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Autore: Yellow Daffodil    24/03/2019    2 recensioni
Hera ed Hestia. Con la H.
Due gemelle così diverse da poter essere paragonate al diavolo e l'acqua santa.
Diverse, sì, ma le differenze possono essere facilmente superate quando nel quadro generale entra anche lui. Lui... che è innamorato perso di Hera. Lui... per cui Hestia ha una cotta secolare. Lui... Tommaso D'Angelo.
Quale occasione per sfruttare al meglio la gemellanza, se non questa? E quali altri guai combineranno Hera ed Hestia, assieme a un amico dalla sessualità ambigua, un'improvvisata psicologa e un compagno di ricerche punk?
Storia a 4 mani di Yellow Daffodil e cioccolatomalik
Genere: Introspettivo, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Scolastico
Capitoli:
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16. Zero fragole

Hestia

Vicino alla nostra scuola, il liceo classico Petrarca di Roma, c'è un bar molto conosciuto per la cioccolata calda. A me fa schifo la cioccolata calda, ma quell'infida di Hera mi ha suggerito di portarci Tommy per il nostro faccia a faccia definitivo. Effettivamente, la scuola sarebbe stata troppo deprimente, anche perché oggi è domenica ed è chiusa, mentre luoghi come il lungo Tevere o il Burger King avrebbero rievocato troppi ricordi dolorosi.

E di dolore, fra poco, ne vivremo già a sufficienza. Così ho scritto a Tommy che ci saremmo visti davanti a questo bar alle tre in punto, e io lo sto aspettando con lo stomaco occupato da mille delfini Flipper impazziti.

Non ho paura del dolore in sé, no. Quello lo conosco già; anche se non posso lamentare di aver avuto una brutta famiglia o una brutta infanzia, posso comunque affermare di avere in generale un'esistenza dolorosa, perché è così che l'ho sempre vissuta. Ciò che mi spaventa di più oggi, in realtà, è il male che farò a Tommaso.

Perché al contrario di quello che tutti mi hanno suggerito fino ad ora, non sono qui per raccontargli la verità, bensì per lasciarlo.

Sospiro, voltandomi verso la vetrina del bar per guardarmi.

Oggi ho deciso di non vestirmi da nessuno in particolare: sono struccata e ho raccolto i lunghi capelli castani in una coda alta. Hera non mi ha visto uscire di casa, ma sono sicura che se fosse successo, avrebbe assoldato un tiratore scelto della CIA per farmi fuori nel tragitto prima che potessi raggiungere Tommy.

Il fatto è che non mi andava di conciarmi in nessun modo e poi inizio davvero a non sopportare questa chioma. Non ho mai avuto tagli strani perché me ne fregavo di curare quell'aspetto di me e negli ultimi tempi in cui ho dovuto impersonare mia sorella, lei mi ha proibito di farci qualsiasi cosa che non fossero maschere alla cheratina e olio di mandorle californiane. Così li trovo sempre troppo sfuggevoli e profumati; anche ora che sono raccolti non mi piacciono. A Tommy, invece, piacciono un sacco, perché sono così da Hera.

Tommy mi ha riempito di chiamate e messaggi, dopo il nostro ultimo appuntamento sul Tevere, da cui sono sfuggita senza un apparente motivo valido. Il giorno successivo era un sabato e grazie al cielo io ed Hera non siamo andate a scuola perché i nostri genitori ci costringono a partecipare ai matrimoni di zio Ermes. Lo so, niente commenti sui nomi che appaiono nel nostro albero genealogico, ve ne prego, è già abbastanza imbarazzante così.

Comunque, zio Ermes ha l'abitudine di sposarsi ogni due o tre anni, convinto di aver trovato la donna giusta. Ormai è più una ricorrenza che un evento straordinario, ma se non altro mi ha salvato dal dover affrontare Tommy il giorno successivo all'appuntamento. Non avrei saputo come comportarmi; avevo bisogno di interiorizzare.

Sono passati due giorni e in questo lasso di tempo, durante la cerimonia di cui non me ne è importato nulla, gli ho scritto di non preoccuparsi per me, che stavo bene. Nel frattempo ho chiesto consiglio anche a Hera - credo che i fumi delle sue candele mi abbiano annebbiato il buonsenso - e ciò che ne è uscito è che dovevo assolutamente parlargli. In maniera definitiva. Una volta per tutte.

Secondo Hera, Giulia e Ste, dovrei spiattellargli la verità, secondo me e i tarocchi che conservo sotto il cuscino, invece, dovrei semplicemente lasciarlo. Una parte di me sarebbe tentata di ascoltare i consigli, perché è pur vero che se Tommy e io siamo arrivati fino a questo punto qualcosa di me, intendo... della vera me, gli piace. E mi sono aggrappata a questa convinzione per la maggior parte delle mie elucubrazioni, perché mi dà un minimo di incoraggiamento, però poi mi sono ricordata delle parole di Tommy, della sua risata di scherno e di quel 'Senza offesa, ma quel tipo di persona non piace alla gente, quindi è sicuramente un odio reciproco'.

Io non piaccio alla gente in generale, figuriamoci se piaccio a lui... lui quel tipo di persone le odia proprio, secondo ciò che ha detto. Certo, con un po' di glitter, come ha sottolineato mia sorella, potrei anche indurlo a volermi, un po' come si fa per attirare le gazze ladre, ma il fatto è che io non sono per niente così. Non mi cospargerei mai di glitter, non sarei mai una colorata e frizzante ragazza che se ne cammina per scuola con il seguito di pretendenti. Io sono una dannata dark che si guarda omicidi di massa per tv e che sì, ce le ha pure le bambole vodoo da portare a spasso in cimitero!

Sospiro ancora una volta, controllando il riflesso della strada sulla vetrina e poi finendo di nuovo sul mio. Lo so benissimo di essere uguale ad Hera, quindi perché non mi stimo come lei, perché non riconosco di essere bella come lei, perché dico di avere una vita dolorosa, al contrario di lei?

Perché per quanto possiamo sembrare identiche esternamente, dentro non lo siamo. Una persona non è bella, finché non si sente bella. E per sentirsi belli si deve come minimo sentirsi a proprio agio nel mondo, essere fieri di se stessi, aver raggiunto certe consapevolezze, insomma... sempre le stesse cose che potete trovare aprendo un'applicazione qualsiasi del telefono di Hera.

Detto tra noi, ora che abbiamo fatto scambio di cellulari, sono sempre più convinta che Tumblr e Pinterest siano nettamente inferiori a Death Note Mobile, ma quelli sono solo pareri.

Tornando al momento depressione, per concludere, io sono lontana anni luce dalla fierezza interiore di mia sorella, da tutti i pregi che ha e che le invidio da una vita, nonostante non lo ammetterei nemmeno se mi obbligassero a farmi il semi-permanente rosa confetto. Io non ho mai avuto l'autostima che ha lei, per questo so di essere solo la sua copia in bianco e nero. Però con la stampante impazzita che ha perso l'inchiostro dappertutto.

Tratto da una poesia di Tommaso D'Angelo.

Il rombo di una modo mi distoglie dalla sessione di psicanalisi che neanche Doppia G sarebbe in grado di concepire. Mi volto di scatto, mentre Tommy parcheggia e si toglie il casco liberando i suoi ciuffi sbarazzini. Nel frattempo penso che non ho mai lasciato nessuno e non ho la minima idea di come fare.

Tommy posa il casco sul manubrio e si riserva qualche secondo per... accarezzare il mezzo?

Forse sono solo allucinazioni date dallo stato d'ansia.

Infatti, appena lui termina di fare le fusa con la moto, mi faccio prendere dal panico più totale e mi ritrovo a darmi della stupida per aver pianificato tutto, fuorché il come e il quando dargli la notizia. Avrei dovuto farmi dare delle dritte da Hera, accidenti! Quella lascia la gente con i lanci di pantofole, come ho potuto non rivolgermi alla professionista assoluta!

Tommy mi sorride e cammina verso di me: "Hera con la H! Finalmente! Dopo che te ne sei scappata l'altro giorno credevo che non mi avresti mai più voluto rive-"

"Ci dobbiamo lasciare!"

L'andatura allegra di Tommy si arresta bruscamente a pochi centimetri da me. Le sue braccia che si stavano allargando per un abbraccio rimangono ferme a mezz'aria, i suoi occhi si piantano sul mio viso e assumono la forma di due fari blu da volante della polizia.

Giusto perché mi sia chiaro che ciò che sto facendo è un crimine.

"Come, scusa?"

"Mi dispiace, Tommy..." M'incespico con la mia stessa saliva mentre guardo a terra. "Io... Che ne dici se ne parliamo meglio dentro di fronte a una cioccolata?"

Lo sguardo di Tommy fa spola tra me e la vetrina del bar, dopodiché sbotta: "Che è, mi prendi in giro?"

"No!" Esclamo. "No, non è affatto una presa in giro!"

"Ah, allora sei seria. Mi stai lasciando davvero."

"Io non... Non... Ah, senti, Tommy." Prendo un profondo respiro, ma suona incerto, come anche il mio tentativo di avvicinarmi a lui e prendergli entrambe le mani. Dio mio, non lo so fare. Non l'ho mai fatto e ora mi tocca imparare senza nemmeno essermi goduta un briciolo di interazione con lui. "Ho sbagliato a baciarti, l'altro giorno. Avevo detto che saremmo rimasti solamente amici, invece..."

"Hera, quel bacio è stato-"

"Stupendo." Lo anticipo. "Lo so."

"Non era questo che stavo per dire."

Finalmente alzo gli occhi su Tommaso e mi sento malissimo. È così serio e dispiaciuto che mi sembra di avere di fronte un povero Cuzco indifeso, vivace e spensierato nel pieno della sua giovinezza, con un peso di cinquanta chili che incombe su di lui e minaccia di spappolarlo da un momento all'altro.

"Stavo per dire che quel bacio era diverso." Prosegue Tommy. "La prima volta è stato bello e dolce, come mangiare una fragola."

Sono abbastanza sicura che Hera stesse indossando quel suo intruglio alla ciliegia e non alla fragola, ma non lo correggo, lo lascio andare avanti. L'unica idiota che interromperebbe una dichiarazione del genere per precisare il gusto di un lucidalabbra è lei.

"L'ultima volta, invece... Hera, ammettilo, era ugualmente bello e dolce, ma non era lo stesso bacio. Non era solo una fragola, quella." Mi fissa con convinzione e io non so che dire. Dove sta andando a parare? Sta solo parlando di frutta, oppure lui - proprio lui - si è reso conto dello scambio? Sul serio Tommaso D'Angelo il rincoglionito si sta accorgendo di essere stato baciato da due persone diverse?

"In che senso?" Gli chiedo con il cuore incastrato tra le tonsille e Flipper e il suo branco di delfini che ballano nel mio stomaco.

"All'inizio non te ne importava così tanto. Uscire insieme sembrava solo quasi un gioco." Sussurra, a mezza voce, mentre senza lasciare quella stretta tra le nostre mani si abbassa... verso di me... piano... sempre di più... "Però poi qualcosa è cambiato e io l'ho sentito nella differenza tra quei due baci. Hera..."

Perché nei nostri nomi doveva esserci proprio una lettera aspirata? Perché codesta H fa sì che il respiro di Tommy si infranga sulle mie guance e le tinga di rosso? Perché, mamma, perché?

"Hera, io mi sono innamorato di te." Sta fissando la mia bocca e io la sua, che si trova a giusto un respiro di distanza. "E sono quasi certo che tu ti sia innamorata di me."

Wow.

Pensavo che per baciare Tommy D'Angelo ci volesse coraggio, invece mi sbagliavo. Ci vuole coraggio per non baciarlo, accidenti.

"No."

Non so da dove, non so come, sono riuscita a tirare fuori quelle due lettere e metterle insieme nell'ordine corretto.

"No, Tommy, ti sei sbagliato." Semplifico, mentre indietreggio così bruscamente da finire contro la vetrina del bar. Ora lui mi guarda con lo sconcerto di un bambino a cui viene sfilato dalle mani l'orsacchiotto preferito e io sono sicura di essere paonazza e ridicola. Ma la situazione non può essere complicata più di così, Tommaso non può sapere che quella innamorata persa di lui è la Hestia che tanto disprezza e, soprattutto, non posso lasciare che la mia già scarsa autostima si prenda il colpo di grazia.

Il mio rifiuto farà soffrire Tommy, lo so. Ma un rifiuto io da lui l'ho già avuto, e ci ho ugualmente sofferto. Questo scambio, questo... gioco, come lo volete chiamare, non doveva esistere fin dal principio. Il mio 'no' di adesso equivale al 'no' che Hera gli avrebbe detto allora... ed è un peccato che nel frattempo una Hestia Felici dal cuore nero si veramente innamorata, ma tanto di Hestia, a Tommy D'Angelo, non è mai importato niente.

"Mi dispiace, Tommaso, non è così che volevo finisse tra noi, veramente." Sospiro, riprendendo l'ossigeno che mi era mancato con la sua vicinanza. "Però sai, te l'avevo detto. Dopo ciò che è successo con Jacopo, io non riesco a intraprendere nessuna relazione. Stare con te mi fa male. Stare con te come amico è impossibile, perciò è meglio se non sto con te e basta."

"Capisco." Annuisce, riportando i due fari in basso e ritraendosi, sulla difensiva. Conoscendolo, non ha capito affatto, ma vedo che si sta sforzando di non fare scenate... in fondo, credo che sotto sotto si aspettasse uno sviluppo del genere con me. "Volevo solo che sapessi che mi dispiace se ho commesso degli errori, o se... ho detto e fatto cose che ti hanno ferito. Sappi che non ti farei mai del male volontariamente."

"Dispiace anche a me. So che ti sto facendo del male e io lo sto facendo volontariamente, invece, ma..." Prendo un respiro ancor più traballante del solito, mentre mi sistemo la borsa sulle spalle e indietreggio ancora di più. "Siamo troppo diversi, Tommy. Mi dispiace."

Questo gigante cliché, che nel nostro caso è verissimo, scende sulla conversazione come una scure, mozzandola, dandole una brusca e irrevocabile fine.

Tommy alza gli occhi solo per lasciarmi un ultimo, tristissimo sguardo ferito, che si fa via via più distante man mano che percorro all'indietro il marciapiedi, specchiandomi per l'ultima volta nei suoi occhi, poi sulla vetrina, nei panni di qualcuno che non ritornerò mai ad essere. 

Sono la prima dei due a staccare lo sguardo e quando accade, mi volto e cammino velocemente verso casa, determinata a lasciarmi alle spalle Tommy per sempre, in tutti i sensi.

*

Sono tempi bui, questi. Molto più bui del mio solito, il che significa che sono davvero... molto molto bui. Sono passati alcuni giorni dalla mia rottura con Tommy, sono tornata a scuola, sono tornata Hestia e sono le 11.11.

Spingo con forza esagerata il segno meno dello zucchero, finché la macchinetta non si arrabbia e mi redarguisce con il suo solito bip maledetto. Ok, ok, scusa. Non devo prendermela con gli oggetti se la vita fa schifo, giusto?

Il mio umore non ha fatto che andare sempre più verso il baratro in questo periodo: Tommy si aggira per i corridoi lanciando sguardi da cucciolo bastonato ad Hera, lei non se lo fila nemmeno per sbaglio e io incido il banco con il taglierino maledicendoli entrambi. Come se tutto questo già non bastasse, ci si mettono anche i rappresentanti d'istituto ad aggravare il quadro generale. Venendo alla macchinetta per il mio solito caffè amaro come la delusione, ho appena scoperto, grazie a un manifesto appiccicato accanto ai regolatori dello zucchero, che tra due settimane ci sarà un ballo studentesco.

No, perché le americanate piacciono un casino a questi dementi di quinta superiore e dunque, per festeggiare la fine delle loro sofferenze, hanno indetto un evento del genere, a cui possono partecipare tutti e quindi a cui io, ovviamente, non parteciperò. 

Però immagino quanto questo renderà felici Hera e Giulia. Mi infesteranno casa da oggi al giorno x per mettere assieme l'outfit perfetto. E io già non le sopporto quando mi stanno distanti, figuriamoci.

Mi rendo conto di star ancora aggredendo la macchinetta quando un altro bip mi riscuote e allora stacco il dito, constatando che qualcuno si è appena messo in fila dietro di me e che ha assistito alla scena con una risatina.

Mi giro: costui ha appena firmato la sua condanna. Omicidio fra tre, due, uno...

"Mimmo!"

"Ciao, Hes." Sorride. "Non uccidermi, vengo in pace. Volevo solo prendere un tè e darti una cosa."

"Tu bevi il tè?" Mi acciglio mentre prelevo la mia bevanda alla delusione e gli lascio spazio.

"Già." Afferma, inserendo la monetina e compiendo un rituale di selezione che mi fa pensare che venga spesso qui. "C'è chi beve tè, chi caffè amaro e chi succo all'ananas e frutto della passione."

"Non nominarla nemmeno."

"E sì che ci vivi insieme." Commenta inarcando le sopracciglia e muovendo quei suoi piercing da sovversivo. "Comunque, tieni, volevo darti questo."

Punkie porta un paio di jeans grigio scuro strappati in qualsiasi punto possibile e immaginabile, quindi da una tasca non precisamente collocata sul suo sedere, estrae un oggetto dalla forma quadrata e me lo consegna. È una custodia trasparente; dentro c'è un dvd bianco su cui lui ha scritto Il giardino delle torture 2 e ci ha messo vicino... un cuoricino nero?

I maschi sono strani.

Prendo il cd e alzo gli occhi con fare interrogativo.

"Il film è per te." Spiega. "Il cuoricino per tua sorella, ma sentiti libera di non farglielo presente."

"Perché?" Domando, smarrita.

"So che è da tempo che volevi vederlo e dato che finito il progetto non ci siamo più beccati, ho pensato che te l'avrei passato in dvd così potevi guardartelo sul pc. Ho saputo di Tommy... penso tu abbia bisogno di distrazioni, giusto?"

"Intendevo perché del cuoricino, Mimmo."

Lui se la ride tra sé, apparentemente a suo agio con la situazione, come se nulla di tutto ciò lo toccasse o lo infastidisse, ma lo divertisse soltanto. Come un esperimento scientifico che sta osservando da fuori per diletto personale. 

"Punkie." Lo richiamo allora, ottenendo l'effetto sperato e facendolo tornare serio.

"Sai, all'inizio tua sorella mi faceva così tanta paura che quando l'ho vista sull'uscio di casa tua, la prima volta, mi tremavano le ginocchia. Ora che ho scoperto qualcosa in più di lei, la troverei quasi... interessante."

"Esplica ulteriormente il concetto, se non vuoi che ti infilzi come il Ninja della Devastazione nella scena finale del Giardino 1."

Il faccino appesantito dal trucco di Mimmo si increspa in una scintilla di giocosità: "Potrebbe essere che io la stia stuzzicando via Whatsapp, trattandola come tratterei Hestia, senza dirle che in realtà so che è Hera."

Prendo un profondo sospiro di sdegno: "Sei peggio di lei!"

"Non credo, è un confronto davvero imprevedibile, ma mi sa che lei è nettamente in vantaggio a livello di svalvolatezza." si porta l'indice alla tempia e lo fa ruotare, mentre sorseggia allegramente il suo tè. Punkie è strano almeno quanto me, siete d'accordo? Così mi ricorda addirittura il Cappellaio Matto di Alice in Wonderland. Mia sorella non può veramente essersi invaghita di lui... giusto?

Voglio dire, io sono proprio la persona meno adatta a giudicare, ma credo sarebbero compatibili come San Pietro e Lucifero. Una bestemmia, quasi.

Anche se...

"Ehilà, creature degli inferi, come procede?"

Anche se il fatto che Hera sia piombata qui dopo averci casualmente avvistati insieme la dice molto lunga.

"Male." Dico, funerea. "Ora che sei arrivata tu ancora peggio. Visto, Mimmo? Ti avevo detto di non nominarla; è come la sfiga. Se ci scherzi, lei appare."

"Mmm..." Soppesa Hera, studiando ora l'offerta della macchinetta, ora la faccia da Cappellaio di Punkie. Alla fine sceglie - reggetevi forte, la sorpresa potrebbe sconvolgervi - una cioccolata al latte con zucchero al massimo e dice: "Come mai, Punkie, stavi parlando proprio di me? So di essere sulle labbra di qualsiasi studente del Petrarca, soprattutto maschio, ma non pensavo di essere anche sulle tue. Non immaginavo che il mio sapore di fragole si abbinasse ai tuoi gusti..." Squadratina dall'alto al basso. "Amari."

Si volta, mentre l'erogatore miscela la sua bevanda, e si appoggia con la schiena al manifesto del ballo, risultando colorata proprio come quella pubblicità. Hera è così: bella e scintillante per natura, acida come un limone, ma così invitante che la compreresti a qualsiasi prezzo, scambiandola per il più gustoso dei pasticcini, nonostante il marcio all'interno.

"Mi stavo confrontando con Hes riguardo i nostri film preferiti, gliene ho anche portato uno." Punkie regge il gioco e si difende benissimo. Infatti l'entusiasmo di Hera perde colpi quando adocchia il dvd che ho fra le mani e si accorge del cuoricino. "Le chiedevo se ti saresti unita a noi per l'uscita al cinema di Grido nella notte."

Hera gli fa un sorrisino congelato: "Neanche morta."

"Lo sospettavo." Ribatte lui, osservandola con quel divertimento da scienziato pazzo che mi fa venire i brividi. A me... pensate un po'.

Hera allora si ricarica con un sorso di cioccolata e mi sfila dalle mani il dvd, dandogli una controllata sprezzante: "Guarda un po', sembra che tu abbia un pretendente, Goblin. Regalini passati di nascosto alle macchinette, cuoricini neri, appuntamenti al cinema... Avvisatemi quando organizzerete il matrimonio nel regno dell'Ade, ok?"

Me ne riapproprio con un ringhio: "Ma tu che sei venuta a fare qui, non avevi qualche seduta di bellezza con Doppia G nel cesso delle ragazze?"

"Come potevo non venire a bearmi di questi tuoi versi poetici?" Mi provoca con un occhiolino. "Ora che sei con il tuo nuovo piccioncino, sei ancora più piacevole del solito. Finalmente, Hes... lo desideravo tanto!"

Ridacchia con una frivolezza irritante, poi fa per levare il disturbo con una sferzata della sua chioma e conseguente rilascio di Coco Chanel numero 5, quando Punkie la ferma.

"Ehi, Hera."

"Sì, cognato?"

"Hai ragione, odio le fragole. Sono troppo dolci per stare sulle mie labbra amare. Credo che non ci finirai mai più."

Hera cerca di rimanere impassibile, ma io lo vedo. Lo vedo benissimo quel fremito sul suo sorriso che accompagna una lieve lesione all'orgoglio: "Esatto, Punkie. Era proprio quello che intendevo, anche se non speravo ci arrivassi così velocemente. Ciao, ciao creaturine del male, salutatemi Satana, quando lo vedete!"

Hera gira i tacchi e Punkie la osserva andarsene con un'espressione da Cappellaio soddisfatto. Ritorna su di me e si accorge che lo sto fissando con la devozione di un suddito.

"Cosa c'è?"

"Come hai fatto?"

"Fatto cosa?"

"Quel colpo da maestro!" Esclamo. "Mimmo, tu... tu arrivi dritto dritto al centro della sua anima arcobaleno! Questo..." Sollevo il dvd, rimirandolo come fosse un calice di ostie consacrate, come l'oggetto-ponte fra me e una dimensione spirituale ultraterrena. "Questo è ciò che potrebbe abbattere il muro di superficialità di mia sorella e mostrare il docile e vulnerabile cricetino che abita al di sotto!"

"Hestia, che cosa stai dicendo?"

"Che questo ce lo guardiamo assieme!" Annuncio, sventolando vittoriosa Il Giardino 2. "Hai da fare oggi pomeriggio?"

"No." 

"Perfetto. Alle quattro, a casa tua, abbiamo un film da finire e un piano malvagio da portare a termine."

"Hes, non sarà sbagliato ricadere negli stessi errori che..."

"Shh!" Zittisco Mimmo sbattendogli un palmo aperto a qualche centimetro dalla faccia. "Come hai detto tu: Hera è pazza e io devo distrarmi. Non ci sarà niente di meglio che una dolce vendetta, giocata con le stesse regole del piano iniziale, condita con un po' di sangue e massacri su grande schermo."

Dicendo questo, incrocio lo sguardo di Tommy che sta tornando verso la sua classe dopo la ricreazione. Mi rendo conto che ha osservato da distante tutta la scena e che, incastrato tra una pagliuzza celeste e l'altra delle sue iridi, c'è un vago senso d'irritazione.

Grazie a Dio non ha sentito una parola, ma probabilmente ha visto Hera interessarsi così tanto a noi dopo giorni in cui non calcola lui, e ci è rimasto male. Mi viene da fare un passo nella sua direzione, con un accenno di sorriso che vorrebbe consolare quegli occhi tristi.

Ma lui capisce che mi sto per avvicinare, così li distacca e mi dà le spalle ritornando sfuggevolmente in classe.

Ah sì... mi stavo quasi dimenticando che non sono più la sua luccicante Hera, ma una semplice e oscura Hestia qualsiasi.

*

Il pomeriggio da Mimmo procede super bene. Il film è una vera bomba, quasi meglio dell'uno, e io mi rendo conto che avevo davvero bisogno di un momento del genere.

Dopo il casino con Tommy sono stata molto peggio di quanto vi abbia raccontato. Ste è stato il mio unico appiglio, ma distrarmi totalmente con Punkie si è rivelato sorprendentemente utile. E poi ora ho una nuovissima ragione di vita che occuperà almeno un milionesimo dei miei pensieri. Il resto, ovviamente, è sempre e comunque dedicato a D'Angelo.

Nel frattempo, io e Mimmo abbiamo studiato un modo per intrappolare Hera nella sua stessa rete: mia sorella è sempre così superiore, così acida... non ammetterebbe mai di avere una debolezza, men che meno nei confronti di Punkie. Invece per me e Doppia G c'è... eccome se c'è! Io lo voglio provare e allo stesso tempo voglio far scendere Hera dal piedistallo, per far sì che realizzi che qualcosa di bello esiste anche qui in basso. Lei si è sempre scelta una vita che stesse ai massimi livelli; fidanzati fighetti stile Jacopo l'universitario e hobby che forse nemmeno a lei piacciono sul serio.

Ma Domenico è così lontano dal quel mondo che potrebbe seriamente allargare le sue vedute e chissà... magari sciogliere il suo cuore per trasformarlo da dura zolletta di zucchero piena di conservanti a morbido caramello fuso fatto in casa?

Punkie non si è ancora chiaramente pronunciato a riguardo. Come avevo correttamente intuito, il ragazzo sembra molto attirato dall'esperimento sociale, ma non si capisce fino a che punto gli interessi Hera. Io credo molto, ma credo anche che si faccia frenare dalla sua timidezza e introversione. So che prima di essere il Punkie che è ora era un personaggio piuttosto comune e poi si è trasformato, aprendosi al fucsia e ai piercing, ma chiudendosi alla gente.

Ed Hera rispecchia in tutto e per tutto la gente, perciò credo che Mimmo abbia solamente paura. E non lo biasimo, io sono terrorizzata da quella versione ringiovanita di Dolores Umbridge che mi infesta casa precisamente dal secondo in cui siamo nate.

In ogni caso, come avevo già specificato, a vedere Grido nella notte con Mimmo ci andrà lei. E io non vedo l'ora che tutto ciò accada. Me ne starò a guardare sgranocchiando pop corn, o meglio... mangiando una bella macedonia di fragole.

Mignolo, si va a conquistare il mondo!


***

ANGOLO AUTRICI

Buoooooongiorno!

Vi piacciono le fragoline o siete più tipi da caffè amaro come la morte?

Anche oggi abbiamo avuto la nostre dose quotidiana di disagio firmato Felici. Ma mi piacerebbe sapere... quali presentimenti avete riguardo Hestia e Tommy? Si diranno mai la verità? E se lo facessero, ci sarebbe una possibilità per loro?

Invece d'altro canto sembra che Hera abbia un piccolo problemuccio con Punkie. Voi che dite? Come finirà il piano che Hes e Punkie hanno ideato?

Mancano solo 9 capitoli alla fine e il prossimo sarà mercoledì 27... are you ready?

Daffy e C.

💜

   
 
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