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Autore: Uptrand    20/03/2019    12 recensioni
Gli Yahg hanno deciso di non rispettare gli accordi con il Consiglio della Cittadella e una numerosa flotta di conquista si sta muovendo verso la colonia salarian indipendente di Erinle.
Da due settimane sotto assedio degli yahg e difesa dalle forse dell Iniziativa di Difesa Galattica (I.D.G.) agli ordini del Consiglio.
Genere: Avventura, Azione, Science-fiction | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Yuri | Personaggi: Altri, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Prima di iniziare questo capitolo consiglio la lettura delle seguenti OS: 
https://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=3711338 (Concordato di Noveria)
https://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=3806569 (Il carcere Tartarus) 
Ho provato a disegnare schematicamente la mappa della base e a indicare direzzione dell'attacco e posizione dei vari personaggi. Non è molto bella da vedere, ma spero vi possa aiutare. 


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Il suo suono squillante della sirena d'allarme era udibile in tutto Fort Hanshan ma il suo avvertimento arrivò troppo tardi. 
La nave spaziale volava talmente bassa da sfiorare la neve a terra, si scontrò a tutta velocità contro i campi di forza che proteggevano la base militare. L'esplosione distrusse l'ingresso principale, permettendo alle restanti navi nemiche di introdursi nella zona sotterranea dove aveva sede la base vera e propria degli I.D.G. 
Come sbarcarono assaltarono Fort Hanshan, sotto il fuoco incensante delle postazioni di guardia. Un piccolo gruppo si separò da chi partecipava all'assalto, dirigendosi alla propria destra in direzione della zona civile. 
Una beaccia venne aperta nel perimetro esterno della base, poco per volta gli attaccanti si insinuarono. Passando sopra i cadaveri dei commilitoni, caduti sotto l'incensante fuoco dei soldati. I difensori arretravano, ma in modo organizzato.
  
***** 

Rumori di tacchi e passi affrettati, i soldati scattavano sull'attenti mentre porte blindate si aprivano al suo passaggio. 
Entrò nella sala di controllo senza guardarsi attorno, sedendosi nella postazione centrale da cui abbracciava l'intero locale con lo sguardo.
« Dammi una spiegazione. » esordì Dasha.
Naomi era in piedi e le dava le spalle quando era entrata, intenta a gestire le informazioni che le stavano arrivando. 
Sospirò con fare rassegnato, sapeva che non avrebbe potuto evitare quel momento. 
L'asiatica si girò verso di lei « Una trentina di navi pirata hanno attaccato la base I.D.G., qualcosa nelle difese della base non ha funzionato. Non hanno rilevato la formazione nemica fino a quando le navi non sono state a vista, a quel punto era già troppo tardi. Lo stesso vale per noi, niente sui sensori o simili, sappiamo cosa sta succedendo solo perché abbiamo un satellite spia in orbita geosincrona su Fort Hanshan » 
« Come ha fatto una flotta di trenta navi a scendere su Noveria senza che Divisione N, comandata da te, se ne accorgesse? Mi sembra che i fondi per la sicurezza non manchino. » chiese seccata lei. 
Naomi sapeva che aveva ragione, se spendi qualche decina di miliardi di crediti il minimo che puoi aspettarti è che delle navi pirata mal assortite vengano rilevate. 
Lei però la conosceva da troppo tempo per preoccuparsi del suo tono d'umore. 
Negli affari Dasha era pragmatica, i risultati contavano più di qualsiasi altra cosa e per questo cercava sempre professionisti seri. Non erano i problemi a farla arrabbiare, ma avere o meno una soluzione ad essi. 
« Non lo sappiamo, ho chiesto a Sunt di indagare. Una nostra colonna è in viaggio verso Fort Hanshan, hanno l'ordine di fermasi sul confine della zona militare. Quel posto è l'unico su Noveria dove Divisione N non è autorizzata ad agire, se dobbiamo farlo ci serve il tuo permesso. Ho fatto alzare in volo i droni da combattimento e due stormi di cannoniere, unità missilistiche si stanno posizionando in punti stabiliti. Missili a lunga gittata stanno scaldando i motori nei silos. L'idea è che nessuno di quei pirati possa lasciare il pianeta. » disse terminando la sua spiegazione. 
Dasha annuì, vedere una crisi affrontata con professionalità migliorava sempre il suo umore. 
« Una cosa vorrei capire, chi sono i tizi che stanno attaccando gli I.D.G. ? »
Naomi annuì « Vero, li ho chiamati pirati per comodità ma nessun pirata attaccarebbe una base militare. C'è però un altro problema. » affermò lei, quello che stava per dire le dava si parecchie preoccupazioni. 
La Weaver inarcò un sopracciglio guardandola, assumendo un'area interrogativa come a chiedersi cos'altro poteva andar storto in una giornata in cui si subiva un attacco dallo spazio? 
« Le stiamo ancora cercando, ma crediamo che Alexya, Diana e Trish potrebbero trovarsi alla base I.D.G. Qualche ora fa hanno preso una navetta... »
« Come...? » la interruppe bruscamente Dasha incredula . 
Ma prima che il suo capo della sicurezza potesse risponderle, l'omnitool di lei squillò segnalando una chiamata da Trish.
« Tesoro, dimmi subito dove siete tu e le tue sorelle? » 
« Ciao mamma, tutto bene, siamo a Fort Hanshan. »
« C'è una battaglia in corso! Venite via subito da li! »
« Non possiamo, ci sono i nostri amici. Manderesti qualcuno ad aiutarci. Senti, non ti arrabbiare, abbiamo con noi le nuove armature che ci hai fatto preparare. » 
« Cosa? No, anzi meglio, ora voi tre venite via e …. » ma non finì la frase che la comunicazione cadde. 
Cerco subito di richiamare la figlia, ma prima di riuscirci ricevette una seconda chiamata ma da Diana questa volta. 
« AIUTO MAMMA! AIUTO! STANNO CERCANDO DI CATTURARCI! CI VOGLIONO STUPRARE! NO FERMI, NON TACCATEMI. » e la comunicazione cadde nuovamente. 
Le urla disperate della ragazza si erano sentiti in tutta la sala, in essa regnava adesso un silenzio assoluto interrotto solo dai rumori dei computer. 
Su cosa successe dopo sorsero molte leggende, la più diffusa raccontava che un singolo capello andò fuori posto dondolando alcuni istanti davanti al viso di Dasha. 
Quindi si staccò e prima di toccare il suolo era divenuto completamente bianco, a causa dello stress che le parole della figlia avevano procurato. 

 
***** 

« Non avresti dovuto! » affermò Trish rivolta a Diana. 
« Almeno adesso siamo sicure che mamma manderà qualcuno, poi l'hai sentita, voleva che andassimo via. Io rimango qua e anche voi non vedere l'ora di combattere! » 
« Era quello che stavo cercando di fare anch'io, magari evitando la super sgridata con mega punizione che ci aspetta una volta tornate a casa! » 
Diana le sorrise allegra « Non essere tragica, coraggio sorelle andiamo a divertirci. » disse alzando euforica le braccia.
Un rumore insolito provenne dagli omnitool di tutti, guardandoli fu subito evidente l'assenza di segnale. Le comunicazioni erano appena state tagliate, potevano comunicare solo a corto raggio.  
« No. »
Tutti si girarono verso Alexya. 
« No a cosa? Beh...non vuoi combattere? » le chiese Diana veramente sorpresa. 
« Questa è una guerra, non un banale omicidio. Non possiamo agire come al solito. »
« Quanto la fai lunga. Noi siamo predatori, loro le prede. » 
« Non ti ricordi cosa è successo quanto abbiamo combattuto contro i mercenari per riprenderci Noveria? »
« Che abbiamo vinto? »
« No che per un mio errore siamo quasi morte tutte e tre, quella volta sei stata tu a salvarci. Possiamo combattere e uccidere, ma dobbiamo farlo con intelligenza. Non possiamo affidarci solo ai nostri sensi e all'istinto. » 
« Perché? »
« Perché non voglio che tu o altri vi facciate male.  »
L'impetuosità di Diana venne disarmata da quell'ammissione esplicita di affetto e quasi timidamente chiese « Allora che intenzioni hai? »
« Io, nessuna. » rispose Alexya e voltandosi verso i gemelli Coats « Siamo ai vostri ordini. »
« Cosa? » gridarono i due in simultanea, visibilmente sorpresi. 
« Siete gli unici militari presenti, penso riuscirete a stabilire quale sia la cosa migliore da fare. L'astuzia è qualcosa che non vi è mai mancata. »
Lo sguardo che si scambiarono Henry e William fu di pura incredulità. Ideare stupidi piani per gioco era una cosa, comandare era tutt'altra questione. 
Diversi rumori dall'esterno distrassero tutti, la prima a guardare fuori da una finestra fu Taiga che disse « Sono tutti in strada, sembrano diretti da qualche parte. »
« Stanno attuando il piano di evacuazione. » affermò Decunia, ottenendo l'attenzione di tutti. 
« Olivia ha fatto esercitare tutti i civili diverse volte, al suono della sirena avremo dovuto raggiungere una galleria che conduce all'esterno. Lì c'è uno spazio nascosto con navette per tutti, con impostata la rotta per Caninea. » spiegò la giovane turian.
« Brava Olivia. » mormorò William. 
« Pensa sempre a tutto. » aggiunse Henry « Direi che sappiamo cosa fare, proteggiamo l'evacuazione. Prima pensiamo a mettere tutti i non combattenti al sicuro, poi si attacca. » 
William fece apparire una mappa della base per orientarsi. La zona militare era un grosso rettangolo davanti all'ingresso principale sfondato dai nemici, quella civile aveva la forma di una L con l'estremità corta che affiancava il lato sinistro della base. 
Sullo schermo era contraddistinta da numerosi rettangoli di grandi dimensioni. Essendoci passati in mezzo poco prima, William ricordava bene che si trattava di magazzini. 
Niente di particolare, contenevano le scorte a uso civile. Osservando la loro disposizione sulla mappa, intuì subito un particolare.
« Bloccheremo i nemici nell'area dei magazzini. Olivia ha proprio pensato a tutto. » disse divertito. 
« Di che parli? » domandò il gemello. 
« Guardate bene tutti come sono disposti: in orizzontale, su più linee e senza spazi fra loro. Per superarli bisogna fare uno scomodo e lungo giro. Mentre ci passavamo in mezzo ho notato che erano identici a quelli militari, costruiti per resistere ad esplosioni. Offrono un riparo perfetto e bastono pochi soldati ad ostacolare nemici ben più numerosi. In più, in alto ci sono diverse gru per spostamento merci, i binari corrono sopra tutti i magazzini. Con una buona mira si può attaccare i nemici dall'alto. Credo che Olivia abbia pensato questa disposizione come linea di difesa improvvisata, un modo per guadagnare tempo. Dovremmo affrontare i nemici in quel punto. » 
« Direi che è un ottimo piano, ma io non verrò. Rimarrò ad aiutare William ed Henry nell'evacuazione. Non possiamo escludere che i nemici passino altrove. » dichiarò Trish.
« Ma se siamo tutte è più divertente. » commentò Diana. 
« Ha senso. » fu invece il pensiero di Alexya, d'accordo con l'idea della sorella. 
« Voi due, cercate solo di non litigare. » disse Trish.
Diana la cinse di lato « Andiamo sorella, ti permetto di farmi da spalla. » disse entusiasta. 
Il sopracciglio destro di Alexya si alzò di mezzo millimetro, a segnalare la sua irritazione. 
Trish si portò una mano davanti alla bocca “Speriamo bene. “ pensò
Prima di separarsi Henry e William spiegarono alle ragazze Weaver le loro impressioni sulle nuove corazze.
 
***** 
 
Una ventina di batarian stava correndo costeggiando i magazzini, costretti a seguirne la struttura non potendo aggirarli. Erano guidati da un'asari, li comandava dal centro di quella piccola formazione. 
Bastava osservarli per capire che erano tutti professionisti, non si trattava di una squadra improvvisata. Troppo precisi nei movimenti, quello che si raggiungeva solo con dei compagni fidati e di lungo corso. Indossavano tutti una corazza nera senza riconoscimenti. 
Un brivido, una sensazione che conosceva bene e sempre difficile da spiegare, percorse l'asari che si girò di scatto alle proprie spalle. Per arrivare a trecento anni come lei, saper combattere non bastava ma bisogna saper sviluppare anche un istinto di sopravvivenza. 
Estrasse la spada, mentre con la destra teneva la pistola, incrociando appena in tempo una seconda lama. 
Il contatto tra le armi durò solo una frazione di secondo, fece fuoco con la pistola mancando la testa del nemico di un soffio. Il misterioso aggressore prese le distanze allontanandosi con un salto biotico. Evitando il fuoco delle armi quasi saltellando, come a prenderli in giro. 
A una ventina di metri ritrasse la visiera del casco, mostrando il volto ai nemici. « Si vede che si forte, mia sorella aveva detto qualcosa sulla possibilità che parassi il mio attacco. Relegare me, Diana Weaver, a semplice distrazione...che ingiustizia. »
“Diana Weaver! Distrazione?” furono i pensieri dell'asari, ma ebbe solo il tempo di formularli che un suono gutturale alle sue spalle la fece voltare. 
Un batarian giaceva a terra con la gola tagliata, nessuna traccia dell'aggressore.
“ Merda!” pensò, riportando la propria attenzione al primo nemico.
Anche se sapeva cosa stava vedendo, la sua mente non riusciva ad accettarlo. 
Il volto di Diana era a pochi centimetri dal suo e capovolto, la vide farle l'occhiolino e sentì distintamente le sue parole « Attenti a non distrarvi, sono io la protagonista. » 
La visiera tornò a chiudersi. 
Essere a testa in giù, a metà di un salto mortale, non era un problema per la ragazza che riuscì ad aprire il petto di un batarian mentre era a mezz'aria. Per sparire di nuovo in un salto biotico, al termine della rotazione.
Due secondi di distrazione, un secondo a osservare cosa accadeva alle sue spalle e un altro per riportare l'attenzione sul davanti, due morti. 
Visibilmente agitata l'asari aprì un canale di comunicazione « Qui Rary, abbiamo incrociato la corritrice e credo la spadaccina. Avvertite il gruppo di Lenuc, potrebbero incrociare il nosila. » 

« Adesso mi spieghi perché mi hai detto di non mirare all'asari, se il primo attacco lo bloccava? » commentò scocciata Diana, Alexya era in piedi accanto a lei. 
Entrambe indifferenti all'altezza vertiginosa di decine di metri a cui si trovavano. Con i loro poteri avevano raggiunto i binari delle gru, sopra i magazzini, da essi avevano una perfetta visione dei nemici pur rimanendo al sicuro. La poca illuminazione di quel posto le nascondeva perfettamente, ed erano troppo in alto perché una normale arma potesse colpirle. 
« Voglio che richieda rinforzi, più nemici arrivano da noi meno saranno quelli che stanno attaccando la base militare e il carcere. Qui non possono fare veramente dei danni. »
« Ah! Quindi li vuoi attirare tutti qui, spaventando i primi arrivati che chiederanno aiuto? »
« Esattamente. »
« Allora, se non ti dispiace, vado a spaventarli ancora un po'. Ormai l'asari non credo serva più. »
« Diana, prima, con quel colpo di pistola hai rischiato. » la rimproverò Alexya, lei stava per rispondere ma la sorella le mise una mano in testa « Non m'importa se mi stai per dire che queste armature un colpo di pistola lo respingono benissimo, anch'io ho sentito il resoconto di William ed Henry. Diana, questo non è il nostro ambiente di caccia e dobbiamo essere più prudenti del solito. So che non posso veramente definirmi la sorella maggiore, ma ti chiedo di ascoltarmi per una volta: combatti seriamente, nessuna stupidaggine. »
« Va bene. » fu il semplice commento di Diana che si buttò a volo d'angelo nel vuoto, con la mente in subbuglio per quelle parole. Avrebbe preferito morire, piuttosto che farsi vedere commossa da lei. 
“Non ci riesce proprio a non esibirsi.” pensò Alexya sorridente dopo il salto della sorella. A volte sarebbe piaciuto anche lei essere meno seria. 
“Però al momento preferirei capire come funzionano queste armature. Le funzioni delle corazze vecchie ci sono, i sensori funzionano benissimo e sono molto più precisi nelle informazioni che trasmettono. Ma questa questa “analisi e valutazioni” davvero non la capisco. Dovrebbe essere attiva, ma non mi sembra stia facendo qualcosa.” 
Mise un piede appena oltre i binari e si lasciò cadere nel vuoto sotto di lei.  
*****
 
Tutte le civiltà hanno leggende su guerrieri implacabili, una volta colpiti dal fervore della battaglia. Nosila per le asari, berserker per gli umani, usyru per i batarian, sardrok per i krogan.  
Termini arcaici il cui vero significato si è perso nel tempo, ma di cui è rimasto il ricordo nella memoria collettiva. 

Al comando di un gruppo simili a quello di Rary, Lenuc aveva ignorato l'obiettivo della missione per svolgere il proprio compito che le era stato assegnato: catturare i civili ed usarli per costringere i sodati alla resa. 
Erano passati per la via più breve e apparentemente più difficile, passando attraverso la zona militare. Ma la sorpresa e la rapidità del loro attacco aveva fatto si che ci riuscissero senza troppi problemi. I difensori erano ancora confusi.
Solo non si sarebbe mai aspettata quel nemico, in piena vista e nel bel mezzo della strada. 
Impossibile sbagliarsi. Anche se doveva trattarsi di un modello diverso da quello segnalato nei documenti della missione, quella era un'armatura da phantom.
“Ė troppo presto, il loro intervento era stato ipotizzato ma non da subito.” pensò sapendo però di non aver tempo. 
« Sparpagliatevi e aprite il fuoco. » ordino ai batarian ai suoi comandi. Se la spadaccina e la corritrice stavano attaccando il gruppo di Rary, quella doveva essere la nosila. 
Ma non fu possibile farlo. Trish era scomparsa. 
Una dolore allucinante, una presa bestiale alla nuca. Lenuc avrebbe cercato di capire come le fosse arrivata di spalle, se solo il dolore le avesse permesso di pensare. Sentiva solo quello, oltre al rumore del casco della corazza che si spezzava. 
I batarian e un'altra asari aprirono il fuoco. Inutilmente.
« Con queste armature è fin troppo facile. » borbottò fra se Trish, leggermente delusa. Non cercava nemmeno di evitare i colpi, questi rimbalzavano sulla barriera biotica. Cercò di rimanere seria, mentre vedeva l'indicatore della barriera scendere e risalire di continuo. Per quanto ci provassero non riuscivano a farle abbastanza danno da far crollare la barriera che la proteggeva. 
Henry e William avevano ben spiegato le proprietà di quelle corazze, almeno di quelle di cui erano sicure. L'idea di essere a prova di proiettile, le aveva fatto venir voglia di mettere alla prova la propria corazza. 
Una granata venne lanciata contro di lei, la respinse di pugno in tutta tranquillità. Mandandola ad esplodere tra chi l'aveva lanciata.   
Un movimento netto e deciso, Trish strappò con decisione la testa dal corpo decapitando orribilmente Lenuc. Adesso però si stava annoiando. 
« Sorella! » gridò la sola altra asari presente. 
Chiunque fosse finì a terra frastornata, quando la testa di Rary le fu lanciata addosso come fosse un proiettile. 
« Avanti, fatevi sotto. » commentò con calma glaciale Trish, sfidandoli con un gesto a farsi sotto. Odiava essere stata egoista, ma se doveva essere sincera con i propri sentimenti sapeva di aver voluto andar senza le sue sorelle per puro egoismo. 
Anche lei amava l'arte della scherma, ma ogni tanto le piaceva fare a pezzi qualcosa anche a mani nude. Sentire i muscoli che si gonfiavano e tutta quella fatica in più le davano una sensazione che le piaceva. 
Però come farlo a capire a Alexya, una vera purista dello stile phantom e dello scherma? Come dirlo a Diana evitando qualche sua battuta infelice? Odiava avere segreti con loro.
“Tornate a casa preparerò una torta per tutte e addio ai sensi di colpa.” 
« Uccidete quella stronza! » urlò l'asari di prima. 
Trish, sotto il casco, sorrise. Da sola non pensava che sarebbe riuscita a trattenere eventuali nemici, aveva riflettuto che la cosa migliore sarebbe stata provocarli e far si che fossero loro a decidere di fermarsi per affrontarla. Stava facendo da esca, mentre i gemelli Coats e Taiga aiutavano con l'evacuazione. 
Estrasse Yakshi, con il piatto della spada colpì l'aria che parve creparsi come uno specchio rotto sotto i suoi poteri biotici. 
Si liberò un'incredibile onda energetica. Metallo, carne e ossa si frantumarono lasciando una ventina di nemici morenti al suolo. 
« Posso sapere chi siete? Questo pianeta è casa mia. » chiese cordialmente all'asari, casualmente ancora in vita. Il suo casco era munito di una visiera che le permetteva di guardarla dritta negli occhi. 
Uno sguardo pieno di odio e prossimo al pianto. 
Il phantom si lecco le labbra famelica, le piaceva la disperazione dei nemici. 
Alzò la spada, l'avrebbe torturata per avere le informazioni necessarie ma Yakshi non raggiunse il suo bersaglio. 
Trish scattò all'indietro, evitando alcuni colpi d'arma da fuoco sparati da un nemico ignoto. 
Non tardarono a mostrarsi: tre asari, sempre con la medesima armatura nera priva di ogni riconoscimento. 
Due presero la compagna ferita e scapparono, ne rimase solo una. 
Trish l'osservò e quello che vide le piacque. « Sei forte. »
L'asari caricò con un potente salto biotico, le lame si scontrarono e Trish fu sbalzata di diversi metri indietro. Riuscendo però a ricadere in piedi.

La sua barriera biotica era crollata, sarebbero serviti alcuni minuti perchè si ricaricasse
Chiunque fosse quell'asari era in gamba, aveva incorporato energia biotica nella spada per rilasciarla un attimo prima che le lame si toccassero. 
Una mossa da veri professionisti, tra questi solo per pochi. 
Si rimise in guardia.
L'asari carico a testa bassa evitando l'attacco di Trish con una finta. 
Segui uno scambio di colpi di enorme potenza, chiunque fosse resisteva alla potenza dei colpi del phantom rafforzando il proprio corpo con i poteri biotici e grazie un eccellente tecnica di spada. Riusciva a deviare molti dei colpi in arrivo, scaricando la loro potenza al suolo e evitando gli altri. 
Degli attacchi che spezzavano il cemento sotto ai loro piedi, se uno solo di essi fosse andato a segno la misteriosa nemica in corazza nera sarebbe morta con la schiena spezzata nel migliore dei casi. 
L'asari saltò all'indietro per prendere le distanze, quel veloce e intenso scambio di colpi l'aveva stancata. 
Sapeva di non poter competere di potenza con Trish Weaver, la nosila, se voleva rimanere viva doveva sbrigarsi. 
Attaccò nuovamente, come si aspettava la ragazza reagì come prima. Riuscì nuovamente a fintare, la spada di Trish colpì il suolo. 
Lei ci mise sopra il piede per bloccarla, facendo rimanere il phantom chinato in avanti per quell'istante necessario alla spada per raggiungere il suo collo. 
Trish non avvertì il minimo dolore o altro, mentre la lama veniva fatta deviare dalla corazza dell'armatura. Saltarono all'indietro all'unisono, prendendo le distanze. 
In preda alla rabbia Trish si tolse il casco « Chi diavolo siete? »
L'asari sparì nel nulla, lei si guardò intorno ma non avvertì più la sua presenza. Era scappata. 
Si portò una mano sul collo, era successo qualcosa che l'aveva salvata. Era certa che l'icona, nel visore interno del casco, “Analisi e valutazione” si fosse attivata proprio mentre stava per morire. 
Quel colpo era stato troppo accurato per sperare che la corazza e barriere biotiche potessero bloccarlo. 
Si morse le labbra fino a sanguinare, cercando di accettare l'umiliazione che sentiva. 
Doveva rimanere calma, in natura l'onore e sentimenti simili non esistevano.
I predatori cacciavano per motivi ben più pratici, l'unica cosa che contava era rimanere in vita. Il come e il perchè non avevano nessuna importanza, questo gli aveva insegnato Isabella. 
Questa era la prima volta che aveva difficoltà a seguire i suoi insegnamenti. 
Aveva perso, doveva accettarlo. C'era un predatore più forte di lei su quel campo di battaglia, per la prima volta non era qualcuno della sua famiglia. 
Chiunque fosse quell'asari era forte, con una profonda conoscenza delle tecniche biotiche e immune  alla lettura del corpo. Non era riuscita ad anticipare una sola mossa di quel nemico. 
Respirò lentamente per cercare di controllarsi, non doveva dimenticare il suo scopo. 
Prima l'evacuazione, ma quando avrebbero attaccato sarebbe andata a cercarla. 

***** 
« Voi... »
                «... chi siete? »
Domandarono Alexya e Trish, davanti a ciascuna un'asari in armatura nera priva di riconoscimenti. 

Grzie di aver letto fino a questo punto. Spero che questo capitolo vi sia piaciuto, a essere onesto mi rendo conto di averne scritti di più belli. Qualche idea su chi siano i misteriosi aggressori?  Chi possono essere le asari in corazza nera? 
   
 
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