger lo facesse soffrire.
Eppure guardava Harry con sdegno e superiorità: una maschera di indifferenza.

'Una parte di me era convinta che la Stanza fosse ormai distrutta, ma non potevamo liquidare la questione andando per ipotesi, ci serviva una certezza, ma eravamo preoccupati per ciò che avremmo potuto trovare. Quel tipo di magia,' disse, esitando a nominare l'Ardemonio, 'è difficile da controllare anche per chi ne ha familiarità. Abbiamo cercato informazioni, ma abbiamo ricavato solo nozioni di cui eravamo già a conoscenza, nulla che dicesse come fermarlo o sopraffarlo. Spiegazioni, anche dettagliate, di come evocarlo e le condizioni necessarie da soddisfare per controllarlo: una forte tempra, forza e soprattutto volontà di dominarlo e di usarlo. Un po' come le Maledizioni Senza Perdono... ma mille volte più difficile.'
Harry sentì un eco nella sua testa "Devi volerlo, Potter!" . Un ricordo lontano che ricacciò via, come aveva imparato a far spesso negli ultimi tempi.
Malfoy non parlava, così continuò a raccontare: 'Forse l'incantesimo svanisce col tempo anche quando l'autore di esso ne perde il controllo, forse no. Non lo sapevamo. Volevamo cercare più a fondo, negli eventi del passato perché era impossibile che fosse l'unico caso nel mondo, ed era impossibile che nessuno fosse mai riuscito a fermarlo nella Storia del Mondo Magico, altrimenti non saremmo qui; ma non avevamo più tempo: Hogwarts doveva riaprire al più presto.'

Ripensò al timore sul volto della Mcgranitt, ai suoi avvertimenti.

'È stata una mia idea. La Mcgranitt avrebbe preferito aspettare, studiare meglio il caso. Ma non l'ho ascoltata. Mi sono comportato da egoista, lo ammetto. Era passato poco tempo da... quel giorno. Non ero lucido... Mi son detto che nel peggiore dei casi l'avrei sigillata immediatamente. Ho provato l'unica cosa che mi dava un minimo di speranza di non trovarmi faccia a faccia con l'Ardemonio: ho evocato la Stanza, ma non ho chiesto di far apparire la Stanza delle Cose Nascoste,'
Draco trasalì, ma Harry ora era troppo assorto per notarlo: 'ho desiderato di rivedere il Quartier Generale dell'E.S. Ero sicuro che non avrebbe funzionato, ero convinto che avrei riaperto gli occhi e mi sarei ritrovato a fissare un muro vuoto. Invece è apparsa, la porta era lì. Non potevo credere che fosse sopravvissuta anche a quello, eppure si è rivelata come se non fosse successo nulla. Quando ho spalancato la porta, non c'era traccia di distruzione. Era tutto come lo avevamo lasciato l'ultima volta.'

A quel punto, si riscosse dalle immagini che aveva ripercorso nella sua mente, e guardò il ragazzo a pochi passi da lui.

Sembrava teso, come se Harry gli stesse rivelando un tremendo delitto. 'Il fuoco esiste solo nella Stanza delle Cose Nascoste, sembra assurdo, ma è così.'

L'espressione di Draco non cambiò e quando rispose, le sue parole suonarono cariche di accusa: 'Non hai trovato niente, quindi va bene così vero? Ti sei tolto un pensiero! Fantastico. E già che ci siamo, organizziamo una festa nel luogo in cui qualcuno è morto! Perché no? In fondo a chi importava di lui?'

Harry si sentì punto sul vivo e tentò di replicare, ma dovette interrompersi quando Draco lo spinse contro il muro, accanto all'entrata dei sotteranei: 'E dimmi, caro eroe, se qualcuno adesso cercasse quella stanza, quella in cui il fuoco esiste, che cosa succederebbe?'

'Malfoy,' ribattè Harry, senza fare una piega, nonostante l'improvvisa aggressione 'ti ricordi di Remus Lupin?'
Vide lo sbigottimento comparire sul viso del Serpeverde, che con un imprecazione sibilò: 'Cosa diavolo c'ent-'

'Ti ricordi di lui?' insistette Harry, 'E di sua moglie, Nymphadora Tonks? Immagino di si, eravate parenti. Sai, sono morti : qui, nel Castello, quel giorno. Lupin guidava un gruppo che dava battaglia all'esterno, Tonks era arrivata successivamente ed era corsa a cercarlo. Il loro bambino ora è un orfano: Teddy, il mio figlioccio, il nipote di tua zia. Ed è successo qui, dove ormai da un paio di mesi gli studenti passeggiano tranquilli, ridono, scherzano. E poi c'era Fred Weasley, di lui ti ricorderai benissimo. Eravamo appena usciti dalla Stanza delle Necessità, avevamo sentito duellare e siamo corsi da Fred e Percy Weasley che combattevano contro O'Tusoe, Ministro sotto effetto di Imperius e un altro Mangiamorte. Li avevamo battuti, ci stavamo concedendo solo un secondo, un secondo di tregua...ma poi... un'esplosione, un crollo... Sotto quel crollo, Fred Weasley è morto. E sai cosa ho visto in questi mesi Malfoy? Ho visto mezza Hogwarts attraversare quell'esatto corridoio, senza battere ciglia. Li ho visti osservare la nicchia in cui adagiammo il suo corpo, senza davvero vederla, senza neanche un accenno di tristezza o dolore, ho visto coppie appartarsi in quell'angolo... Mi sono dovuto rassegnare al fatto che Hogwarts è rinata per questo motivo, che la morte di Fred o di Remus, non saranno profanate dai ragazzi che festeggeranno la fine degli esami in questi corridoi. Perché la Guerra è servita proprio per permettere loro di farlo ancora: di vivere, di ridere, di festeggiare. Ma devo chiederti scusa, è stato terribile chiederti di venire ad una festa nella Stanza delle Necessità, era tuo amico e ti capisco. Non voglio farti credere che io abbia pianto per Tiger, o sofferto per lui - dopotutto ha cercato di uccidermi - ma sono convinto che nessuno meriti di morire così.'

Draco lo lasciò andare e indietreggiò di qualche passo : 'Ovviamente hai sempre ragione tu Potter' disse, evitando il suo sguardo.
Harry scosse la testa, desolato: 'Ho solo avuto più tempo per abituarmi alla perdita di persone care, tutto qui. Avresti dovuto vedermi tre anni fa: non ti sarei sembrato affatto più ragionevole di quanto lo sia tu'

Draco sospirò e sembrò indeciso se continuare la conversazione o andare a rintanarsi nella Sala Comune. Qualcosa sembrò trattenerlo, si sedette su un gradino e parlò senza alzare la testa: 'Non mi hai risposto, Potter'
Harry aggrottò la fronte: 'Di cosa parli?'
'Se stanotte un alunno del primo anno andasse in giro per il castello, cercando un luogo adatto a nascondere un oggetto proibito... Se, per caso s'imbattesse nel corridoio della Stanza delle Necessità, che cosa succederebbe?'

Draco non parlava più con tono accusatorio, sembrava ormai rassegnato al fatto che il Grifondoro avesse pensato anche a questo.

'Si intrufulerebbe in una stanza praticamente vuota, tranne che per una vecchia Mimbulus Mimbletonia rinsecchita' rispose Harry, prontamente.
Draco alzò la testa e la sua espressione passò dal sorpreso all'esasperato in meno di un secondo: 'Cosa dovrebbe significare?'
Harry si sedette accanto a lui, reprimendo a stento un sorriso: 'Neville è stato fondamentale per concludere la faccenda. Probabilmente non lo sai, ma lui è la persona che ha passato più tempo in quella Stanza: praticamente è il maggior esperto in materia. Durante il settimo anno è riuscito a trasformarlo in un vero e proprio rifugio e via di entrata per la resistenza: è da lì che sono arrivato ad Hogwarts. Quando Neville è arrivato ci siamo messi a lavoro. Dovevamo pensare al modo migliore e completo di chiedere alla Stanza di non far apparire mai più il luogo in cui molto probabilmente esisteva ancora l'Ardemonio. Bisognava individuare ogni possibile scappatoia. Quando alla fine le abbiamo provate tutte, non ci restava altro che rischiare e tentare di rievocare la Stanza delle Cose Nascoste.'

Draco non si perdeva neanche una parola, voleva essere certo di non vedere falle nella soluzione messa in atto da Harry.

'Le prime volte, abbiamo chiesto in maniera specifica della vecchia Stanza, con varie formule di pensiero e la porta non è mai apparsa. Poi, in maniera vaga, abbiamo chiesto di una Stanza in cui poter nascordere una vecchia pianta puzzolente che Neville non poteva più curare. La porta è apparsa e quando siamo entrati, ci siamo ritrovati in un magazzino pieno mensole, scaffali e cassetti vuoti. Era immensa e tutta nuova, perché eravamo i primi ad averla evocata. Neville aveva con sè una Mimbulus Mimbletonia ormai rinsecchita che la professoressa Sprout aveva dato per spacciata, così l'abbiamo lasciata lì. Abbiamo evocato la stanza molte altre volte e in modi diversi ed è sempre comparsa quella.'
Draco annuì: 'Sembra proprio che tu abbia fatto le cose per bene... quindi, ci sarà una festa di Halloween...'

Sembrava proprio che parlare di quella festa con disinvoltura gli costasse uno sforzo immenso.

Harry lo apprezzò per il tentativo: 'Ci sono molte persone che nel corso del quinto e poi dell'ultimo anno sono venute a conoscenza della Stanza delle Necessità e quando Neville mi ha detto che avevano chiesto il suo aiuto per organizzare una festa, era già impossibile impedirlo. E, tutto sommato, sarebbe stato anche ingiusto da parte mia: non possiamo costringere il mondo a vivere il nostro dolore, siamo noi che dobbiamo andare avanti ' disse stringendosi nelle spalle. Poi sospirò: ' Mi dispiace di averti chiesto di venire, mi sono reso conto di ciò che stavo dicendo solo quando mi hai chiesto dove si sarebbe tenuta la festa.'

Draco sbuffò: 'Non è che stai parlando con la persona più sensibile del mondo Potter, anche se lo avessi fatto di proposito non potrei biasimarti... Lo so, lo so non lo faresti mai' aggiunse prima che Harry potesse puntualizzarlo.

'Senti... Come hai fatto a superarlo? Come... fai a non pensare al gemello dei Weasley quando...'
'Non l'ho superato credo,' rispose Harry stringendosi nelle spalle: ' continuo a pensare a lui guardando quella nicchia o altri mille posti in cui ho riso con lui... Ho solo imparato a conviverci. Devi farlo a un certo punto, devi pensare a lui, ingoiare il dolore e andare avanti. Pensa a Ron e alla sua famiglia... Hanno perso un figlio, un fratello. Non potranno mai, mai smettere di soffrire per la sua scomparsa. Allo stesso tempo, non possono fermarsi a quel momento. Non possono smettere di vivere... Devono andare avanti, devono perseguire i loro sogni, i loro desideri, devono essere felici. Altrimenti nulla avrebbe più senso, la vita stessa non avrebbe senso.'

Draco si stiracchiò e si mise in piedi, dirigendosi nuovamente ai Sotteranei: 'Forse dovrei venire a quella festa... Forse se continuo ad evitare quel posto non smetterò mai di pensare di trovare l'inferno ad aspettarmi oltre la porta.'

Harry avrebbe voluto seguirlo ma sembrava proprio che Malfoy ritenesse opportuno dividersi ormai, così non si mosse e lo osservò allontanarsi, chiedendosi se alla prossima occasione Malfoy lo avrebbe evitato come al solito.

1.3 - Now, I bet with destiny

Quando finalmente Ron e Hermione tornarono nella Sala Comune, Harry ripensò al terzo anno, quando ancora non aveva il permesso di visitare il vilaggio a differenza dei due amici che, in quel momento avevano l'esatta espressione di chi si era goduto a pieno la giornata di libertà, mentre Harry li aspettava, nella poltrona accanto al fuoco.

Tuttavia, questa volta non era affatto insoddisfatto della sua giornata e si chiedeva cosa ne avrebbero pensato Ron e Hermione.

Ron sprofondò nella poltrona accanto alla sua e la trascinò rumorosamente accanto al fuoco.

'Com'è andata la giornata?' chiese, srotolandosi la sciarpa dal collo.
Hermione si acciambellò sull'ultima poltrona libera: 'Ho visto Neville passeggiare assieme ad Hannah un ora fa! Che ti dicevo?' esclamò raggiante.
'Si, io e Seamus lo abbiamo convinto ad andare a parlarle ai Tre Manici di Scopa' disse Harry, sorridendo: ' Sembra che le cose siano andate bene!'
Ron ridacchiò: 'Hermione ci aveva visto lungo, come al solito. E Seamus dov'è finito?'
Harry si strinse nelle spalle: 'Beh, stavamo parlando del fatto che Mandy fosse costretta a rimanere al castello e si è reso conto che andare in giro per il villaggio a divertirsi non fosse proprio carino da parte sua, dato che in principio avevano un appuntamento. Quindi è corso qui a cercarla, fingendo fosse stata una sua spontanea galanteria!'

Ron scoppiò a ridere, mentre Hermione lo osservò con un sorriso di scuse: 'Dunque alla fine ti abbiamo lasciato solo sul serio! Potevi cercarci sai, per lo più abbiamo girovagato tra Mielandia e la Stamberga Strillante.'
'Quindi te ne sei tornato al Castello alla fine?' chiese Ron, che tirò fuori un sacchetto di piume di zucchero filato e ne offrì l'ultima rimasta all'amico.

Harry accettò il dolce, e parlò con non curanza: ' In realtà ho incontrato Malfoy. Abbiamo parlato un po'.'
'Dici sul serio?' chiese Hermione, sorpresa: 'Cosa voleva dirti?'
Ron sembrava altrettanto curioso.

Harry aggrottò la fronte: 'Perchè date per scontato che lui volesse dirmi qualcosa?'
'Per quell'episodio in classe, è chiaro' disse Ron, stringendosi nelle spalle.
Hermione annuì: 'Ricordi quando Malfoy ti fermò alla fine della lezione di Pozioni? Ci siamo chiesti cosa volesse da te e perché quel giorno si fosse tirato indietro.'

Harry già considerava assurdo il fatto che Hermione non si fosse minimamente resa conto di ciò che pensava di Malfoy, ma che addirittura non avesse notato le palesi e, talvolta, inopportune occhiate che aveva continuato a lanciare al Serpeverde, solo per avvicinarlo era incredibile.
Si aspettava di sentirle dire: 'Era ora che ti decidessi a parlargli una volta per tutte' e che Ron annuisse, nonostante la diffidenza, perché Hermione glielo aveva fatto notare.
Forse il fatto che il loro fosse un anno importante e difficile la distraeva abbastanza, probabilmente in classe non notava altro che non fossero le nozioni fornite dagli insegnanti.

'In realtà quella volta sono stato io a cercarlo e lui si è fermato nell'aula per sentire cosa avevo da dirgli. Ma quando siete apparsi voi due, non mi ha dato il tempo di parlare e se n'è andato.'

Hermione sbattè le palpebre allibita e Ron la fissò con espressione confusa, prima di rivolgersi a lui:
'Quindi abbiamo frainteso, beh... Che cosa volevi dire a Malfoy?'
Hermione se ne rimase in silenzio, era chiaro che ritenesse quella svista una specie di affronto alla sua perspicacia, quindi lo stava ascoltando con maggiore attenzione.
'Nulla di particolare, in realtà. Ma devo ammettere che dopo quello che ha fatto ero un po' curioso. Se avessi lasciato le cose come stavano probabilmente ognuno di noi avrebbe fatto la sua vita, magari incrociandoci ogni tanto e scambiandoci solo un cenno di saluto. In tutta onestà, ho preferito parlargli e scoprire come stesse, ora che ha smussato un po' le sue convinzioni.'

Per almeno due minuti buoni i due amici non commentarono, così Harry rimase lì a fissare il fuoco scoppiettare. Poi Hermione si decise a ribattere:
'Non dico che tu non abbia ragione, so benissimo che è passato dalla nostra parte eccetera eccetera. Ma sai anche tu che Malfoy è un gran presuntuoso e non sono sicura che possiate andare d'accordo.'
Ron sghignazzò: 'Hermione non credo che Harry lo abbia dimenticato, stiamo parlando di Malfoy! Si, ci ha scambiato due parole, va bene, questo non cambia nulla. Non è che uno possa cambiare il proprio carattere dall'oggi al domani: quel tipo è uno spocchioso bastardo.'

Harry rimuginò per qualche secondo prima di rispodere. Si era reso conto che finalmente Hermione sembrava aver carpito i suoi pensieri.
'Ho intenzione di continuare a parlargli, se è questo che volete sapere' confessò tranquillo, portandosi il dolce alle labbra.
'E perché?' chiese Ron, incredulo.
Hermione incrociò le braccia al petto: 'Harry ha deciso di avere un rapporto amichevole con Malfoy, Ron.'
Harry annuì e Ron spalancò la bocca: 'Sei proprio sicuro? Harry, lo sai com'è Malfoy! Sai che belle conversazioni verranno fuori: Oh, ciao Sfregiato, grazie per aver mandato mio padre in carcere. Oh ma guarda sei in compagnia di una Sanguesporco e dello straccione traditore del nome di mago. Scommetto che andrete molto d'accordo!'
Hermione non commentò la predica di Ron, quindi Harry dedusse che fosse d'accordo con lui.

'Sentite, lo so com'è fatto Malfoy d'accordo? Probabilmente mi farà esplodere il cervello, con i suoi modi da spaccone e le sue battutine retrograde ma credetemi se vi dico che sarà già tanto che vi rivolga la parola. E non per superiorità ma perché è schivo e diffidente. Si è ritrovato a capire di aver offeso e odiato tutta la gente che aveva ragione e di aver adorato chi invece aveva torto. Nessuno si fida di lui, ma ancora di più lui non si fida di nessuno. Ha combattuto contro Voldemort, assicurandosi il disprezzo di quelli che erano i suoi alleati e tuttavia non verrà mai apprezzato da noi, perché per troppo tempo ha ceduto alle ridicole idee inculcatogli da suo padre. Non è un santo, non ha un carattere facile. Ma dovrò sopportarlo e imparare a conoscerlo. Credo che meriti di avere la possibilità di guadagnarsi la mia fiducia. Voi non dovete farlo perché lui capirebbe che lo state prendendo in giro e che in realtà preferireste non parlargli mai più: vi basterà accettare che io ho un pensiero diverso dal vostro.'

'D'accordo, non ti faremo più la predica!' Hermione cedette e diede un buffetto a Ron che stava grugnendo il suo disappunto:
'E va bene! Fai come vuoi, non hai niente da perdere. Se alla fine non lo sopporterai più la questione si concluderà. Se invece adrete d'accordo... Beh, dovrò pagarti qualcosa da bere amico perché non scommetterei nemmeno uno zellino su questa nuova grande amicizia!'
Harry scoppiò a ridere soddisfatto: 'Mi sembra corretto!'

 
   
 
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