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Autore: lisi_beth99    25/03/2019    1 recensioni
Minho è stato catturato ed il resto del gruppo cerca di salvarlo dalle grinfie di W.C.K.D.
Lane dovrà lottare un'ultima volta per riuscire a lasciarsi tutto alle spalle e poter costruire una vita pacifica con Newt.
Ma ci sarà un segreto fra loro...
Riusciranno a vincere contro l'organizzazione e a raggiungere un luogo sicuro?
Questo è l'ultimo capitolo della saga, dove tutto si concluderà nel bene, o nel male
//SEQUEL DI: RUN FIGHT SURVIVE\\
Genere: Avventura, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Newt, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie 'Live, Fight, Win'
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-Lane. – Gally mi fermò prendendomi per un polso – Vai al punto di ritrovo. Non stai bene, non saresti d’aiuto a nessuno in queste condizioni. – la voce dispiaciuta ma allo stesso tempo ferma e autoritaria. – Ma… - provai a replicare guardandolo negli occhi – Ascoltami. Ti prometto che ti riporterò Newt! Ma tu ora va’ fuori dalle mura, al punto di raccolta con Brenda e Frypan. Stai fuori da questo casino! Ti prego… -
Abbassai il capo sconfitta. Non dovevo dimenticarmi di aspettare un bambino. Se mi fosse successo qualcosa? Se fosse successo qualcosa al mio piccolo?
Mi portai le mani sul ventre – Va bene. Ma giurami che farai di tutto per proteggere Newt! – Gally mi strinse la mano in segno di conforto – Devi amarlo veramente molto. – un sorriso mi comparve sul viso - è così. -. Ci separammo ed io mi diressi verso le mura della città.
Le strade, per mia fortuna, erano quasi totalmente sgombre. Forse le forze di W.C.K.D. si concentravano al quartier generale dove, oramai, avevano sicuramente individuato gli intrusi. Usai a mio favore le ombre che si creavano tra i palazzi, per restare nascosta ai soldati. Dovetti fermarmi un paio di volte per riprendere fiato e per cercare di riportare ad un ritmo stabile il mio cuore che martellava incessantemente nel petto.
Dopo un tempo indefinibile, raggiunsi il punto d’incontro. Avevo usato il passaggio indicatomi da Thomas su una mappa prima che dessimo via al piano di salvataggio.
Mi lasciai scivolare al suolo e appoggiai la schiena alle mura, mi concentrai profondamente per trovare la calma e scacciare un po’ di quell’ansia che mi stringeva il cuore.
Dall’altra parte del muro c’era una gru su cui si era arrampicato Frypan quando ci eravamo separate da lui.
Alzai lo sguardo al cielo, attendendo di veder spuntare l’autobus su cui avevamo fatto salire tutti quei ragazzini. Ed infatti, dopo solo pochi attimi, sentii la gru che veniva messa in azione. Almeno quella parte del piano sembrava andare per il verso giusto.
Mi ghiacciai sul posto quando vidi l’autobus penzolare nel vuoto attaccato solo al muso del veicolo con il cavo della gru.
L’urlo generale che si propagò nell’aria quando, probabilmente Frypan, fece scendere di velocità il mezzo di una decina di metri, fece schizzare il mio cuore in gola. Temetti per il peggio.
Tutto si bloccò quando l’autobus si fermò a pochi metri dal suolo. Sembrava che, anche solo un respiro troppo profondo, avrebbe causato lo staccamento del cavo. E così fu. Il mezzo atterrò di botto sul terreno con un altro coro di urla. Io indietreggiai il più possibile per non rischiare di essere schiacciata e mi nascosi dietro ad una rientranza delle mura.
Quando ebbi il coraggio di uscire e controllare come stessero le cose, ritrovai l’autobus sulle quattro ruota, come se nulla fosse successo, e Brenda ed i ragazzi fuori dall’abitacolo che si guardavano attorno.
-Brenda! – quasi la stritolai quando la raggiunsi. Lei ricambiò l’abbraccio – Avete trovato gli altri? – c’era speranza nella sua voce. Dovetti però spegnere il suo sorriso – Gally è andato avanti da solo. Io non riuscivo a stargli dietro… - mi vergognai di me stessa in quel momento. La brunetta mi strinse nuovamente in un abbraccio – Non oso nemmeno immaginare cosa ti abbiano fatto… -
In breve tempo ci raggiunse Frypan, appena sceso dal suo nuovo “mezzo preferito”, per citare le sue parole.
Lui e Brenda ci fecero strada verso il rifugio di coloro che li avevano accolti quando ci eravamo separati giorni prima. Accanto a me ebbi Maggie e Josh per tutto il tempo. Non parlarono, non dissero nulla, l’unica cosa che fecero fu guardarmi negli occhi e sorridermi. Speravo che avremmo potuto uscire da lì sani e salvi per dirigerci verso il fantomatico “paradiso”. Ma in quel momento sembrava tutto molto, troppo, lontano…
Feci un enorme sforzo per seguire il gruppo senza star male. Il fiato era corto e il cuore martellava a più non posso; però non demorsi e, finalmente, raggiungemmo l’edificio in cui saremmo stati al sicuro.
-Lawrence! – Brenda urlò quel nome non appena mettemmo piede all’interno della costruzione. Dalle poche informazioni che avevo ricevuto, questo Lawrence era il capo degli Spaccati che viveva fuori dalle mura.
Ci guardammo attorno ma io non vidi altro che oscurità e oggetti lasciati sparpagliati per tutto il pavimento. – Dove sono gli altri? – Frypan guardò la brunetta senza capire. Sembrava quasi che il resto degli abitanti di quel posto fosse svanito nel nulla.
I miei amici cercarono qualcuno che, a quanto sembrava, non c’era più mentre io rimanevo con i ragazzi, molti dei quali erano spaventati e stanchi. –Vedrete che andrà tutto bene. – dissi più a me stessa che a loro.
Maggie si avvicinò maggiormente – Stai bene? – domandò; doveva aver notato la mia stanchezza. – Sta’ tranquilla. – le dissi solo. Poi mi avvicinai a Brenda – Non c’è più nessuno… - constatò la giovane guardandomi sconfortata.
-Che si fa ora? – domandò un ragazzino, uscendo dal resto del gruppo. Seguirono alcuni attimi di silenzio in cui io, Frypan e Brenda ci scambiammo occhiate eloquenti. – Aspettiamo. – dissi risoluta.
Ci sistemammo alla bell’ e meglio usando qualunque tipo di oggetto che trovammo. Molti ragazzi si sistemarono su una coperta cercando di non lasciarsi prendere dallo sconforto. Josh e Theo, soprattutto Theo, andarono a sedersi il più vicino possibile a noi tre. Immaginai volessero captare ogni nostra parola… A Theo, inoltre, era stata affidata una sacca contenente le fiale di siero che Gally aveva sottratto alla W.C.K.D.; era un compito che stava prendendo molto seriamente: ogni trenta secondi controllava che tutto fosse a posto e che nessuna fiala si fosse rotta.
Brenda mi fece segno di allontanarci dal resto dei presenti e andammo a sistemarci in un cunicolo poco lontano. Temevo già di sapere cosa volesse.
Quando ci fummo appartate la brunetta mi guardò con serietà – Abbiamo una conversazione in sospeso noi due. – disse sporgendo poi con la testa per controllare che nessuno ci avesse seguite. – Non è così imp… - ma non riuscii a terminare la frase – Lane. – il suo sguardo diceva tutto. Aveva capito che quello che dovevo dirle non era una cosa sciocca.
-Va bene… ma giurami che non lo dirai a nessuno. Nemmeno se lo ritenessi fondamentale. Giuramelo! - l'altra mi appoggiò le mani sulle spalle – Lo giuro. –
Feci un respiro profondo, la paura per Newt ancora mi rendeva il respiro pesante ed irregolare. Con due dita andai a recuperare la foto dal reggiseno. Con cura la spiegai e la mostrai a Brenda senza dire nulla.
Inizialmente lessi confusione sul suo viso – Che vuol…? – cominciò, poi però sembrò realizzare cosa fosse. Si portò entrambe le mani sulla bocca – Non ci credo… - sussurrò prendendomi l’ecografia dalle mani e portandola meglio alla luce.
-Lane non dirmi che… - mi guardò quasi sperando di aver capito male. – Sì. – espirai rumorosamente – Sono incinta. –
Calò il silenzio che durò per diversi minuti; minuti nei quali Brenda osservava prima l’ecografia, poi la mia pancia ed infine il mio volto.
Lei era la prima a cui lo dicevo e la sua reazione non era quella che avevo sperato… Certo, una gravidanza in quel momento sembrava la cosa più sbagliata e pericolosa. Ma dall’altra parte dava speranza, dava a me speranza! Speranza in un futuro, speranza che tutto quello che avevo passato potesse portarmi a qualcosa di felice, speranza che finalmente tutto sarebbe finito e che avrei potuto avere una vita normale.
C’era ancora un ultimo ostacolo da superare: raggiungere il “Porto Sicuro” tutti insieme. Io, Newt, Thomas, Brenda, Frypan, Gally, Teresa e Minho. Dovevamo riuscirci a tutti i costi!
   
 
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