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Autore: lisi_beth99    25/03/2019    1 recensioni
Minho è stato catturato ed il resto del gruppo cerca di salvarlo dalle grinfie di W.C.K.D.
Lane dovrà lottare un'ultima volta per riuscire a lasciarsi tutto alle spalle e poter costruire una vita pacifica con Newt.
Ma ci sarà un segreto fra loro...
Riusciranno a vincere contro l'organizzazione e a raggiungere un luogo sicuro?
Questo è l'ultimo capitolo della saga, dove tutto si concluderà nel bene, o nel male
//SEQUEL DI: RUN FIGHT SURVIVE\\
Genere: Avventura, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Newt, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie 'Live, Fight, Win'
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Dopo un paio d’ore eravamo pronti a scendere in campo. Teresa stava finendo di espiantare i cip di localizzazione che W.C.K.D. aveva impiantato alla base della nuca delle sue cavie da laboratorio. Io, essendo fino all’ultimo destinata al lavoro d’ufficio non ne avevo uno innestato; probabilmente, quando avevano deciso di mollarmi nel labirinto, non avevano avuto il tempo o la voglia di inserirmene uno. D'altronde mi avevano data per spacciata.
Newt aveva recuperato delle divise, così da mescolarsi con i soldati e ognuno sapeva quale sarebbe stata la sua parte. Quando mi avevano affiancata a Brenda per recuperare un mezzo su cui avremmo portato fuori dalle mura tutti i 28 ragazzi rinchiusi, non avevo minimamente protestato. La cosa risultò alquanto strana agli occhi di tutti, specialmente del mio amato, ma sembrava che a nessuno importasse la motivazione. “Meglio così” mi dissi mentre lanciavo un’occhiata a Teresa. Speravo vivamente che fino alla fine avrebbe mantenuto il segreto, altrimenti sarebbe stato tutto più complicato e Newt si sarebbe preoccupato incessantemente per la mia condizione.
C’era questa costante sensazione allo stomaco che mi faceva lanciare occhiate al mio ragazzo quando sapevo che non mi stava guardando. Qualcosa in lui non andava…
Avevo notato, mentre si infilava la giacca della divisa, che faticava a piegare il braccio destro. Così mi avvicinai a lui – Va tutto bene? – domandai a bassa voce, in modo che gli altri non sentissero. Lui non mi guardò negli occhi, segno che mi nascondeva effettivamente qualcosa – Certo. – rispose continuando a pulire la sua pistola. Gli posai una mano sulla sua – Newt… cos’è che non mi stai dicendo? – la voce era dolce, mascheravo la paura al meglio che potevo.
Il biondo posò l’arma e mi rivolse uno dei suoi sguardi carichi di amore e che mi trasmettevano sempre un’immensa pace – Tesoro, te l’ho detto. Non ho nulla. Spero solo che troviamo Minho il prima possibile, così che questa storia possa finire. – sorrise e mi strinse in un abbraccio.
Forse stavo sbagliando, forse avrei dovuto dirgli del bambino, del nostro bambino… ma qualcosa mi bloccò. Magari la paura di un suo rifiuto, o magari l’angoscia che non si sarebbe concentrato e si sarebbe fatto ammazzare…
-Siete tutti pronti? – Thomas sembrava impaziente. Terminò di sistemarsi la divisa da soldato e, assieme a Gally e Teresa, si apprestò ad uscire. Newt, prima di seguirli, mi diede un bacio rapido sulle labbra – Ce la faremo. – disse mentre si staccava e si allontanava da me.
Rimasi a guardare Brenda e Frypan. – Andiamo? – li incitai mentre afferravo una pistola carica e la infilavo nella cintura che avevo aggiunto all’abito di Tess. Non era di certo l’abbigliamento giusto per una battaglia, ma non avevamo trovato nulla di meglio.
In poco tempo ripercorremmo la strada che mi aveva portata alla cattedrale diroccata. Appena dentro alle mura noi ragazze ci separammo da Frypan: a lui spettava un altro compito.
Con non poca difficoltà, riuscii a ricondurci alla torre della W.C.K.D., stando sempre attente a non farci vedere. Raggiungemmo il parcheggio sotterraneo che Teresa ci aveva indicato su una mappa, lì avremmo rubato un mezzo per portarci tutti fuori da quella città.
Ci ritrovammo davanti diversi autobus parcheggiati in perfetto ordine. Il problema era la sorveglianza stretta. Feci segno a Brenda di girare da una parte del muro dietro il quale ci eravamo appena nascoste – Io attiro la guardia dalla parte opposta. – sussurrai alla brunetta. Lei fece un cenno di assenso e, quatta quatta, seguì la mia idea.
Io raccolsi una spranga che giaceva vicino a me e la impugnai pronta per colpire il soldato che stava passando in quel momento. Prima ci fu il rumore sordo della sbarra sul suo cranio poi il tonfo del corpo che cadeva al suolo. Rapidamente gli tolsi i pantaloni della divisa, la giacca e gli sfilai l’arma dal collo.
Una volta infilatami gli indumenti dell’uomo, stretto la cintura con la mia pistola per evitare di perdete i pantaloni e controllato quante cariche elettriche erano presenti nel fucile, mi avvicinai al veicolo che Brenda aveva messo in funzione. – Sai? La divisa non ti dona! – mi disse sorridendo, mentre mi faceva segno di salire sull’autobus che, a giudicare dalla scritta luminosa sul parabrezza, doveva portare alla zona rossa della città. Chi sa che diamine volesse dire…
Rimanemmo ad osservarci attorno sempre sull’attenti per un bel po’. Notai che Brenda continuava a lanciarmi strane occhiate, lasciai correre fino a quando non diventarono insistenti. – Che c’è? – domandai leggermente scocciata alla brunetta che sedeva al posto dell’autista. Lei scosse le spalle – Nulla. Mi chiedevo solo per quale motivo tu abbia accettato così di buon grado di venire con me. Conoscendoti, avresti dovuto fare una mezza lotta con Newt per poter seguire il resto dei ragazzi… - senza spostare lo sguardo dalla rampa di fronte a me, cercai di trovare una scusa plausibile.
Dopo alcuni attimi di silenzio la guardai in faccia – Mentre ero nelle loro mani ho scoperto una cosa. – tentennai perché ancora non ero certa di voler rivelare quel “dettaglio” – Brenda, promettimi di mantenere il segreto a tutti i costi. – lei rimase sorpresa dal mio tono ma sorrise come suo solito e fece un cenno col capo – Te lo prometto. Qualunque cosa sia, ti aiuterò! –
Presi un respiro profondo e mi preparai per dirle la verità. Un rumore ci fece scattare sull’attenti e notammo un gruppo di ragazzi correre verso la nostra posizione. “Brenda dove sei? Noi siamo qui!” era Gally che ci chiamava alla radio. Senza perdere tempo la ragazza ingranò la marci e ci rendemmo visibili dal gruppo.
-Forza salite! – esclamò la mia amica mentre io scendevo per far cenno ai ragazzini di sbrigarsi. – Salite tutti e restate seduti. – ordinò il biondo.
-Lane! – la voce spaventata di Maggie mi giunse dal fondo del gruppo. Mi corse in contro e mi buttò le braccia attorno alla vita. – Ehi, sta’ tranquilla. Usciremo tutti da qui. – dissi guardando anche gli altri ragazzi. Theo si sporse dal gruppo – Hai mantenuto la promessa. – sembrava ancora diffidente nei miei confronti ma chi poteva biasimarlo? Gli strinsi una mano sulla spalla – Non vi avrei mai lasciati lì. –
Brenda, che continuava a spingere delicatamente i ragazzi sull’autobus lanciò un’occhiata preoccupata a Gally – Dov’è Thomas? –. In quel momento mi accorsi che né lui né Newt erano nel gruppo. Temetti per il peggio.
-Speravo che fosse con voi. – rispose il biondo guardandomi con gli occhi sbarrati. –Aspettateci qui. Io… io lo troverò. – continuò mentre si allontanava di qualche passo. Scostai Maggie forse con un po’ troppa impazienza – Aspetta! Vengo anch’io! – recuperai il fucile dal sedile su cui l’avevo lasciato e feci un cenno di incoraggiamento a Brenda. – Tu aspettaci, okay? – urlò Gally mentre correvamo fuori dal parcheggio sotterraneo.
-Perché vi siete separati? – chiesi lasciandomi trasportare dalla paura. Il mio corpo non stava reagendo bene a quello stato; iniziavo a sentire le forze diminuire drasticamente: tutta quella situazione non giovava di certo al mio bambino. –Minho non era con gli altri. Sono andati a cercarlo. – Gally, che era poco più avanti di me, mi bloccò prima che sbucassimo dalla rampa di accesso al parcheggio. In strada gli uomini di W.C.K.D. avevano creato un posto di blocco. – Facciamo molta attenzione. – sussurrò il biondo mentre mi faceva segno di seguirlo.
Attaccandoci al muro perimetrale, dovemmo fare il giro più lungo per raggiungere il palazzo centrale sede di W.C.K.D. Dopo poco fui costretta a fermarmi per riprendere fiato. Mi appoggiai ad un muro poco lontano, sperando di riacquistare in tempi record le energie. Gally si accorse della mia assenza dietro di lui così tornò sui suoi passi e mi raggiunse – Tutto bene? – alzai lo sguardo su di lui – Sì certo. Solo un calo… - mi rimisi dritta con la schiena e feci un passo – Andiamo! Gli altri non possono aspettarci! – Newt non poteva rischiare di farsi ammazzare… dovevo farlo per lui, per nostro figlio. Non potevo lasciarmi sopraffare dalla stanchezza e dallo stress che, in quel momento, stava stringendo sia il mio stomaco che il mio cuore.
“Sto arrivando amore.” pensai mentre guardavo oltre la spalla di Gally per valutare quanta strada ci mancasse.

 
   
 
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