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Autore: MatsuFla    25/03/2019    0 recensioni
Come sarebbe andata la storia se Ian, etero convinto, fosse stato davvero il ragazzo di Mandy?
Dal testo: Questa è la storia di come il fratello della mia ragazza mi ha cambiato la vita. Non credevo potesse mai accadere nulla del genere, ma alla fine è successo!
Genere: Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Ian Gallagher, Mandy Milkovich, Mickey Milkovich
Note: Lemon, OOC, What if? | Avvertimenti: Triangolo
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Cap 1/19 - Il fratello della mia ragazza

  ~ Questa è la storia di come il fratello della mia ragazza mi ha cambiato la vita. 
   Non credevo potesse mai accadere nulla del genere, ma alla fine è successo! ~ 


La mia ragazza ha una famiglia davvero particolare. I Milkovich.
Viviamo da sempre nello stesso quartiere e ci conosciamo un po' tutti... ma per quanto riguarda loro diciamo pure che sono temuti e odiati da chiunque. Non che nel resto del vicinato siano tutti cittadini modello, non si può tirare avanti nel South Side senza sporcarsi un po' le mani, ma tutto sommato c'è anche brava gente.
Ma i Milkovich no, loro sono degli avanzi di galera!
Tutti tranne Mandy.
Unica donna di casa dopo la morte della madre quando aveva più o meno sedici anni e ultima di sei figli dai nomi impronunciabili di origine ucraina... so che è strano non conoscere il nome completo della propria ragazza, ma per me lei è semplicemente Mandy.
Il padre è perennemente al gabbio, ma da quanto dice Mandy è una cosa positiva perché pare sia un vero stronzo. I due fratelli più grandi, due gemelli mi pare o forse no, cazzo ne so, sono irreperibili; Tony dovrebbe essere da qualche parte in Russia e Jamie... beh, di lui non si sa nulla da un po' e a tutti sta bene così, è sorprendente come a nessuno importi nulla. Mandy vive nella sua fatiscente casa al 1955 S Trumbull Ave nel South Side di Chicago con i restanti tre suoi fratelli. Ci sono Iggy e Colin, che dividono un neurone in due, e poi c'è Mickey, il più grande dei tre, che a detta di Mandy è il più cazzone di tutti. Fortunatamente ho avuto poco a che fare con lui e la sua famiglia, io e i miei fratelli ci siamo sempre tenuti alla larga, anche se, vivendo tutti nel South Side, frequentavamo gli stessi posti e la stessa scuola.
Mickey era un 'cliente fisso' del minimarket dove lavoravo quando ero più piccolo, e con cliente fisso intendo dire che veniva regolarmente a rubare indisturbato senza che Kash, il titolare, dicesse nulla perché aveva troppa paura di lui. Quando io una volta provai a redarguirlo per cercare di farlo smettere, tutto ciò che fece lui fu dirmi: 'Sapete dove vivo se avete problemi' e mi scagliò una confezione di salsa addosso.
Per un po' di tempo io e Mickey abbiamo anche condiviso lo stesso 'posto speciale'... cioè, era il mio posto speciale e sono stato costretto a dividerlo con lui.
Quando avevo voglia di starmene un po' da solo mi nascondevo dietro le gradinate del campetto da baseball del liceo, ci andavo ogni volta che quella squilibrata di mia madre decideva di tornare nelle nostre vite per incasinarle ulteriormente prima di sparire come al solito, quando litigavo con Lip o quando l'ubriacone di mio padre tornava a casa per sfogare le sue frustrazioni su qualcuno dei suoi figli... e quel qualcuno ero quasi sempre io. Forse perché sono l'unico a non essere davvero suo figlio, ma dello zio Clayton. Comunque... con tutti i casini che mi tenevano impegnata l'esistenza avevo proprio bisogno di un posto tranquillo tutto per me, dove godermi il silenzio e pensare in santa pace. Fu così finché non scoprii che anche Mickey Milkovich aveva avuto la mia stessa idea e fui costretto a soccombere, difficile non farlo quando ti puntano una pistola alla testa. Non ci rinunciai completamente, ma ogni volta che lo vedevo spuntare in lontananza mi dileguavo in pochi secondi, non volevo rischiare di scoprire se mi avrebbe sparato sul serio pur di non vedermi più là in giro.
Un giorno però preso completamente dai miei pensieri non lo sentii arrivare e me ne resi conto quando ormai era troppo tardi, me lo ritrovai a pochi centimetri di distanza che mi fissava con uno sguardo truce degno di un serial killer. Lo vidi trafficare nello zaino che aveva con se è rimasi pietrificato pensando che quello sarebbe stato il posto dove, chissà quando, avrebbero trovato il mio cadavere freddato da un colpo in testa. Ma contro ogni previsione quella volta Mickey invece di minacciarmi con la sua pistola tirò fuori una lattina di birra e me la lanciò in grembo, poi ne prese un'alta e dopo averla aperta si sedette accanto a me e iniziò a scolarsela tutta in un sorso. Io rimasi a guardarlo basito e accigliato, finché finita la prima birra ne aprì una seconda e ricominciò a bere.
"Queste birre la hai rubate nel mio negozio?" Mi azzardai a chiedere, senza neanche rendermene conto, sottovalutando il pericolo di rivolgermi in maniera così confidenziale a Mickey fottuto Milkovich.
"Non è il tuo negozio. È di asciugamani in testa." Mi rispose quasi sorridendo.
"Beh, quello che è..." Biascicai, non sapendo come controbattere.
"Chiudi la cazzo di bocca e bevi quella dannata birra, testarossa."
         
Quella fu l'unica volta in cui ci scambiammo qualche parola, sebbene iniziammo a trovarci lì insieme sempre più spesso restavamo seduti a parecchi metri di distanza in un religioso silenzio quasi surreale. 
Mi capitò di vederlo particolarmente triste o sbronzo, altre volte anche pestato a sangue e con i vestiti strappati... ma non violai mia il nostro tacito accordo di rimanere l'uno fuori dai fottuti affari dell'altro. Mi sembra perfetto rinnovare suddetto accordo anche ora che purtroppo da oggi sono io ad invadere il suo 'posto speciale'... casa sua!
Si, eccomi qui, nel circo degli orrori Milkovich.
Anche se Mandy non sembra avere grande considerazione dei membri della sua famiglia pare proprio che io stia per fare il mio debutto come suo 'ragazzo ufficiale', visto che la nostra storia ormai sta diventando seria. 
Non che queste cose abbiano molta importanza nel South Side, qui da noi le presentazioni ufficiali non consistono nel chiedere l'approvazione della famiglia o stronzate simili... lo si fa più che altro perché così puoi finalmente rimanere a scopare in casa senza doverti congelare il culo in qualche vicolo o in uno squallido motel a ore. Inoltre serve a farmi ben identificare dai suoi fratelli così che, in caso combini qualche cazzata, vengono a farmi il culo direttamente da casa.
"Hey coglioni, questo è il mio ragazzo, stategli lontani e non ci rompete il cazzo!"
Ecco, questo è stato su per giù il mio grande momento, sono stato presentato ed ora sono ufficialmente il ragazzo di Mandy, la mia aggraziata principessa che ha intimato ai suoi fratelli di lasciarci in pace brandendo un martello, in perfetto stile Milkovich.
         
I due biondini, messi al tavolo a giocare a carte, sembrano quasi ignorarci mentre Mickey, elegante come pochi vestito solo per metà e per giunta la metà sbagliata... quella superiore, sfoggia un paio di boxer a righe e un paio di vecchie ciabatte da nonnetto... davvero osceno! 
Almeno può dire di avere delle belle gambe... anche troppo per essere un uomo!
"Sai che me ne fotte." Esordisce continuando a mangiare i suoi cereali.
"Divertiti con l'herpes, Gallagher." Mi dice divertito prima di chiudersi nella sua stanza.
Io e Mandy facciamo lo stesso e ci diamo dentro abbastanza forte da assicurarci che ci sentano tutti, anche i vicini, così da mettere in chiaro che Ian Gallagher non si lascia intimorire da un branco di bulletti del South Side.

Aver fatto le ore piccole ieri sera rende il suono della sveglia ancora più insopportabile del normale. È presto, davvero troppo presto... doversi alzare alle cinque di domenica mattina dovrebbe essere illegale. Come se non bastasse la mia esigente ragazza complica ulteriormente le cose lasciando scivolare le sue soffici mani calde nella mia biancheria nel tentativo di convincermi a non alzarmi.
Devo ammettere però che questo rende il risveglio decisamente più piacevole.
"Ti prego Mandy, non farmi questo, devo andare a lavoro." Mi lagno essendo costretto ad allontanarla pur non volendo, ma lei insiste come sempre.
         
"Hai anche degli obblighi verso la tua ragazza!"
"Sembravi abbondantemente soddisfatta questa notte." Sorrido compiaciuto e ammiccante, poi le poso un bacio sulla fronte e rotolo verso l'esterno del materasso.
"Sono le cinque del mattino, torna a dormire tu che puoi."
"Ti propongo un compromesso... facciamo una cosa veloce mentre fai la doccia, ci stai?" Mi tiene bloccato con il braccio intorno alla vita, determinata a non arrendersi.
"Andata! Ci vediamo in bagno tra dieci minuti." La bacio velocemente prima di saltare giù dal letto e senza preoccuparmi di indossare altro oltre i boxer vado in cucina in cerca di qualcosa da mangiare... impresa ardua in questa casa. In frigo trovo un paio di involtini primavera avanzati da ieri sera a cui aggiungo tre biscotti al cioccolato presi dal barattolo affianco al microonde che probabilmente sono lì da anni. Capisco perché nessuno li abbia mangiati appena ne addento uno, fanno davvero schifo! Ma purtroppo la mattina non posso proprio rinunciare alla colazione. Butto giù le pillole con dell'acqua di rubinetto... neanche ci spero di trovare del caffè decaffeinato in questa caverna di trogloditi, vorrà dire che lo prenderò andando a lavoro.
Mentre sono intento a trangugiare il mio pasto prelibato sento qualcuno rincasare, non sono troppo sorpreso di scoprire che si tratta di Mickey.
"Wow! Signore e signori... la camminata della vergogna* di Mickey Milkovich!" Mi mordo le labbra nel disperato tentativo di non ridere ma non riesco comunque a fermare il resto della mia faccia già pronta ad esplodere, e lo faccio... rido sguaiatamente quando lo vedo con l'aria devastata stringersi gli occhi con due dita.
"Fottiti Gallagher!"
"Che c'è, Mick, fare sesso tutta la notte ti rende nevrastenico?" Infierisco ancora mentre mi si avvicina facendomi il medio.
"O semplicemente più irascibile del solito?" Insisto divertito.
"Ma tu non la chiudi mai quella cazzo di bocca?" Ringhia prendendo una birra dal frigo.
"Birra, Mickey? Sono le cinque del mattino!"
"Ti sbagli, sapientone del cazzo, per me sono ancora le 29pm di ieri sera!"
Anche se privo di sonno e un po' alticcio i suoi riflessi rimangono ottimi, in meno di un secondo mi ruba il piatto dalle mani e mangia tutto ciò che resta della mia colazione in un solo boccone, infilandosi tutto insieme nella bocca con la forza.
"Davvero esilarante! Scommetto che le signore di alto rango che frequenti ne rimangono impressionate. È mostrando queste tue straordinarie doti che le conquisti?" 
Il cretino annuisce pieno di orgoglio alla mia domanda sarcastica, continuando a masticare rumorosamente, aprendo volutamente la bocca in modo scomposto per farmi irritare ulteriormente... e ci riesce benissimo!
"Vado a fare la doccia, coglione!"
Svuoto la vescica e mi lavo i denti, aspetto un altro paio di minuti e dato che Mandy non è ancora arrivata mi porto avanti con il lavoro... e non mi riferisco solo alla doccia! Spero non si sia riaddormentata e che arrivi presto, ormai sono già bello che pronto e non ho voglia di pensarci da solo! Dopotutto è stata lei ad insistere!
"Scusa se ho cominciato senza di te!" Esordisco appena la santo entrare finalmente in bagno. Faccio scivolare via il velo di plastica che ci divide esibendomi ai suoi occhi nudo e insaponato, impaziente di mostrarle quanto sono 'felice di vederla'.
"Si stava facendo tardi e... cazzo!"
Porca puttana, non è Mandy!
Mi copro come meglio posso con la tenda, sotto lo sguardo inspiegabilmente divertito di Mickey.
"Wow troietta, hai deciso di molestare tutti i Milkovich?"
"Pensavo che fosse Mandy, brutto idiota! Perché cazzo non hai bussato?"
Vorrei sprofondare per la vergogna, ma anche prenderlo a calci in culo per la rabbia!
"Senti stronzo, questa è casa mia e non me ne fotte un cazzo di bussare."
"Sapevi che ero qui, perché non hai aspettato?!"
"Mi sto pisciando addosso! E comunque non devo darti nessuna spiegazione."
Mickey prende posto difronte al water ed inizia a slacciarsi i pantaloni, io distolgo subito lo sguardo prima di vedere cose che non vorrei. Non è di certo la prima volta che qualcuno la fa davanti a me, per noi 'maschietti' è piuttosto normale, per non parlare del fatto che anche a casa mia non esiste la privacy ma almeno abbiamo il buonsenso di lasciar fare la doccia in pace agli ospiti! 
Inizio a sciacquare via il sapone, non credo più che Mandy verrà... tanto ormai l'atmosfera è rovinata e tutto quel bel 'lavoro di preparazione' è andato perduto. 
"Rilassati testarossa, se vuoi mi puoi guardare anche tu mentre faccio la doccia se proprio ci tieni a pareggiare i conti."
"Ah, vuoi farmi credere che fai la doccia? E quando, tipo una volta all'anno?" Gli parlo rimanendo nascosto dietro la tenda affinché non si accorga, guardando la mia faccia, del lieve imbarazzo che mi ha provocato quella proposta. La sua era una battuta, lo so bene, ma devo ammettere che la mia mente mi ha giocato il brutto scherzo di farmi visualizzare la scena davanti agli occhi... e rendendola decisamente troppo sexy!
Così mi affaccio a guardarlo e cerco di camuffare l'imbarazzo con il sarcasmo.
"Tu sei il ragazzo bianco più sporco d'America, Mickey!"
Lui mi fissa facendo svettare le sopracciglia sulla fronte e mi punta l'indice all'altezza del petto, poi lo abbassa sulla leva dello scarico e sfoggiando un sorriso da perfetto stronzo la preme attivando così lo sciacquone. Nello stesso momento un getto d'acqua congelata viene giù dal soffione della doccia centrandomi in pieno.
"Cazzo Mickey, sei proprio uno stronzo!" Ruggisco contro di lui dopo aver tirato un urlo così forte da far tremare i vetri. 
Ora basta! Non mi importa più nemmeno di essere nudo... esco da qui e lo ammazzo!
Per sua fortuna Mandy ci raggiunge e vedendola riesco a riprendere il controllo, ha lo sguardo assonnato e un po' irritato, forse si era davvero riaddormentata ed è stata svegliata dalle mie grida di poco fa.
"Mandy potresti dire a quella merda di tuo fratello di bussare prima di irrompere in bagno!? Anzi no, sarebbe meglio se gli dicessi di non entrare affatto se è già occupato!"
"Mickey non-" Prova a dire lei ma viene subito interrotta.
"Mandy potresti dire a quella testa di cazzo del tuo ragazzo che questa è casa mia e faccio il cazzo che mi pare e che se non gli sta bene può tornarsene alla sua fottuta casa? Anzi no, sarebbe meglio se gli dicessi di andarsene e basta!"
"Fatela finita! Stai di merda, a che ora sei tornato ieri?" Si rivolge prima ad tutti e due e poi solo a suo fratello, in entrambi i casi con il tono di una madre esasperata.
"Non lo so... tardi." Risponde distrattamente lavandosi le mani.
"È tornato dieci minuti fa."
"Tu stanne fuori Gallagher o giuro che ti taglio la cazzo di lingua lunga che ti ritrovi."
"Hey!" All'improvviso anche Colin e Iggy fanno irruzione in bagno.
Ci mancavano solo scemo e più scemo!
"C'è ancora qualcuno che vuole entrare in bagno mentre sono sotto la doccia?Invitiamo i vicini?" Dico esasperato alzando gli occhi al soffitto.
Dopo un solo giorno passato in questa casa mi hanno già visto tutti l'uccello... non è normale! Dannati Milkovich!
"Fuori dai coglioni!" Mandy urla contro gli ultimi arrivati.
"Qualcuno ci deve portare a prendere la birra." Biascica Iggy, visibilmente già sbronzo.
"Anche se vi hanno dato guida in stato d'ebrezza io non vi faccio da autista per queste cazzate!"
"Ci penso io." Dice tranquillamente Mickey, placando l'ira della sorella.
"Grande, grazie." Rispondono in coro i due biondini, poi Colin aggiunge tutto contento
"Dopo possiamo andare a fare colazione coi burrito al camioncino di Juan."
"Torniamo subito. Non vuoi niente?" Mi chiede Iggy, ma senza darmi il tempo di rispondere aggiunge con tono canzonatorio
"No? Che peccato."
Gli lancio un'occhiataccia ma non spreco fiato a rispondere, anche perché Mandy cattura subito la mia completa attenzione.
"Che facciamo questa sera? Ti va di vedere un film?"
Mandy, rimasta con il solo intimo già dalla notte, si infila nella vasca senza spogliarsi.
"D-direi di sì" Balbetto aspettando di vedere cosa le passa per la testa.
"Ottimo." Dice lei mentre inizia a baciarmi.
"Mandy, ma dai, ci sono i tuoi fratelli!"
Lei mi tocca dappertutto, poi apre l'acqua che le bagna completamente il completo intimo. Sa essere sempre molto persuasiva!
"Sul serio, sono tipo a cinque metri, dai."
Va bene non lasciarsi intimorire dai suoi fratelli... un conto è fargli sentire che la nostra vita sessuale va alla grande, ma tutt'altra cosa è farglielo addirittura vedere! Anche perché i due più piccoli ci stanno guardando in modo talmente insistente che, ci scommetterei le palle, rimarrebbero davvero a guardarci se ne avessero la possibilità.
"Tutti fuori dai coglioni, subito, dobbiamo scopare!" Urla Mandy impaziente.
"Calmate i bollenti spiriti piccioncini!" Ridacchia Mickey azionando nuovamente lo sciacquone prima di uscire e questa volta l'acqua è anche più gelida di prima.
"Testa di cazzo!"
"Coglione!"
Gli imprechiamo dietro ma lo sentiamo ridere anche una volta chiusa la porta.
"Ora tuo fratello le compra le birre? Un tempo le rubava."
"Infatti non vanno a comprare delle birre. È solo un modo di dire."
"Un modo per dire cosa?"
"Che vanno a fare una rapina al minimarket, Ian."

Alla fine di questa lunga giornata mi è finalmente concesso un po' di relax. Dopo un pesantissimo doppio turno a lavoro ora sono con Mandy sul divano di casa sua a mangiare pizzabelag e giocare ad un videogame violento in cui si spara ai morti viventi e roba simile. Proprio nel bel mezzo dell'apocalisse zombie rincasa Mickey che, avanzando verso di noi barcollando leggermente, si ferma a 'salutarci' con un sorriso e un sonoro rutto.
"Brutti coglioni." 
"Faccia da culo." Risponde Mandy.
"Spostati, frocio." Mickey ruba un pizzabelag dal piatto e lo mangia, mi sposta le gambe con una spinta e facendosi posto prepotentemente sul divano mi costringe a spostarmi finché non ci ritroviamo tutti e tre stretti come sardine. Appoggia i piedi sul tavolino sfoggiando i suoi calzini sporchi con tanto di buco sull'alluce e mi strappa il joystick dalle mani.
"Guarda e impara!" Ride compiaciuto mentre beve il suo Super Big Gulp.
Una volta finita la partita Mandy decide di andarsene a letto visto che domani mattina lavora. Abbiamo già stabilito che questa notte non resto a dormire qui, così, quando lei mi dà la buonanotte e va a letto, anche io mi preparo a tornarmene a casa.
"Te ne vai di già?" Mi chiede Mickey imbronciato mentre io mi stiracchio un po'.
"Si. Ho preso del gelato, se ti va puoi mangiare la mia parte, visto che ti diverte tanto rubarmi il cibo." 
"Dai testarossa, solo un'altra partita, ok?"
Mi lascio convincere e torno a sedere sul divano. Cominciamo una nuova partita e tra risate e varie imprecazioni contro gli zombie, sorridendo mi rivolgo a lui.
"Com'è andata la rapina?"
Dopo un primo secondo di stupore per la mia domanda lui ostenta innocenza pur avendo un'espressione colpevole stampata in faccia.
"Non so di che cazzo stai parlando." 
Mentre proseguiamo la partita, continuo a guardarlo con la coda dell'occhio. Non è lucido... non del tutto, puzza di alcol ed ha il viso ferito e incrostato di sangue.
"Quello ero io, coglione! Hai ucciso me!" Lo sento gridare quando volontariamente sparo al suo personaggio anche se siamo in squadra insieme.
"Hai un aspetto talmente di merda che ti ho scambiato per uno zombie."
La mia è una battuta... oppure no? Il mio tono serio lascia qualche dubbio.
"Stai bene, Mickey?" 
Mi guarda confuso, come se nessuno glielo avesse mai chiesto prima, come se fosse assurdo da parte mia domandargli una cosa del genere, ma soprattutto come se fosse l'ultima domanda al modo a cui vorrebbe rispondere in questo momento.
Lo guardo negli occhi in attesa di una risposta che so già sarà una bugia. A riempire il silenzio ci pensa la musichetta del 'game over' del gioco lasciato in pausa, che continua a darci dei perdenti. Mickey sembra cedere per un secondo, poi scrolla le spalle e semplicemente annuisce ingoiando tutto il resto.
"Okay, si è fatto tardi. È ora che me ne torni a casa." Mi alzo dal divano e questa volta vado convinto verso la porta finché sento la sua voce, forse un po' tremolante...
"Hey, Gallagher..." Subito si blocca quando mi giro a guardarlo.
"Naaaa, niente. Ma dato che sei in piedi, mi prendi il gelato prima di andartene?"
"Certo."

*Walk of Shame (la camminata della vergogna) è quando una ragazza dopo una serata, finisce a casa di uno sconosciuto, ci va a letto e rimane a dormire. Gli americani la chiamano walk of shame perché poi quando il mattino dopo si torna a casa con gli stessi vestiti del giorno prima tutti capiscono subito che si viene da una lunga notte.


Note dell'autrice:
Salve a tutti, questa è la mia seconda fanfic in questo fandom. La storia nasce da un mix di spunti presi un po' dovunque... altre serie TV, manga, vita reale e anche sogni che ho fatto.
Preciso che la storia contiene dialoghi presenti nella serie rielaborati e attribuiti a personaggi diversi in diverse situazioni.
Mi scuso per il linguaggio "alla Milkovich" scurrile e a volte un po' razzista.
I personaggi sono OOC e l'età dei alcuni non coincidono con la linea temporale della serie TV in quanto la storia è ambientata verso la 6/7 serie mentre gli ultimi tre Gallagher sono fermi a qualche serie prima... ma comunque non è molto rilevante ai fini della storia. Bando alle ciance, spero che vi piaccia!

Ps. Colgo l'occasione per mandare un messaggio a chi ha letto la mia prima storia 'Gallavich fino alla fine'... Siccome ho scoperto che, non so perché, ogni tot di tempo efp mi elimina le foto inserite nella storia e, dato che in alcuni capitoli le immagini sono fondamentali per riuscire a seguirla, ho preso provvedimenti.
Sotto ogni immagine 'importante' ho riportato una didascalia con il contenuto... purtroppo non fa lo stesso effetto ma non potevo continuare a ripostare continuamente la storia.


Vi lascio il link della storia:
Gallavich fino alla fine


   
 
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