Libri > The Maze Runner
Segui la storia  |       
Autore: lisi_beth99    21/03/2019    1 recensioni
Minho è stato catturato ed il resto del gruppo cerca di salvarlo dalle grinfie di W.C.K.D.
Lane dovrà lottare un'ultima volta per riuscire a lasciarsi tutto alle spalle e poter costruire una vita pacifica con Newt.
Ma ci sarà un segreto fra loro...
Riusciranno a vincere contro l'organizzazione e a raggiungere un luogo sicuro?
Questo è l'ultimo capitolo della saga, dove tutto si concluderà nel bene, o nel male
//SEQUEL DI: RUN FIGHT SURVIVE\\
Genere: Avventura, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Newt, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
- Questa storia fa parte della serie 'Live, Fight, Win'
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
-Ecco qui! – Thomas aveva aperto una cartina logora e ingiallita sull’unico tavolo presente nella stanza ed indicava un punto cerchiato di nero – A poche centinaia di chilometri. Stando a quello che ha detto Aris, dev’essere lì che sono diretti. È lì che troveremo Minho! – stava spiegando a Vince – Portiamo chi riesce a combattere. Seguiamo la strada se si può. Ci vorrà una settimana. – e, come al solito, aveva già pensato a tutto.
-Una settimana? – chiese l’uomo col pizzetto fissando il moro – C’abbiamo messo sei mesi ad arrivare qui. Ci sono più di cento ragazzi adesso. Non possiamo restare qui in eterno, dopo quello che abbiamo combinato! Tu vuoi raggiungere un punto a caso sulla mappa! Non sai neanche cosa c’è lì! – Vince si stava alterando. Il resto del gruppo rimase in silenzio a fissare la cartina aperta sul tavolo.
-Io lo so. – Jorge apparve dalla stanzetta adiacente – è passato qualche anno ma ci sono stato. L’ultima città, così la chiamava W.C.K.D. Era la loro base operativa. – si avvicinò al tavolo.
Thomas mi indicò col pollice – Anche Lane sa della sua esistenza. Può aiutarci a trovarla! – quasi mi strozzai con la saliva – No, no, calmo! – esclamai alzando le mani - Io ho solo detto che l’ho sentita nominare svariate volte mentre lavoravo in quel maledettissimo laboratorio. Non ho la più pallida idea di come sia fatta o dove si trovi. – per un attimo pensai che Thomas volesse incenerirmi con lo sguardo ma Jorge riprese la parola – Se quella città esiste ancora, è l’ultimo posto in cui andare, hermano! Nella tana del lupo. – terminò l’uomo ispanico.
-Niente che non abbiamo già fatto! – provò a replicare il moro. – Sì, ma con mesi di progettazione, informazioni affidabili, l’elemento sorpresa… tutte cose che non abbiamo ora! – intervenne Vince. – Vince ci ho pensato bene e poi… - ma l’uomo biondo lo interruppe nuovamente – Hey! L’ultima volta che abbiamo agito senza organizzarci, ho perso tutto. Te lo ricordi? – domandò indicando il moro. – So che si tratta di Minho, lo so. Ma non chiedermi di mettere in pericolo tutti quei ragazzi per un solo uomo. Non lo farò! –
Seguì un momento interminabile di silenzio poi dalla radio provenne un rumore debole… - Settore A, completato. Scansione settore B. – la voce gracchiata di un uomo della W.C.K.D. fece bloccare il respiro a tutti i presenti.
In pochi istanti si sentirono le eliche di più Berghe – Merda! Spegnete le luci! – esclamò Thomas correndo verso l’esterno. Jorge si precipitò al generatore principale mentre io mi fiondai verso quello che controllava le luci del portico sul molo.
Newt mi raggiunse velocemente. Come ogni volta, la tensione si poteva toccare. Bastava un bagliore e gli uomini di W.C.K.D. ci avrebbero scoperti.
Quando non sentimmo più il rumore dei velivoli, decidemmo di uscire dalla stanza. Jorge riaccese il generatore e se ne andò a cercare Brenda.
Io e Newt decidemmo di andare verso la nostra stanza. Lungo il tragitto trovammo Thomas – Allora? Che si fa? – domandai avvicinandomi. Lui sollevò le spalle – Ha ragione Vince. Non possiamo restare qui… - e scomparve in una delle camerate piene di amache. Per un attimo mi sembrò di essere tornata nella Radura…
Arrivati in stanza, Newt chiuse la porta cercando di fare meno rumore possibile. – Cosa ne pensi? – chiesi mentre mi levavo la giacca e mi sedevo sul letto – Credi che Thomas farà qualcosa di avventato? – terminai mentre sfilavo le scarpe. Il mio ragazzo si sedette sull’altra sponda del letto – Non lo so… Mi sembra strano che molli così facilmente... Spero solo che non faccia caspiate. – si sdraiò accanto a me facendo cigolare la struttura del letto che era vecchia e mezza rotta. Lo guardai in faccia un attimo prima che spegnesse la luce; qualcosa nel suo sguardo non mi convinceva. Sembrava che stesse pianificando anche lui qualcosa. – Newt… - avrei voluto dirgli di non fare cavolate, che ormai eravamo ad un soffio dalla libertà e che rischiare tutto per poi essere catturati senza trovare nemmeno Minho non aveva senso, ma non ci riuscii – Ti amo. – sussurrai accoccolandomi fra le sue braccia e chiudendo gli occhi. – Anche io ti amo! – rispose accarezzandomi il braccio che avevo appoggiato sul suo petto.
In pochi minuti ci addormentammo, o almeno così credevo.
Sono in piedi difronte a mia madre. La guardo negli occhi e vedo che sono bagnati dalle lacrime. – Ti prego Madeleine… - singhiozza mettendo le mani davanti a sé per proteggersi. Non capisco da cosa ma, quando abbasso lo sguardo, vedo che sto impugnando una pistola e la sto puntando contro di lei. – No… - sussurro senza capire. Parte un colpo che colpisce mia madre in pieno petto. – Cosa ho fatto? – urlo lasciando cadere la pistola e correndo ad abbracciarla – Mi dispiace! Mi dispiace così tanto. Io non volevo che ti succedesse tutto questo tesoro. – mi dice ansimando mentre io la guardo senza riuscire a muovermi – Mamma ti perdono! Ti perdono! Ti prego, non mi lasciare di nuovo… - comincio a piangere mentre la luce svanisce dai suoi occhi e si accascia senza vita fra le mie braccia. – No! –
Mi svegliai di soprassalto con un urlo bloccato in gola. Tastai la parte del letto in cerca di Newt, ma la trovai vuota. Mi passai una mano sul viso sudato e mi alzai.
Uscii dalla stanza e andai a vedere se per caso fosse nel bagno più vicino alla nostra camera; in me cominciava a farsi sentire un brutto presentimento.
-Newt – sussurrai per non disturbare il resto dei ragazzi. Nessuno rispose.
Decisi di andare a vedere se Thomas era nella sua amaca. Entrai con delicatezza nello stanzone, accorgendomi subito che nemmeno il moro c’era. Dove cavolo sono? Pensai mentre cercavo di individuare Frypan. Almeno lui speravo che non facesse cavolate.
Nulla. Nemmeno lui era nel casolare. Le prime luci del mattino cominciavano a farsi vedere all’orizzonte, illuminando debolmente la zona.
Entrai nell’altra stanza – Brenda. – sussurrai mentre la scuotevo gentilmente per un braccio – Brenda, svegliati! – ma come risposta ebbi solo un mugolio di disappunto. – Brenda dai! Thomas se n’è andato! – come percepì il nome del moro scattò in piedi – Che? – chiese completamente sveglia.
A mio parere aveva una cotta per lui, ma non osavo provare a parlarne per paura di essere uccisa dalla brunetta.
-Quei tre cretini se la sono svignata durante la notte. – le stavo dicendo mentre recuperavamo uno zaino e lo riempivamo di cose indispensabili per la missione. – Scommetto che Thomas ha fatto di testa sua. – Jorge apparve con le chiavi del suo fuoristrada in mano e un sorriso da “lo sapevo benissimo” stampato in faccia. – Sì e quei due sconsiderati di Newt e Frypan gli sono andati dietro! – ringhiai assaporandomi il momento in cui avrei preso il mio ragazzo a randellate. Avrebbe dovuto portarmi con loro! Non abbandonami lì come una donzella da proteggere. Questa cosa ancora non gli era entrata in quella testa da caspio che si ritrovava!
Salimmo sul veicolo quando il sole spuntò sopra il livello del mare e partimmo sapendo esattamente dove andare.
I ragazzi si erano fregati pure la mappa ma, fortunatamente, Jorge conosceva la strada.
Attraversammo zone aride fino ad arrivare su un’altura rigogliosa e rocciosa. La strada era abbastanza praticabile così evitammo di dover andare a passo d’uomo per paura di rompere l’auto.
Dopo un paio d’ore passammo accanto ad un cartello che diceva “Controllo obbligatorio dell’infezione. Fra due chilometri. Tutti i veicoli devono fermarsi”.
Due chilometri dopo trovammo un cancello col filo spinato completamente arrugginito e, in parte, divelto. Altri cartelli erano appesi qua e là. Uno spiegava i segni per riconoscere l’infezione. Dietro al cancello c’erano decine di carcasse di auto buttate da ogni parte e abbandonate a loro stesse.
Proseguimmo in quel luogo di controllo fino ad arrivare davanti ad una galleria ai piedi della montagna che si stagliava sopra alla zona.
Subito prima dell’ingresso nella galleria c’era l’ennesimo cartello “Punto di controllo sensibile. Coloro che oltrepasseranno saranno fucilati”. – Cavolo, non scherzavano mica… - disse Brenda, leggendo il cartello.
Prima che qualcun altro potesse dire qualcosa si sentirono degli spari provenire dal fulcro della galleria, poi urla lamenti.
-Andiamo! – disse risoluto Jorge, mettendo nuovamente in moto la vettura.
   
 
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > The Maze Runner / Vai alla pagina dell'autore: lisi_beth99