Anime & Manga > Death Note
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Autore: Ella_Sella_Lella    21/07/2009    1 recensioni
Allora, è la prima storia su Death Note, spero vi piaccia, accetto critiche su tutto(Particolarmente sulla grammatica, fondamentale).
La storia parla di chi osò sfidare Kira,ispirato al capitolo Zero, Una "persona" trova il 'Death Eraser'. Così decide, sotto aiuto di altre persone di diventare il Dottor K(Kira), il perfetto Anti Kira.
Chi sia quest'ultimo in realtà non lo sa nessuno! Perchè viene spesso chiamato in modi diversi ... Liaght lo chiama problema, Mello antikira, Near incosciente, il mondo dottor K.
Questa persona(Che non si può dire chi è)questa persona indifferente a nessuno, per chi nel bene e per chi nel male...
HA nel suo cuore solo una persona, che tornerà dallo stesso al di là.
Ma soprattutto chi è Taro Kagami? Che legami ha con Ryuk? Con Mello? E con una certa Laticha?(Nata solo per infastidire Light e non Kira)
Mi auguro leggiate... (è OOC, per preucazione, visto che prima seguivo questo anime , poi non lo più visto, poi ho ripreso,quindi)
Ambientato in un ipotetico spazio, dopo la morte di Matt.
Genere: Dark, Mistero, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altri personaggi, L, Light/Raito, Matt, Mello
Note: nessuna | Avvertimenti: Incompiuta
Capitoli:
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affari nostri

Non ho ben capito neanche io il senso di questo capitolo(Stiamo messi bene, eh?) So solo che ho deciso che Near si deve innamorare ...

X Mote_Ely: Perdona il mio, imperdonabile ritardo, volevo aggiornare un bel po' di tempo fa, però poi mi sono persa, mi mancava pochissimo , Spero che anche questa storia di piaccia, allora in questo capitolo Matt, dovrebbe fare lo sdolcinato ed anche Mello, ci starebbe provando, poi J ha inmente qualcosa con L, all'oscuro di non si sa chi. è Laticha ha deciso, o meglio io li ho fatto decidere che doveva fare cupido.
Mentre Light fa il riassunto delle donne della sua vita.
Fammi sapere che ne pensi.

Grazie a chi a solo letto ...

(Informazioni)
Età:
 Light è morto a 23 anni, ma Ho deciso di darli 25 anni, per qualche motivo insolito ... Vediamo se è stata una scemata o va bne comunque. In questo capitolo,  Light fa un riassunto delle donne della sua vita, scegliendo chi tenere in vita e chi no nel suo nuovo mondo, ed ovviamente su una cadrà un dubbio. Ovvero miss Sicerità ... 2010(L'hanno è quello)

 L'Anti Kira

-La ragazza del negozzio di giochi.

Emma, era stesa sul divano, in una buffa soluzione, mentre leggeva un ventina di articoli su Kira, scosse il capo, era noioso, ma doveva farlo, voleva aiutare Mello e doveva mostrare di essere più caparbia di Laticha, tra lei e Laticha c’era lo stesso identico rapporto Mello -  Near, con la differenza che le due sapevano andare d’accordo e fare squadra. Sentì bussare alla porta. Chi era? Di certo non poteva essere Light aveva detto al ragazzo che aveva da fare, si alzò ed aprì la porta, di quei tempi non si era molto tranquilli, quindi la ragazza prese dello spray al peperoncino e se lo nascose dietro la schiena, “Chi è?” disse, poggiando la mano sulla maniglia, “Mello” scandì  il ragazzo d’altro capo della porta, la ragazza l’aprì. La ragazza butto lo spray sul mobiletto li vicino, ed aprì la porta, ritrovandosi davanti il ragazzo, vestito come sempre in modo buffo, con una barretta di cioccolata indirizzata a lei, “Che ci fai qui Mihael?” disse scettica, guardando Mello, il ragazzo rispose: “Quattro chiacchiere con una vecchia amica?” allungando ancora di più la cioccolata verso di lei, la ragazza lo guardo, aveva un espressione accigliata prima di parlare, Mello rispose: “Bianca!” scuotendola, la ragazza rise beffarda, la prese e disse: “Muoviti entra!” quando i biondo varco la soglia di casa lei chiuse la porta.

“Che facevi?” domandò Mello, stupidamente, “Quello che mi hai chiesto di fare!” rispose lei, togliendo le pagine del giornale riguardanti Kira, il ragazzo si sedé in modo composto sul divano crema, dell’appartamento quasi vuoto, davanti alla Tv, rigorosamente spento, Emma non era mai stata molto brava nel decorare la sua vita, quindi ogni sua cosa era decorata in modo spartano(L’essenziale), anche se ogni tanto aveva degli attacchi di sfarzo, come la riproduzione di un quadro di Matis sopra la credenza, giusto per non dimenticare Margie che era sempre eccentrica e solare, per Emma non dimenticare era importante.

“Come vanno le cose con Yagami, Michelle?” disse sottolineando quel nome, Mello, la ragazza rimise a posto i giornali sul tavolino di cristallo, si sedé di fianco a Mihael, aprì la cioccolata  e ne morse un pezzo, poi la indirizzo verso Mello, “Bene, è simpatico e dolce!”, il ragazzo ne strappò un pezzo e se lo mise in bocca, quanto li dava sui nervi che un qualunque ragazzo girasse troppo in torno alla ragazza, “È Kira, probabilmente!” controbatté Mello, dopo aver inghiottito un pezzo di cioccolato bianco, Emma, chiuse gli occhi, mandando giù un pezzo di cioccolata, poi disse: “Perché sei qui Mello?” sta volta voleva la verità, per una sola volta.

“Mi mancavi … Sentirci solo per telefono … Non mi piaceva!” disse lui, guardando il suo splendido profilo, lei rispose: “Certo anche a me!” si girò verso di lui, poi aggiunse: “Ma avrei voluto sentirti, anche solo, per telefono, negli ultimi 5 anni!” sottolineo molto quel numero, Mello, dopo la morte di L,  era scappato, abbandonando completamente la ragazza, si era tenuto in contatto con Matt, che aveva riferito tutto di lui ad Emma, poi era andato via anche lui, rimanendo sempre in contatto con Laticha, invece lei era stata completamente dimenticata, poi dopo 5 anni, era arrivata la telefonata.

Mallo l’abbracciò, poi sussurrò: “Avevo paura che ti potesse accadere qualcosa di male!” mettendo sulle spalle della ragazza il suo boa piumoso, il vestiario di Mihael aveva sempre fatto ridere Emma, ma a lei era sempre andato bene, eccetto i capelli, se avesse avuto una forbice a portata di mano gli e li avrebbe tagliati. Emma sorrise e li diede un bacio sulla guancia.

*

Misa aveva preparato la cena più stratosferica del mondo, ci si era impegnata tantissimo, Mel le aveva dato qualche ricetta medio orientale e la ragazza le aveva messe in pratica, sembrava anche aver ottenuto un bel risultato. Anche lei si era tutta agghindata, l’aspettava una bella serata, Light non lavorava e quindi avrebbe cenato a casa, con lei. Misa si sporse verso il tavolo ed accese le tre candele che decoravano il tavolo, sistemò bene i fiori, che annusò bene, quanto le piaceva quel profumo, sistemò meglio i tovaglioli, poi si sedé sulla sedia di frassino, aspettando che il suo ragazzo rientrasse.

“Sono a casa Misa!” disse, Light, seccato, chiudendosi la porta alle spalle, poi gli caddero gli occhi sulla sua bella fidanzata seduta ad un lato del tavolo, “Come è andata a lavoro?” domandò curiosa Misa, “Non ancora capiamo chi è Kira!” rispose lui, divertito, Misa una volta era il secondo Kira ed adesso non ricordava nulla, tanto a lui non importava, ora la ragazza non le era di alcun aiuto, anche se le doveva molto per la morte di L.

“Cosa hai cucinato?” domandò lui, guardando le bizzarre pietanze sul tavolo, Misa sorrise e disse: “Cibo medio orientale. Me lo ha consigliato Mel!”, riferendosi alla ragazza che stava aiutando a diventare una stella della moda, si l’aveva vista di sfuggita, non era proprio male, era decisamente carina. Light moriva di fame, quindi si sedé dall’altro capo del tavolo e diede il buon appetito alla fidanzata.

Misa, sorrise, mentre sorseggiava un bicchiere di vino rosso, disse: “Sai oggi con chi abbiamo pranzato io e Mel?” fece girare il liquido, così da notare le strane ondulazione che si formavano sulla parte del bicchiere,  il ragazzo dai capelli castani scosse la testa, la bionda allora leggermente assente disse: “Takada” a quel nome Light alzò la testa,  decisamente curioso, poi la ragazza seria disse: “Quanto la odio. Non so come facevi ad uscirci …” tralasciò, il fatto che il ragazzo teoricamente ci usciva ancora, cercando di ripetere a se stessa che era solo per lavoro.

“Ha quei tempi era interessante!” rispose Light, prima di inghiottire del pane arabo, Takada era rimasta interessante sempre, perché era intelligente, spigliata e divertente, molto meglio la sua compagnia a quella di Misa. Tanto, presto, avrebbe avuto il suo mondo ed avrebbe scelto Takada ed abbandonato Misa, o male che andava le avrebbe uccise entrambe, tanto per lui erano solo due pedine, mentre con Michelle? Una volta avevano parlato di Kira e lei aveva detto, che era contro i suoi principi, li disse: “Kira avrà ucciso tante persone cattive, ma anche cento anime cattive non faranno mai un innocente!” la stessa sera non aveva fatto sogni tranquilli, aveva avuto un rimorso di coscienza, solo un attimo ma c’era stato. Michelle non era come le altre, l’avrebbe tenuta nel suo mondo fatto solo di persone buone e le avrebbe fatto capire che lui voleva solo il meglio, poi pensò anche a Laticha, l’unica che gli faceva dire la verità, probabilmente se la ragazza li avrebbe detto: “Sei tu Kira?”, lui avrebbe risposto di si, era troppo pericolosa, ma non meritava la notte, infondo era una brava lavoratrice una ragazza per bene, chi sa, con lei doveva decidersi bene.

“A che pensi Light?” domandò Misa, risvegliandolo dalla sua trance, “A niente!”  rispose, quasi subito, senza pensare neanche alla domanda. “Dunque ti dicevo, che tra qualche settimana c’è un galà, mi serve che tu venga …” disse la ragazza, riprendendo un discorso che il fidanzato non aveva minimamente ascoltato, il ragazzo annui, odiava i galà, ma c’era tanta gente che doveva essere vittima del Kira. “Grazie, sei fantastico!”  disse la bionda, sorridendo smielatamente, quella sera Light sarebbe stato tutto suo.

*

“Vorrei da un lato che tu non lavorassi con Light Yagami” confessò, preoccupato Matt, mentre accarezza lievemente la guancia della ragazza, lei lievemente arrossata disse: “Tranquillo, so cavarmela!” dandoli un bacio sulla guancia, Matt sorrise poi prendendole lamano, sussurrò: “Non posso fare a meno di preoccuparmi …” lei lo  guardò perplessa, Mail si preoccupava sempre troppo, ora aveva anche provato la morte era diventato ancora più fissato, “Ti amo!” disse, quasi senza pensarci Laticha,  le era uscito fuori così naturalmente, il ragazzo sorrise, si conoscevano da una vita, ma stavano insieme solamente da quando avevano 17 anni, ed ora lei diceva Ti amo  solo a 21 anni, “Anch’io” rispose il ragazzo baciandola. Laticha si sentì in paradiso, bensì le labbra di Matt, fossero fredde, un effetto collaterale del tornare in vita, eppure lei ora sentiva così tanto da calore, da travolgerla, da sentirsi come un incendio, però non era un calore bollente, non era un afa stressante, le piaceva, le piaceva tutto quando era con Mail, i due erano seduti a baciarsi sul divano del covo o della casa di Mihael. Laticha spinse il ragazzo sul divano e poi si allungò sopra di lui, “Sei matta!” le rispose Matt, prima di ricominciare a baciarla, lei sorrise e le rispose: “Ci sta qualcuno di noi, che non è uscito fuori matto?”

*(La mattina dopo)

“Dicevo, ieri sono andato a ballare, ho conosciuto una tipa, ma visto che c’era Mel …” parlava a vuoto, Taro, mentre accompagnava Near da qualche parte, il ragazzo lo ignorava deliberatamente,  Taro domandò, ormai consapevole  che il ragazzo non lo ascoltava: “Invece tu Nate, ieri cos’hai fatto?”, “Ho pensato a Kira, come incastrarlo ed ho risolto due cubi di Rubic!”  rispose il ragazzo, facendo le spallucce,  Taro lo guardava incredulo, in fin dei conti avevano entrambi 19 anni,  anche se il ragazzo dai capelli albini era un bambino prodigio, doveva godersi meglio la sua età.

“Ma tu non fai niente per la tua vita sociale!” disse, quasi incredulo Taro, Near lo fulminò con lo sguardo e disse:  “Io devo pensare al Kira, non ho tempo per queste stupidaggine!”  aveva usato un tono di stizza, lui amava fare i puzzle e risolvere intrigati casi,  non aveva nulla da spartire con la vita mondana dei coetanei e poi lui aveva vissuto una vita complicata, anche se questo era l’unica cosa che invidiava a Mello, sapeva godersi la vita sempre, in qualunque situazione, poi Near non voleva divertirsi come intendeva Taro, con Mel, l’uniche ragazze, intese come amiche nella sua vita erano Latica, Emma e Margie. L’unica capace di farlo balbettare era Laticha, così bella e intelligente, ma anche così dannatamente irraggiungibile.

 “Dove andiamo?” domandò Taro, dopo essersi guardato bene in torno, Near guardandolo disse: “Da Laticha Joans!” uscivano con la ragazza, perché Yagami li aveva dato la mattina libera. Si fermò e si guardò in torno, aveva preso appuntamento con la ragazza in quel luogo ma di Laticha nessuna presenza. “Ragazzo Natura!” si sentì chiamare stridulamente, era per forza Laticha, che compariva scostando molte persone, capelli bagnati rilegati in una coda, con un vestiario, stranamente, semplice. “U … h …  La ragazza che non dovrei conoscere!” disse Taro a denti strettissimi, sorridendo alla bellezza della ragazza, che ora comparsa davanti, stringeva Nate come un peluche morbidissimo, quando la ragazza si staccò e posò i suoi occhi su Taro, lui le sorrise e mosse la mano, “Immagino vi conosciate già!” disse Near quasi senza pensarci, Kagami annui, Joans scosse i zuppi capelli e disse: “Si, ma non dovremmo!” aveva uno sguardo di ferro.

“Come mai ci hai fatto venire?” domandò Near, guardandola dall’alto in basso, era sempre stata più alta di lui, sperava che con il passare del tempo, sarebbe cresciuto, ma niente. Laticha sorrise e disse: “Guarda!” indicando ai ragazzi  un negozio, l’insegna era luminescente e grottesca ‘Mistery & Co’, Taro e Near guardarono Laticha lei sorridente disse: “Lo scoperto qualche settimana fa. È un  negozio, di Puzzle, cubi di Rubic, cioè giochi d’ingegno!” Taro si rattristò, li odiava, invece sulla faccia di Near c’era un sorriso luminosissimo, adora troppo queste cose, entrò, seguito a ruota da Laticha e Taro, con il volto smorto.

“Saionara Mi-chan!” disse Laticha salutando la ragazza dietro il bancone, “C… cia … ao … Lati!” disse la ragazza, balbuziente salutando Laticha, poi guardò Near, sembrava un personaggio irreale uscito da una favola, per questo aveva balbettato, solitamente non lo faceva. “Ragazzi lei è Miriiko Yoshida, la figlia del proprietario!”aveva i capelli neri, lisci e setosi, occhi stretti ed era vestita con un vestitino a fiore anni 50, indossava degli occhiali tondi, aveva la pelle bianca e delle sottili labbra, non era curata neanche un po’, a Near pareva la cosa più fantastica che ci fosse, con le su fini mani stava giocherellando con un cubo di Rubic a 16 quadratini a faccia, livello avanzato, 4 file, 4 colonne, anche se sembrava giocarci come se fosse la cosa più semplice al mondo: “Near … In tempi così non mi fido di dire il mio nome!” disse Serio, quanto incantato, l’albino, posando le mani sul bancone, Miriiko sorrise poi sbuffante disse: “Colpa di quel Kira, io non lo capisco! Tutti suoi Fan! Pure mio padre, ma io …” stringe i pugni, Near sospirante disse: “Lo so! Anche per me!” mentre si incantava nei suoi fini e piccoli occhi blu. “Vuoi qualcosa?” domando, solare Miriiko, non voleva parlare del Kira, altrimenti sarebbe esplosa, “La cosa più complessa che hai!” rispose a tono Nate.

“Dimmi, Lati, l’hai portato qui, solo per lei, vero?”  domandò Taro, ormai cosciente delle mosse della ragazza, Laticha, sorrise poi disse: “Mi pare ovvio! Quando lo vista e c’ho parlato, ho detto questa starebbe benissimo con Near!”  Taro ridacchiò, quando vide anche Laticha ridere.

*

Takada, quella mattina, si era vestita molto di classe, quasi per niente trasandata, aveva indossato abiti sul grigio topo, aveva un compito, non riguardava le sue missioni personali, come cercare di convincere Mellory o Mel Lory a prendersi un caffè con lei, oppure chiedere una presa in giro a Misa,  era un incarico da Kira, ovviamente senza il permesso di Kira, era stato tutto improvviso, Margaret Julia Grayson l’aveva chiamata per fissarle un appuntamento in un bar molto  chic di Shibbuya, aveva detto da: “Porta voce a porta voce”, con un tono di una che la sapeva lunga, come se insinuasse che lei si stava comportando come il Kira, come se lei fosse Kira, era impossibile che avesse capito che lei giustiziava? Forse Margaret era convinta che Takada fosse il Kira e magari lei era il Dr K.  Ma certo … Infondo la ragazza non si faceva mai vedere in giro, non parlava con nessuno se non in Tv e non aveva scorta, senza alcun dubbio il Dottor K, era Margaret Julia Grayson. Sorrise, mentre cercava di guardare il panorama  al di fuori del finestrino, ma la sua guardia del corpo gli è lo impediva, così prese il telefono e cautamente mandò un messaggio a Teru Mikami dicendoli di avere un idea sul identità del Kira, e di comunicarlo a Light, poi aveva spento il cellulare una volta che la macchina si era fermata davanti al bar.

Margaert, era seduta ad un bar di Shibbuya, aspettava Takada, era vestita molto appariscente. Aveva i capelli raccolti in uno chignon li toccava, non sembravano affatto una parrucca, erano fatti benissimo, e la cosa che la rendeva ancora più felice era che le stavano ricrescendo i capelli,quelli veri, era una cosa che le dava gioia, era stato traumatico quando aveva cominciato a perderli, certo non traumatico come un cancro terminale, ma di sicuro avere 15 anni ed una testa rasata non era il massimo.  Tolse quei pensieri, stupidi dalla sua testa, cercando di fare mente locale di tutte le regole del quaderno, particolarmente quella dei tredici giorni, Shinoh aveva detto che era falsa, si era consultata con tutti, anche con L, avevano passato l’intera nottata a mangiare cioccolata e calcolare quante probabilità c’erano che Takada non solo conoscesse la vera identità del Kira, ma che possedesse anche un Death Note o comunque pagine del quaderno, visto che Lawliet li aveva rivelato che c’era probabilità del 99% che se strappi una pagina del quaderno il foglietto utilizzato funziona come il quaderno. Riguardo a Takada, c’era l’89. 90% che fosse  a conoscenza dell’identità dal Kia e che sia capace di uccidere come il Kira, secondo L, ovviamente lei con le sue capacita poco umane ne era certa.

“Takada!” disse, seria, alzando il braccio per salutare una ragazza, diversa a lei in tutto e per tutto, specialmente nelle idee politiche. “M.J. Grayson!” rispose alzando la mano, avvicinandosi a Margie.

   
 
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