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Autore: StellaViva95    21/03/2019    1 recensioni
Alessia ha 24 anni, studia Ingegneria Gestionale, ed è fan dei Queen da sempre. Stefania, la sua migliore amica, lavora in biblioteca e scopre un modo per viaggiare nel tempo. Così decidono di tornare negli anni 70 e cercare di salvare Freddie Mercury dal suo destino. Ci riusciranno?
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Freddie Mercury, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Voce narrante: Alessia

“Ale, scusa se ti disturbo… Ma c’è un certo Roger al telefono per te…”, irrompe Tracy in camera mia
“Ok, arrivo…”
Esco dalla mia stanza e mi dirigo a passo svelto verso il telefono. Sono passati cinque giorni dall’ultima volta che ho visto Freddie e mi chiedo cosa voglia adesso Roger da me.
“Pronto”, dico sollevando la cornetta
“Pronto Alessia… Sono Roger!”
“Ciao Rog… Come stai?” “
Benone… Però sono preoccupato per Freddie… Mi piacerebbe parlare un po’ con te a quattr’occhi… Ci sono delle cose che non sai e a dire il vero non le sa nemmeno lui…”
“Va bene, Roger! Che dici di domattina a colazione? Ora io purtroppo devo andare a lavorare…”
“Va benissimo… Tanto con i ragazzi iniziamo alle 11 le prove… Può andare se passo a prenderti io per le 9?”
“Ok… Buona serata, Rog!”
“Buona serata a te…”
“Chi era?”, mi chiede Stefania, che prima era sotto la doccia
“Era Roger… Mi ha detto che deve parlarmi di una cosa… Che riguarda Freddie”
“E quando vi vedete?”
“Domani mattina a colazione… Sinceramente non so proprio cosa aspettarmi…”
“Nemmeno io…”
“Cambiando discorso, non ti sembra di star esagerando con le uscite con Brian il pomeriggio? Non vorrei tu stia sabotando la carriera dei Queen, mia cara!”, la prendo in giro
“Gni gni… Molto divertente… Comunque ci siamo visti soltanto ieri e oggi perché avevano la sala prove fino alle 16… Non sto sabotando proprio nulla!”, mi fa una linguaccia
“Se lo dici tu…”, rido
“Dai, andiamo a prepararci… tra mezz’ora dobbiamo essere al Vesuvio!” I

l giorno dopo alle 9 in punto Roger viene a prendermi e dopo venti minuti siamo seduti in un bar del centro di fronte ad una tazza di cappuccino e a dei deliziosi muffin al mirtillo. Roger sembra un’altra persona. Sembra timido e impacciato. Evidentemente ciò che deve dirmi lo mette in difficoltà e notare questa cosa mi incuriosisce ancora di più.
“Che dovevi dirmi, Rog?”, chiedo addentando il mio muffin
“Ecco… Freddie mi ha raccontato di quello che gli hai detto… Dell’AIDS… Della sua morte… Del nostro successo dei prossimi anni…”, si interrompe e mi guarda Io annuisco e lo esorto ad andare avanti.
“Io sinceramente sono rimasto abbastanza stupito…”
“Rog, scusa se ti fermo, ma mi sembra normale che tu sia stupito… Ciò che dovresti far capire a Freddie è che nessuno si inventerebbe mai una cosa del genere…”, dico seccata
“Ale, sei fuori strada… Io ho cercato di convincerlo, anche se senza successo… Dicevo che sono rimasto stupito perché pensavo…”
“Pensavi?”
“Pensavo che ne esistesse soltanto una di quelle scatole…”
“Quali scatole, scusa?”, gli chiedo senza capire
“Le macchine del tempo…”, risponde a bassa voce
Io rimango un attimo in silenzio e cerco di elaborare ciò che mi ha appena detto.
“Quindi tu…”, gli chiedo senza riuscire a terminare la domanda
“Io ho già tentato in passato di evitargli di morire…”
Io sono scioccata. Lui mi guarda con sguardo triste e arrabbiato allo stesso tempo.
“E perché non ci sei riuscito?”
“Perché non mi ha creduto… esattamente come non ha creduto a te…”
“Ma tu dove l’hai trovata la macchina del tempo?”
“In un cimitero abbandonato, vicino a casa mia… Era il 1998 e quando l’ho trovata non ci ho pensato due volte… Ho inserito una data in cui ero sicuro non avesse ancora contratto il virus e in cui ci conoscessimo già… E sono tornato giovane…”
“Aspetta un attimo! Ma quindi tu non sei andato indietro nel tempo così com’eri nel 1998? Sei tornato indietro e sei ringiovanito?”
“Si… A quanto pare chi ritorna ad un’epoca in cui era già nato si sostituisce al sé stesso di allora…”
“Capisco… E quindi è per questo che tu ti ricordi di questo viaggio?”
“Io sono sempre in viaggio, Ale… Da quando ho trovato quella macchina del tempo non faccio altro che tornare indietro, rivivere tutti gli anni più belli con i Queen fino a poco prima che Freddie morisse, stare un po’ ai giorni nostri e poi ricominciare da capo… In pratica per me gli anni che vanno dal 1998 al 2019 sono durati il triplo… Ma l’ho fatto perché la vita senza Freddie non è più la stessa…”, mi risponde triste I
o appoggio la mia mano sulla sua e la stringo.
“Fai bene, Roger… L’unica cosa che mi chiedo è… se puoi andare avanti e indietro nel tempo come ti pare, perché non hai riprovato in uno dei tuoi viaggi a convincerlo di nuovo?”
“Ci ho provato ben sette volte… Ma è stato inutile… Hai ottenuto di più tu in qualche giorno che io in tanti anni di tentativi… Almeno ha comprato i preservativi…” “Già… Comunque credo che, dato che ora ci sono anche io che gli ho detto questa cosa, magari se tu gli racconti tutto ci crederà…”
“Dici?”
“Beh, io posso anche essere pazza… Ma entrambi non credo proprio!”, ridiamo
“Non ti nascondo che ci ho pensato anche io… Però non so da che parte iniziare il discorso…”
“Potrei sostenerti io… Freddie mi ha chiesto di rimanere amici, ma non abbiamo litigato… Quindi, se tu dovessi organizzare una cena a casa tua, magari anche con John, Veronica, Brian e Stefania, accetterebbe…”
“Si può fare!”, risponde lui più sollevato
“Facciamo per questo Sabato?”
“Io non ho impegni… devo sentire gli altri”
“Con Stefania ci parlo io… tu occupati di John e Veronica… John e Brian sanno dei tuoi viaggi?”
“Si… Però non mi hanno mai creduto più di tanto… Ben diverso sarebbe se sapessero che anche tu e Stefania avete viaggiato nel tempo…”
“Ce la faremo, Rog!”
Lo abbraccio e ce ne andiamo dal locale con una carica pazzesca in corpo.

Arrivata al convitto, mi fiondo in camera di Stefania, che sta ancora dormendo.
“Stefania Conti! Sono le 11.30! Svegliaaaaa!”, urlo entrando
“Dai, ancora dieci minuti…”, mi prega, coprendosi il viso con le coperte
“Non se ne parla proprio… Anche perché ti devo raccontare il piano malefico che abbiamo escogitato io e il biondino dei Queen!”, le faccio l’occhiolino
“Cioè?”, mi chiede con la voce ancora impastata dal sonno
“Cioè Sabato sera siamo tutti a cena da Roger… Compresi tu e Brian!”
“Ok…”, fa spallucce lei, “E si può sapere cosa ti doveva dire di così importante?”
“Non te lo dico perché tu non mi racconti niente della tua love story… Anche ieri dopo il lavoro siete rimasti qua sotto per ore… Bell’amica che sei! Io ti dico tutto e tu non mi dici nulla!”, gli do una cuscinata
“Dai, ti prego! Racconta!”
“No!”, rispondo categorica, “Tu e il tuo amore dovrete venire a cena sabato per scoprirlo…”
“Ok… Adesso posso tornare a dormire?”
“Assolutamente no! Adesso io e te andiamo a fare un po’ di shopping…” “
Ma sei impazzita? Perché?”
“Perché mi va… Fuori il sole splende, sono felice e quindi tu devi condividere questa cosa con me!”
“Secondo me al posto del caffè stamattina ti hanno portato l’Irish Coffee… Fino a ieri ti deprimevi a tutte le ore e adesso vuoi andare a fare shopping!”
“Abbi pazienza, mia cara, e capirai il perché… Ora giù dal letto!”
Dopo mezz’ora stiamo camminando tra i negozi ed io inizio a respirare una nuova aria, carica di speranza e di amore nei confronti di Freddie.
  
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