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Autore: alimastro    26/03/2019    0 recensioni
FANFICTION, Dramione
Hermione e Draco, l'ultimo anno è arrivato e la guerra è alle porte. Dovranno superare mille difficoltà insieme ai M.A.G.O.
Storia che nasce da un odio profondo voluto, non a prescindere. Gli occhi si parlano ma le persone si insultano.
Un ballo e una scopa faranno capire a qualcuno che il sangue non è tutto ciò che conta.
Fanfiction rintracciabile su wattpad insieme al sequel nel mio profilo: alimastro
Genere: Fantasy, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Draco Malfoy, Ginny Weasley, Harry Potter, Hermione Granger, Pansy Parkinson | Coppie: Draco/Hermione
Note: Movieverse | Avvertimenti: nessuno | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7, Dopo la II guerra magica/Pace
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//12 maggio 1999//
Guerra.
L'inizio per qualcuno.
Il nostro inizio.
La fine per molti.
La fine dei brutali, ma la fine anche dei buoni. Dopo la guerra bisognava restare neutrali. Poteva essere sbagliato schierarsi da una delle due parti o mettere il piede in due scarpe.
 Erano passati due giorni dalla creazione della barriera. Non avrebbe retto ancora a lungo.
Io facevo un incantesimo ampliante alla mia borsetta a tracolla per metterci dentro medicine, una tenda in caso di bisogno, dei vestiti di ricambio, dell'acqua e un po' di cibo, la mappa del malandrino e il mantello dell'invisibilità.
Draco mi guardava sorridendo e io mi girai un po' arrabbiata. Come faceva a ridere con la guerra e la morte alle porte!
"Rido perché mi piaci quando ti innervosisci Granger."
"Quando non mi arrabbio non ti piaccio?" Dissi con finto tono deluso.
"Mi piaci anche in altri casi..." Ribattè sorridendo compiaciuto. "Sei un maiale!" Gli dissi a due millimetri di distanza.
Mi cinse i fianchi e ci appiattimmo contro il muro della mia stanza, che di lì a poco sarebbe stata polvere. Dischiusi le mie labbra e lasciai campo libero alle nostre lingue che erano felici nel rincontrarsi di nuovo. Baciava da dio... cavolo se baciava da dio!
Ci staccammo, impugnammo le bacchette e ci guardammo intensamente, come per scoprire cosa si celasse dietro l'altro.

 Cercavo di capirlo in quel momento e ancora mi chiedevo come ci ero riuscita per tutto l'anno scolastico. Due persone così difficili che scoprono di essere accomunate da un marchio diverso ma uguale.
Eravamo intenti a far esplodere le nostre iridi a forza di sbranarci con gli occhi a vicenda, quando sentimmo un fortissimo scricchiolio. La barriera si stava rompendo dopo tutta la notte che lui e i suoi seguaci l'avevano bombardata di incantesimi e pietre.
L'esercito di guerrieri in pietra della McGranitt entrò in azione e mise al tappeto cento seguaci oscuri.
Ne restavano ancora mille circa. Loro erano di più, ma non contavano i numeri, contava la potenza di ogni bacchetta e da quanto animo ci mettesse una persona nello scagliare un incantesimo. Contava il sentimento che ognuno mettesse nel compiere le proprie azioni.
Uscimmo tutti allo scoperto.
Quelli che scappavano vennero uccisi per primi e noi due ci ritrovammo una quindicina di mangiamorte addosso.
Eravamo schiena contro schiena con le mani allacciate e le schiene che si toccavano.
Eravamo bravi in incantesimi e, mentre quelli dal terzo anno in su distraevano i cattivi, quelli del primo e del secondo anno vennero mandati tutti in una stanza con un professore.

 Li mettemmo tutti al tappeto. Eravamo un'ottima squadra, ci sorridemmo e mentre correvamo continuammo a schiantare persone.
Da un sottoscala vedemmo Harry "parlare" con Voldemort mentre le loro bacchette si allacciarono nel loro famoso contatto rosso- verde che nessuno aveva mai visto, eccetto i presenti nel cimitero al quarto anno.
Uscimmo allo scoperto quando, indietreggiando, non ci accorgemmo di Nagini.
Cademmo e ci stringemmo perché sarebbe stata la nostra fine. Eravamo stretti più che mai, con gli occhi chiusi e ci sussurrammo un impercettibile "ti amo"; il serpente ormai mostrava le sue lunghe zanne e aveva la bocca spalancata come un forno quando percepii il cappello magico sotto di me e lo tirai fuori. Da esso uscì la spada di Godrick Grifondoro e spuntò il fantasma di Neville che tagliò la testa al serpente.
Draco aprì gli occhi perché non aveva sentito il veleno scorrere nelle sue vene, vide il mio sorriso e mi baciò. Ringraziammo Neville e lui disse che eravamo ancora troppo giovani per morire e che avremmo avuto una vita futura insieme; tanto bella quanto duratura. A quel

 pensiero mi sollevai ma venni destata dal "mio" Paradiso quando il contatto tra le bacchette di Harry e Voldemort si interruppe.
Sia Harry che il Signore Oscuro urlavano e si contorcevano dal dolore perché Neville aveva ucciso l'ultimo Horcrux: il serpente. Ora uno dei due doveva morire e in quel momento Voldemort sparì, alzando con sé una nube di polvere nera che assunse le sembianze di un piccolo vortice scuro.
"Harry Ppotterr ahhh, vieni stanotte nella foresta proibita per morire davanti a me e smettila di sacrificare le vite dei tuoi amici per scampare alla morte qualche ora prima del previsto.
Ti aspettiamo calorosamente, non fare il Vvigliaccoo."
Era Voldemort a parlare. Quattro ragazze si erano messe ad urlare dal nulla perché era entrato nella loro mente. Mi dava così fastidio quella voce che mi tappai le orecchie, contorcendomi dal dolore che la sua voce provocava. Quel tono stridulo che io e pochi altri percepivamo, ci faceva stare male e Draco mi tenne per le spalle per non farmi cadere.
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Trovammo Piton in fin di vita e raccolsi la sua lacrima in una fialetta che avrei dovuto dare ad Harry. Doveva andare nell'ufficio di Silente e aprire il pensatoio, il ricordo di Piton gli sarebbe stato utile.

Questo fu ciò che mi disse il professore. Era stato morso da Nagini poco prima che noi lo uccidessimo e morì da colui che è morto per amore.
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Eravamo tutti in cortile pronti ad aspettare Harry e, quando vedemmo Hagrid portarlo in braccio, scoppiarono pianti e urla, tra cui quelle di Ginny, la sua ragazza.
"Harry Ppotter è morto!"
Tra la folla dei seguaci si destarono risate e ghigni malefici.
   
 
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