Chiude Faust con una manata. Il libro fa un botto che si sente dalla stanza, di sicuro, ma Sam è troppo stanco per curarsene.
Si prende la testa tra le mani e sospira. Gli sembra di essere tornato a quando Dean stava per morire, quando ha trovato quel guaritore e hanno dovuto fermare un mietitore in carne e ossa. Solo che adesso è molto peggio: prima, Dean non aveva un biglietto di sola andata per l'Inferno.
Sospira e si volta verso la camera da letto. Dean dorme, o fa finta, in ogni caso gli dà le spalle. Preferisce studiare all'aperto, Sam, perché è meno probabile che lo veda, anche se è sicuro che Dean sappia. Lo conosce.
Non avrebbe dovuto farlo. Non valeva la pena sacrificarsi, non per lui. Dean ha dato via la sua infanzia per farlo crescere e adesso dà via la pace eterna pur di farlo tornare. E lui è lì, impotente, a sfogliare libri su libri.
Non è giusto.
Alza gli occhi verso il cielo stellato. Nemmeno pregare ha senso, perché che potrebbero fare gli angeli? Quella è roba dell'altra fazione e deve cavarsela da solo. E, che sia dannato, ce la farà.