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Autore: ghostmaker    22/03/2019    0 recensioni
A.D. 2110, l'anno in cui tutti i popoli deposero le armi scegliendo la pace come sentimento guida per la costruzione di un futuro prospero per l'intera umanità, ma la Terra non poteva guarire dalle ferite inferte dalla III° Guerra Umana e lo sforzo degli scienziati si indirizzò verso la conquista dello spazio conosciuto. Là fuori però c’erano altri popoli, pianeti disabitati, un mondo da scoprire e da conquistare, ma proprio la “conquista” divenne di nuovo una parola sinonimo di guerra. Molte cose accaddero in poco più di quattrocento anni, nuove guerre e nuove alleanze, ma soprattutto ci fu la firma di un patto tra tutte le popolazioni umane e aliene. Tutte? Non proprio perché delle rivolte armate stavano mettendo in pericolo nuovamente la pace. A.D. 2537, oggi…
Genere: Azione, Fantasy, Guerra | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Universal Wars - Trilogia'
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2° capitolo – Tutti sotto attacco



Il tribuno Sarto, scampato alla distruzione di Deserticos, si presentò al cospetto del suo imperatore su Idargos.
«Mio signore, i dettagli dell’attacco subìto sono chiari e non possono alimentare dubbi di sorta. Sono stati loro».
Kherkan, letti i dettagli nei minimi particolari, ordinò di preparare la sua personale nave ammiraglia e la scorta di due astronavi da guerra pronte alla battaglia.

Nel frattempo, in un’installazione militare situata nel nord dell’Europa unificata, sulla principale rampa di lancio, due aerei erano pronti al decollo.
«Qui squadriglia d'assalto Alpha. Chiedo autorizzazione».
«Fabrix, siamo sicuri che ci sentono? Troppe le interferenze».
«Non lo so Durin, ma io parto ugualmente, non posso mica starmene fermo perché quello lassù non ha tempo di rispondere».
I due caccia presero il volo senza autorizzazione. Entrambi i piloti provenivano dalla stessa accademia e avevano scalato le gerarchie militari continuando a superare le prestazioni che uno dei due otteneva nelle classi di studio o pilotando un aereo sviluppando però anche un certo distacco dalla proforma militare tanto che la frase “rispettare gli ordini” era per loro quasi sconosciuta.
Dal centro di controllo arrivò immediata la strigliata. «Questa volta l'avete combinata bella, non credo che ve la faranno passare liscia», disse Solomon prima di aggiungere preoccupato, «fate attenzione, siamo sotto attacco!»
Una piccola astronave pirata stava colpendo l'installazione militare e, per fortuna, i due piloti non si erano ancora allontanati dalla zona così con un semplice cambio di rotta raggiunsero e colpirono il nemico in modo preciso e chirurgico facendolo esplodere in mille pezzi. Durin, durante l’ingaggio, aveva notato qualcosa di strano e decise di dirigersi sul luogo dove erano caduti i resti della nave pirata e, giunto sul posto, vide la cosa che lo aveva sorpreso durante il combattimento; lo stemma impresso sui rottami della fiancata del velivolo che non rappresentavano il simbolo di qualche colonia, ma l’insegna del Regno Sayan.

Al centro di scienze interplanetarie di Marte la signorina Martina Dubois stava illustrando al presidente Hogan i risultati finali ottenuti dalle rocce di Deserticos che erano state scaraventate nello spazio con l’esplosione.
«Come può vedere anche da questi dati era confermabile che al pianeta mancava poco per distruggersi per colpa della grande massa magmatica che stava risalendo verso la superficie a grande velocità e quindi i colpi subiti hanno soltanto fatto affiorare ciò che era già sotto le fondamenta della loro capitale».
«Lei continua a sostenere che il pianeta già moribondo ha subito soltanto il colpo di grazia con l’attacco dei pirati?»
«Mi permetta di essere ancora più schietta; non ho nessun dubbio».
Mentre stavano consultando ulteriori grafici l’allarme della base inizio a suonare.


L'astronave Prometeus aveva concluso da giorni la missione diplomatica come scorta al ministro Thomen alla conferenza su Giove e stava per rientrare alla base Federale sulla Terra quando ricevette la comunicazione che il Presidente Williamson stava facendo a tutti i capitani della flotta. «Ordino a tutte le astronavi militari, non impegnate in missione, il rientro immediato sulla Terra. Abbiamo il fondato motivo di ritenere imminente un attacco alla Terra».
Proprio in quel momento un’astronave stava per attaccare Marte sotto gli occhi del comandante della Prometeus.
«Hanno armato i siluri» esclamò il radarista di bordo.
«Iniziate a cannoneggiare quel vascello» ordinò Douglas e dalla Prometeus partirono dei colpi precisi.
L’astronave nemica tentò la fuga ma Douglas non le diede tregua distruggendola con la seconda bordata dei cannoni della Prometeus.

Negli istanti in cui la Pegasus aveva eliminato una minaccia, altre situazioni di guerriglia si stavano succedendo in luoghi sparsi dell’universo. Su Pentium, un pianeta della Repubblica Autonoma, era in atto un attacco contro le basi militari effettuato da aerei bombardieri sconosciuti e il Primo Ministro Manola chiamò in soccorso la flotta del vicino pianeta, Maxtor. Le astronavi da cui provenivano i bombardieri nemici, vista la situazione di pericolo, indietreggiarono attraversando nuovamente il “Varco Beronz” mentre Manola trasmetteva ai due vice ministri della Repubblica le informazioni ricevute direttamente dall’Impero Kilrathi.

Nella loro fuga le astronavi pirata, uscendo dal “Varco Beronz”, si trovarono nei pressi di Mercurio e davanti alla stazione orbitante Pegasus della Federazione Terrestre messa a difesa del pianeta “neurale”.
Betta, l’addetta radio e primo ufficiale in capo, confermò: «Attenzione, come previsto le astronavi nemiche sono nel nostro raggio d’azione. Accensione motori e iniziare rotazione delle cannoniere».
«Billy dalla sala motori, iniziato allineamento».
«Brawler dalla cannoniera pronta a sparare. Attendo allineamento».
Tutti all’interno della stazione orbitante erano pronti e dopo qualche minuto i piccoli cannoni iniziarono a sparare contro il nemico che tentò il contrattacco colpendo con ferocia senza risparmiare di lanciare missili contro Mercurio. La vittoria dei terrestri era a portata di mano quando l’ultimo vascello nemico cambiò la sua rotta.
Betta urlò: «Attenzione, l’astronave nemica si sta dirigendo verso di noi per speronarci, prepararsi all’impatto!»


I fatti criminosi dell’ultimo giorno imponevano l’intervento diretto delle massime autorità dei Quattro Stati. Il console di Plutone, Redward, indirizzò la sua chiamata contemporaneamente ai quattro potenti. «L’Impero Kilrathi richiede, come previsto dai Patti del Quadrilatero, un immediata riunione d’urgenza dei capi di stato e dei primi rappresentanti che avverrà sul pianeta “neutrale” da me amministrato secondo le leggi previste. Per un’azione comune ho garantito la vostra presenza e spero che nessuno decida di mancare».


***


La riunione straordinaria di sicurezza si svolse nella grande sala di Plutone dove, poco meno di cento anni prima, gli esseri umani accolsero i primi visitatori provenienti dell'Impero Kilrathi ed era normale che Kherkan avesse scelto questo luogo per la riunione perché il console Redward era Kilrathi. Nessuno aveva mancato alla richiesta del console: Manola, Lesnar e Jakall per la Repubblica Autonoma; Williamson, Thomen e Hogan della Federazione Terrestre; la regina Lia, il principe Ilian e il Duca Sukrit per il Regno Sayan; Kherkan, Cain e Sarto per l'Impero Kilrathi.
Redward aprì la riunione. «Signori, siamo qui perché negli ultimi giorni ognuno di voi ha dovuto affrontare degli scontri armati con delle forze a noi sconosciute e il Patto Quadrilatero prevede una riunione in caso di attacco esterno. Le nostre fonti, fino a oggi, ci indicavano le colonie indipendenti come favoreggiatrici degli attacchi, ma abbiamo delle nuove notizie su chi potrebbe essere il vero fautore di questi ingiustificati attentati alla pace. Cedo la parola al ministro Sarto».
«Signori, mi è grave mostrare a tutti voi le immagini dell'attacco subito ma non posso celarle e, con l’autorizzazione del console Redward, le invio sul mega schermo. Queste sono state raccolte dai nostri satelliti difensivi».

Le immagini si susseguirono fino al punto cruciale nel quale erano mostrate le stazioni da battaglia mentre iniziavano le procedure per l’utilizzo della Weapon X.
«Per favore bloccate questa immagine e ingrandite» disse Sarto puntano il dito sullo schermo gigante. L’ingrandimento non lasciava dubbi e tra lo sgomento di tutti il principe Ilian si alzò di scatto strillando: «Questo è un falso! Come vi permettete!»
Nelle immagini si vedeva sulle fiancate delle stazioni da battaglia lo stemma reale del casato Sayan.
L'Imperatore Kherkan puntò il dito contro la Regina Lia. «Ed ecco come volevate aiutarci nell’evacuazione di Deserticos! Eliminando tutti! E questo spiega anche perché nessun avamposto o pianeta o astronave del Regno Sayan si stata attaccata. Tutti noi abbiamo subito delle gravi perdite tranne voi!»
Le accuse erano gravissime ma purtroppo anche Williamson, presidente della Federazione, non poteva tenere nascosto l’attacco subito sulla Terra e riferito dai piloti del nord Europa unito. «Lo dico con le lacrime nel cuore ma abbiamo anche noi delle prove da consegnare in questa riunione».
Thomen aprì una valigetta nella quale era contenuto uno dei vessilli del Regno Sayan e Williamson spiegò: «Questo che vedete è stato recuperato dai rottami di un’astronave che ha attaccato il mio pianeta».
Lia, già accalorata per le accuse dell'imperatore, guardò Williamson negli occhi, ma, fidandosi delle parole dell’uomo, abbassò lo sguardo perché questa testimonianza aveva mille volte più valore di qualsiasi altra.
Ilian, impulsivamente, si lanciò a viso a viso con il presidente della Federazione e, trattenuto a stento da Sukrit, disse con foga crescente: «State congiurando tutti contro il nostro regno».
Manola, prima rappresentante della Repubblica a prendere la parola, disse: «Le astronavi che hanno attaccato la stazione orbitante terrestre nei pressi di Mercurio erano le stesse che avevamo respinto su Pentium, ma non ho elementi per confermare quello che state dicendo e mi affido alle immagini prodotte in questa sala».

Redward, dopo queste rivelazioni, si trovava in una situazione spiacevole, ma dovette far proseguire la riunione dando la parola al tribuno imperiale Cain che fu preciso e impeccabile nel seguire la prassi indicata nel trattato. «L'Impero Kilrathi oggi dichiara guerra al Regno Sayan; come prevede la convenzione stipulata nei Patti Quadrilateri, l’Impero si impegna a non attaccare né uomini né donne del Regno Sayan presenti in questa riunione permettendo loro di ritornare sui rispettivi pianeti; sempre attenendoci scrupolosamente al trattato, prima di iniziare delle operazioni belliche, l'Impero Kilrathi richiede formalmente al Regno Sayan la resa incondizionata perché responsabile delle azioni criminose che ci hanno portato a prendere una decisione drastica come può esserlo una guerra».
La Regina Lia rispose subito: «Il Regno Sayan rifiuta la resa».
Redward recitò la formula di rito. «Gli accordi prevedono che gli altri due membri dei Patti Quadrilateri dichiarino la posizione dei loro rispettivi governi».
«Le Repubbliche si dichiarano parte lese e appoggeranno l'Impero» rispose Manola dopo un breve consulto con gli altri rappresentanti della Repubblica mentre il presidente Williamson rispose: «La Federazione si dichiara neutrale al conflitto».
Kherkan, sorpreso da questa decisione, gli si avvicinò esclamando: «Voi non vi sentite colpiti? Dovevano morire tutti sulla stazione orbitante per farti entrare in guerra?»
Hogan si frappose tra i due dicendo: «Questa è la decisione della Federazione e non ci sono altre parole da proferire oltre a quelle già dette».
Redward li interruppe. «Rammento alla Federazione che come parte neutrale al conflitto dovrà assegnare un corridoio “franco” per il passaggio delle forze armate della Repubblica Autonoma».
«Siamo consci dei doveri e dei diritti previsti e concessi dai Patti Quadrilateri» rispose Hogan guardando in malo modo l’imperatore Kilrathi.
In poche ore si era aperto un nuovo conflitto nell'universo e tutti i rappresentati partirono per tornare a casa in modo da iniziare velocemente le operazioni di guerra.

Sulla navetta della Federazione Terrestre Hogan chiese: «Presidente, per quale motivo non entriamo in guerra contro il Regno? Sappiamo che lei ha una grande amicizia con la Regina Lia, ma le prove sono schiaccianti».
Anche Thomen era della stessa idea. «Sei ci tiriamo indietro dopo tutto quello che è successo facciamo soltanto la figura dei fifoni».
Williamson ascoltava i suoi alleati ma non aveva intenzione di cambiare idea.
«Sono certo che il Regno Sayan non sia colpevole; né Lia né Ilian sono così stupidi come ci vuole far credere Kherkan e, anzi, dopo le parole dell’imperatore, sono ancora più convinto che loro siano innocenti».
«Che cosa glielo fa dire con tanta sicurezza?» chiese Hogan.
«Proprio le parole di Kherkan; solo noi sappiamo che non sono tutti morti sulla stazione orbitante di Mercurio!»










Credits
- Il Regno Sayan è un omaggio ai guerrieri Sayan dell'Anime Dragonball.
- I tre pianeti della Repubblica Autonoma: Gavilon è un omaggio all'Anime Star Blazers, Maxtor e un omaggio alla casa produttrice di Hard Disk esterni, Pentium è un omaggio al processore creato dalla Intel Corporation.
- Weapon X è uhn omaggio al personaggio Wolverine dei fumetti prodotti dalla Marvel.

  
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